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Autore: greyflamboyant    19/06/2014    1 recensioni
Sai, tu eri un po’ come la musica.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kaworu Nagisa, Shinji Ikari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Silenzio, incessante.
Che schifo, il silenzio. Rende le cose terribili ancora di più.
E la cosa ancora più terribile è che io stesso sono la causa principale di questo silenzio.
La mia musica è morta. 
L’ho uccisa, l’ho dilaniata con queste mani, che sono attaccate al mio corpo. Più le guardo, più vorrei staccarmele a morsi, dalla rabbia che cerco di reprimere.
E ora, come uno stupido, sto piangendo, in una maniera che odio tantissimo. 
Hai presente quando ti ritrovi il corpo saturo di emozioni, e cerchi di vomitarle fuori piangendo? 
Alla fine ti ritrovi con il petto straziato da un dolore pungente, invasivo, quasi soffocante. Piangere non diventa più uno sfogo, ma una tortura. 
Ecco, sto piangendo così. Col cuore colmo di terribili sentimenti. 
Ed è tutta colpa mia.

Ho sempre cercato conforto nella musica: è l’unica cosa che mi calma, che mi regala una piacevole compagnia. É sempre a tua disposizione, nel momento del bisogno. Ti da una carica immensa, ti trascina in scenari immaginari che fanno gioire i tuoi sensi. 
Sì, la musica è meravigliosa.
Sai, tu eri un po’ come la musica. 
Tutte le sensazioni che ho provato ascoltando la musica, le ho provate con te. Ma con te, avevano un sapore leggermente diverso. 
Era come se tutte le sensazioni crescessero esponenzialmente, in tua presenza. Mi facevi sentire amato. Mi hai fatto sentire amato, per la prima volta nella mia vita. 
E di questo ti sarò sempre grato in eterno, perché in cuor mio credevo di non potermi meritare tutto questo. 
Ti reputavo troppo per me. 
Eppure, continuavi ad essere al mio fianco. Ed io, da egoista, adoravo questa cosa, e mi godevo con vizio la tua compagnia. Ed ogni giorno ero sempre più affamato. 
Affamato di te.
Di te, della tua compagnia.
Dei tuoi discorsi, che alle volte mi sembravano privi di senso, ma che adoravo alla follia.
Del tuo sguardo, sempre affranto, ma speranzoso.
Della tua voce, che non ha mai sbagliato una nota.

Sai, tu eri la mia musica.
E come quando si ha una canzone preferita, io non mi stancavo mai, di te. Ero diventato un povero ingordo. 
E non mi spaventa dire che credevo di amarti, perché ogni qual volta il mio pensiero ricadeva su di te, a fine giornata, il mio cuore mancava un colpo.
E nonostante questi sentimenti, io non ho fatto altro che ucciderti. 
Non mi perdonerò mai per quello che ho fatto.
Ne avessi la forza, mi ucciderei anch’io. Ma tu mi hai insegnato che non merito la morte.
E ora, di te non è rimasto nulla, se non questo odioso silenzio.

E sì, anche per me è stato un piacere incontrarti.
Ma non ho mai avuto il coraggio di dirtelo.

   
 
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