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Autore: cisqua92    07/06/2014    0 recensioni
Dopo un po’, mi accorsi che non stavo più cercando di capire cosa si dicevano, ma stavo osservando lei. Mi rapì lo sguardo. Guardarla tirare pugni contro quel povero sacco, gridando di tanto in tanto, muoversi intorno ad esso… non so… la trovai affascinante ed elegante a suo modo. Anzi, no. Meglio ancora: elegantemente feroce, come una tigre. Si. È l’animale che meglio la descrive in questo preciso istante.
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nathaniel, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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CAP.7 IL LATO OSCURO ____   - Ho due domande. La prima racchiude la maggior parte dei miei dubbi.
- Sentiamola. -
Mi sistemai meglio sulla pila di materassini. Non riuscivo a credere che avrebbe risposto a tutte le mie domande! E ho davvero il sospetto che ci sia qualcosa sotto, ma ormai è tardi per tornare indietro.
- Come fai ad organizzarti? Voglio dire, vai a scuola, lavori fino a chiusura, vai alle prove della band… tutto questo ti porta via molte ore, come ti organizzi con lo studio? -
- Sto attenta alle lezioni, prima di tutto. E poi studio durante gli allenamenti, il mio allenatore è un professore di liceo in pensione e mi aiuta. - La guardai stupito.
- Cavolo! E riesci a fare queste due cose insieme? Beh, complimenti! - Lei rise. Ho detto qualcosa di comico?
- Già. Dimenticavo che voi uomini non riuscite a fare due cose contemporaneamente. -
Ah, ecco… il solito pregiudizio. Aggrottai le sopracciglia e la guardai imbronciato. Lei mi sorrise. Sembrava che la situazione la divertisse e la cosa mi faceva piacere. Quei sorrisi divertiti li ha solo con me e la cosa mi rende estremamente orgoglioso.
- E questa è una. L’altra domanda? -
Mi morsi il labbro. Non potevo chiederle che aveva il fratello per essere ricoverato in cardiologia infantile. Dovevo aggirare l’argomento senza farle capire che io sapevo di lui. Non era ancora il momento… ma, a pensarci bene, quando mai lo sarebbe stato? Se fossi al suo posto, mi arrabbierei in qualsiasi momento. Quindi, è meglio togliermi questo peso di dosso ora? O è meglio aspettare, magari una volta presa maggior confidenza? Non lo so… Spero solo di aver preso la scelta giusta. La guardai e dalla mia espressione capì che stavo per chiederle qualcosa di molto serio, perché vidi il suo bellissimo sorriso svanire sostituito da un’espressione più seria. Chissà, forse aveva intuito qualcosa.
- Perché fai tutto questo? -
Lei non rispose subito. Alzò leggermente il volto e vidi un’ombra comparire nei suoi occhi, capì che stava pensando al fratello. Mio Dio, ma che cosa è successo a quel bambino? Sentì un improvviso bisogno di abbracciarla, di consolarla, ma non lo feci. Non è una ragazza a cui piacciono simili smancerie. Distolse lo sguardo da me e iniziò a fissare il muro di fronte a noi e, con la sua solita voce triste, mi rispose.
- Non ti rispondo. Non ora, almeno. -
- Si. Capisco, non insisto. - Cadde il silenzio. Leah non smise un secondo di fissare il muro e io di sentire lo stomaco sottosopra. Avevo un groppo alla gola che mi impediva di pronunciare qualsiasi parola o emettere qualunque suono. Il bisogno di abbracciarla si fece più intenso e non riuscivo a capire il perché, voi si? A un certo punto, Leah inspirò profondamente e si alzò stiracchiandosi. Nel farlo, la maglietta si alzò di qualche centimetro lasciando intravedere parte della schiena e parte di quello che sembrava un tatuaggio. A quella vista sentì il cuore mancare un colpo e una sensazione strana allo stomaco. Ma che diavolo ho?
- Ho deciso. -
- Eh? Che cosa? - Deglutì e lei si voltò verso di me con la sua solita espressione strafottente.
- Il prezzo per l’unica risposta che ti ho dato. -
- E sarebbe? -
Si piazzò davanti a me sporgendosi in avanti e appoggiando le mani sulla pila di materassini, precisamente ai lati dei miei fianchi. Io mi irrigidì nel vedere il suo viso così vicino e sentì le guance farsi più calde. I suoi occhi… le labbra… oddio, sento il suo profumo… mi fa girare la testa.
- Voglio vedere il tuo lato oscuro. -
- Co-come? Il mio… lato oscuro? -
- Esatto. Per questo motivo, d’ora in poi sarai il mio schiavetto personale. Mi seguirai ovunque e mi obbedirai in qualsiasi evenienza. -
Ha detto “schiavetto”? Che cavolo voleva dire? Le dovevo obbedire? Lei rise per la mia espressione, ma non era una risata divertita. Era… esiste una risata sadica?
- Volevi seguirmi? Ora hai l’occasione di farlo col mio permesso. -
- Si, ma… che intendi con “lato oscuro”? -
- Ti osservo da anni e sei sempre stato un bravo ragazzo, ligio al dovere. Un perfettino, insomma. Non ti ho mai visto nervoso, irritato o arrabbiato e il giorno della zuffa con Cass ti sei trattenuto. Non hai sfogato appieno la tua rabbia. -
- Ma che dici? Se gli ho lasciato un livido sulla faccia per un’intera settimana! -
- Vero. Ma ti sei comunque trattenuto. -
- Ovvio. La violenza non risolve nulla. -
- Non fare l’idiota. Lo so che ti è piaciuto fare a pugni con lui. -
Mi zittì. In effetti, quel giorno provai un’emozione che poteva paragonarsi al piacere. Ma che dico? Io sono Nathaniel! Il segretario delegato, lo studente migliore del liceo! Non possono piacermi simili situazioni! La afferrai per le spalle nel tentativo di scostarla, ma lei le allontanò e approfittò del mio precario equilibrio per sdraiarmi a forza sopra i materassini dov’ero seduto per poi mettersi a cavalcioni sopra di me. Mi teneva saldamente per le spalle e mi guardò con uno sguardo terribilmente seducente e… la mia reazione fu spontanea. E lei lo sentì. Un momento… che… che sta succedendo? Avvicinò ancora di più il suo viso scostando le mani dalle spalle e poggiando gli avambracci al mio petto. Ormai era vicinissima, e il suo profumo mi stava stordendo. Sentivo il suo respiro su di me e il calore del suo corpo invadermi. Non riuscivo ad allontanarla. E per quale cavolo di motivo avrei dovuto farlo? All’improvviso, mi afferrò per i capelli costringendomi ad alzare il mento e lasciare scoperto il collo. Si avvicinò al mio orecchio e, sussurrando, mi disse ciò che avrebbe cambiato la mia vita da quel momento in poi.
- Voglio vedere la tua ira, il tuo odio. Voglio vederti buttarlo fuori, sfogarti, arrabbiarti. Mi hai già dimostrato fin dove ti spingi per l’invidia e per il tuo fottuto orgoglio, ora voglio vedere gli altri tuoi sei peccati capitali. Voglio il tuo lato oscuro! -
Detto questo, iniziò a baciarmi l’orecchio per poi scendere al collo, iniziando anche a leccarlo e a morderlo. I suoi morsi mi facevano male, ma mi provocavano anche un piacere che non so descrivere. Non mi trattenni più e l’afferrai per i fianchi spingendo il suo bacino contro il mio, facendole sentire la mia eccitazione, ma prima che potessi fare altro, mi diede un morso più forte facendomi gemere dal dolore. Quel dolore mi rese più lucido e le lasciai i fianchi. Lei si tirò su e mi fissò, sembrava soddisfatta. Sorrise e scese, mentre io mi rimisi seduto. Entrambi avevamo l’affanno. Poi lei si voltò verso di me sogghignando.
- A domani, biondino. -
La guardai andare via. Appena uscì dallo sgabuzzino, abbandonai la testa all’indietro sospirando sonoramente e deglutì. Avevo la gola asciutta per colpa dell’affanno.
- Avevo ragione, oggi è proprio una giornata strana. -
   
 
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