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Autore: lokiandcoffee    06/06/2014    4 recensioni
Può quell'amore che capita solo una volta nella vita trovare una seconda possibilità?
Eccomi qui, con il sequel di "Insegnami a vivere". Account diverso, stessa storia.
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[..]C'erano giorni in cui aveva ancora voglia di sentirsi vivo, di guardare un film sul divano, di mangiare un gelato o passeggiare sulla spiaggia, di parlare con le persone fingendo che andasse tutto bene. E poi c'erano quei giorni in cui non sentiva più nulla. Sentiva solo che amare era sbagliato, inutile e che se non poteva amare lui allora non poteva farlo nessun'altro.
Aveva soltanto un sincero bisogno di aggrapparsi alla consapevolezza di poter esistere a prescindere da Zacky. Ma non ci riusciva.
Aveva bisogno di sentirsi dire che valeva qualcosa anche se lui non c'era, che poteva dare valore ad ogni giorno anche senza di lui.[...]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Come promesso rieccomi qui! Non so se esserne felice o spaventata, ma il fatto che io abbia gia iniziato a pubblicare questo sequel dimostra quanto sia forte il mio attaccamento a questa storia. Spero possiate apprezzarlo e giuro che farò del mio meglio per non deludervi. O almeno spero di riuscirci.
Comunque, ho gia specificato che inizierò a pubblicare con questo nuovo account, ma questo non vuol dire che l'altro andrà perduto.
Poi...ah si, forse noterete il "nuovo personaggio" nell'anteprima della storia e beh, in realtà non è nessuno di nuovo o così inaspettato, è gia comparso nella storia precedente e semplicemente riapparirà anche qui...e il suo ruolo sarà davvero davvero importante.
E poi...visto che sono riuscita a farvi amare le Macky...perchè non provarci anche con un'altra coppia?
Come primo capitolo spero non faccia troppo schifo e, si, come sempre vi chiedo di recensire per farmi capire se posso portare avanti questo progetto.
Scusate eventuali errori...^^
XOXO


 




E' così difficile restare puliti






Cos'è che gli aveva promesso? Di vivere?
Beh, lo stava facendo. Sicuramente male, quasi certamente non nel modo giusto, ma almeno lo stava facendo. E se distruggersi non voleva dire morire ma sentirsi ancora un pò vivo, allora sì, poteva dire di star vivendo.
Illuso. Debole. Sporco dentro. Ma ancora vivo.

Le schegge del suo cuore andato in frantumi da quando Zacky era morto lo laceravano dentro. Letteralmente. Forse sporcandolo ancora di più.
Sentiva la propria vita scivolargli addosso e non aveva neanche la forza di afferrarla e di farla di nuovo sua. Crearsi un mondo a parte era sembrato così semplice all'inizio, era sembrata l'unica soluzione.

Il più delle volte era solito sedersi a terra, ai piedi del letto, stringendo le ginocchia al petto nella muta oscurità della sua stanza mentre si lasciava impolverare da quei ricordi che forse erano gli unici che non lo avrebbero mai abbandonato.
Semplicemente se ne stava seduto lì a non fare niente, sentendosi quasi un fantasma che continuava a girare in tondo, intrappolato.

Il rapporto con suo padre si era deteriorato davanti ai suoi occhi.
Così, tormentato e umiliato da se stesso, aveva cominciato ad annullarsi, a spegnersi, a lasciarsi affogare lentamente. Il peggio era che non permetteva a nessuno di aiutarlo. Nemmeno un pò.
Forse pensava di meritarla quella fine.

Poi fissava il vuoto davanti a sè, ancora immerso nel buio della sua stanza, chiudeva gli occhi e immaginava.
Immaginava una vita che non fosse in quel modo mentre il sangue si incrostava sulle ferite e gli scottava la pelle.
E forse meritava anche questo.

Che poi chiamarla vita, la sua, era piuttosto offensivo.
Era tutto così sbagliato. Fuori sembravano tutti così felici, con i loro stupidi sorrisi, presi dalle loro stupide vite. Troppo impegnati per accorgersi di chi si rifiutava di combattere, di chi era vuoto, spossato. Di chi viveva per morire.

La verità era che aveva vissuto attraverso Zacky. Tutto il tempo passato insieme, i mesi, le ore, i pomeriggi, li aveva vissuti attraverso di lui. Aveva visto il mondo in maniera diversa e non lo avrebbe mai ringraziato abbastanza per questo.
Ora invece era tutto così...orribilmente...terribilmente...alterato.

E per quanto gli sembrasse assurdo a volte gli sembrava quasi di sentirlo al suo fianco. O forse era solo la sua mente che si sforzava di immaginarlo lì, che gli stringeva la mano, che gli chiedeva di restare, di continuare a respirare.
E alla fine, stanco di quei pensieri che gli mandavano in decomposizione l'anima, beveva litri di alcol solo per il piacere di sentire la testa un p più leggera. Solo per il desiderio di allagarsi dentro. L'unica cosa divertente in tutto questo era il modo in cui stringeva possessivamente la bottiglia al petto impedendo a Brian o a Jimmy o a qualunque malcapitato che tentava di aiutarlo, di portargliela via. Sembrava quasi un bambino.
Uno di quelli un pò cresciuti che non vogliono accettare il fatto che il mondo cambi. E sperano ancora che qualche supereroe stia lì pronto per salvarli, da qualche parte.

Il fatto è che non ci stava nemmeno provando ad andare avanti. Continuava a perdere il suo tempo in autodistruzione, e sembrava anche piacergli, in un certo senso.
Secondo lui bastava una doccia fredda al mattino per lavare via lo schifo della sera prima. Il lato positivo, così amava definirlo, era che gli restavano vuoti totali nella mente e la maggior parte delle volte non ricordava neppure come ci era arrivato a casa o come ci era finito nel suo letto.
Mentre a volte neanche con i suoi amici intorno si sentiva meglio. Evitarli era l'unica cosa che gli riusciva bene. E poi non voleva essere un peso, non voleva che si trovassero costretti a provare pena per lui o in dovere di aiutarlo.
Poteva aiutarsi anche da solo, lui. O quasi.




-Dormirai tutto il giorno?-

Le tende vennero scostate con un colpo secco e la luce del sole gli arrivò dritta in piena faccia.
Corrugò la fronte ficcandosi immediatamente sotto le coperte, lamentandosi.

-Matt?-

-Vaffanculo.-

La voce ovattata proveniente da sotto il cuscino fece sorridere Jimmy mentre scuotendo la testa apriva un pò le finestre.

-Sei gia ubriaco?-

-Vaffanculo.-

Jimmy alzò gli occhi al cielo.

-Davvero? Non sai dire altro?-

-Bel culo.-

Si voltò vedendolo riemergere dalle coperte sorridendo sornione. Matt lo squadrava da capo a piedi e questo gli fece salire dei brividi su per la schiena. Ancora non afferrava il motivo per il quale ogni volta che lo trovava ubriaco si comportasse in maniera diversa con lui. All'inizio diede la colpa all'alcol e ,anzi, a volte lo aveva trovato persino divertente, ma non poteva permettere che si spingessero oltre delle semplici battutite. Lui amava Brian, e Matt era solo confuso, triste, disorientato. Ma prima di tutto era solo un amico.
Anche se dovette ammettere che se gli avesse riservato quelle attenzioni tempo fa, e magari da sobrio, di certo non sarebbe rimasto indifferente.

-Come?-

In ogni caso sperò davvero di aver capito male.

-Lascia perdere.-

Sospirò rassegnandosi, che poi lo aveva sempre pensato che avesse un bel culo. Ma a quel punto il mal di testa che lo colpì tutto a un tratto mentre si tirava a sedere ebbe la precedenza su quei pensieri. Si prese la testa tra le mani incrociando le gambe sul letto e sbuffò.

-Come ti senti?-

Jimmy gli si avvicinò, sedendosi al suo fianco. Non lo vide, ma lo percepì dal fatto che il materasso si abbassò appena sotto il suo peso.
Matt sorrise, seppur impercettibilmente. Gliela faceva sempre quella domanda, e la risposta era sempre la stessa. Però a volte si divertiva a cambiare metafora, così si concesse di pensarci un pò su.

-Come se un treno mi avesse appena investito.-

-Non è giusto.-

Finalmente alzò la testa, puntando lo sguardo nel suo.

-Che cosa?-

-Che tu ti ridugga così.-

-No, non lo è.- sospirò.

-Allora smettila. Per favore.-

Sembrava quasi una preghiera. E Matt non potè far altro che sorridere triste.

-Sto solo cercando di-

-Cosa? Di dimenticarlo?- Jimmy scosse la testa -Non serve dimenticarlo, Matt.-

-Allora...che devo fare?-

Si guardarono per un pò. Jimmy in cerca di una risposta, Matt in cerca di un senso da dare a quella conversazione. Che poi era sempre la stessa, tutti i giorni. Poco dopo fu Matt a distogliere lo sguardo cominciando a sentirsi fin troppo vulnerabile. Si alzò, non badando al fatto che la testa gli girasse vorticosamente.

-Che sei venuto a fare, Jim?-

L'altro lo seguì con lo sguardo mentre barcollava appena per la stanza. In realtà non doveva fare niente di particolare, sapeva che si era alzato solo per cambiare discorso il più velocemente possibile.

-Veramente ho dormito qui.-

Matt si voltò di scatto, sorpreso. E Jimmy ridacchiò appena vedendo la sua faccia.

-Ti ho riportato a casa ieri sera. Dovresti smetterla di bere così tanto.-

-Oh.- abbassò lo sguardo annuendo tra sè e sè -Si. Si, me lo ricordo.-

-Certo.- Bugiardo. -Non vuoi sapere che scusa ho inventato con tua madre?-

Matt scosse la testa, non gliene importava niente di quello che pensavano i suoi. E gli andava fottutamente bene anche così.
Jimmy annuì e si alzò muovendo qualche passo verso la porta.

-Beh, ti porto qualcosa per la testa.-

-Jim.- lo chiamò prima che uscisse dalla stanza, bloccandolo proprio sulla porta.

-Si?-

In realtà non è che avesse chissà cosa da dirgli, in realtà voleva solo che restasse un'altro pò con lui, anche se la testa gli faceva male non voleva vederlo uscire da quella stanza. Pur sapendo che a breve sarebbe tornato. Deglutì a vuoto sentendo la gola secca. Poi decise che certe cose avrebbe fatto meglio a tenerle per sè e che magari in momenti come quelli bastava solo una parola.

-Grazie.-

-Si ma fatti una doccia, puzzi.-




Ecco. Era più o meno così che andava avanti. I giorni sembravano essere tutti uguali e quasi non li distingueva più dalle notti.
E a volte, difficile a credersi, era così ubriaco o fuori di testa che persino Johnny gli sembrava attraente.
Altre volte si fermava a pensare a cosa farne della sua vita. Oltre a piangere o ad amare ancora Zacky. Forse aspettava un cambiamento che non sarebbe mai arrivato.
Comunque si sforzava di fare altro, ma proprio non ci riusciva.
Per esempio aveva incominciato a preoccuparsi dei suoi capelli, li aveva tagliati un pò, giusto per tenersi occupato. Aveva iniziato a leggere un libro, che ora teneva posato sul comodino non ricordando neanche di cosa parlasse, aveva anche incominciato a sfozarsi di non desiderare di voler morire quando la sera si ritrovava da solo nel suo letto o si risvegliava dopo l'ennesimo incubo. Poi aveva provato a non darsi la colpa di tutto e a far entrare nuovamente i suoi amici nella sua vita.
Ora mentre andava in giro per le strade riusciva persino a guardare i fiori senza pensare che prima o poi sarebbero appassiti o che qualcuno li avrebbe calpestati. Cercava solo di vedere il lato migliore delle cose, e soprattutto di se stesso, e ciò che lo stupiva era che la maggior parte delle volte ci riusciva anche.
Riusciva anche a guardare le coppie per le strade darsi la mano senza odiarli minimamente, semplicemente li lasciava passare come faceva con i pensieri brutti. Ce la metteva tutta per convincersi che non era colpa loro se la sua vita stava andando a rotoli, che non era colpa sua.
C'erano giorni in cui aveva ancora voglia di sentirsi vivo, di guardare un film sul divano, di mangiare un gelato o passeggiare sulla spiaggia, di parlare con le persone fingendo che andasse tutto bene. E poi c'erano quei giorni in cui non sentiva più nulla. Sentiva solo che amare era sbagliato, l'amore era una gran fregatura e se non poteva amare lui, allora non poteva farlo nessun'altro.
Aveva davvero tanto bisogno di aggrapparsi alla consapevolezza di poter esistere a prescindere da Zacky. Ma non ci riusciva.
Aveva bisogno di sentirsi dire che valeva qualcosa anche se lui non c'era, che poteva dare valore ad ogni giorno anche senza di lui.


Ma...può quell'amore che capita solo una volta nella vita trovare una seconda possibilità?
Magari aveva solo bisogno di ripulirsi un pò e provare a scoprirlo.


 

  
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