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Autore: Ali InDreamland    13/06/2014    0 recensioni
Non ho mai la minima idea di cosa scrivere nell'introduzione. Non penso sia un compito adatto a me, non posso dare un giudizio oggettivo sulla storia avendola scritta :3. mi limiterò a riportare alcune righe della storia sperando v'incuriosiscano abbastanza da leggerla ^_^ .
Sarò qui. . .Perchè?
Sarò qui ad aspettare.
Aspetterò nell'arena.
Cosa?
Non lo so.
Sarò qui ad aspettare te.
Sì, è vero.
Così, se verrai, mi troverai. Te lo prometto. . .
Va bene, ti aspetto Katniss.
Genere: Angst, Introspettivo, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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“Ci vediamo a mezzanotte”


Per i primi tempi, giorni, mesi, potrebbero anche essere anni, resisto.
Grido che possono fare ciò che vogliono di me e del mio corpo ma che io non dirò nulla, non avranno niente da me. Non potrei dire nulla in ogni caso.
Questo perchè.malgrado fossi indirettamente a conoscenza del piano di Haymich, sapevo che i suoi progetti non comprendevano anche me.
L'ho sempre saputo e non ho mai detto nulla.

Ma va bene cosi.
 
Non m'interessava sopravvivere senza Katniss, lei è la mia vita, c'è qualcuno che a bisogno di lei.
Nessuno ha bisogno di me.
Così sto zitto, o meglio, dalla mia bocca escono solo ingiurie e risate sprezzanti.
Quando le torture fisiche s'intensificano e ad esse si aggiungono quelle psicologiche sto zitto, ho perso la mia spavalderia ma non la mia decisione di ostacolarli in ogni modo. Mi agito solo, per quanto me lo permettano le manette e tutto il resto.

Ma va bene cosi.

Incessantemente sento grida delle poche persone a cui tengo: Katniss, Haymich, Effie, la mia famiglia quella di Katniss, quella di Gale persino e ad esse s'accorano grida strazianti di sconosciuti che invocano la salvezza.
E sono io a far loro del male, mi chiedono tutti di smettere d'infliggere dolore, supplicano, scongiurano.

Ma va bene così. Non è reale, non è reale.

È a questo punto che la mia mente, autonomamente, crea per me un rifugio. Lascio a loro il mio corpo e mi ritiro da qualche parte, all'inizio non capisco dove, in cui posso stare in pace.
L'arena dell'edizione della memoria, ecco qual'è il luogo partorito dalla mia mente per darmi sollievo dal dolore. Più precisamente sono vicino al grande albero dove ho visto per l'ultima volta Katniss, dove le mie labbra l'hanno sentita per l'ultima volta.
Non succede nulla di particolare, all'inizio non rivivo ricordi piacevoli o intrattengo discorsi con lei.
Semplicemente me ne rimango lì, senza fulmini che cadono sull'albero o altro. Sono in pace ma, più d'ogni altra cosa, so ancora chi sono.

Va bene così, posso resistere Katniss.

È quando intensificano le torture o mi iniettano qualcosa che cambia tutto.
Il mio piccolo sogno viene violato da loro e ciò ha un effetto sconvolgente su di me.
Inizio a urlare, le prime volte mi mordo le lebbra per trattenermi ma poi m'accorgo che le grida escono comunque, ho bisogno di urlare.
Supplico di smetterla, dico che non so nulla, che non è colpa mia, che. . .

Poi tornano a supplicare me. Sento le voci che mi avevano fatto compagnia implorarmi di lasciarle stare.
Per la prima volta, penso d'avere ragione a infliggere loro dolore, se le punisco è perché se lo meritano. Tutte quelle persone sono colpevoli e io le punisco giustamente.

Sto facendo la cosa giusta.

Tornano le visioni dell'arena, questa volta non sono solo: c'è lei.
Katniss Everdeen, la traditrice.
Mi parla e io non l'ascolto, so che tutto ciò che esce dalla sua bocca è un insulto contro la gloria e la potenza di Capitol City.

Io sono. . Peeta Mellark. Sono una delle innumerevoli vittime della malvagia Katniss Everdeen, distretto 12.
Lei ha provocato una rivolta, ha ucciso la mia famiglia e quasi tutti i mie compagni di distretto; quelli che sono ancora vivi sono traditori.

L'immagine dell'arena viene a visitarmi un ultima volta, una notte.
“Ci vediamo a mezzanotte. . .” sento bisbigliare.
Okay, ho capito. A dopo.

Sarò qui. . .Perchè?

Sarò qui ad aspettare.
Aspetterò nell'arena.
Cosa?
Non lo so.
Sarò qui ad aspettare te.
Sì, è vero.
Così, se verrai, mi troverai. Te lo prometto. . .
Va bene, ti aspetto Katniss.

  
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