Serie TV > The Tomorrow People
Segui la storia  |       
Autore: NottingHill    16/06/2014    4 recensioni
John è stato privato della memoria. Ma siamo sicuri che non ricordi proprio nulla?
"Appoggiati ad una parte c'erano due ragazzi. Lui, alto e muscoloso, aveva il volto confuso, ma la ragazza che gli stava a fianco aveva un bel viso sorridente, lo stava fissando coi suoi grandi occhi e ridacchiava col suo amico. Allora John le sorrise di rimando, perchè semplicemente non poteva farne a meno."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid Finch, John Young
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Heavy Toughts

Heavy words are hard to take
Under pressure precious things can break

 

«Cara, noi dobbiamo parlare. E lo sai anche tu».
Cara era sola con Stephen, nella vecchia stanza in cui si trovava Tim, che era stato spostato nel nuovo Rifugio, in cui sarebbe stato di sicuro più utile.
Anche lì non era rimasto molto, un vecchio tavolo e l'armadietto in cui John un tempo teneva le sue cose. Pensare a John le provocò una fitta allo stomaco, quindi si voltò e guardò dritto negli occhi Stephen. Peccato che fosse più vicino di quel che aveva pensato, e il suo respiro le sfiorava la guancia, spostandole una ciocca di capelli e facendole un leggero solletico.
«E di cosa?» sussurrò, perchè tutto d'un tratto la paura per John era stata spazzata via da qualcosa di più intenso e personale, qualcosa di nuovo. «John è scomparso, io sono morta e ritornata in vita, ma continuo a sentire quel dolore nello stomaco, gli agenti dell'Ultra torneranno da un momento all'altro... e io e te...»
Stephen si stupì. Non l'aveva mai sentita così insicura e, nonostante anche lui fosse preoccupato per tutto, voleva solo abbracciarla e stringerla così stretta da farle dimenticare qualsiasi cosa. E anche questo lo preoccupava, perchè davvero in quel momento non era il caso di pensarci. Eppure...
In più, come se non bastasse, continuava a pensare e ripensare alla reazione di Cara alla notizia data da Astrid, quel suo gesto così impulsivo e importante, come se ne dipendesse la sua stessa vita. Lei e John erano stati insieme molto tempo, e tra loro c'era sicuramente ancora un legame, ma questo non diminuiva il fastidio che provava ogni volta che pensava che forse lei era ancora innamorata di lui. Era folle e irrazionale, ma si sentiva sempre così quando c'era Cara. Anche quando stava con Hillary e credeva fermamente che si stesse innamorando di lei, c'era sempre questo pensiero nell'angolo della sua mente, un qualcosa che gli diceva che il collegamento tra lui e Cara non poteva essere nato per caso. Poi erano successe tutte quelle cose, compresa la morte di Hillary e suo Padre, e non poteva davvero andare avanti a rimuginarci sopra.
Ma ora erano lì, i visi vicini, gli sguardi fissi negli occhi dell'altro, e nessuno dei due riusciva più a parlare.

How we feel is hard to fake
So let's not give the game away

Stephen ripensò a tutto, come era entrato a far parte di quello stano e folle mondo, di tutte le persone che aveva conosciuto e che aveva perso nel frattempo, e si disse che non era il momento di perdere tempo con una relazione che, iniziando così, non sarebbe finita bene. Si arrabbiò, con se stesso e con il suo cuore, perchè non riusciva davvero a lasciarla andare. Il suo viso si contrasse, sferrò un pugno contro al tavolo dietro a Cara. E appena si udì il rumore delle ossa contro la superficie di metallo, si teletrasportò dall'unica persona con cui poteva parlare.

***

Crollò a terra nella camera da letto di Astrid. C'era stato mille volte, fin da bambino quando giocavano a nascondino in giro per tutta la casa. In particolare, nella camera della sua migliore amica c'era un buffo armadio di legno chiaro, fatto ad angolo, che occupava lo spazio dietro alla porta. Quello era il suo posto preferito per nascondersi.
Ed Astrid era lì, sdraiata sul letto, con le cuffie nelle orecchie e le labbra socchiuse per canticchiare. Quando aveva visto Stephen piombarle in camera, si era subito messa a sedere e tolta le cuffiette, che ora le penzolavano in mano.
«Ehi... Cos'è successo?» Aveva subito capito, dallo sguardo sconsolato di Stephen, che non c'erano novità positive e che, anzi, il suo amico sembrava sul punto di piangere.
Gli si inginocchiò a fianco, gli posò un braccio attorno alle spalle e lo tirò indietro con lei, in modo che si appoggiassero entrambi al muro lilla. Stephen le posò il capo sulla spalla e lei gli accarezzò i capelli, cercando di tranquillizzarlo e senza spingere perchè parlasse. Dopo qualche minuto, quando ebbe il respiro più regolare, iniziò a spiegarle tutto.
«Non so più cosa fare» disse, con un tono che sembrava uscito dall'oltretomba, tanto era disperato. «Non so se sono in grado di guidare tutta quella gente, io non sono mio padre. John è scomparso, ed è tutta colpa di quel pazzo di mio zio. Mio padre è morto, e mia madre e Luca cercano conforto in me, ma non sono in grado di dargliene. E' come se tutti mi guardassero per capire cosa fare, ma io non ho le risposte che cercano. La mia ragazza è morta, e non so neanche se la amavo. Quando è morta, avevo litigato con lei perchè ci aveva traditi tutti, e poi è morta per salvarci. Lei mi amava, e io l'ho lasciata morire per me, mentre pensava che io la odiassi. Sono una persona orribile. E ora, forse, ho capito cosa provo per Cara, e mi sento terribilmente in colpa. E, ciliegina sulla torta, sono venuto a piangere sulla spalla della mia amica umana come un bambino di quattro anni. Scusa». Parlò tutto d'un fiato, e quando finì si staccò da Astrid cercando di abbozzare un sorriso, che però non gli toccò gli occhi.
«Un bel casino eh? Senti, io non sono un Tomorrow People, non sono speciale, sono solo umana. E... lo sei anche tu. Tutte le tue paure sono umane, quanto me. Anzi, al tuo posto io sarei esplosa già da un bel po' di tempo. Abbiamo passato tutti dei momenti difficili, e tu più di tutti noi. E' normale. Credimi. E si risolverà».
Anche lei gli sorrise, cercando di mettere a tacere tutte le preoccupazioni che le ronzavano in testa, su John e sul futuro dei Tomorrow People. Non era il caso di far trapelare tutto ora. Sarebbe stata forte, per Stephen.
«Allora, pancake al cioccolato per il bimbo piccolo?»
E sta volta, insieme ad un sospiro che sembrava voler scacciare via i pensieri che occupavano la sua mente, Stephen rise davvero.

______________________________________________________________________
Odio scrivere capitoli così corti, ma... non so, più lunghi non mi escono :(
La canzone questa volta è "Please don't say you love me" di Gabrielle Aplin.

NottingHill

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Tomorrow People / Vai alla pagina dell'autore: NottingHill