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Autore: soholdontome    09/06/2014    5 recensioni
«Dove siamo?» chiesi confusa.
«Nel vecchio ripostiglio»
«E cosa dobbiamo fare?»
«È stata un'idea di Gracie»
«Brutta s...»
Mi mise una mano sulla bocca e fece aderire il suo corpo al mio, spiaccicato contro la parete o qualsiasi cosa fosse la dura superficie verticale che avevo alle spalle, forse un armadietto.
«Shh! Non dire parolacce, Blaze»
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bradley Simpson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Brad mi guardava dal suo divanetto rosso mentre suonava svogliatamente la chitarra, odiavo quando piantava i suoi occhi nei miei, quegli occhietti marroni mi destabilizzavano.
«Non capisco più niente» dissi a Grace che beveva un milk-shake alla mia destra.
«Cosa non capisci? La canzone l'hai provata tremila volte, l'hai scritta tu, hai composto tu la musica, se non la capisci tu non ho idea di chi dovrebbe farlo»
«No, non mi riferisco alla canzone»
«Spiegati, Blaze»
«Brad mi guarda e io non capisco più niente, devo farti un disegnino?»
«Ah, ecco»
Si sporse leggermente e salutò il ragazzo con la mano, lui le sorrise come sempre e lei rise.
«Non capisco perché ti fai tutti questi problemi, guarda che tenero che è» disse stendendosi sul divanetto coi fogli della mia canzone in mano.
«Tu non capisci, odio quando ci esibiamo nella stessa serata, canta sempre prima di me e io vado letteralmente in tilt, sbaglio gli accordi, mi dimentico le parole...»
«Allora vado a parlare col capo, ti esibirai prima tu»
«E si può fare?»
«Certo, ma c'è una condizione»
«Eh?»
«Devi fare una cosa affinché il capo dica di sì»
«Oh dio, cosa? Non vorrà mica pagarmi di meno?! Già mi dà una miseria»
«Nono, niente di tutto ciò. Devi solo parlare con Bradley»
«Che cosa?»
«Hai capito!»
Corse via prima che potessi protestare e mi trovai di nuovo gli occhi del ragazzo addosso.
Parlare con Bradley.
Erano secoli che la mia amica chi implorava di farlo, per il mio bene ma anche per il suo, perché tutte le volte che incontravo Brad tornavo a casa da lei a raccontarle ogni minimo dettaglio e la mia fantasia andava lontano partendo anche dal più piccolo gesto, come un saluto e una carezza.
La mia cotta per lui era fuori controllo ed ecco perché la mia nuova canzone si chiamava “Out Of Control” ed era per lui; in realtà tutte le mie canzoni erano per lui ma non se n'era mai accorto.
«Jack ha detto che va bene, vado ad avvertire il belloccio» fece Grace passandomi accanto.
«Guara che io non ci parlo»
«Oh sì invece. Ehi Simpson, come va?»
Si voltò verso di lui e lo abbracciò forte, loro erano amici da anni e lei aveva sempre voluto sfruttare la cosa a suo vantaggio per cercare di farci avvicinare ma io avevo insistito perché lei non intervenisse, volevo che passaggio da amici a coppia avvenisse spontaneamente... E infatti non era ancora successo nulla.
«Spegnete le luci, si inizia» ordinò Jack, il proprietario del posto, radunandoci tutti sul lato destro del palchetto.
Grace salì e prese il microfono per la presentazione:
«Buonasera a tutti! Rieccoci al J's Music Bar come ogni mercoledì. Stasera piccolo cambio della scaletta, la nostra Blaze si esibirà per prima e presenterà a voi cari clienti e spettatori un suo nuovo pezzo. Un applauso per Blaze, su!»
Il pubblico si accomodò ai tavolini e iniziò ad applaudire mentre salivo sul palco e la mia amica mi lasciava il posto.
Il mio set acustico fu più tranquillo del solito, non aver sentito Brad prima di me mi aveva calmato ma sapere che di lì a poco sarebbe successo sicuramente qualcosa per mano di Grace mi rendeva nervosa. Quando cedetti la scena al ragazzo, lui mi fece un occhiolino e mi fece sorridere, mi andai a sedere in prima fila ad un tavolino in ombra sulla sinistra e guardai con occhi adoranti il suo set.
Per l'ultima canzone decise di fare una piccola introduzione:
«Allora ragazzi, stasera ho anch'io qualcosa di nuovo per voi. Si tratta di una cover di Trumpets di Jason Derulo e benché io ora sia single e non abbia il tipo di rapporto che è descritto nella canzone con nessuno, ho deciso di farla perché mi ricorda una persona che conosco, una bellissima ragazza che stasera mi sta guardando in qualche angolino della sala. È l'ultimo brano per quanto riguarda la musica live di stasera al J's Music Bar, signori, quindi vi invito ad alzarvi dalle sedie e battere le mani a tempo di musica. Siete pronti?»
Iniziò a cantare e Grace già stava cercando di trattenere il suo entusiasmo, non era la prima volta che ascoltava quella canzone cantata da Brad eppure a stento teneva a bada le urla, lei era la sua fan più grande, oltre ad essere una delle sue migliori amiche.
Per me invece era la prima volta che l'ascoltavo ed ero più che affascinata, la voce di Brad era dannatamente sexy e la canzone gli calzava a pennello.
I wrote this song just looking at you oh, oh. Yeah the drums they swing low, and the trumpets they go da da, da ra ra da, da, da...”
Era coinvolgente e sensuale, le persone iniziarono a spostarsi sulla pista da ballo pronte alla musica che dance che Rocky, il dj, avrebbe messo subito dopo la musica dal vivo. Così, non appena Brad lasciò il palco e la musica alla console iniziava a suonare forte, Grace mi portò al centro della pista e fui raggiunta proprio da Brad qualche secondo dopo.
«Ehilà Blaze» mi salutò con le labbra incollate al mio orecchio per farsi sentire.
Mi prese tra le braccia e mi lasciai guidare mentre ballavamo un pezzo sconosciuto, nel frattempo Grace ballava con Connor e sembrava che stessero cercando di spingerci sempre più nel lato destro della stanza. Con gli occhi di Brad fissi nei miei e le sue mani attorno alla mia vita non riuscivo a focalizzare cosa accadeva intorno a noi, vidi solo James, un nostro amico che mimò uno “Scusa” con le labbra e all'improvviso mi trovai chiusa in uno spazio piccolissimo con Brad.
«Dove siamo?» chiesi confusa.
«Nel vecchio ripostiglio»
«E cosa dobbiamo fare?»
«È stata un'idea di Gracie»
«Brutta s...»
Mi mise una mano sulla bocca e fece aderire il suo corpo al mio, spiaccicato contro la parete o qualsiasi cosa fosse la dura superficie verticale che avevo alle spalle, forse un armadietto.
«Shh! Non dire parolacce, Blaze»
«Mi dici cos'è che dobbiamo fare qui?»
«Quello che vuoi»
«Io voglio uscire»
«Sei sicura?»
Poggiò la fronte alla mia e sorrise sentendomi tremare sotto le sue mani, di nuovo sui miei fianchi.
I wrote this song just looking at you oh, oh” canticchiò ancora.
«Sai a chi era riferita Trumpets?»
«No»
«Indovina. Hai i capelli ricci, è bella, non si accorge di essere fottutamente sensuale quando balla con me e canta da dio»
«Bradley»
«Eh già, proprio tu piccola Blaze. E lo so che hai una debole per me, non negarlo, sei rossa come un pomodoro e tremi dall'emozione, ti batte forte il cuore per caso?»
«Non fare il bastardo»
«Haha, dai. Aspettavo che ti facessi avanti ma se continuassi ad aspettare rischierei di ritrovarmi con i capelli bianchi, non trovi?»
«E allora?»
«Allora... Spegniamo le luci»
Brad spense la luce (l'unica lampadina presente nel minuscolo sgabuzzino, per giunta appesa solo ad un filo) e il buio ci avvolse.
«Hai paura del buio, Blaze?»
«No»
«Perché?»
«Perché ci sei tu»
«Quindi...?»
«Quindi chiudi il becco, Bradley»
«Cos'è questa rabbia improv-»
Baciai Brad prendendogli il viso tra le mani e lui ricambiò subito il bacio, facendomi tremare impercettibilmente quando sorrise a fior di labbra.
«Valeva la pena aspettare» sussurrò.
E aveva proprio ragione, ne era assolutamente valsa la pena

  
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