Alla fine il viaggio ti entra nelle ossa.
Diventa una parte di te, di quello che sei.
Arriva a cancellare piano piano quello che ti è rimasto.
Quando sei in fuga da così tanto -in fuga da cosa, non lo sai, o non lo vuoi sapere- la fuga diventa un viaggio -o forse è il contrario, il risultato non cambia.
Diventa importante avere un posto dove portare la moto, la stessa moto che ti aiutò a comprare -non in quel posto nel sud della Francia, mai in quel posto nel sud della Francia, né su quella montagna, che avevi scalato con- diventa essenziale sapere dove stai andando, per dimenticare che in realtà non lo sai.
E non sai più neanche se è perché non ti ricordi più il tuo che dai sempre un nome diverso.
Sempre da solo, al massimo due parole col tizio vicino a te al bancone -ma poi questo è normale.
Lontano dalle uniche due persone di cui ti importasse qualcosa -a cui importasse qualcosa di te.
Alla fine il viaggio è l'unica cosa che ti rimane. E il dolore.
Angolino me:
Grazie grazie grazie a tutti voi che avete letto, non sapete quanto era che non scrivevo
Sì, ecco, se avete qualcosa da farmi notare fate pure, anzi; ho come il timore di aver combinato pasticci con l'IC.
Comunque; questa shot è stata scritta per l'iniziativa di compleanno di Pseudopolis Yard, che vi consiglio caldamente (sia l'iniziativa che il blog) <3
E nulla, grazie per essere arrivati fin qui, a risentirci :)
Un bacio;