Storia partecipante al contest " La notte di una vita " di Giulia-EFP e NIKIJ
Sogni tra ombra e luce.
”A Zoro! Il più grande spadaccino del mondo!”Gridò Rufy con un largo sorriso e il boccale traballante che quasi toccava il manto stellato.
”A Zoro” Rispose pronta a quell'invito la ciurma più strana dei sette mari.
“Smettetela vi ho detto! Tutto ciò è una vera e propria buffonata! Ma come vi è saltato in mente di festeggiare qualcosa che ancora non ho fatto. Perché? Perché sono circondato da un branco d'imbecilli! E tu Usopp finiscila di volteggiarmi attorno! Quel balletto non è “Il lago dei cigni”, quello è la morte del cigno!”
“Dai Zoro, non fare così. Rilassati e divertiti con noi almeno per stasera” disse una tranquilla Robin, l'unica che, in ogni stramba situazione, manteneva la sua parvenza posata “Lo sai che per il nostro capitano questo è il modo per starti vicino e farti sentire la nostra presenza in un momento così importante...Domani affronterai Occhi di Falco, quindi...”
“Quindi Sanji altra carne forza, forza! Ho ancora tantissima fame.” Finì la frase per lei il ragazzino col cappello di paglia intento a divorare le ultime briciole.
“Arrivo, arrivo” fece il suo ingresso il cuoco carico di prelibate pietanze “E tu stupido arrota coltelli non pensare che io sia stato in cucina per ore a preparare queste meraviglie per te! Sia chiaro. L'ho fatto soltanto per le mie splendide principesse. Vero mie Dee? Su, su, venite a mangiare i piatti del vostro adorato Sanjiuccio!”
“Come vuoi Monociglia, nessuno ti ha chiesto nulla!”
“Ah! Arrabbiato eh? Tranquillo alga verde! Al tuo rientro troverai il doppio della tua porzione giornaliera. E vedi di non fare tardi o quello stupido di Rufy finirà tutte le provviste per la prossima festa!”
“Ci puoi contare cuoco”
“E per l'occasione il vostro Brook, con le sue adorate corde vocali, vi canterà una canzone. Ma cosa dico?Yohohohoho Io sono uno scheletro, non ho le corde vocali! Yohohohoho”
“La solita storia” Si ritrovò a pensare Zoro.
“La solita, classica e bellissima storia!”Sorrise debolmente mentre scrutava a uno ad uno i componenti della sua fantastica famiglia...
Appoggiato alla paratia della Thousand Sunny osservava il mare calmo di quella sera.
Mille e più pensieri, decine di visi,
amici e non, incontrati per la via, ma un unico, un solo sogno...
Aveva
corso con tutte le sue forze in quei anni, conosceva bene la sensazione
del sole negli occhi che trasformava in ombra tutto ciò che si poneva
di fronte a lui.
Ancora
poche ore e tutto avrebbe trovato senso. Il suo passato, la sua
promessa, la lotta alla sopravvivenza per arrivare dove era giunto
adesso. A un passo dal suo destino.
Un
profumo famigliare, l'unico ad avere una forza calmante sui suoi nervi
tesi, arriva alle narici.
Ne
respira appieno l'essenza, per ritrovare nuova ninfa vitale.
Nami...
Era
stata talmente silenziosa quella sera. Un silenzio che non ha fatto
altro che increspare ancora più il mare tempestoso che portava dentro
se stesso, così diverso dalla distesa di un blu infinito che era di
fronte ai loro occhi.
“Tu hai paura Buzzurro?”
Chiese la rossa con sguardo basso mentre si appoggiava di spalle allo
stesso tramezzo.
“Che cosa?” Per
poco non si strozzò a quella domanda “Io avrei paura Mocciosa?Stai scherzando
vero?”
Paura...pensò
lo spadaccino voltandosi verso i compagni mezzi addormentati poco
distanti da loro.
C'era
Chopper, il loro piccolo medico, estremamente ingenuo e innocente, con
quel suo passato burrascoso, emarginato da tutti per il suo aspetto...
Troppe volte l'aveva riportato tra i vivi. Doveva ancora ringraziarlo
abbastanza.
Robin,
l'archeologa, così silenziosa ma estremamente empatica. Era quella
“della frase giusta al momento giusto”
Nonostante l'iniziale astio voleva bene anche a lei.
Poi
c'era Brook, ancora intento a suonare la sua dolce ninna nanna, e
disteso affianco a lui il cyborg Franky, dall'aspetto così robusto e
violento ma tanto, troppo buono.
E
quello stupido del cuoco poi, teneva tantissimo anche a lui, nonostante
le sue moine vomitevoli. Salpavano i mari assieme da anni ormai, era
normale affezionarsi, anche se, per la maggior parte delle volte,
l'istinto di affettarlo per benino prendeva il sopravvento.
Usopp,
quel bugiardo nasone capocannoniere, non molto coraggioso ma con una
grande forza interiore.
E
poi...
Poi c'era quella bandiera alta sulla
nave. Cappello di paglia di Shanks, il rosso, e larghissimo sorriso,
entrambi elementi del suo caro capitano, Rufy...Amico, compagno,
fratello. La persona che lo aveva voluto nel suo sogno, diventare il Re
dei pirati, nonostante il suo passato di violento cacciatore di taglie.
Doveva tutto ciò che era diventato a lui, solo al suo capitano.
No, non provava paura, forse era precoce
malinconia, disse a se stesso mentre volgeva lo sguardo alla rossa.
Capelli mossi da un sottile alito di vento, occhi grandi color
cioccolato capaci di disarmanti in un solo attimo, labbra rosa ora
torturate dai denti. E quel profumo poi...
Ormai
era stato rapito e torturato dai sentimenti che provava per quella
piccola bestiolina. Era inutile negarlo!
Aveva combattuto notti e notti contro di loro, ma ne era uscito sconfitto dall'amore che provava per lei.
Cavoli, si !Allora era proprio paura...
Un timore che lacera le carni da dentro, che strappa pezzettini di cuore al solo pensiero di non farcela, di non tornare, di non avere nemmeno la possibilità di urlarle tutti quei sentimenti traboccanti, che a fatica ormai riusciva a trattenere.
Ecco perchè doveva vincere! Per lei. Per Nami, la ragazza più importante di tutte le promesse del mondo.
“Zoro io ho paura, paura che tu non riesca a trovare la strada per tornare qua visto il tuo inesistente senso dell'orientamento, paura di vederti tornare carico di ferite mortali per colpa del tuo esaltato ego, Paura di ritrovarti quasi morto come è successo a Thriller Back, paura...”
Una lacrima si inoltrava lentamente suo suo bel viso mentre l'esile mano ripercorreva la lunga cicatrice sul petto dello spadaccino.
“Paura di non rivederti più!”
Zoro affogava in quella stessa lacrima beandosi, al tempo stesso, di quel lieve tepore che il suo occhio sinistro,oggetto di nuove e sconosciute carezze, provava. Stava marcando le sue vecchie ferite, segni indelebili che il suo unico vero nemico gli aveva lasciato. E quei ricordi, quelle sconfitte, quei vecchi dolori sembravano quasi più sopportabili, come se il loro peso si sgretolasse sotto il tocco gentile della sua mocciosa.
“Nami io..”
“No aspetta, lasciami finire” Tirò su col naso per spingere via i singhiozzi “Tu devi farlo, tu devi andare!Sii coraggioso e forte come lo sei sempre, combatti fino alla fine, fino allo spasmo. Buttati a capofitto nella battaglia e vinci! Torna vittorioso. Ma fallo non per le promesse, non per il tuo senso di protezione per noi. Non per Rufy e il suo sogno, tu...Tu devi farlo solo per te, diventa il più forte spadaccino del mondo solo per il grande Zoro Roronoa.
Io..Io ti prometto che verserò solo questa lacrima, solo una, mentre staremo qui ad aspettarti!”
Lo osservava con portamento fiero e coraggioso con occhi lucidi e profondi come il mare di quella sera.
“Mocciosa, aspetta l'alba insieme a me oggi...” Le disse prendendole la mano e tornando a perdersi in quel mare che portava calma. L'anima era zittita, aveva smesso di urlare. Quella calda presa donava una sensazione strana, mai sentita prima. Un senso di leggerezza e di intangibilità che mal si distinguevano con la tranquillità di quelle labili prime luci, con l'armonia del vento e di un sole appena sussurrato.
“Solo ad una condizione testa d'alga. Che questa alba sia la prima di innumerevoli altre albe” rispose assaporando quello spettacolo e stringendo ancora di più quella mano forte e protettiva.
“Te lo prometto! E tu sai bene che...”
“Si, lo so Zoro. Ogni tua promessa è debito!”
Il sole crescente illuminava i loro sorrisi carichi di sogni. Sogni realizzati, sogni da realizzare.
Passato, presente e futuro si perdono alla nuova luce nascente.
Un nuovo giorno, una nuova alba tinteggiata dall'arancio più puro.
Un' alba diversa, che portava in sé tutti i colori della speranza.
Ogni alba
Rabindranath Tagore
Ogni Alba porta un nuovo
giorno,
lavando con la luce della speranza
le macchie e la polvere dello spirito
vuoto di ogni giorno passato.
Vuoi celare te stesso!
Il cuore non ubbidisce,
diffonde luce dagli occhi.
Nella vita non c’è speranza
di evitare il dolore:
che tu possa trovare nell’ animo
la forza per sopportarlo.
Cieco, non sai che l’andare e il venire
camminano sulla stessa strada?
Se sbarri la strada all’ andata
perdi la speranza del ritorno…