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Autore: HIMsteRoxy    23/06/2014    2 recensioni
//3x03 His Last Vow
//Johnlock
// I pensieri di Sherlock e il suo palazzo mentale.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Charles Augustus Magnussen, John Watson, Mary Morstan, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io e John eravamo impegnati in uno dei tanti nostri casi da risolvere e questa volta eravamo riusciti ad intrufolarci nell’ufficio di Magnussen, grazie all’aiuto di Janine, quella ragazza che avevo conosciuto al matrimonio di John.
 
Ah, le nozze di John. Uno dei momenti più tristi per me.
La Signora Hudson ripete sempre: vivi e lascia vivere. Dovrei quindi lasciar perdere John e rifarmi una nuova vita?
Ma dopo essere fuggito in quel modo, lasciando credere a John che fossi morto.. mi sono sentito male, sì io, il grande Sherlock Holmes. Non sono mica fatto di pietra, ho un cuore anch’io ed il mio apparterà per sempre a John Watson.
Ma non ho voglia di parlare di questo, ora. Siamo appena entrati nell’ufficio di Magnussen, non posso essere sopraffatto dai sentimentalismi. Ho un caso da risolvere, io.
 
Ero ancora rimasto un po’ sorpreso, dalla reazione di John, nel vedermi fare una proposta di matrimonio a Janine, dopo che lui l’aveva sorpresa nel nostro appartamento a Baker Street.
 
Gli avevo detto di non andare nella mia stanza, ma evidentemente la curiosità o la gelosia hanno fatto il proprio lavoro.
Mi ha pure chiesto se avevo una fidanzata!
Ovviamente gli ho risposto di sì. Non per vantarmene, ma faceva tutto parte del mio piano.
E lui ha avuto una di quelle reazioni un po’ nervose, sì, quando ridi per non essere costretto a piangere. Oh povero John. Un po’ mi è dispiaciuto. Sai, non mi piace mentire alle persone che amo. Ma sono stato costretto. Avresti rovinato tutto.
Bè, ho cambiato discorso. Avanti, non mi piace parlare della mia vita. E dopo avergli spiegato le mie deduzioni su Magnussen, lui non sta nemmeno a sentirmi?!
John, non dirmi che vuoi spettegolare su di me.. sai che non sono il tipo. Forse lo sarà Mary, o Mycroft..
Cosa? Dite che Mycroft non.. So cosa passa per la testa di mio fratello, credetemi. Cosa pensate vada a fare allora al Club Diogenes, eh? Credo anche si incontri con qualcuno.
..ho detto qualcuno, non qualcuna. Stupiti?
Cosa? Volete sapere chi è il fortunato, adesso? Ma io non spettegolo, vecchie oche rincitrullite.
Non sono qui per parlare della situazione sentimentale di mio fratello. Stavamo parlando di John. Lui, sì, che è importante.
‘Hai una ragazza?’ mi ha chiesto per la seconda volta, come se non avessi risposto la prima volta. Odio ripetere le cose. Ma la gente cos’ha nel cervello? Muffa?
‘Cosa? Sì, certo’ ho risposto tranquillamente.
Mossa sbagliata. Per almeno un minuto, facciamo due dai, John non ha fatto altro che annuire e balbettare.
John, ammettilo: sei geloso. Ma hai sposato Mary. Non è un po’ tardi, per i ripensamenti?
Bè ho passato i restanti cinque minuti ad annuire a ogni sua domanda: hai una relazione? Ti vedi con Janine? Tu e Janine? E’ una cosa seria?
John, per l’amore del cielo! Cosa non capisci della frase: io e Janine stiamo assieme. Oh, non dare importanza a questa inutile notizia, preoccupati piuttosto del nostro caso.
E tu invece mi vieni a parlare della cena, del vino e di Janine?
Per non parlare del bacio che Janine mi ha dato, mentre lasciava l’appartamento. Ero impegnato a guardare Janine, ma credo che John avrà imprecato dentro di sé, ah ne sono sicuro.
John, hai davvero pensato che potesse piacermi Janine? Che potessi sposarla?
Solo dopo un mese, dal tuo matrimonio? Ho anche io un cuore e il ricordo del tuo matrimonio fa ancora male, qui, nel mio petto.
Io non faccio parte di quel branco di pecore che costituisce la maggior parte di quella che viene chiamata società.
E poi se tu l’esperto di donne, non io. Io, non cado in questi errori umani.
Avreste dovuto vedere la faccia di John, nel guardare quell’inutile anello. Non riusciva a credere ai suoi occhi. E continuava a fissarmi in quel modo così ebete, seguendomi come un cagnolino.
Oh, John non essere sciocco. Si, lo ammetto. Ho fatto finta, ho usato Janine solo per avere delle informazioni preziose su Magnussen. Ma come sai ogni persona ha un punto debole da sfruttare. E io l’ho sfruttato.
 
Lasciai John soccorrere Janine, apparentemente svenuta nell’ufficio di Magnussen, dopo aver ricevuto un colpo in testa. Una guardia della sicurezza aveva ricevuto lo stesso trattamento. Quindi io e John eravamo stati preceduti da qualcuno. Ma chi?
‘Sherlock, devono trovarsi ancora qui’ sussurrò John.
‘Anche Magnussen. La sua sedia è ancora calda. Dovrebbe essere a cena, ma lui è ancora qui, in questo palazzo’ risposi.
‘Dovremmo chiamare la polizia, Sherlock’ consigliò John.
‘Non essere sciocco. Durante la nostra intrusione? No, aspetta!’ chiusi gli occhi e cercai di percepire l’odore di cui era impregnata la stanza.
 
Profumo da donna.
Versace No. 5.. non di Janine.
Prada Dior.. mmmh nemmeno.
Claire-de-la-lune.
 
‘Claire-de-la-lune.. perché mi è familiare?’ riflettei a voce alta.
‘E’ lo stesso profumo che usa Mary’ disse John dall’altro lato della stanza.
‘No, non Mary. Qualcun’altra’ dissi, mentre spostai lo sguardo su, verso l’attico privato di Magnussen. Qualcosa attirò la mia attenzione, quindi salii cautamente.
Entrai nell’appartamento privato di Magnussen e lo sentii parlare sommessamente con qualcuno. Il suo tono rivelava ansia e paura.
 ‘Cosa penserebbe tuo marito, eh?’ domandò balbettando.
‘Il tuo adorabile marito.. cosa direbbe in questo momento?’ aggiunse spaventato.
La porta dell’attico era socchiusa, percepii il rumore dello scatto di una pistola e intravidi una sagoma vestita di nero, mentre puntava l’arma contro Magnussen, inginocchiato.
‘Hai intenzione di uccidermi per proteggere tuo marito dalla verità, ma è questa la protezione che vorrebbe?’ continuò Magnussen, mentre teneva le mani alzate.
‘Se ha intenzione di commettere un omicidio, dovrebbe considerare la possibilità di cambiare profumo, Signora Smallwood’ entrai cautamente, mentre la sagoma mi dava le spalle.
 ‘Scusi, chi?’ domandò Magnussen.
‘Questa non è la Signora Smallwood, Signor Holmes’ aggiunse deciso. Aggrottai la fronte e la sagoma allora si girò verso di me e riconobbi Mary, la moglie di John. Rimasi senza parole per lo sgomento.
‘John, è con te?’ chiese Mary.
‘Lui, è..’ cominciai a dire, mentre il cervello andava in tilt.  
‘E’ qui John?’ domandò di nuovo.
‘Sì, è giù’ risposi, respirando.  
‘Allora, che hai intenzione di fare ora? Ucciderci entrambi?’ chiese Magnussen. Mary accennò un sorriso.
‘Mary, qualsiasi cosa Magnussen abbia contro di te, lascia che ti aiuti’ dissi, prendendo tempo.
‘Oh, Sherlock. Se fai un altro passo giuro che ti ucciderò’ rispose Mary.
‘No, signora Watson. Non lo farai’ dissi, fissandola negli occhi.  
Sentii Mary sparare un colpo deciso e veloce che scosse il mio corpo. Guardai all’altezza del petto e vidi un fiotto di sangue uscirne fuori.
‘Mi dispiace, Sherlock’ disse lei.
‘Mary?’ domandai, mentre lei puntava la pistola verso Magnussen. Barcollai, forse. La vista mi si offuscò e la mente si fece pesante come fosse un macigno.
 
Mary? Cosa hai fatto?
Che razza di donna ha sposato John?
Mary, chi sei veramente?
Una bugiarda.
Sì, sei una solo una bugiarda.
 
Rividi me stesso cadere nel profondo dei miei pensieri, ancora più in basso, inghiottito dall’abisso scuro e ripugnante.
 
Vidi il viso dolce di Molly. Eravamo al St. Bart’s, attorno a un cadavere. Il mio.
‘Non è come nei film. Non c’è un grande schizzo di sangue e tu non voli all’indietro. Rimani fermo e il proiettile ti attraversa. Morirai quasi sicuramente, quindi dobbiamo concentrarci’ disse, mentre con tutta la forza mi schiaffeggiò in viso per farmi risvegliare dal torpore in cui ero caduto.
 
Ritornai alla realtà. Mary teneva ancora in mano la pistola, puntata contro Magnussen. Fissava me. Aspettava che io cadessi a terra.
 
Ritornò Molly e mi schiaffeggiò per la seconda volta.
‘Concentrati’ disse.
‘E’ fantastico e intelligente avere un palazzo mentale, ma hai soli tre secondi per usarlo. Devi solo scegliere se cadere in avanti o indietro’ aggiunse, mentre accanto a lei vidi la figura di Anderson.
Oh no, Anderson. Non è il momento delle tue inutili deduzioni. Va via! Fuori dal mio palazzo mentale! FUORI!
Venne il turno di Mycroft, quindi.
‘Non essere stupido. Eri sempre tanto stupido. Una vera delusione.’
Oh, per l’amore del cielo Mycroft. Non ho bisogno di ricordare la mia infanzia in questo momento. Insultami pure, se vuoi.
‘Sei sempre stato un ragazzino molto stupido. Mamma e papà si sono sempre arrabbiati per colpa tua’ continuò sprezzante.
Rividi di nuovo Molly e Anderson.
‘Devi cadere indietro.. ora, cadi!’ disse Molly.
 
Persi l’equilibrio, cominciò tutto a girare vertiginosamente, mi feci pesante e cominciai a cadere all’indietro, giù verso il pavimento.
 
Vidi il mio corpo inerme e sentii di nuovo le voci di Molly e Mycroft parlarmi.
‘Ci deve essere qualcosa in questo tuo ridicolo palazzo dei ricordi che può calmarti. Trovalo. Il Vento dell’Est sta arrivando, Sherlock. Sta venendo a prenderti.’ disse Mycroft, sorridendo.
 
Redbeard.
I ricordi da bambino affollarono la mia mente.
Ah, Redbeard.
Quante ne abbiamo passate io e te, eh? Il mio vecchio ragazzo.
Vieni qua, su, vieni.. vieni da Sherlock. Su, corri.
 
Sbattei la testa sul pavimento e il dolore cominciò a propagarsi per tutto il corpo. Un dolore insopportabile, atroce.
 
Jim Moriarty.
‘Non hai mai sentito dolore, vero? Perché non hai mai sentito dolore?’ gli chiesi.
‘Tu lo senti sempre, Sherlock’ mi rispose.
‘Il dolore..un cuore spezzato… una perdita… la morte… sono tutte cose belle’ disse, girandomi attorno.
 
‘Sherlock, puoi sentirmi?’ disse John.
 
‘Sherlock, puoi sentirmi?’
La voce di John.
John.
John, sono qui.
John, aiutami!
Ti prego.
 
‘Piove. Diluvia. Sherlock è noioso. Io rido. Io piango. Sherlock muore’ cominciò a cantare Moriarty.
‘Ti stiamo perdendo, Sherlock’
‘Andiamo, Sherlock. Muori, su. Perché non lo fai?’
‘Amerai essere morto, Sherlock. Non c’è mai nessuno a scocciarti. La signora Hudson piangerà, e mamma e papà piangeranno e La Donna piangerà, e John piangerà secchi di lacrime. E’ lui che mi preoccupa di più. Con quella moglie! Lo stai deludendo, Sherlock. John Watson è in pericolo.’
 
Oh, sta zitto Jim!
Io non ho deluso John. No, non l’ho deluso.
Ha scelto lui di sposare Mary.
Non è a causa mia se ha deciso così.
E poi questo fa parte del passato, ormai.
Oh, il passato.
 
‘Sherlock, fa che tu non sia morto. Fallo per me’
 
‘Sherlock, vuoi essere il mio testimone di nozze?’
 
‘Sembri triste quando pensi che lui non ti veda’
 
‘Oggi è il grande giorno, Sherlock. Il matrimonio di John e Mary’
 
‘John Watson è in pericolo. Lo stai deludendo, Sherlock’
 
No, John!
Non devo morire.
Cosa farai senza di me, John? Ancora un’altra volta?
Devo risalire. Devo sopravvivere.
Risalire ogni gradino. Uno dopo l’altro fino a ritornare alla realtà, alla vita reale.
Magnussen.
Janine.
Baker Street.
John.
Mary.
 
Aprii gli occhi.
La luce era ritornata.
Ero vivo.
Il cuore ritornò a battere, una pulsazione dopo l’altra.
‘Mary’ sussurrai incosciente.
 
Dormii per tutto il tempo, fui svegliato alcune volte da piccoli rumori, ombre sfuggenti e da una voce femminile.
‘Non glielo dirai? Sherlock?’
Cercai di aprire gli occhi, ma la luce del sole era troppo forte.
‘Non lo dirai a John. Guardami. E dimmi che non glielo dirai’
La voce si affievolì e aprendo gli occhi vidi Janine, mentre sfogliava alcuni giornali.
Parlammo per qualche minuto, a dire la verità, mi insultò. Me lo meritavo, forse. Ma meglio così, mi ero risparmiato la fatica di inventare chissà quale scusa.
 
‘Non glielo dirai. Non lo dirai a John’
Adesso potevo vedere meglio. Era stata Mary a dirmi quelle parole.
‘Allora, Mary Watson, chi sei veramente?’ chiesi.
Boom.
La pistola sparò un colpo.
 
Ritornai alla realtà. Respirai a fondo.
Dovevo muovermi in fretta, se volevo salvare John. Doveva conoscere la verità.
Così, scappai dall’ospedale. E diedi appuntamento a Mary, grazie ai miei amici senzatetto, davanti la facciata di Leinster Gardens.
 
‘Cosa vuoi, Sherlock?’ mi chiese, appena entrata. Nella semioscurità, in cui era avvolto l’edificio, potei distinguere Mary e un rigonfiamento nella tasca del suo cappotto, segno che aveva portato con sé una pistola. Avevo previsto anche questo particolare: ero un testimone scomodo e andavo eliminato, forse.
‘Mary Morstan è nata morta nell’ottobre del 1972. La sua lapide è al cimitero di Chiswick, dove cinque anni fa tu hai acquisito il tuo nome e data di nascita, e dunque la sua identità. Ecco perché non ha amici da prima di quella data… Quanto bene sai sparare?’ cominciai a dire.
‘Quanto desideri saperlo?’ domandò lei, dandomi le spalle. A causa della penombra non riuscì a distinguere da dove le stessi parlando e aveva sbagliato direzione.
‘Se morissi qui, il mio corpo verrebbe trovato in un edificio con la tua faccia proiettata sulla facciata…voglio sapere quanto sei brava, andiamo, mostramelo’
Mary prese dalla tasca una moneta, la tirò in aria e sparò un colpo. Feci qualche passo in avanti, e lei si accorse della mia presenza. Si girò quindi verso di me.
‘Bel trucco, Sherlock. Eh, un manichino’ disse indicando la direzione opposta.
‘Perché hai mancato il bersaglio quella notte? Forse perché non avevi intenzione di uccidermi. Volevi solo ferirmi, esatto? Perché non sei venuta da me? Perché non hai chiesto il mio aiuto?’
‘Perché John non deve sapere che gli ho mentito. Lo distruggerebbe e io lo perderei per sempre. E, Sherlock, non lascerò mai che accada.’
‘Mi dispiace’ conclusi.
Accesi quindi l’interruttore e dalla parte opposta apparve John. Mary spalancò gli occhi per la sorpresa, mentre lui veniva verso di noi cautamente.
Vidi la delusione negli occhi di John. Stava soffrendo e molto.
‘Ora parlate, e risolvete tutto, e in fretta’ conclusi, lasciandoli soli.
Uscii fuori, diretto verso Baker Street. Non chiamai nessun taxi. Decisi di camminare a piedi. Avevo bisogno di respirare aria pulita.
Se John e Mary avevano molto da dirsi, da spiegarsi, anche io sentivo il bisogno di riflettere su tutto ciò che era successo.
Mary aveva ingannato tutti noi, non solo John ma anche me. Non avevo capito le vere intenzioni di Mary e adesso chi ne ripagava era John.
Questo poteva essere un nuovo inizio per me e John oppure la soluzione di un caso e basta. Avevamo scoperto la vera identità di Mary, dopotutto. La nostra amicizia non sarebbe finita per questo, ma sarebbe rimasta intatta in un modo o nell’altro.  
Dipendeva ora tutto da John. Se rimanere al fianco di Mary o trasferirsi di nuovo a Baker Street.
Non volevo forzarlo a fare qualcosa che non voleva. Avevo vissuto fino ad allora con la speranza di vivere la mia vita con John, che differenza facevano altri anni in più?
 
*Nota dell'autrice:
 
Se siete arrivati fin qua, vuol dire che avete apprezzato questa ff sulla 3x03 (His Last Vow) che abbiamo scritto. Sì, noi: io e zio Moffat. Inizialmente Moffat aveva suggerito di aggiungere qualche parte davvero triste, voleva anche uccidere Sherlock.. ma per fortuna, sono riuscita a farlo rinsavire. Sapete, non sopporta il caldo, poverino. Certe volte ha queste idee strane, voleva farvi piangere.. ma essendo io di buonumore, non me la sono sentita.
Okay, credo di aver combinato un pò di casino. Quindi vi spiego alcuni punti:
1. Ho cominciato a descrivere la scena nell'ufficio di Magnussen, poiché il mio punto principale era la scena in cui Mary sparava a Sherlock. Questo, quindi, mi porta a Janine e ai ricordi di Sherlock riguardo il matrimonio.
2. E' stato davvero difficile entrare nella mente di Sherlock. Scrivendo, ho avuto un'illuminazione comica e Mark Gatiss si è intrufolato nella nostra pausa caffè e ha suggerito un piccolo accenno di Mystrade, che io shippo ovviamente. Sì, Mystrade. Il fortunato di cui stavamo parlando, infatti, era Greg Lestrade!
3. Mi scuso a nome di Sherlock Holmes per le vecchie oche rincitrullite e per il fatto della muffa nel cervello. E mi scuso personalmente anche per aver offeso in qualche modo Mary.
4. Dopo tutti i pensieri di Sherlock, stava nascendo anche una Sherlolly: vedi 'il viso dolce di Molly'.
5. Ero sul punto di buttare giù dalla finestra anche Mycroft, per aver insultato Sherlock.
6. Avevo ideato di aggiungere una Sheriarty, ma non sono riuscita a rintracciare Jim. E' troppo indaffarato con i suoi clienti, mi dispiace.
7. Ultimo punto, ho finito. Riguardo il finale, l'ho lasciato aperto. Visto che si tratta di una Johnlock, non potevo far tornare John nelle braccia di Mary.. quindi immaginatevi voi il finale, secondo le vostre ship.
Grazie a tutti, a chi leggerà, a chi commenterà, a chi mi manderà a quel paese, a chi mi paragonerà a zio Moffat, a chi si farà due risate, ecc ecc
Un bacio, la vostra Roxy.

 
  
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