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Autore: Michan_Valentine    20/06/2014    2 recensioni
George è in ritardo. Mitchell ha preso una decisione. E qualcuno trama nell'ombra.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annie Sawyer, George Sands, John Mitchell, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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George scese le scale e si diresse in salotto. Adocchiò l’orologio da polso: era tardissimo! Recuperò al volo la giacca dal divano e si scapicollò alla porta di casa.

“Mitchell, siamo in ritardo! E siamo in ritardo serio. Cioè, non che gli altri ritardi non siano seri, ma il lavoro è il lavoro. E devo parlare con Nina. E non è che il ritardo sia serio perché devo parlare con lei. Cioè… accidenti, vuoi scendere?” fece, cercando di infilare l’indumento in tutta fretta. E incontrando strenua resistenza.

Annie gli comparve innanzi e per poco non cacciò un urlo. Invece fece una specie di piroetta, avvolto malamente nella giacca come un pollo nel domopak, e si concesse un sospiro. Poi tornò a fissarla. Il fantasma gli fece cenno con la testa in direzione delle scale. George sfoderò una smorfia, cui seguì un altro cenno del capo da parte di Annie. Si accigliò, scosse la testa e l’altra perseverò con più vigore. Di rimando sollevò gli occhi al cielo, allargò le braccia e sbotto: “Ma perché non parli e mi dici che vuoi invece di cimentarti in strani messaggi subliminali?!”

Prontamente Annie pose le mani nel mezzo e lo guardò con rimprovero.

“Ehi! Che io sia già morta e tu a un passo dalla luna piena non ti autorizza a maltrattarmi.” rimbrottò.

“Questo non risponde alla domanda.” le fece notare. “E sono ancora in ritardo. Serio.” puntualizzò.

Il fantasma andò con gli occhi al cielo.

“Ok, d’accordo.” convenne infine, posando le mani sui fianchi “Mitchell si è barricato in camera da letto.” rivelò; e fece l’ennesimo cenno col capo in direzione delle scale.

“Che cosa?!” sbottò George “Proprio ora che devo parlare con Nina? Accidenti, non è che licantropizzo gente tutti i giorni -anche se tecnicamente potrebbe accadere solo un giorno ogni mese- e lui proprio oggi decide di… Barricarsi? Cioè, nel vero senso del termine?” domandò infine, strabuzzando gli occhi e toccandosi nervosamente gli occhiali.

“Forse potrebbe sconvolgerti, per cui cerca di mantenere la calma… ma l’ho visto rientrare in camera con chiodi e martello. Cioè, ci pensi? E se volessi portargli una tazza di tè? I biscotti forse riuscirei a passarglieli sotto la porta…”

Batté le palpebre e la fissò stranito.

“Annie, tu sei un fantasma. Attraversi i muri.”

L’altra tacque per un istante; poi rise e scosse la testa.

“Hai ragione!”

“Sì, ma perché? Perché proprio oggi che devo assolutamente incontrare Nina!? Cioè… che cosa gli è preso così d’improvviso? Solo ieri parlava di invitare tutto il vicinato per il tè delle cinque! Beh, tutto il vicinato se si esclude il Vin Diesel dipendente –non so come, ma siamo venuti a compromessi.”

Annie fece spallucce.

“Ha blaterato qualcosa a proposito di un sogno che ha fatto. Poi quando gli ho raccontato il mio -cioè, io non dormo; quindi è stata più che altro una specie di visione- ha detto che avrebbe posto fine a questa storia e che si sarebbe “murato vivo” da qualche parte.”

Inarcò il sopracciglio e fece per ribattere; tuttavia Annie lo fermò prontamente con un cenno della mano.

“Lo so. Lo so.” convenne quindi “Gli ho già fatto notare che tecnicamente –essendo lui un vampiro- l’espressione murarsi vivo è impropria, ma…”

“A dire il vero volevo solo sapere che cosa hai visto.” fece.

Il fantasma rise di nuovo, imbarazzata.

“Giusto, scusa! È naturale. Ovvio, quasi. Come avrò fatto a non pensarci?” tergiversò, toccandosi nervosamente i capelli “In ogni caso ho visto un buio corridoio, dietro a una porta. Si apriva su di una stanza rettangolare. Al centro c’era un lungo tavolo cui sedevano uomini e donne intenti a prendere appunti…”

Niente uomini con corde e bastoni, considerò. Tuttavia…. Incurvò le spalle e sospirò, spazientito.

“È la trama di un altro film dell’orrore, vero?” fece “Tu e Mitchell non fate altro che guardare la tv, specie da quando ti sei messa in testa di perseguitare Owen. Tu prendi spunto, ma per lui è come pornografia, Annie! Con tutto quel sangue. Sarà pure finto, ma l’erotismo è evocativo! Funziona anche senza guardare le tett… i cul… ehm… diciamo le parti anatomiche che solitamente stimolano la fantasia degli uomini, ok? Dovete farla finita! Ed ecco il risultato. Ora lui è turbato e teme di azzannare la prima che passa. Tu fai strani cenni con la testa in un linguaggio oscuro e io sono in ritardo. Serio ritardo!”

Annie spalancò le braccia.

“E allora? Lo lasci di sopra a murarsi vivo? Io ho provato a farlo ragionare, ma si è dimostrato ostinato. Nemmeno prenderlo a calci negli stinchi è servito a qualcosa! Mi ha sbattuto fuori. Ho bussato, ma non mi ha più aperto.”

“Attraversi i muri.” reiterò, sempre più perplesso. E sempre più in ritardo.

“Ah-ha! No, no, no. Non ci provare! So cosa stai cercando di fare.” ribatté il fantasma, inclinando il capo e puntandolo con l’indice “Ma non osare rigirare la frittata! E poi non puoi abbandonare il tuo migliore amico in una situazione del genere! Perciò fila di sopra a dirgli qualcosa!”

George roteò gli occhi, esasperato. Ciononostante, prima che potesse tramutarsi in un poltergeist com’era già successo, si decise ad accontentarla. Si tolse furiosamente la giacca, la lanciò sul mobiletto all’ingresso e risalì le scale. Raggiunse la stanza di Mitchell e bussò alla porta. Silenzio.

Il fantasma apparve accanto a lui. “Fallo di nuovo. Sii ostinato anche tu. Sii “grrr” e “roar”, sii lupo e vedrai che non potrà ignorarti!” suggerì, mimando zanne e artigli.

Annuì, ben poco convinto. Si impostò, prese slancio e bussò di nuovo. Più forte; e per poco non si fece male alla mano.

“Mitchell?” disse “Apri questa porta, Mitchell! Che storia è questa che devi murarti vivo? E poi tecnicamente è sbagliato, dato che tu sei già morto!”

Dall’altra parte si sentì del trambusto non meglio specificato. Aggrottò le sopracciglia.

“Non provarci, George!” la voce di Mitchell arrivò attutita dalla porta “Stavolta non riuscirai a fermarmi! Sono deciso. Per uno come me è l’unica via d’uscita. L’ho visto in sogno!”

“Ma è solo suggestione! Si può sapere che diavolo hai sognato?”

Altro trambusto da dietro la porta.

“Spostati, George! Ora inchioderò queste assi alla porta. Ho dei chiodi, con me! Pungono, sai?”

Si tolse gli occhiali, scosse la testa e si passò la mano sulla faccia, cercando di trovare un senso a quanto l’altra stava blaterando.

“Sì, lo so. Ma che c’entra? Vuoi pungermi, adesso?”

“Cristo! Certo che no!” ribatte l’altro, come se gli avesse appena detto un’assurdità “Ma potresti farti male comunque. Accidentalmente. E io non reggo la vista del sangue.”

George guardò Annie, in cerca di sostegno. Il fantasma si strinse nelle spalle, faccia preoccupata. Di rimando le fece cenno con la testa in direzione della porta. Annie sfoderò una smorfia, cui seguì un altro cenno del capo da parte sua. L’altra scosse la testa e lui mandò gli occhi al cielo.

“I muri, Annie! I muri! Attraversa il muro e apri questa porta!” sbottò quindi.

“E non potevi dirlo subito invece di fare quei cenni incomprensibili?” replicò il fantasma, prima di smaterializzarsi dall’altra parte.

“No! Annie, stai ferma!” protestò Mitchell “Ne va della salvezza di tanta brava gente. Devo farlo! E ridammi il martello!”

George si passò la mano nei capelli.

“Mitchell questa cosa non ha alcun senso -e non perché sei un morto che vuole murarsi vivo. Cioè, sì, anche per quello, ma il punto è che non puoi inchiodare le assi dall’interno! In un secondo momento potresti sempre toglierle e uscire dalla stanza. Ti pare?”

Silenzio di tomba. Poi la serratura scattò e la porta si aprì, rivelando la figura preoccupata e abbattuta del vampiro. Sorrise. Tuttavia non fece in tempo a tirare un sospiro di sollievo che l’altro gli passò chiodi e martello.

“Hai ragione.” fece il vampiro “Per questo devi farlo tu.” Tentò di scuotere la testa, ma l’altro gli agguantò la faccia con ambo le mani e lo fissò dritto negli occhi “George. Devi farlo. Non c’è altra soluzione. Altrimenti diventerai mio complice in chissà quali atti efferati! Invece hai la possibilità di fermarmi prima che la tua anima si corrompa… e senza infilarmi un paletto nel cuore!”

Aggrottò le sopracciglia e si scansò, offeso. Avrebbe anche voluto spintonarlo per quell’insinuazione, ma si trattenne.

“Ma io non voglio infilarti un paletto nel cuore!” protestò “Anzi, a essere precisi –giusto perché ogni tanto c’è qualche malalingua in giro che afferma il contrario- non c’è niente che io voglia infilare dentro di te! Ti assicuro!”

Mitchell batté le palpebre, improvvisamente confuso. Annie fece altrettanto, sfoderando anche una smorfia. Di rimando George provò profondo imbarazzo. Doveva dire subito qualcosa, qualunque cosa! E cambiare argomento.

“M-ma non è questo il punto!” fece, lanciando via il martello “Siamo in ritardo per il lavoro, perciò smettila con questa…”

“Non vuoi proprio capire, eh? Te l’ho già detto, io non ho giorni liberi! Sono un vampiro. Ed è quello che sono in ogni momento! E ho sognato delle cose terribili! C’era una donna crudele, che faceva a pezzi il mio cuore. E un treno… e Cristo Santo, un fottuto pesce rosso, George!”

“E ti assicuro che non c’erano pesci rossi nei film dell’orrore che abbiamo visto.” soggiunse Annie, riapparendo alle spalle di Mitchell.

Ok, questo era troppo, decise. Perciò si passò la mano nei capelli, si profuse in un lungo, mesto sospiro e si allontanò.

“Basta, fai come vuoi. Io vado al lavoro. Sono certo che quando tornerò ti sarai reso conto che questa cosa è… folle! Folle e basta!” continuò avviandosi lungo le scale “L’unica cosa più folle di questa situazione sono io che perdo tempo e vi do corda!”

Ciò detto recuperò la giacca e uscì di casa. Ad aspettarlo c’era Nina; e non sarebbero bastate delle semplici scuse per convincerla a non lasciarlo per sempre. Tanto più che la luna piena stava avvicinandosi.

***
 
Toby Whithouse percorse a passo svelto il buio corridoio che conduceva alla sala conferenze. Raggiunse l’ingresso e girò la maniglia. L’uscio s’aprì su di una stanza rettangolare con al centro un lungo tavolo, cui sedevano uomini e donne armati di penna e blocco per gli appunti.

“Abbiamo un problema, signore!” interloquì subito uno degli sceneggiatori “Mitchell si è barricato in camera da letto e ha deciso di non uscire più.”

“Ne sono stato informato.” fece Whithouse, prendendosi del tempo per riflettere “Ma troveremo una soluzione. The Show Must go On! Perciò vediamo come possiamo rendere interessanti i prossimi episodi di Being Human.”

L’assenso serpeggiò fra il team di sceneggiatura. Poi una giovane e talentuosa scrittrice prese la parola.

“Credo che ci toccherà cancellare il personaggio di Lucy Jaggat.” gli fece.

Annuì, senza scomporsi. Sapeva già come riempire il buco lasciato dalla Jaggat. E Nina faceva al caso suo; ma c’erano cose più urgenti di cui discutere. Un altro fra gli sceneggiatori lì riuniti sollevò timidamente la mano. Whithouse gli fece cenno di parlare.

“Signore, dobbiamo cancellare anche la scena del Box Tunnel 20?” chiese il ragazzo.

A quella menzione Whithouse serrò le labbra in una linea dura. Ecco, appunto. Di quel passo la defezione di Mitchell avrebbe portato la serie a tingersi di rosa. Non poteva permetterlo!

“Non ci resta che scaricare la sfiga su George, signori. ” stabilì quindi “Forse la scena del Box Tunnel 20 sarà cancellata… ma quanto è vero Iddio ci sarà una carneficina! Ad ogni costo!” stabilì, battendo il pugno sul tavolo.

“Dato che Mitchell ha dato forfait potremmo approfittare della prossima luna piena e far sì che il lupo divori dei poveri e ignari campeggiatori.” propose subito uno degli sceneggiatori, con gli occhi colmi di eccitazione.

Quel ragazzo aveva talento, considerò. Quindi annuì e il team vergò la carta con l’inchiostro, prendendo appunti.

“Ma è meglio un gruppo di boy scout dai sei ai dodici anni. È più drammatico.” precisò, contando gli spunti narrativi che lo struggimento di George avrebbe fornito loro.

“Come la mettiamo con la faccenda del pollo?” obbiettò la giovane sceneggiatrice “Fin ora il trucco di Tully ha sempre funzionato.”

“Tutti gli espedienti hanno un punto debole.” ribatté “In questo caso la luna piena coinciderà con la sagra delle alette alla messicana! Perciò i macellai saranno a corto di polli.” stabilì, spiccio.

“Potrebbe incappare in qualche rifugio di fortuna. Chessò, un bagno pubblico.” obiettò ancora la ragazza.

“Troverà occupato. Dopotutto quando scappa… scappa!” stabilì; e internamente gongolò per l’idea geniale.

Sabotare ogni minima azione di Mitchell gli piaceva, ma anche George aveva del potenziale inesplorato, considerò. Il team di sceneggiatura terminò di prendere appunti e un altro scrittore prese parola.

“E per quanto riguarda Nina? I due riusciranno a tornare insieme?” chiese.

La domanda non lo stupì. In passato avevano già preso in considerazione l’idea di una riappacificazione fra i due, seppur dolorosa. E di una figlia concepita da licantropi, anche. Tuttavia, considerando la defezione di Mitchell e la cancellazione della Jaggat, c’erano poche alternative.

“No.” stabilì quindi “Nina riempirà il buco lasciato dalla Jaggat. Ci vuole quel pizzico di tradimento e angoscia in più, no? Dopotutto è stata licantropizzata dall’uomo che diceva di amarla… per cui direi che una vendetta da parte sua è più che lecita. Perciò, a seguito di una notte di sesso sfrenato, tenterà di piantare un meraviglioso paletto nel cuore di George!”

Lo sceneggiatore timido alzò nuovamente la mano, aspettando il permesso per parlare. Annuì per accordarglielo.

“Signore, le ricordo che il paletto spettava a Mitchell.” osò, giocherellando nervosamente con la penna.

Accidenti! Aveva ragione. Fece spallucce.

“Ripiegheremo su di una mannaia fatta d’argento. Non sia mai detto che non sono uno sceneggiatore pieno di risorse e dalle larghe vedute!” ritrattò “E per quanto riguarda Annie…”

Tutti in coro: “Sì?”

“Premerà affinché George sconti la propria pena in carcere per aver maciullato poveri ragazzini indifesi, ovviamente. Che cosa ne pensate?”

Ci fu mormorare sommesso da parte di tutti gli assistenti; poi lo sceneggiatore timido prese parola per tutti.

“Signore… e per quanto riguarda Mitchell?”

“Beh, non può rimanere barricato in camera da letto per sempre.” considerò, riflettendo ad alta voce “Direi che col supporto e l’amore di Annie riuscirà a trovare la stabilità che cerca e il coraggio per tornare a “vivere”. Sarà un processo lungo, difficile e doloroso… finché, nella terza stagione di Being Human, sarà abbastanza forte da sopprimere George e liberarlo così dai rimorsi. Sarà un atto di pietà dalla grande carica emotiva, vedrete! So che siete scettici nel rendere il lato oscuro dei lupi mannari… ma son tempi duri. Perciò dimentichiamoci le distinzioni nette fra bene e male. Vampiri cattivi e licantropi buoni. Consideriamo le sfumature! Chi ha detto che alla fine un succhiasangue su mille non può farcela?”

Al suono di quelle parole gli occhi dei suoi assistenti si colmarono d’emozione. Alcuni piansero. Altri si alzarono e applaudirono. I più determinati continuarono a scrivere fiumi di parole sui taccuini. Di rimando annuì, compiaciuto.

Infine la giovane e talentuosa scrittrice prese nuovamente la parola, penna e blocco per appunti alla mano.

“Ricapitolando: nella prossima puntata Nina tenterà di uccidere George. Disperato e col cuore in frantumi quest’ultimo non riuscirà a trovare un pollo e un buco dove nascondersi. Così la trasformazione lo coglierà impreparato e finirà con l’uccidere una ventina di teneri boy scout.” fece; poi la raagazza assunse un’aria pensierosa e domandò “E come intitoleremo l’episodio?”

Whithouse rifletté per qualche istante e vagliò alcuni titoli. “Un giorno da Mitchell” sarebbe stato troppo esplicito. “Un giorno da sfigati” troppo poco adatto alla natura oscura di George. Infine la folgorazione arrivò. Sorrise.

“Un giorno da cani.” annunciò.
 
Non so di preciso che cosa ho scritto. oo So solo che mentre guardavo la serie pensavo "Sì, ok, ma qua non c'entra essere o non essere vampiro. Mitchell è sfigato e basta!". Lol. Cioè, ogni cosa che prova a fare gli va storta. Ciò considerato non mi stupisco di come sia andata a finire. xD
Tra l'altro ho amato i personaggi di Mitchell e George con tutto il cuoricino. E, a dirla tutta, mi piace come Toby Withouse ha sviluppato il loro rapporto d'amicizia, fino all'amara conclusione. Amo Being Human. Avrà i suoi difetti, ma è molto migliore di altre serie sovrannaturali. Specie per l'humor! xD
Tuttavia questa cosa mi è uscita lo stesso. oo Per ironizzare un po' sulla sfiga di Mitchell, di come gli sceneggiatori abbiano calcato la mano e di come anche le cose più "innocue", come nascondere un dvd, si siano ritorte contro il vampiro in maniere strema! xD Lol. Qui, però, a farne le spese è il povero George! xP
   
 
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