L'ultimo calcio di Haru fu ciò che la fece scivolare nel vuoto.
Sotto di se non c'era più nulla, se non l'aria.
Il corpo, che le era sempre sembrato perfetto, ora l'appesantiva, trascinandola giù. Tentò di aggrapparsi a qualcosa, alle finestre, ma era inutile. Quella mano era inutile. Guardò il suo riflesso nella finestra, notando il suo sguardo spaventato e incredulo.
Non era possibile che lei, Sumireko Hanabusa, avesse perso, dopo esser sopravvissuta da sola, senza nessun'ape operaia.
Non era possibile che avesse perso contro una ragazzina che sapeva di sole.
Lei era la migliore.
Lei era.