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Autore: Gio_Snower    14/06/2014    1 recensioni
[RinxAkira] [Il titolo si riferisce ad Akira] [Dedicata a @Lady_Kamelot]
Fanfic introspettiva su Rin e sui suoi sentimenti per Akira.
I tuoi occhi grigi fissi sul cielo mi intristiscono.
Il tuo volto contratto, imbronciato, malinconico, mi ferisce più dell'odio nel mio cuore nero.
Perché è andata così?
Perché dovevi essere tu?
La macchina fotografica tra le mie mani d'un tratto mi sembra pesante, troppo pesante.
Il tuo sguardo è rivolto verso l'alto.
Sai che io sono qui? Che ora sono qui, di fianco a te? Ti guardo, ma tu non ricambi.
Il mio cuore nero è afflitto.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Akira, Rin
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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THE MOMENT WHEN THE DOG BECOMES WOLF


I tuoi occhi grigi fissi sul cielo mi intristiscono.
Il tuo volto contratto, imbronciato, malinconico, mi ferisce più dell'odio nel mio cuore nero.
Perché è andata così? 
Perché dovevi essere tu?
La macchina fotografica tra le mie mani d'un tratto mi sembra pesante, troppo pesante.
Il tuo sguardo è rivolto verso l'alto.
Sai che io sono qui? Che ora sono qui, di fianco a te? Ti guardo, ma tu non ricambi.
Il mio cuore nero è afflitto.
Ridacchio all'improvviso distogliendoti da quel cielo che insisti a fissare.
Come sei avido, Akira... 
Non più di me, per la verità.
«Rin, cos'hai?» mi chiedi con quella tua voce dolce e bassa, i tuoi occhi grigi preoccupati puntati nei miei chiari.
Rido più forte.
L'isteria si prende anche quella piccola parte di me e tu, tu... tu te ne sei accorto.
Ti sei accorto di me.
«Ti ricordi quelle parole, Akira?» gli chiedo fissandolo.
Inclini la testa, poi annuisci.
“Mi sarai sempre fedele, vero Akira?”
Ti avvicini e mi stringi a te, sorprendendomi. 
Perché? Urla una voce dentro di me.
«Cosa diavolo fai, bastardo?!» esclamo. 
Tu mi sorridi e mi guardi con quei tuoi bellissimi e tristi occhi.
Ti spingo via e ti guardo bieco. 
Tu ridi e scuoti la testa. Ti avvicini a me e mi appoggi una mano sulla testa, scompigliandomi i capelli, ed io mi ribello tirandoti una gomitata che ti fa esclamare un leggero “Auch!”.
«Rin, dai!»
«'Sto cazzo! Sei uno stronzo!» urlo.
Non so perché sto urlando, eppure mi fa sentire sia meglio che peggio.
Cosa leggi nei miei occhi Akira? Continua quella voce all'interno di me stesso. 
Cosa, cosa leggi nel mio cuore?
Tu, che sei lì davanti a me, e mi appari sempre così...onesto e determinato.
Non puoi che provar disprezzo per un umano come me, no?
Io stesso lo provo.
Sono più debole di mio fratello...
Il mio sguardo si fa disperato, riscontrando il mio stato d'animo.
Lo distolgo, non volendo mostrarlo a te, Akira.
Lo capiresti nonostante le mie doti di attore.
Mi giro di spalle e cerco di ritrovare la voce per dire “Andiamo” con fare noncurante. 
«Rin.» mi chiami.
Mi giro verso di te e tu sei lì, con le braccia spalancate.
Ma sei stupido?
Ti tiro un calcio, infuriato.
«Muovi il culo, Akira!» ti sbraito.
Tu ridacchi. Poi alzi lo sguardo e mi porgi una mano.
«Aiutami.»
«Tirati su da solo, Campione.» 
Abbassi lo sguardo.
Il silenzio scende tra noi.
«Tch.» mi siedo sulle ginocchia e ti guardo dal basso verso l'alto, guardo il tuo viso abbassato e vedo il tuo sorriso troppo tardi.
Mi trascini a te e mi baci.
Cerco di spingerti via, ma la tua presa sulle mie braccia è troppo forte.
Ti odio. Penso con tutto me stesso.
Ti odio, ti odio, ti odio.
Non approfittarti di me, non osare, Akira!
La tua lingua è calda nella mia bocca e lentamente mi scioglie.
Scogli tutte le mie resistente, come sei solito fare.
Ma così non va, sai? Io devo avere il controllo! Così inclino la testa leggermente ed approfondisco il bacio.
Tu mugugni di piacere.
Ed eccoti qui, dove ti volevo.
Ti mordo e sento il sapore del tuo sangue nella mia bocca.
«Ahi! Rin!» esclami lasciandomi andare.
Ti tiro un calcio nello stomaco.
«Stronzo pervertito! Tu sei mio, non il contrario!» ti rimbrotto.
Metti su un'espressione inguardabile, tanto che scoppierei a ridere se non avessi troppa paura di farmi vedere così fragile ai tuoi occhi.
Mi giro, riprendo la fotocamera caduta prima a terra, e me ne vado.
Ti lascio lì a terra, sbalordito ed amareggiato.
«Muoviti, o ti lascio indietro.» urlo quando sono abbastanza lontano da sentirmi al sicuro.
Uno spiacevole rossore mi ha imporporato il viso e tu, tu non lo vedrai, Akira.
Sei un servo, capisci?
Un oggetto che posso usare per arrivare a lui.
Tu devi solo essermi fedele, sempre.
Akira... tu devi solo stare al mio fianco, per sempre. 
   
 
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