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Autore: Vala    18/08/2008    0 recensioni
- “Ho sentito le acclamazioni, come al solito hai vinto tu! Non c’è storia contro il grande Fuji Shusuke, il grande, l’unico, il solo…”.
“Devo andare in bagno!”.
Fuji entrò di corsa tagliando corto la sfilza di complimenti di Momo. Qualcosa l’aveva morso. Si infilò una mano in tasca ed estrasse una pallina da tennis.
“Insomma, ma ti pare!”.
“Quello non la finiva più! E io ho fame! Cibooooooooo!!”.
Fuji sospirò. Camilla non era mai stata una pallina paziente. -
La prima fanfic che ho scritto interamente dedicata a Camilla, Prima Pallina Ammaestrata. Perchè Pallina Ammaestrata? Se conoscete il manga e un minimo delle leggi naturali, o le palline di Fuji sono ammaestrate o quella storia è ambientata in un altro pianeta...
Genere: Demenziale, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Fuji Shusuke, Nuovo Personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Finalmente! Era da tanto che l’aspettava, ora era arrivata quella magnifica giornata assolata che aveva tanto desiderato, così a lungo cercata che si mise a saltellare per l’emozione. Sole. Sole uguale uscire. Uscire uguale libertà. Libertà uguale…Romeo!!
Camilla, l’adorabile pallina da tennis ammaestrata di Fuji, saltò con grazia della finestra ove da giorni guardava una pioggia scrosciante rovinare i suoi propositi romantici. Si, quella era la giornata perfetta per lei, la giornata dell’amore!!
Fuji vedendola così felice non ebbe a cuore di impedirle di uscire, il tempo pareva stabile e poi si era abituato a cercare la sua amata Camilla in giro per tutta la città come un disperato, si era anche costituito il fan club de “Camilla libera”. Lo avevano quasi ammazzato l’ultima volta che l’aveva riportata a casa urlante, disperata. La sua scenata aveva attirato l’attenzione di un gruppo di vecchiette di passaggio che avevano gridato “rapimento!” facendo accorrere il personale ed agguerrito fan club della sua amata pallina da tennis ammaestrata. Al solo vedere i loro volti decisi, Fuji si era portato due dita alla bocca ed aveva emesso due fischi prolungati ed uno breve: segnale di massima emergenza, priorità assoluta, necessità impellente di salvataggio. Nel giro di pochi secondi era stato spalleggiato dal suo personale fan club, momentaneamente più numeroso di quello di Camilla, che lo aveva sostenuto nella dura lotta per riportare a casa la recalcitrante fuggitiva.
La pallina da tennis si era incantata a guardare il suo padrone, a sua volta incantato a fissare nel vuoto ricordando i bei tempi andati o qualche scenetta particolarmente divertente, a giudicare dalla sua faccia buffa. Ma questo non la riguardava. Ora era tempo di estate, tempo di uscire, tempo dell’amore!
Camilla rimbalzò allegramente sul parquet tirato a lucido dal ragazzo in vista della visita di Tezuka…come se quell’inamidato amorfo se ne fosse reso conto di tutte le premure con le quali il suo ragazzo lo circondava ogni giorno. Ma alla pallina per quel giorno non interessava altro che la soglia di casa spalancata verso la libertà, verso il mondo esterno, verso il suo Romeo. Oh, Romeo, dove sei ora, Romeo? Si torturava la povera Camilla ripensando a quando lo aveva incontrato per la prima volta...

Fuji l’aveva portata finalmente ad una partita importante dopo tanto tempo che la teneva sotto osservazione per colpa della brutta depressione subita dopo che HB, il pallone da calcio che abitava di fronte a loro, l’aveva crudelmente mollata per una pallina da ping pong molto più leggera, dalla linea invidiabile, ed il profilo rifatto di recente. Era stato troppo per lei, si era lasciata andare del tutto, non litigava nemmeno più con Hernando che ne aveva approfittato per installarsi in pianta stabile nel bagno di casa tormentando chiunque entrasse con i suoi “holè!” di incoraggiamento per ogni vestito tolto.
Si era trattato di un bel giorno di sole, proprio come quello a cui stava assistendo adesso. Gli uccellini cantavano, le fronte degli alberi si muovevano armoniose con il venticello rinfrescante, gli innamorati si tenevano a braccetto scambiandosi effusioni sdolcinate…e Camilla lanciava verso tutto e tutti le peggiori maledizioni. Non ne aveva combinata una giusta a partire dal risveglio. Fuji avrebbe voluto prepararle un dolce speciale per tirarle su il morale, quindi aveva messo la sveglia prima del solito. Peccato che durante la notte la pallina ammaestrata, da sempre contraria alle leggi della fisica, era riuscita in qualche modo nel sonno ad uscire dal suo lettino con le sponde accanto al cuscino di Fuji e a rotolare dentro le pantofole del ragazzo. Non appena il padrone delle ciabatte aveva messo un piede dentro, lei, mezza assonnata e di pessimo umore, l’aveva morso. Davvero un pessimo inizio di giornata per i due. Fortunatamente Fuji era sempre gentile con la sua venerata Camilla, e poi era ben conscio del dolore che si provava a venire duramente scartati dal proprio amore in favore di qualcuno più giovane, più bello o più rifatto [n.a. Fuji? Scartato? Quando mai!!]. Ma la cucina non doveva essere altrettanto comprensiva con la pallina da tennis preferita del padrone di casa, perché aveva bruciato la cioccolata che il ragazzo aveva preparato. Si era distratto pochi minuti, il tempo di fantasticare su Tezuka nudo sul divano, ed ecco combinato il pasticcio. Ormai era troppo tardi per rimediare. Camilla si era gustata lo stesso la cioccolata apprezzando il gesto del suo carissimo Fuji che continuava a vegliare su di lei sempre e comunque. Caro ragazzo! Eppure lei gliene combinava di tutti i colori scappando continuamente di casa! Ma ora doveva mettere la testa a posto per il bene del suo cucciolo, doveva per forza comportarsi come una brava pallina da tennis ammaestrata…e doveva cacciare Hernando dal bagno.
Non appena Camilla ebbe ristabilito una parvenza di ordine nella stanza da bagno, dopo aver cacciato fuori a rimbalzi nel sedere lo spagnolo focoso che imprecava in lingua madre, furono pronti ad uscire di casa. Fuji la prese delicatamente in mano e la posò con estrema dolcezza nella sua custodia personale, rosa, foderata di pelliccia sintetica di prima qualità e riscaldata. Inutile dire che dopo una notte infernale ed un risveglio brusco, Camilla si era addormentata. Ora, purtroppo per lei, la nostra adorata pallina da tennis, oltre a sfuggire sempre e comunque a tutte le leggi della natura, aveva il brutto vizio di parlare nel sonno.
"Camilla, sei pronta?" le aveva domandato Fuji dopo averla estratta dalla custodia una volta giunti a destinazione sul campo da tennis designato per l’incontro.
"Mmm" aveva mormorato Camilla mentre sognava un mondo fantastico fatto di dolci a profusione da consumare guardando gli spogliatoi delle sue squadre preferite.
"E allora…andiamo!".
Fuji aveva cominciato la partita con un colpo leggero, facile facile, una cosa da nulla…se solo Camilla fosse stata sveglia. Ma la pallina non era affatto sveglia e l’impatto con la rete della racchetta le causò un tale trauma che non fu in grado di ruotare la traiettoria per portarsi lontano dall’avversario il quale, deciso a mettere in chiaro fin da subito che faceva sul serio, utilizzò buona parte della sua forza per ribattere il colpo. Non l’avesse mai fatto! Camilla sfrecciò dritta dritta addosso al suo adorato Fuji in cerca di protezione ed il ragazzo non fu in grado di evitare il colpo diretto in pieno petto. La pallina da tennis rosa si rigirava nelle sue mani piangendo. Fuji non ebbe cuore di richiamarla in campo e continuò per l’intero set con un’altra delle sue sorelle minori. Purtroppo per lui era talmente concentrato a consolare Camilla nel taschino della sua maglia, che lo perse malamente. Il giocatore si diresse alla panchina per bere un sorso d’acqua con l’aria di chi non sa che fare della sua vita. Tezuka, che sembra scemo ma a volte stranamente non lo è, si accostò a lui posandogli una mano sulla spalla per dare l’impressione che stesse parlando con l’amico invece che con il taschino della sua maglia.
"Camilla, Fuji ha bisogno di te…non puoi startene lì a piangere per così poco! Sei una professionista! Sei la Prima Pallina da Tennis Ammaestrata, non puoi permettere di farti battere da una palla qualunque uscita da chissà che macchinario difettoso! Ritrova il tuo orgoglio!".
Il discorso commovente di Tezuka alla sua pallina preferita fece venire i lacrimosi a Fuji, ma ebbe ben poco effetto su Camilla che continuò ad agitarsi disperata. Nessuno la capiva, nessuno poteva aiutarla in quel momento di totale disperazione, nessuno poteva…
"D’accordo!" esclamò Tezuka che per una volta aveva la soluzione perfetta al problema impossibile "Se fai la brava potrei prendere in considerazione l’ipotesi di farti preparare una porta per te negli spogliatoi della squadra…una porta che non si può murare come quella normale…".
Camilla fece capolino dal taschino. Una porta? Una porta vera? Una porta tutta per lei? Le sembrava un sogno. Nella sua testa già vedeva il tappeto rosso stendersi dinnanzi al suo cospetto mentre avanzava nello spogliatoio maschile del Seigaku, lanciando sguardi accattivanti al suo venerato Tezuka che si spogliava davanti a lei con movenze sensuali chiamando il suo nome. Camilla…Camilla…Camilla…
"Camilla?! Oddio, stai bene?!".
Fuji prese in mano preoccupato la sua pallina da tennis: dalla C rosa, in corrispondenza di quello che in teoria doveva essere il naso, stava fuoriuscendo qualcosa di molto simile alla cioccolata, di cui era impregnata. Non appena l’attimo di crisi fu passato, Camilla rientrò in campo. Il suo ingresso fu accolto dal suo fan club con grida di giubilo ed inni estasiati. Si, era Camilla, la Prima Pallina di Fuji e non si sarebbe fatta battere da uno stupido pallone da calcio pompato da due ragazzini drogati che neanche avevano capito di essere gay e innamorati.
Inutile dire come si concluse il trionfale ritorno alla vita di Camilla…
"Set and game won by Camill…ehm…Fuji!".
Per festeggiare l’uscita di Camilla dalla terribile depressione che l’aveva colta, la squadra di tennis Seigaku al gran complete si era riunita attorno ad un tavolo ove Taka aveva deposto la sua ultima creazione: un’immane torta di sushi al cioccolato e caramello. Camilla saltò tutto il tempo dalla gioia. Evviva! Quello si che era degno di lei!
Fuji se ne stesse in disparte a guardare mentre la sua adorata pallina si gettava a capofitto nel grumo di panna montata a forma di calamaro, rotolando a destra e sinistra, divorando pezzi grandi quanto lei in un battito di ciglia. Ah, la sua pallina era tornata quella di un tempo.
"Camilla…non così in fretta…aspetta un attimo!".
Taka si fece avanti raccogliendo con reverenza una pallina in overdose di zucchero. Il ragazzo alzò una mano e schioccò le dita con un sorriso sornione.
"Vieni pure, è il tuo momento…Romeo!".
La torta di sushi dolce esplose dall’interno. Tutti si coprirono gli occhi, ma Camilla non ne aveva bisogno, le bastava ruotare su se stessa e divorare tutta la panna ed il cioccolato che le piovevano addosso. Quando si fermò, in cima alla torta, ebbe la visione paradisiaca della sua vita: Romeo. Chi è Romeo? Ma come chi è Romeo!! Romeo è l’incredibile, il fantastico, il migliore single palla da tennis idol di tutta la nazione! E si trovava lì, davanti alla sua C rosa che risplendeva di nuovo vigore, agli occhi esperti di Fuji pareva fin troppo ovvio vedere l’emozione sulla superficie della sua pallina amata. Però era un po’ geloso…insomma, era la sua pallina…e ora sbavava per qualcun altro. Poteva accettare che quel qualcun altro fosse Tezuka, ma…un’altra palla? Insomma…Camilla non era mai stata fortunata in amore, tutti quelli che aveva frequentato non riuscivano ad accettarla per quello che era, la consideravano strana, anormale, odiosa perfino. Povera Camilla! Neanche fosse una pallina lesbica!
In silenzio, i membri della squadra da tennis Seigaku, si sedettero sulle panchine ad assistere al concerto che avevano organizzato solo per lei, per la loro beniamina. Romeo era fantastico in quel completo rosso, saltava con una grazia divina, incantava con la sua particolare mossa ancheggiante che fece più volte perdere i sensi ad una totalmente ripresa Camilla. Romeo cantava la sua canzone con tutta la passione che lo contraddistingueva, eseguì perfino il suo famoso doppio salto mortale con acuto che fece venire i brividi a tutti. Ah, tutto quello era per lei, avevano escogitato la cosa più bella del mondo per farla felice. E lei non faceva altro che farli preoccupare! Romeo! Aveva perfino un suo poster sotto il cuscino! Aveva tutti i suoi dischi, tutti i suoi film, tutte le sue apparizioni, tutte le sue foto…pochi mesi prima aveva resistito a malapena dalla voglia di farsi tatuare il suo nome sulla sua perfetta superficie sintetica! Si era accontentata di sognarlo, pensava fosse abbastanza…ma quanto era stata idiota! Ora era lì, a portata di salto, bastava un solo rimbalzo…una cosa innocente……………al diavolo la precauzione e l’onore, se lo sarebbe sbattuto come un palloncino sgonfio! Stava per mettere in atto il suo piano diabolico per rubare un attimo di pura estasi al suo idolo, quando Romeo si allontanò in direzione della torta. Cosa voleva fare? Camilla attese, forse intendeva semplicemente portarle un pezzo di dolce…ma la pallina da tennis single, maschio, idol di tutte le palline femmine del Paese, si rituffò nella panna e scomparve alla vista. Prima che l’innamorata ed infoiata Camilla potesse fare qualunque cosa, Taka la riprese in mano e la riportò dal suo padrone che si trova in braccio a Tezuka. Finito tutto. Aveva assistito ad un concerto del grande Romeo, allora perché era così triste ora?
"Camilla…questo era solo per te!".
Camilla non ebbe cuore di deluderli e riprese la sua solita attività: per le due ore successive cercò di infilarsi nei pantaloni di tutti riuscendo in parecchi dei tentativi. Alla fine quando tornò a casa si sentiva totalmente soddisfatta. Si, era Camilla, era la Prima Pallina Ammaestrata di Fuji e nessun spagnolo le avrebbe fregato il posto d’onore nella vasca da bagno del suo Fuji. Tremate uomini, la grande Camilla è tornata!

"Camilla!!".
Notte fonda. E Fuji è ancora in giro a cercare Camilla. La sua adorata pallina era di nuovo sparita.
"Camilla!!".
"Fuji! Non ti preoccupare, vedrai che tornerà a casa presto…!" cercò di consolarlo Taka che gli era corso dietro sentendolo urlare il nome della loro mascotte ai quattro venti.
"Ma non è per Camilla che mi preoccupo…!".
"Come?!".
Taka non era in grado di capire. Fuji era sempre esagerato, quando si trattava di Camilla era capace di stare alzato tutta la notte per cercarla…per poi scoprire che si era semplicemente divertita a nascondersi in casa di Tezuka per dormire con lui. Ma non era a casa di Tezuka, nemmeno a casa di Oishi o degli altri, oramai ognuno di loro aveva preso l’abitudine appena tornati a casa di controllare sacche e cassetti alla ricerca di un’eventuale clandestina. Camilla, dove sei andata a cacciarti stanotte?!
"Vedi…Camilla non era depressa perché HB l’ha mollata…".
"Ma io credevo che…insomma…avevo capito che quel pompato l’aveva piantata in asso…".
"Si…l’ha piantata…ma…diciamo che ha fatto cilecca…".
"Cilecca? In che senso?!".
"…insomma…non era poi così pompato come voleva mostrarsi…".
"…eh? Era sgonfio quindi l’ha mollata?!".
"No, non hai capito…non era poi così duro da reggere il confronto…".
"………".
"Ok, te la metterò in termini comprensibili per te: HB non era DURO e GONFIO, ha mandato Camilla IN BIANCO!".
"Ah! Ora ho capit…oh oh…".
Taka si voltò con aria preoccupata in direzione della villa che si ergeva alla fine della strada. Fuji aveva seguito le tracce cioccolatose di Camilla fino a quel punto, quello poteva voler dire solo che…
Un urlo terribilmente acuto squarciò l’aria notturna estiva e Fuji rabbrividì. Troppo tardi. Sperava solo che la sua amata pallina non ci andasse troppo pesante…Romeo poteva essere un idolo con tendenze omosessuali evidenti dal suo ondeggiare, ma Camilla era pur sempre la sua pallina ammaestrata.

Il mattino dopo Camilla era nel suo lettino, al suo posto sul cuscino di Fuji. La C rosa non era mai stata così splendente.
I titoli citavano le parole del famoso idol Romeo che dichiarava: avevo scelto la sponda sbagliata, non sono gay. Camilla aveva compiuto il miracolo. Terrorizzato, Hernando non osò più rotolare in bagno.
  
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