Scritta sentendo Ogni volta di Antonello Venditti.
Le
mille scuse di Goku
“Pensi che ti posso perdonare dopo quello che hai fatto? Lo sai che vuol dire sentirsi l’unico di una specie? No, certo che no! E te ne andrai di nuovo, è nella tua maledetta natura fare l’eroe che allontana tutti per non farli soffrire! Alle volte ti chiedi se non saresti più utile qui?” gridò a piena voce Vegeta. Lanciò un ki-blast e ringhiò.
“Calmati …” sussurrò il Son. Schivò l’onda e mosse in avanti le mani. Una pietra rossastra dietro di lui esplose andando in mille pezzi.
“No! Solo perché tua moglie non ti urla o manda a quel paese perché è troppo stupida e bonacciona, non vuol dire che non debba farlo io!” urlò Vegeta. Si trasformò in supersaiyan, un paio di vene gli pulsavano sulla fronte. I suoi capelli a fiamma brillarono dorati.
“Ero morto, d’accordo, ma mi sono allenato. Non ti conviene visto quanto forte sono diventato? Non vuoi avere un degno avversario?” chiese Goku. Il principe dei saiyan ruggì e raggiunse il secondo livello.
“Niente ti puo’ scusare!” ululò.
“Nemmeno tu sei scusabile. Non puoi tornare a fare il malvagio pazzo assassino al primo marchio sulla fronte. E soprattutto odio che tu ti faccia controllare” gli urlò in risposta l’eroe della Terra.
“Suvvia, giura anche al prossimo chewingum che diventerà il tuo nuovo rivale prediletto. Rendi tuo amico anche lui e scaricalo per il prossimo avversario interessante” sibilò Vegeta. Lanciò un bing ben attack. Il Son utilizzò l’immagine residua per scansarlo.
“Vegeta, tu sei anche mio amico” gli disse vicino all’orecchio.
“Come cento altri”. Il Briefs tentò di raggiungerlo con una gomitata e il Son la bloccò con entrambe le mani.
“No! Tu sei il mio migliore amico, fratello. E sì, è la mia natura andarmene, ma per diventare più forte. Tu dovresti capirlo” gridò a pieni polmoni. Vegeta abbassò il braccio ritirando il colpo.
“No, non lo farò, ma ti accetterò ugualmente” esalò. Mostrò i denti.
“Tsk, odio il fatto che riesci sempre a farti perdonare da tutti” sibilò.
“Ma tu sei unico dei pochi a cui costa davvero, perché ci tieni” sussurrò il Son, sorridendogli.