Fanfic su artisti musicali > Michael Jackson
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Autore: Humanature_    08/06/2014    0 recensioni
''-Una cosa che adoro di te sono anche i tuoi occhi.- Mi disse, prendendomi per mano.
-Davvero?- Gli dissi, abbassando lo sguardo.
-Non sono mai stato così sincero in tutta la mia vita.- Mi disse, guardando il cielo che ormai stava scurendo.
-Allora perchè non mi guardi negli occhi?- Gli risposi, afferrandolo per il braccio destro.
-Sono troppo intensi, mi ci perderei.- Mi disse.''
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Janet Jackson
Note: Raccolta | Avvertimenti: Triangolo
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In realtà non la riconoscevo, quella figura riflessa in quel pezzo di vetro che a me feriva nel profondo del cuore. Si vedeva che quella persona aveva sofferto, forse più del Mondo in questi ultimi periodi. Altro che crisi, qui l'unica battaglia che ancora non era stata vinta era quella con se stessa. Aveva i demoni, negli occhi, che intanto bruciavano ancora di dolore, nonostante fosse passato. Le ferite interne sono quelle che durano sempre di più, a volte senza rimarginazione. Succedeva che qualcosa era andato storto in questa vita che era al dir poco malata di una malattia ineguagliabile senza cure. La salvezza era ancora lontana, troppo. Le sue gambe, nonostante la magrezza, nella sua mente erano sempre così diverse, così difficili da farsele piacere. Dalla coscia all'inizio del ginocchio si scorgevano alcuni segni profondi di uno scontro che era durato fin troppo tempo. Erano guariti si, ma il ricordo rimaneva lo stesso. Quei quattro anni sempre vittima di chi, non sapendolo, avrebbe distrutto un esistenza. Costretta a crescere troppo in fretta, e a vivere la vita come se la morte interiore possa arrendersi subito. Non era così. In realtà lo ricordo ancora. Ricordo ancora che spesso i miei compagni di scuola mi prendevano in giro per il mio aspetto fisico. Non pensavo di arrivare all'essere sfiorata da delle mani, e da alcuni bastoni. Troppo sangue su ciò. Qualcosa aveva cambiato la vita della gente che mi faceva questo come se la sofferenza per me fosse un optional. Troppi tormenti, per essere un'adolescente. Mi rifugiavo in me stessa, anche se non è che cisi abitava bene. I temperini, le lame, i coltelli, e tutte le cose che avrebbero potuto farmi del male erano miei amici fin dai tempi delle elementari. Quest'età, anche, gira troppo sui chili in più e i chili in meno. Non ero mai abbastanza per nessuno. C'era sempre qualcosa che non funzionava in me. Magari l'unico sbaglio qui, ero io. Ho visto troppe volte la luce abbagliante degli ospedali, e della gente con una maschera sulla bocca. La morte non era male, ma c'era qualcuno che mi salvava nonostante tutto. Ecco, mi sono guardata allo specchio. Si, queste sono tutte le cose che mi saltano in mente ogni volta che vedo la mia figura riflessa in quel vetro che odio dal profondo del cuore. 'Mh, sono cresciuta di un centimetro!' le mie realizzazioni alle sei del mattino. No, forse è solo un illusione. Sono troppo bassa, oppure sono gli altri che sono troppo alti. I miei amici (quei pochi che ho) mi hanno affibbiato un certo 'piccola' che non riescono a togliersi dalla bocca ogni volta che mi vedono. Vivo in una piccola cittadina in provincia di Napoli. Ho un idolo che mi ha letteralmente salvata; Michael Jackson. Oh, è meglio non parlarne, potrei descriverlo in milioni di parole fino a non mandarvi in una clinica per i malati di mente. Ah, dimenticavo, il mio nome è Susie. Little Susie.'
 
 
 
  
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