Rivederti ancora
Le ragioni per cui, in quel caldo 15 agosto, si era conficcato quelle forbici dal manico rosso sangue in gola erano tante.
Ma tutte erano sostanzialmente ragioni egoiste.
Non gli importava di causare altro dolore a sua madre e a sua sorella. Gli dispiaceva, certo, ma forse sarebbe stato meglio così anche per loro. Sapeva di essere un buono a nulla che aveva preferito rinchiudersi nel suo mondo isolato, piuttosto che affrontare la realtà e quel dolore troppo lacerante.
Sarebbe stato un peso in meno.
Non gli importava più neanche di Ene, che, lo sapeva anche senza averlo mai ammesso, stava cercando di stargli vicino e non farlo cadere ancora di più in quella disperazione. Ci aveva provato, ma non c'era riuscita.
Shintaro ci aveva provato, a modo suo, a superare quel dolore. Si era rinchiuso in quelle quattro mura con il solo scopo di tenere per quanto poteva tutti i ricordi che aveva e che non voleva dimenticare.
Tutti. Anche quelli più dolorosi.
Anche quell'allucinazione che lo aveva tormentato negli ultimi due anni.
Ma in due anni non era cambiato nulla. Continuava a sognarla, a sognare quelle parole piene di cattiveria e rimprovero, che, se dette da lei, suonavano strane e ancora più dolorose.
Come poteva, lui, continuare a vivere sapendo che non era stato in gradi di capire niente di quella sua unica amica? Dell'unica persona che non lo aveva abbandonato perché troppo intelligente, perché così arrogante, perché così stanco di tutto?
Come poteva affrontare di nuovo quel mondo che ora, ne era più che certo, non aveva nulla che potesse interessarlo, nulla che uscisse al di fuori degli schemi, che lui era tanto bravo a vedere e capire al volo?
Voleva vederla di nuovo.
Voleva rivedere quel sorriso dolce e solare. Quel sorriso che aveva stravolto la sua vita, nel bene e nel male.
Se la morte gli avrebbe permesso di rivedere Ayano, avrebbe volentieri percorso quella strada. Quella sua vita, senza di lei, non aveva più senso.
Shintaro, con quelle forbici dal manico rosso sangue aveva trovato il modo per potersi scusare per essere stato un pessimo amico, per non aver capito che stava soffrendo, che si sentiva sola e che aveva bisogno di aiuto.
Poteva dirle che da quel momento in poi non sarebbe più rimasta sola, che sarebbe rimasto con lei.
Postille
Non so cosa mia abbia preso, ma all'improvviso ho aperto word e... BOOM, è uscita.... questa cosa qui.
Sarò sincera, non ho idea di cosa pensare. Non so se mi piace o meno.
Bè, fatemi sapere se vi piace!!
Vi ringrazio in anticipo anche solo per la lettura!