La tua assenza che mi appartiene.
Dovrebbero insegnarci come affrontare le mancanze da piccoli.
Ci insegnano a colmare il vuoto di un pesciolino morto dopo pochi giorni, ci preparano persino a sostituire l'amichetta con una nuova di zecca, migliore della precedente.
Ma quando è una parte di te ad andarsene?
Quando la tua migliore amica se ne va, a cosa servono tutti gli insegnamenti che ci hanno propinato da bambini? Ci limitamo a far finta che nulla sia cambiato e tiriamo avanti, stringendo i denti.
«Quando torna la dottoressa Yang?»
A parlare è Jessica, una signora anziana malata di ALzheimer, lo sguardo vacuo che sembra attraversare i miei occhi mentre mi pone la fatidica domanda.
Potrei mentirle e nessuno se ne accorgerebbe.
Potrei dirle, e potrei nello stesso modo dirmi, che Cristina tornerà.
Che ci saranno altri balli, altri pianti condivisi in un lettone mei troppo stretto per ospitarla.
«Tornerà presto.» le dico, e per un attimo quasi ci credo anche io. Lei tornerà e tutto sarà come prima. Non sarà necessario un telefono per sentire la sua voce, non servirà l'immaginazione o la forza di un ricordo per abbracciarla ancora.
«Quando torna la dottoressa Yang?»
Ignoro Jessica, oramai troppo presa dalla nostalgia.
Basta un attimo e ci rivedo insieme: solo ieri ballavamo insieme, finivamo un percorso iniziato per caso, ricco di curve tortuose, di salite ripide seguite da discese improvvise. Un sentiero che, sotto i nostri piedi, sembrava non esistere.
Perché eravamo insieme.
Tutto il resto non contava. Era solo una cornice.
«Quando torna la dottoressa Yang?»
«Tornerà quando sarà troppo tardi. Ma tu continua a sperare, magari, prima o poi, torna davvero.»