Giochi di Ruolo > Vampiri: la masquerade
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Autore: Jake Blake The Heartquake    21/06/2014    0 recensioni
Alassante, chiamata al rifugio di Fanucci, speranzosa vi si appropinqua sperando di potersi dichiarare a lui. Ciò che non sa è che lo Sceriffo ha ben altri piani per lei...
Genere: Angst, Dark, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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"E' permesso, signor Sceriffo?"

La Toreador entrò nel salotto privato di Fanucci, impassibile, nonostante dentro sè celasse una gioia infinita. Finalmente sarebbe rimasta da sola con il suo amato e avrebbe potuto declamare ogni suo sentimento più recondito al Vampiro che oramai si era impossessato del suo cuore e della sua mente. Si sedette dietro la scrivania, mentre Fanucci era in piedi, di fronte alla vetrata, che guardava fuori. Il tempo uggioso, condito da svariate gocce di pioggia, accompagnava la musica classica che si sentiva in sottofondo con il ticchettio tipico della pioggerella leggera che cade la sera prima di liberare la vera e propria tempesta notturna. Senza troppo farla attendere, Fanucci si mosse, andando a sedere sulla poltrona, scrutandola con un fare arcigno

"E' successo qualcosa di grave, Signor Fanucci? La vedo un pò... alterato. C'è qualcosa che posso fare per lei?"

Il suo tono era caldo, il suo fare molto seducente. Si muoveva delicatamente sulla poltrona, spogliandosi lentamente del cappotto, rivelando un vestiino che poco lasciava alla fantasia. Fanucci rimase impassibile, e Alassante ci rimase un pò male. Ma ci rimase ancora peggio quando, dal nulla, dei tentacoli d'ombra sbucarono dal nulla, legandola alla sedia. Un senso innaturale di gelo si impossessò lentamente di lei, mano a mano che i tentacoli stringevano e la costringevano all'immobilità. Senza dire una parola, Fanucci si alzò, premendo un pulsante. Alle sue spalle, una libreria iniziò a spostarsi lentamente, rivelando uno scomparto segreto. Cinque sedie, con cinque corpi, erano disposte nella penombra. Alassante tentò di liberarsi, ma fallì miseramente. Tentò di parlare, ma un tentacolo le bloccò la bocca, circondandole metà volto e stringendo con forza. Fanucci accese la prima luce, rivelando, sulla sedia, il corpo privo di ogni possibile forma residua di vita di Orso Rovaldi, impalettato. La sua testa, riversa all'indietro, mostrava le sue corde vocali scoperte. Dalla bocca usciva quello che pareva essere il collo di un violino. Alassante spalancò gli occhi, tentando di urlare, fallendo. I tentacoli strinsero ancora di più. Fanuci mostrò il secondo corpo. Artemide Castaldi, messa peggio di orso, aveva la testa passata da parte a parte da quello che pareva essere un triangolo, il quale era appeso ad una corda che arrivava fino al soffitto. La paura prese possesso di Alassante, la quale rimase paralizzata ad osservare impotente lo spettacolo macabro operato dallo Sceriffo. Il terzo corpo, invece, si rivelò essere Marie, che riconobbe dalla corporatura e dalle vesti, poichè la parte superiore del suo cranio era completamente sparita. Ciò che rimaneva erano solo i denti, riposizionati in modo da formare uno xilofono. Alassante spalancò gli occhi quando, nel quarto corpo, riconobbe il proprio sire, che sedeva con le braccia spalancate e la testa sbucava dal petto e non dalle spalle. Sulle sue braccia erano disposti i tasti di un pianoforte. Ma ciò che uccise veramente Alassante fu l'ultimo corpo. Con suo grande stupore, il corpo della Madre era lì, deturpato orrendamente. Al posto della pancia, infatti, vi era la cassa di un violoncello, con le corde che andavano a disperdersi e fondersi con la cassa toracica di lei, la quale era stata apposiatamente operata per l'occasione. Fanucci si avvicinò a lei, sedendosi al suo fianco, schioccando le dita. Una serie infinita di tentacoli emesere dalle ombre, iniziando a suonare una terribile sinfonia di morte. La dissonanza creata con l'utilizzo di quegli strumenti andava a creare una morbosa e malata melodia che impediva ad Alassante di ragionare, ne era inconsapevolmente attratta. Quando lo spettacolo macabrò finì, Fanucci la liberò dalla presa gelida. Con gli occhi spiritati, Alassante si alzò in piedi, avvicinandosi allo sceriffo, scagliandosi su di lui, baciandolo con passione, mordendolo, spogliandolo con foga, vorace di quel corpo che tanto aveva bramato e che le aveva spezzato quel filo di sanità mentale che le rimaneva da quando era stata abbracciata. 

"Io ti amo, Anthony"

Disse, mentre gli strappava letterlamente i vestiti di dosso. Lo Sceriffo, con un ghigno malefico, la impalettò senza troppe remore, posizionandola poi sopra un piedistallo alle spalle dei cinque "strumenti". Ora che la sua orchestra era completa, avrebbe potuto suonare il suo amore per Alassante per il resto dell'eternità


 
  
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