Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: danish    10/06/2014    16 recensioni
Prima o poi doveva accadere.....
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Harlock
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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io "Vi prego, non fatemi del male! Sono disarmata!" supplicò la donna, tenuta saldamente per un braccio da Kei Yuki e con la pistola di Yattaran puntata alla tempia.

L'avevano trovata rannicchiata nella stiva.
Come ci fosse finita ancora non era chiaro ma , il tonfo sordo che avevano sentito provenire da lì, li aveva messi in allarme ed erano andati a verificare di persona.
Lo spettacolo che si erano trovati davanti non era certo dei migliori: dietro ad una cassa di farina spuntava un essere minuscolo che sfiorava a malapena il metro e sessanta di altezza, di età non precisata ma di certo oltre la trentina*con addosso un paio di Jeans ed una camicia stropicciata. Si fregava le mani sui vestiti per liberarsi dalla farina bianca che li ricopriva in parte, avendo distrutto , non si sa bene come, una parte dei sacchi in cui era contenuta.
Dopo una breve consultazione Kei e Yattaran avevano deciso di portarla al cospetto del capitano per decidere della sua sorte. Avevano pensato anche che non fosse il caso di imprigionarla con manette o altro perché dall'aspetto era ben evidente che non fosse in grado di far male a una mosca.

"Dove mi state portando?" domandò la donna, spostandosi la frangia dorata dagli occhi per vedere meglio in faccia i due pirati.

"Zitta e cammina! Quando saremo dinnanzi al Capitano dovrai spiegare che cosa ci fai a bordo e come sei arrivata sin qui!" le intimò Yattaran spingendola poco cortesemente in avanti.
La donna per poco non cadde a terra. Un po' perché non si aspettava tanta foga nella spinta e un po' perché le tremavano le gambe dalla paura. A dire il vero se la stava facendo sotto letteralmente. Aveva sentito parlare dell'Arcadia e del suo equipaggio e aveva visto anche diverse foto e filmati ma non immaginava che una volta trovatasi a bordo si sarebbe sentita così indifesa ed insignificante. Quella corazzata metteva i brividi per davvero: buia, tetra, spettrale.
L'unico pensiero che la confortava era che presto avrebbe visto Capitan Harlock di persona. Era una vita che desiderava vederlo "da vivo" ma , nemmeno nei suoi sogni più audaci, vi era mai riuscita.

"Da dove vieni?" le chiese la bionda ufficiale, inguainata in una tuta rossa, aderente come una seconda pelle. Era di una bellezza assurda: alta, magra e slanciata con due occhi blu incorniciati da lunghe ciglia ricurve. E quei capelli setosi, brillanti e sempre in piega!
Se fossi un uomo mi innamorerei perdutamente di lei....pensò l'intrusa, mentre osservava Kei Yuki con il naso all'insù.
"Non ricordo...ho battuto la testa...forse da Marte! " la donna sorrise brevemente. "Almeno è quello che mi dicono le persone...perché ho sempre la testa tra le nuvole" aggiunse stringendosi nelle spalle.

Svoltarono a sinistra alla fine di un buio corridoio e ne imboccarono uno altrettanto oscuro, in fondo al quale brillava una specie di lanterna ad olio.
La donna immaginò che proprio al termine di quel percorso vi fosse la cabina del Capitano.

"Ora entreremo nello studio di Harlock. Non azzardarti a proferire parola, non prendere iniziative e limitati a rispondere alle sue domande!" sentenziò Yattaran avvicinandosi alle porte in legno e bussando leggermente. "E non giocare strani scherzi o il capitano di farà secca con un solo colpo in fronte!"

La donna sgranò gli occhi terrorizzata e guardò Yuki con aria interrogativa.
"Sta scherzando!" rispose la bionda piratessa ridacchiando sotto ai baffi. "Ma non troppo. Attenta a quello che fai perché Harlock potrebbe davvero spararti. E soprattutto attendi che la signora Masu sparecchi la tavola. Non sopporta interruzioni mentre serve la cena al Capitano!"

La signora Masu? La cuoca migliore di tutto il cosmo? Colei che ha partecipato e vinto lo "Space Masterchef" indetto da Chef Gordonius?? La piccola clandestina ebbe un sussulto. Masu era davvero il suo mito, stimava e venerava quell'anziana signora come una divinità. Per lei era risolutiva anche nei momenti di crisi delle più dure battaglie. Mazone, il Noo....nulla potevano contro la saggezza di quella signora. Harlock stesso aveva per lei un rispetto che sfiorava quello filiale.

"Avanti"  si udì all'esterno.

La voce del capitano la scosse in tutto il suo essere . Aveva un timbro profondo, basso ed era incredibilmente vellutata, proprio come se l'era immaginata. Alla prigioniera tremarono le gambe, la pancia, le chiappe, il fegato ed anche il pancreas.  Sentì pure il cervello andarle in pappa e colarle lungo le orecchie.
Mi manca solo un attacco di tachicardia e di andare in iperventilazione e sono a posto. Devo rimanere calma! Devo sopravvivere e vederlo di persona! Mica posso giocarmi quest'occasione....quando mai mi capiterà di vederlo un'altra volta?? Si ripeteva mentalmente tentando di non svenire appena oltrepassata la soglia.

All'interno della cabina, proprio come supponeva, vi erano solo poche candele accese, appoggiate sulla scrivania che in quel momento era apparecchiata per la cena.  Poco più distante, seduta in disparte su una chaise longue, Mimeh osservava in discreto silenzio le portate servite da Masu.
La piccoletta rimase incantata a guardare l'aliena, circondata da piccole scintille luminose che le danzavano intorno con grazia, conferendole un'aura quasi sacra.
Ammappete, non immaginavo che fosse così bella ed affascinante....anche se comunque preferisco Kei, senza ombra di dubbio.
Come se le avesse letto nel pensiero, Yuki si girò verso la clandestina e la guardò con espressione basita. La donna sorrise ma un secondo dopo la sua attenzione fu attirata dalla figura che stava uscendo dalla penombra a passo lento e cadenzato, ritmato dal leggero fruscìo di un mantello nero come la notte.
Ora schiatto! Quello lì è lui!! Oh capperi e anche caspiterina...pensò la donnina, mentre teneva gli occhi fissi su quella sagoma che si avvicinava sempre di più. Una strana coltre nerastra aleggiava intorno al capitano, conferendogli un aspetto ancora più misterioso ed inquietante.
Vapori di dark matter!! Mamma mia quant'è figo! E non riesco ancora a vederlo in viso....che eleganza! Che imponenza! Che regalità!!

Harlock spuntò infine dall'oscurità ed il suo viso fu illuminato brevemente dalla fioca luce di una candela mentre si accomodava alla scrivania per cenare.
Si udì un grugnito soffocato e tutti i presenti si girarono contemporaneamente verso la clandestina, la quale aveva assunto un colorito purpureo acceso e pareva avere gli occhi fuori dalle orbite.

"Tutto bene?" domandò il capitano, notando che la donna aveva chiare difficoltà respiratorie.

Ma per fortuna, una pacca ben assestata sulla schiena ad opera di Yattaran, riuscì a sbloccare la situazione e a far tornare il fiato nei polmoni della poveraccia.

"Capitano, abbiamo trovato questa donna nella stiva, tra i sacchi di farina!" lo informò Kei, spostandosi verso la scrivania. "Che ne dobbiamo fare di lei?"

"Lasciate che le parli. Voi potete andare!" Rispose gentilmente il pirata. "Anche voi signora Masu e Mimeh, lasciatemi solo con la signorina..." aggiunse.
"Va bene, ma se avete bisogno io sono qua fuori in compagnia dei miei coltelli!" minacciò l'anziana donna, sfregando le mannaie affilatissime tra di loro.

In pochi istanti tutti lasciarono la cabina. Harlock si alzò dalla scrivania ed andò a prendere una sedia che sistemò di fronte alla propria, accanto alla tavola imbandita.
"Prego!" disse, facendo cenno alla clandestina di accomodarsi di fronte a lui.

"Gweshie.." farfugliò l'intrusa. Poi si tamponò le labbra con un fazzoletto e si schiarì la voce: "ehm...grazie...scusate Vostro onore...ops..volevo dire Maestà...ecco..." aggiunse nella più totale e miserevole confusione mentale.

Harlock alzò un sopracciglio e si mise ad osservare la donna che aveva di fronte. Ne studiò i lineamenti del viso notando che i capelli a caschetto le incorniciavano l'ovale e la frangia metteva in evidenza un paio d'occhi verdi dal taglio felino. Aveva piccole mani aggraziate e corporatura minuta, non troppo esile ma nemmeno troppo robusta. Proprio come se l'era immaginata ed ora l'aveva davanti a sé.

"Sapevo che prima o poi saresti venuta di persona sulla mia nave..." disse ad un certo punto Harlock, senza toglierle gli occhi di dosso. Versò del vino in un calice e lo porse alla sua ospite , proponendo un brindisi. "A te e a tutte le tue amiche..." esclamò, alzando il bicchiere.

La donna sollevò a sua volta il bicchiere con mano tremante, toccando quello di Harlock per accettare la proposta.

"A voi Capitano! Che possiate vivere in eterno!" disse la clandestina, assumendo una postura impettita.

Harlock sospirò rumorosamente: "Sono già immortale..."

"Uh...è vero..." rispose la donna sentendosi una perfetta imbecille. Con tutto quello che poteva augurargli, proprio l'immortalità le era venuta in mente!!
Abbassò gli occhi con umiltà e vergogna, cominciando a sudare copiosamente. Che figuraccia ! Che figuraccia...

Harlock, mosso a pietà da quella visione, si sporse in avanti , avvicinandosi alla clandestina. "Ho compreso le tue buone intenzioni." disse con voce calda e suadente.
La donna, con lo sguardo fisso al pavimento, ebbe  la voglia di gettarsi ai piedi del Capitano e di implorare il suo perdono per la boiata che aveva appena detto ma, alzando lo sguardo, incontrò un'apparizione celestiale: le labbra di Harlock.
"Ammazza se sono belle....da infartone!" le sfuggì improvvisamente senza rendersene quasi conto.
Harlock fece un mezzo sorriso.
"Così mi uccidi." disse la clandestina, sciogliendosi in brodo di giuggiole e trasformando le proprie pupille in cuoricini pulsanti.

"Perché sei qui?" domandò lui, bevendo subito dopo un sorso di vino.

La donna fece la stessa cosa ma trangugiò il contenuto dell' intero bicchiere senza respirare. Poi fece segno ad Harlock di versargliene ancora e bevve una seconda volta tutto d'un fiato. "Desideravo tanto vederti di persona. Perché sei uno strafigo da paura, sei stupendo, hai capelli meravigliosi ed un sorriso da svenimento, due labbra da baciare fino allo sfinimento e io ti amo alla follia da quando avevo nove anni. Ecco.." esclamò di botto la clandestina, evitando di guardarlo negli occhi. "Ah, se non avessi famiglia, vorrei rimanere sulla tua nave per sempre! Vorrei lucidarti l'armatura tutti i giorni e farti il balsamo ai capelli ogni volta che lo vuoi!! Per te farei qualunque cosa!" concluse la donna, mettendosi le mani nei capelli con aria disperata.

"Sei troppo gentile..." disse Harlock, fingendosi lusingato. Poi si alzò dalla scrivania e la oltrepassò, andando a mettersi di fronte alla donna che era ancora in stato catatonico e  lo osservava con sguardo vacuo. La prese gentilmente per le mani invitandola ad alzarsi e a mettersi dinnanzi a lui. Poi sorrise vedendo che gli arrivava a malapena all'altezza del petto. Col piede spostò uno sgabello che teneva sotto alla scrivania e la esortò a salirci sopra, in modo da trovarsi faccia a faccia con lei.

"Ora è tempo che tu vada. Saluta le altre da parte mia e dì loro di continuare a scrivere le loro bellissime storie. Io le leggo tutte." disse il Capitano. Si avvicinò lentamente al viso della clandestina e le diede un lieve bacio su una guancia. "Arrivederci, Danish!" le sussurrò ad un orecchio.

Non ebbe risposta perché la donna franò rumorosamente al suolo, colta da una sincope fatale.
Qualche ora dopo ella si risvegliava nel cuore della notte sulla tastiera del proprio pc con lo sguardo assonnato....
Beh..ora me ne vado a nanna, buona notte a tutte le scrittrici del fandom di Harlock e a tutte quelle/quelli che hanno letto fin qui.
E soprattutto: buona notte Capitano!!


**sulla trentina: ho arrotondato moooolto per difetto  ihihihih


























   
 
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