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Autore: Hyrim    10/06/2014    1 recensioni
Il famosissimo romanzo di Alessandro Manzoni portato in scena come spettacolo di beneficenza da attori provenienti da tutto il mondo... Ovviamente le rispettive nazioni saranno lì, pronte a vegliare su tutto, pronti a risolvere qualsiasi problema...
Ma se il problema fosse proprio il mancato arrivo della compagnia?
Come faranno a mandare avanti la serata?
Beh, molto semplice: copione alla mano, un bel respiro e pronti ad affidarsi alle loro capacità interpretative e alla giusta direzione di Germania!
L'unico problema è... conoscono la storia? O ancor peggio, conoscono le parti degli altri compagni?
Riusciranno a salvare la serata seguendo il copione o improvviseranno?
Avanti! Lo spettacolo deve continuare!
Genere: Comico, Commedia, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Il mondo ciondolava avanti e indietro, a ritmo di una camminata non loro, si vedeva tutto muoversi, agitarsi, dondolare come una barca nel mezzo di un lago in tempesta. Nulla riusciva ad essere un appiglio fisso per gli occhi stanchi, che spesso preferivano star chiusi, né le strade quanto le case, che non si erigevano, no, ma pendevano come pipistrelli da un ciottolato che era in realtà un soffitto sopra le loro teste. Sotto di loro qualche chioma di alberi, ed il blu del cielo, un salto enorme, infinito, che a loro non sarebbe stato destinato, però, in quanto questi venivano come risucchiati verso l’alto, verso il soffitto, come tutte quelle persone che stavano in piedi lì, con la testa in basso e i piedi in su, alcune che camminavano, altre sedute, altre addirittura ferme…o quasi. Perché no, ferme mai, ricordate? Il mondo ciondola avanti e indietro.
E la nausea dei tre malcapitati capponi, da voi mio caro lettore, forse meglio conosciuti come le Repubbliche Baltiche,o Estonia, Lettonia e Lituania, non faceva che aumentare.
- Ma perché sempre a noi… -
- Che abbiamo fatto… -
- Non è giusto... -
E via discorrendo, sempre con il medesimo tono, tutti e tre stretti in pugno al nostro Renzo F. Jones che continuava a sballottarli avanti e indietro nella sua veloce camminata. Lascio poi pensare al lettore, come dovessero stare in viaggio quelle povere bestie, così legate e tenute per le zampe, a testa in giù, nella mano di quell’uomo così agitato da tante passioni che continuava ad accompagnare i suoi pensieri con i gesti. Ora stendeva il braccio per collera, ora l'alzava per disperazione, ora lo dibatteva in aria, come per minaccia, e, in tutti i modi, dava ai tre fiere scosse, e faceva balzare quei tre malcapitati.
- AHI!! Estonia ma sei impazzito!? _
- Non è stata colpa mia!!-
- AHI! Lituania! Quello era il mio braccio!!-
- Sta’ zitto, Lettonia!! -
- Se la piantassi di ficcarmi questo gomito nel fianco forse…-
- Ah, non mi pagano abbastanza per questo.-
- …guarda che non ci pagano /affatto/-
- Devi per forza ricordarmelo!?-
- AHI!! ESIGO di sapere IMMEDIATAMENTE chi mi ha dato quel pizzico sul collo!! -
E così dicendo continuavano a beccarsi l'uno con l'altro, come accade troppo spesso fra compagni di sventura.
Giunto finalmente al borgo, Renzo domandò dell'abitazione del dottore; gli fu indicata, e la raggiunse presto. Entrando si sentì preso da quella soggezione che i poverelli provano in vicinanza d'un signore di quei livelli, e dimenticò tutti i discorsi che aveva preparato lungo la strada… ma gli bastò dare un'occhiata ai tre capponi (che si erano finalmente zittiti, esausti quanto rassegnati) per rincuorarsi alla vista del dono che portava con se. Entrato in cucina, domandò alla serva se si poteva parlare al signor dottore. La ragazza dai capelli cenere lanciò uno sguardo prima a lui (che gli fece venire un brivido di terrore), poi alle bestie, e, come avvezza a somiglianti doni, mise loro le mani addosso.
- NO BIELORUSSIA NO!! -
- AIUTO!! -
- GERMANIA QUESTA CE LA PAGHI -
- Aš tave nužudyti savo miegooooooo!!!! -
E via. Chiusi nella dispensa con quella.
Superata quella rara specie di cane da guardia (una sorta di Cerbero, agli occhi dell’Americano) Renzo era entrato nello studio del dottore. Fece un grande inchino, ed egli lo accolse umanamente – Willkommen, figliuolo - e lo fece accomodare
Se gli occhi della donna di prima gli avevano fatto salire un brivido quelli lo inquietarono proprio. Rossi come il sangue, davano un’idea di vuoto, come se mancasse qualcosa. Aveva i lineamenti spigolosi quell’uomo, e la pelle pallida come la neve che spesso cadeva d’inverno sulle rive del Lago di Como. Agnese poi, aveva proprio ragione: viso di un’aquila, da quegli zigomi praticamente a spigoli a quel naso appuntito. Renzo non sapeva davvero come fosse possibile che un uomo dall’aspetto così sanguinario potesse essere anche un tanto esperto di legge. Un uomo del genere ce se lo aspetta armato di baionetta in mezzo ai ghiacci, non in uno studio del genere… Ed anche quest’ultimo se lo sarebbe aspettato ben diverso.Era uno stanzone nel quale su tre pareti del quale erano distribuiti i ritratti dei dodici Cesari; mentre la quarta, parete invece, era coperta da un grande scaffale di libri vecchi e polverosi: Nel mezzo, invece, stava una tavola gremita di documenti, , di suppliche, di libelli, di grida, con tre o quattro sedie tutte attorno.
 Il dottore era in veste da camera, cioè coperto di una toga dall’aspetto abbastanza vecchio che gli aveva servito, molti anni addietro, per perorare, ne' giorni d'apparato, quando andava a Milano, per qualche causa d'importanza. Chiuse l'uscio, e fece animo a Renzo, con queste parole: - Mio caro figluolo, ditemi il vostro caso. Ci penserà il Magnifico a risolverti tutt, kesè! – E si andò a sedere dal lato opposto della grande scrivania.
- Vorrei dirle una parola in confidenza.
- Hier bin ich.- - Rispose il dottore: - Sag mir -.
Renzo, ritto davanti alla tavola, con una mano nel cocuzzolo del cappello, che faceva girar con l'altra, visibilmente nervoso, ricominciò: - Vorrei sapere… da lei che ha studiato... –
- Schnell. Ditemi il fatto come sta, - Lo interruppe il dottore.
- Lei mi ha da scusare, dottore. Noi altri poveri non sappiamo… ecco… parlar bene. Vorrei dunque sapere...-
- Oh mein Gott! Siete tutti così: invece di raccontare il fatto, blaterate e vi dilungate in chiacchiere inutili nonché superflue! Schnell, Junge. Schnell!-
Un uomo di molta pazienza, per essere un avvocato, insomma.
 
- Mi scusi, signor dottore. Vorrei sapere se, a minacciare un curato, perché non faccia un matrimonio, c'è penale.
“Ho capito”, disse tra sé il dottore, che in realtà non aveva capito un cavolo. «Ho capito». E subito si fece serio, ma di una serietà mista di compassione e di premura; e strinse fortemente le labbra, facendone uscire un suono inarticolato che accennava un sentimento, espresso poi più chiaramente nelle sue prime parole. - Caso serio, figliuolo; caso contemplato. Hai fatto bene a venir da me. E' un caso chiaro, contemplato in cento grida, e... appunto, in una dell'anno scorso, dell'attuale signor governatore. Gut, jetz ti faccio vedere direttamente a te.-
Così dicendo, si alzò e cercò in quel caos di carte, rimescolandole dal sotto in su, come se mettesse grano in uno staio.
Anche ordinato, per essere un avvocato…
- Wo ist es? Vien fuori, vien fuori. Bisogna aver tante cose alle mani! Ma la dev'essere qui sicuro, perché è una grida d'importanza… Fidato assistente?? – Chiese a gran voce apparentemente… Al nulla. O più o meno, visto che subito dopo entrò svolazzando dalla finestra un pulcino giallo con stretto in becco quello che dava tutta l’idea di essere un documento di tutta importanza.- Danke schön, mein treue klein Freund. – E congedato il pulcino prese il documento, lo spiegò, guardò alla data, e, fatto un viso ancor più serio, esclamò: - Il 15 ottobre 1627! Richtig, è dell'anno passato: grida fresca; son quelle che fanno più paura, kesese!
Sai leggere, Junge?
- A little, signor dottore.-
- Fantastisch! Seguimi con l'occhio, e vedrai. – E tenendo la grida sciorinata in aria, cominciò a leggere. - - Se bene, per la grida pubblicata d'ordine del signor Duca di Feria ai 14 di dicembre 1620, et confirmata dall'lllustriss. et Eccellentiss. Signore il Signor Gonzalo Fernandez de Cordova, eccetera, fu con rimedii straordinarii e rigorosi provvisto alle oppressioni, concussioni et atti tirannici che alcuni ardiscono di commettere contro questi Vassalli tanto divoti di S. M., ad ogni modo la frequenza degli eccessi, e la malitia, eccetera, è cresciuta a segno, che ha posto in necessità l'Eccell. Sua, eccetera. Onde, col parere del Senato et di una Giunta, eccetera, ha risoluto che si pubblichi la presente.
- E cominciando dagli atti tirannici, mostrando l'esperienza che molti, così nelle Città, come nelle Ville... Sentito? Di questo Stato, con tirannide esercitano concussioni et opprimono i più deboli in vari modi, come in operare che si facciano contratti violenti di compre, d'affitti... eccetera: dove sei? ah! ecco; sentite: che seguano o non seguano matrimoni. Eh?
- E' il mio caso! – Esclamò pieno di speranza il giovane Renzo.
Und c'è ben altro! E poi vedremo la pena. Si testifichi, o non si testifichi; che uno si parta dal luogo dove abita, eccetera; che quello paghi un debito; quell'altro non lo molesti, quello vada al suo molino: tutto questo non ha che far con noi. Ah ci siamo! Quel prete non faccia quello che è obbligato per l'uficio suo, o faccia cose che non gli toccano. Eh? -
- Great! Sembra esser scritta apposta per me! –
- Eh? Vero? Senti a me, senti: et altre simili violenze, quali seguono da feudatari, nobili, mediocri, vili, et plebei. Non se ne scappa! Ci son tutti! E’come la valle di Giosafat. E senti ora la pena! Tutte queste et altre simili male attioni, benché siano proibite, nondimeno, convenendo metter mano a maggior rigore, S. E., per la presente, non derogando, eccetera, ordina e comanda che contra li contravventori in qualsivoglia dei suddetti capi, o altro simile, si proceda da tutti li giudici ordinari di questo Stato a pena pecuniaria e corporale, ancora di relegatione o di galera, e fino alla morte... Una piccola bagattella! all'arbitrio dell'Eccellenza Sua, o del Senato, secondo la qualità dei casi, persone e circostanze. E questo ir-re-mis-si-bil-mente e con ogni rigore, eccetera.
 Ce n'è della roba, eh? E vedete qui le sottoscrizioni: Gonzalo Fernandez de Cordova; e più in giù: Platonus; e qui ancora: Vidit Ferrer? Non ci manca niente! –
Renzo dovette davvero ricredersi. Aquila o meno quello era proprio un avvocato, e CHE avvocato!
- Dunque, dottore…potete aiutarmi? Seriously?? -
- Ja, natürlich! -
- Oh my God, dude! I’m so glad !! -
- Ja, ja, ich kann dir hilfen. Aber... prima dovresti dirmi una cosa, Junge.-.
- Everything! -
- Devi dirmi chi ti ha pagato per fare questa carognata, figluolo, affinché io sappia al meglio come agire! -
Adesso… Descrivere la faccia di Renzo sarebbe un po’ complicato, caro lettore. Fate così: provate
Ad immaginarvi l’espressione del nostro povero Renzo. Ci riuscite? Una poker-face, in pratica.
- M-Ma che avete capito, dottore! Non l’ho fatta io la carognata! Tutto questo è stato fatto a me! A me vi dico! Io ne sono la vittima,non il carnefice!! Ero io che mi dovevo sposare! Ero io che attendevo di vedervi per ricevere giustizia! Ero io che volevo veder ingabbiato quel furfante di Don Rodrigo…-
Quel nome. Fu quel nome. A quel nome l’avvocato si alzò di colpo in piedi, come scosso da un’onda di un dovere al nostro Renzo sconosciuto.
_ Basta! Basta con queste fandonie! I-Ich… Nein! Me ne lavo le mani! Non ti si può aiutare! Und jetz schnell! Fuori di qui! Non ti ci voglio più vedere! -
- B-But… - Balbettò Renzo, confuso quanto sorpreso.
- Kein aber! – Tagliò corto l’altro. –Fuori di qui o chiamo la mia domestica! -
“Oddio no, Cerbero.” Fu il pensiero dell’americano, e lesto lesto uscì fuori dall’abitazione di quello che fino a cinque minuti prima gli era sembrato il suo salvatore.
- What the fuck… - Era il pensiero di Renzo mentre tornava a casa.
- What the hell – Fu l’esclamazione di Lucia a quel racconto.- Cosa faremo adesso?-
- I don’t know, Lucia. I… don’t know. -
- I don’t care… troverò io la soluzione la prossima volta. Americani stupidi che non sanno fare mai un cavolo! Ci penserò io… come al solito. -
- B-But… -
- Goodnight Renzo!! -
- Goodnight… Lucia.-

Buio.
  
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