A/N: Oooopsss, guardate chi alla fine ha scritto una fan fiction su Ian Somerhalder e Michael Malarkey... Eeeehm, dopo la Convention di Roma e dopo aver conosciuto Michael (ed averlo sentito parlare di Ian) lo sclero è degenerato più del solito, anche grazie al fatto di aver conosciuto Serena... Le sue deliziose FF su di loro mi hanno ispirato e quindi questa cosina piccina la dedico a lei... Non è nulla di eccessivo, ma è un po' che non scrivo e ho perso un po' la mano... Anche se ho come l'impressione che non sarà l'ultima XD
OVVIAMENTE, la storia è AU, perchè sappiamo benissimo qual'è la realtà... Immaginatela in un mondo parallelo!
Come sempre, critiche, commenti, annotazioni, tutto ben accetto!! p.s. Il titolo è tratto da una canzone di Michael :P
 

I'M GONNA TAKE YOUR PICTURE

“La vuoi smettere?”

Michael se ne sta sdraiato nella vasca da bagno, gli occhi socchiusi, la testa poggiata sul bordo bianco di porcellana. Un po' di schiuma gli copre parte del viso, l'acqua è dimezzata a causa dell'intensa 'attività' di qualche istante prima.

“Mmh mmmh.”

Questa è l'unica risposta che ottiene da uno Ian assolutamente concentrato. Con i denti bianchi si mordicchia il labbro inferiore, le sopracciglia sono leggermente corrucciate, un occhio è chiuso mentre usa l'altro per guardare Michael attraverso l'obiettivo della sua macchina fotografica professionale. Per lo meno ha avuto la decenza di coprirsi con un asciugamano bianco, o non sarebbe rimasto lì accovacciato sul pavimento molto a lungo.

“Però potresti impegnarti di più, non è divertente fotografare un soggetto apatico, per quanto sia sexy.”

Ian sogghigna e si solleva, facendo un mezzo giro intorno alla vasca per cambiare angolazione dello scatto. Michael sgrana gli occhi, solleva la testa e alza un sopracciglio.

“Apatico? Non mi sembra di essere stato apatico fino a 5 minuti fa.”

E il suo sguardo si illanguidisce immediatamente al ricordo di Ian seduto su di lui, la testa gettata all'indietro e le labbra socchiuse, mentre entrambi si muovevano sempre più freneticamente e l'acqua intorno a loro finiva tutta sul pavimento. Chiude di nuovo gli occhi per gustarsi meglio la memoria di quegli attimi e, d'un tratto, non si sente più tanto apatico, anzi, una parte di lui è di nuovo ben sveglia e attiva.

“Piuttosto, se hai tanta energia, perchè non torni qui e la canalizzi in qualcosa di più... interessante.”

L'angolo della bocca di Ian si solleva in un sorriso sghembo.

“Pensavo fossi stanco.”

“Non molto.”

Michael ricambia con lo stesso sorriso e un'occhiata eloquente.

“Bene, allora prima fammi qualche faccia divertente!”

La testa di Michael sbatte di nuovo sul bordo di porcellana.

“Dimmi che stai scherzando!”

“Dai!”

Vincere questo gioco con Ian è impossibile e Michael lo sa che prima lo accontenta, prima sarà accontentato a sua volta. Così si scatena in un repertorio di smorfie assurde, sfoderando le migliori qualità della sua mimica facciale, lasciando Ian senza fiato per le risate che lo stanno scuotendo, tanto da farlo scivolare di nuovo sul pavimento accanto alla vasca, una mano che stringe il braccio di Michael e l'altra che cerca di non far rotolare la macchinetta nell'acqua.

“Eh, sono bravo, lo so.”

Michael ammicca e gli fa una linguaccia, mentre Ian scatta un'altra serie di fotografie alle sue facce buffe.

Poi, all'improvviso, le mani di Ian cominciano a tremare, quando Michael decide di passarsi la lingua sulle labbra sensualmente e comincia a giocare con il suo dito indice, ruotandola attorno e succhiando piano.

Ian abbassa la macchinetta e lo fissa con le pupille dilatate, gli occhi quasi neri offuscati dall'eccitazione, mentre deglutisce a fatica. Distoglie a fatica lo sguardo da quello spettacolo sensuale e si alza per mettere al sicuro la macchinetta fotografica sul mobile nell'angolo della stanza.

“Finito già l'estro creativo?”

Lo prende in giro Michael, sogghignando soddisfatto.

Ian si volta e si avvicina di nuovo alla vasca, lasciando scivolare l'asciugamano arrotolato intorno ai fianchi sul pavimento, una mano che si allunga ad accarezzare la testa di Michael e l'altra che si chiude intorno alla propria erezione, prima di avvicinarla alla bocca dell'altro.

“Mi sa che avevi ragione, meglio impiegare le nostre ritrovate energie in qualcosa di più eccitante...”

Poi le sue dita affusolate scorrono tra le ciocche scure di Michael, costringendolo a piegare indietro la testa con un gemito, prima che entrambi si perdano di nuovo l'uno nell'altro.