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Autore: Susy_e_Cosci    14/06/2014    3 recensioni
Ma non riuscivo a non pensare a lui... Più i giorni passavano più sentivo il bisogno di lui. E per essere franca, la mia libido aumentava a dismisura.
Storia veramente accaduta... Leggete e capirete
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Camminavo. Si. Camminavo. Ero appena uscita da una strana festa ambientata in uno studio nero e bordeaux. Il debutto del mio libro era un successo. Ma era strano... Sentivo quella stanza piccola, ma mi dava un senso di intimitá... Nonostante tuttequelle persone... Che per me erano come invisibili. Quella sera mi ero messa tutta in tiro, un vestito rosso come il sangue, in tinta con le pareti di quel luogo, il mio vecchio e trasandato studio. Mi ero messa in tiro per quella gente invisibile, no, una persona trq tutti loro aveva attirato la mia attenzione, dicevano fosse un critico, si, un esperto di letteratura insomma. I suoi capelli corvini, dal taglio inusuale per un uomo, lunghi fino alle spalle, mi avevano subito colpito. Indossava un elegante completo nero con cravatta, portava un paio di occhiali che solo per le feste metteva. Per fare il figo, credo. La sua carnagione pallida metteva in risalto quei piccoli rubini che la gente chiama occhi. Da lontano mi dava il nervoso... Ma più si avvicinava e più provavo caldo... Sempre più.... Quando ormai era davanti a me le mie guance si potevano confondere con il muro. Mi prese la mano -complimenti per il libro... Una bellissima storia... Davvero...- -Ah, emh... Grazie- dissi imbarazzata. Mi baciò la mano, cominciai a tremare... Chi era quel ragazzo. E cosí camminavo verso casa, in una strada illuminata da meravigliosi lampioni d'epoca, nella nera notte, il pensiero di quel tipo mi perseguitava... Mi assillava... E piú ci pensavo e più sentivo battere il mio cuore all'impazzata... Chi era... No, non mi importava realmente chi era... Sentivo quasi di conoscerlo giá... Mi interessava più dove fosse... Dove si trovava. Sentivo il bisogno di averlo accanto a me. Era strano. Non avevo mai avuto bisogno di un uomo, io, scrittrice di fama mondiale, arrivata in cima alle classifiche solo grazie a me. Sembra una cosa egoista da dire, ma vera, i miei obbiettivi li avevo raggiunti da sola. Ma non riuscivo a non pensare a lui... Più i giorni passavano più sentivo il bisogno di lui. E per essere franca, la mia libido aumentava a dismisura. Ero già ventenne, si, ma non avevo mai avuto relazioni di quel tipo con un uomo. Si è strano, forse per il poco interesse e tempo libero occupato dal lavoro, ma non l'avevo mai fatto. È forse per questo che nella mia testa rimbombava "La mia prima volta la voglio con lui". All'inizio mi imbarazza o subito dopo averla sentita, quella frase. Ma poi... Con il tempo mi ci ero abituata. Ormai lo consideravo un bene primario e vitale, come il respiro. Un giorno lo vidi, a casa di amici. Una notte nera, come la notte in cui l'avevo conosciuto. Stava leggendo un libro, steso sul letto a pancia in su , ma non credo fosse lavoro. Non indossava gli occhiali, aveva indosso una felpa bianca con sotto una maglia nera che si intravedeva dallo scollo della felpa. Un paio di sneakers rosse ai piedi e dei pantaloni neri. Come faceva? Io indossavo solo pantaloncini in jeans e una canotta bianca. Solo in quel momento poi avevo notato che il mio reggiseno rosa si vedeva. Mi sentii avvampare le guance, perché, perché?? Io avevo aspettato quel momento da tempo. E le condizioni erano ottimali: lui, sul letto, nella notte, e nessuno in giro. Ma mi sentivo così agitata. Alzai lo sguardo. Lui era troppo sensuale... Ed ecco che la frase risuonò nella mia testa "la mia prima volta la voglio con lui". Non esita i oltre. Non mi interessava se mi avesse respinto, dovevo provarci. Entrai in camera sua, chiusi la porta alle mie sulle, e lo guardai decisa. Lui abbassò il libro, mi guardò e sorrise -ah, ciao. È da tanto che non ci vediamo. Dalla festa?- Basta, non ne potevo più -non ne posso più- dissi, cominciando ad avanzare verso so di lui sul letto- non ne posso più di aspettare,- ero incazzata nera. Tutto quel tempo ad aspettare, e per cosa? Per lui che con tranquillità mi salutava? No, non potevo accettarlo. Lui mi guardava normalmente come se nieente fosse, la mia rabbia aumentava. Ed anche la mia libido. -Ti voglio troppo, dissi baciandolo voracemente. Ero incazzata. Volevo essere incazzata. Ma no, non lo ero, io ero stra spaventata, l'ansia mi divorava da dentro, non potevo sopportarlo. Mi staccai da lui, il mio respiro era aumentato di velocità. Non riuscivo a proseguire, chiusi gli occhi, rossa in volto. Sentii ridacchiare. Riaprì i gli occhi, lui sorrideva in modo perverso -Non sai come si fa vedo- con estrema abilità, talmente veloce che neanch'io compresi, lui si rivoltò, ed io mi ritrovai stesa sul letto, con lui sopra. Si tolse la felpa. -Ce ne hai messo di tempo per trovarmi, eh?- disse baciandomi con ancor più impeto di me prima. -mh..- quel suono uscì dalla mia gola, flebile, ma abbastanza forte da far si che entrambi lo sentissimo... -Anche se non sei esperta non fa niente- disse cominciando a baciarmi il collo ed a passare le dita sotto la maglia-ci penso io, tranquilla principessa- ridacchiò, lo disse con la sua voce così eccitante, arrossii. Io sentivo di potermi fidare... Il telefono squillo. -Mh... Pronto?- feci assonnata. -pronto? Susy! Senti, per i risultati...- I risultati? Mi guardai intorno, ero in camera mia. Ah già. Quel giorno esponevano i risultati dell'anno scolastico. Ma allora era stato tutto un sogno. Non so, io dentro di me lo cerco ancora quel ragazzo che mi dica "tranquilla principessa".
  
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