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Autore: Atomic Chiken    05/06/2014    7 recensioni
Le ragazze di una piccola cittadina cominciano a sparire all'improvviso. Cosa si nasconde dietro a tutto questo? Un assassino, o qualcosa di molto più complesso e terrificante?
Dal testo:
Non poteva essere una persona. Non aveva nulla di umano. Era la cosa più disgustosa che avesse mai visto.
Perse i sensi, li riebbe.
Sentì il respiro della cosa sulla propria pelle. La sua bocca sfiorò l'orecchio di Marie.
Prima di divenire preda del buio udì qualcosa che le fece accapponare la pelle.
" Mamma ".
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Marie Anne uscì dal Rita's Cafè e si diresse verso il telefono a gettoni. Prima di comporre il numero guardò l'ora.
Dio, quasi le una di mattina
Con un sospiro cominciò a premere i tasti malridotti. Era tutto quasi a pezzi nella piccola cittadina dove si era fermata a fare una sosta. Ed anche la compagnia del minuscolo bar non era da meno. Con un brivido lungo la schiena squadrò di nascosto l'uomo seduto lungo il marciapiede poco lontano dal suo punto. Aveva l'aspetto trasandato, la barba di una settimana e le occhiaie peggio delle sue.
Dio, non chiudeva occhio da più di ventiquattro ore! S'immaginò distesa nel suo letto al caldo con un bel libro in mano, assieme al suo unico grande amore.
Una voce aspra e assonnata gracchiò dall'altra parte della cornetta riportandola alla realtà " Chi è? "
" Sono io, Marie " rispose quest'ultima
La voce si addolcì subito " Sia ringraziato il cielo Annie, finalmente ti sei fatta viva! Ti rendi conto di quanto tempo sia passato dall'ultima volta che ci siamo sentite? "
" Mamma, sono via solo da due giorni " disse Marie sorridendo. Era sicura che stesse facendo altrettanto anche sua madre.
" Lo so tesoro, lo so. Ma tu sai che due giorni senza di te sono come un'eternità, per me. E non ci dimentichiamo del piccolo diavolo che mi hai lasciato "
" Come sta Tessa? " domandò Marie pensando al volto stupendo di sua figlia. Non vedeva l'ora di stringerla di nuovo tra le braccia, assaporare quel profumo tipico dei bambini, tenere in mano i suoi riccioli biondi e soprattutto riempirla di baci fino a farsi schiaffeggiare
" Oh, abbiamo passato due giorni bellissimi. Mi ha insegnato a fare le treccine, ha detto che - " Mamma le fa così! " - " mentre lo diceva cercò di imitare la sua voce. Un attimo dopo stavano ridendo tutte e due come matte. Avevano un rapporto particolare, loro.
" Sente la tua mancanza solo quando deve andare a nanna, quella furbetta. A proposito, quando hai intenzione di tornare? Abbiamo una bella sorpresa per te! "
" Sono ferma in una stazione di servizio a Mainhill, dovrei essere a casa entro le sette del mattino. Non vedo l'ora di sapere cosa avete in serbo per me ". Un suono irritante squarciò l'aria. Il tempo limite della telefonata era agli sgoccioli.
" E' meglio che mi rimetta in viaggio. Dai un bacio al diavolo da parte mia, e dille che le voglio un mondo di bene ".
Non l'avrebbe più rivista.


Marie ripose la cornetta e si girò per tornare alla macchina, una Ford blu vecchia di un secolo. Stava per sbloccare la portiera quando sentì una voce roca alle proprie spalle. Si voltò e vide l'ultima cosa che avrebbe voluto in quel momento: L'uomo trasandato stava correndo verso di lei.
Mi ucciderà, mi ucciderà qui, in mezzo al nulla fu il suo primo pensiero.
Non tentò nemmeno di aprire la portiera o correre a gambe levate. Era paralizzata. Rimase immobile a guardare il suo assassino avvicinarsi ogni secondo che passava. L'uomo alzò la mano in aria e la puntò verso Marie. Quest'ultima si accovacciò a terra urlando come una forsennata. Rimase in quella posizione per quindici secondi interminabili.
Sono morta?
Lentamente liberò la testa dalle braccia e alzò lo sguardo. L'uomo era di fronte a lei e le stava porgendo qualcosa
 Confusa ed esitante la donna si alzò. Era forse una trappola?
" Le è caduto questo " la informò l'altro. Marie vide il proprio portafogli nelle mani sporche dell'uomo. Non sapeva se sentirsi sollevata o imbarazzata.
" G-grazie " balbettò prendendolo.
L'uomo alzò le spalle e in meno di un secondo tornò ad occupare il proprio posto sul marciapiede.
Marie continuò a fissarlo come se potesse alzarsi da un momento all'altro e ritornare all'attacco. Con la coda dell'occhio notò un piccolo gruppo di persone uscire dal bar
A quest'ora sarei già morta  
Senza esitare rientrò in macchina e diede gas. Si rilassò solamente quando raggiunse la strada. Fu allora che si lasciò andare in una risata isterica. Per un attimo aveva davvero creduto di morire, e invece? Il portafoglio!
" Mai tanto paranoica quanto mia madre " disse consolandosi.
Qualcosa la fece sobbalzare sul sedile. La donna sbattè la testa contro il tettuccio e lanciò un'imprecazione. Nella fretta si era scordata la cintura di sicurezza. Dopo un paio di metri l'auto si fermò completamente.
" Non adesso maledizione! " urlò sbattendo il pugno sul volante. Doveva aver bucato una gomma. Scese dalla macchina combattendo contro la tentazione di chiudersi dentro. Era tutto troppo buio e silenzioso.
Buio.
Dannazione, lo odiava. Si guardò intorno stringendosi nelle spalle. Cominciava anche a far freddo e lei indossava solo una misera camicia da lavoro.
Evitando di portare lo sguardo verso il campo di grano che la circondava, controllò una ad una le gomme.
Le si gelò il sangue. Erano tutte a terra.
" Cazzo ". Non aveva nemmeno una ruota da ricambio.
Cosa avrebbe fatto Rick in una situazione del genere?
Si sorprese di star pensando al suo ex. Perché si erano lasciati?
Era uno stronzo.
Giusto. Uno stronzo. Che ora avrebbe voluto avere accanto.
Scuotendo il capo guardò l'orologio da polso. Socchiuse le palpebre tentando di leggere attraverso l'oscurità
Le una e mezza. Buon Dio, aiutami
Con il cellulare morto in tasca, partì nella direzione da cui era venuta. Camminò a testa bassa, spaventata all'idea di guardare tra gli spiragli del grano. Sobbalzava ad ogni piccolo rumore, anche dei suoi stessi passi. Senza volerlo si rimise a pensare a Rick. Lo aveva amato, lo amava. E in cambio era stata tradita con la sua migliore amica. Se solo aves..
Cosa cavolo..
Era un ringhio, quello che aveva appena sentito?
Sei troppo paranoica
Subito ne sentì un altro, questa volta più vicino di quanto credesse. Si voltò pronta a ritrovarsi l'uomo davanti.
Non c'era nessuno.
Stai dando di matto
Un colpo improvviso alla testa la costrinse a mettersi in ginocchio. Colta alla sprovvista cominciò a tirare pugni all'aria, sperando di colpire qualcosa di solido. Si fermò quando si accorse del silenzio. Più penetrante di prima. Si rimise in piedi e girò la testa in tutte le direzioni.
" Chi è là?! " chiese sentendosi una stupida. Di certo, chiunque fosse stato, non le avrebbe risposto.
Ed invece lo sentì distintamente. Qualcosa.
Qualcosa che non poteva appartenere ad un essere umano.
In preda a puro terrore si mise a correre verso la macchina. Le sembrava un miraggio irraggiungibile.
Se solo fosse rimasta dentro..
Il ringhio si avvicinava sempre di più. Qualsiasi cosa fosse, era veloce. Si rese conto che era solo grazie all'istinto di sopravvivenza se riusciva a mantenersi in equilibrio. Il colpo alla testa stava cominciando ad avere l'effetto di un tranquillante.
Questa volta sentì il ringhio più vicino, forse a meno di due metri.
Devi correre più veloce maledizione
La macchina era lì. Davanti a lei. Ce l'aveva quasi fatta. Ancora un altro sforzo..
Inciampò nei suoi stessi piedi cadendo rovinosamente.
No!
Con la pancia a terra vide qualcosa di orrendo avvicinarsi velocemente.
No. Non poteva essere una persona. Non aveva nulla di umano. Era la cosa più disgustosa che avesse mai visto.
Perse i sensi, li riebbe.
Il respiro della cosa le alitò sulla pelle. La bocca sfiorò l'orecchio di Marie.
L'ultima parola che sentì prima di perdere conoscienza le fece accapponare la pelle.
" Mam-ma ".
  
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