Anime & Manga > Soul Eater
Ricorda la storia  |      
Autore: Mikirise    24/06/2014    6 recensioni
Il problema è la sua stupidità.
Poteva restarsene a dormire, a giocare a calcio, a rompere alla gente con Black Star e Kid. Invece no, cavolo, no. Doveva infilarsi in storie dove non centrava niente, dove si poteva mettere solo che nei guai. Soprattutto con quei cavolo di occhi rossi, come quelli di lui.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maka Albarn, Soul Eater Evans, Un po' tutti | Coppie: Soul/Maka
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
 
Note pre-testo: Inizio dicendo che questa roba è lunghissima, ma, secondo la mia dolcissima sorellina -entrambe le mie sorelline, a dirla tutta- dividerla sarebbe stato poco efficace, quindi, siate coraggiosi, andando avanti, datele una possibilità. La seconda nota è che, in questa FF, Maka Albarn è una potterhead, che, cavolaccio,è più che plausibile e la sua coppia preferita è, ovviamente, la Romione, e ho deciso di giocare con il suo carattere. La terza ed ultima nota è che Wes, secondo me, è fantastico, perché è un personaggio in bianco, quindi ho dato libero sfogo alla mia fantasia: perdonatemi.
Adesso vi lascio alla lettura. Spero riusciate ad arrivare alla fine :D
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Essenzialmente il problema sei tu
 
Ma se tu sarai il mio Ron, io sarò la tua Hermione
 
 
 
 
 
Un mazzo di fiori in mezzo al campo da calcio era qualcosa d'improbabile. In più, che la destinataria di quel mazzo di rose fosse Maka Albarn, era ancora più improbabile. E che, accompagnato da quel tremendamente enorme mazzo di rose rosse, ci fosse anche un enorme cuoricino -questo rosa- che alla minima pressione canticchiava serenamente un "I love you", scritto nell'inglese più ignorante del mondo nel retro del cuore-cuscino -I luv U; Maka voleva sapere, immediatamente, dov'era finita la poesia di Keats nei suoi stupidi discendenti, o eredi della lingua inglese, maschi. Non era possibile che se la fosse presa tutta lui, la poesia. No. I luv U? I luv U? Acchecazzoservelascuolaaquestitempi? Più Ovidio e meno messaggini, ragazzi. Imparate un po' di ars amatoria- era imbarazzante. Umiliante. Soprattutto se tutto è stato recapitato durante l'esultanza per un goal.
 
Non si fa così. No.
 
"Questa roba non è mia" si congelò la ragazza di fronte a Hiro, che mordendosi le labbra, gli porgeva il cuoricino -che aveva iniziato a cantare; cazzo, qualcuno lo fermi-, ansioso, probabilmente, di togliersi di mezzo quella roba così dannatamente imbarazzante e sdolcinata. 
 
"Mi hanno chiesto di darla a te" rispose Hiro, cercando di mollare tutto sulle braccia sudate della ragazza, senza successo. Povero Hiro. Maka era consapevole che quel chiesto, in realtà, non era altro che un imposto-altrimenti-mi-ributtano-nel-bidone-della-spazzatura, ma accettare quegli obbrobri... accettarli davanti a tutti..."Maka!" gridò il biondo fermandola per le spalle e ficcandole tra le braccia almeno il cuscino-cuore.
 
"Maka?"rise nervosamente la bionda "Io sono Black Star, non vedi?"
 
"Quante storie" alzò gli occhi al cielo Hiro, riprendendo da terra il cuoricino, che la ragazza aveva lasciato cadere, e pulendolo dalla terra del campo da calcio. "Sei crudele a spezzare così il cuore di un povero ragazzo"
 
"Spezzare il c...?" Maka rise di gusto, davanti alla faccia attonita del biondo. Poi, quasi fosse bipolare, diventò seria, così seria da far paura a Voldemort in persona "Non credo proprio. Butta quella roba Hiro, o ti farò più male di quanto quello lì ha detto ti avrebbe fatto" e dicendo questo alzò un pugno in direzione di Hiro, che ricominciò a mordersi il labbro, maledicendo la sua pigrizia infantile che gli aveva consigliato di non fare karate, o lotta libera, o Difesa contro le Arti Oscure -aspetta, quello lo puoi fare solo ad Hogwarts-, per difendersi da quei prepotenti dei suoi compagni di scuola. Perché doveva nascere così bello da suscitare l'invidia altrui? Perché? "Hai capito?" finì con fare minaccioso la bionda.
 
Hiro annuì. "Maka " chiamò dopo qualche secondo di silenzio in cui la ragazza pensava di poter tornare in campo a giocare. La bionda si girò seccata. "Essendoti girata, sei Maka, no? E quindi, tutta questa roba... è per te."
 
Maka ringhiò e per un secondo Hiro, chiudendo gli occhi, s'immaginò la sua lenta e dolorosa morte. Ucciso a morsi da Maka Albarn. Non male: pensava di dover morire per mano di Black Star, che voleva provare su di lui tutte le mosse di karate appena imparate o inventate. Maka, per lo meno, dopo, lo avrebbe sepolto, forse proprio nel campo da calcio, o forse, per non aver rimorsi di coscienza, nel campo da tennis, così Hiro avrebbe potuto finalmente godere della vista sotto le gonne delle ragazze che giocavano. Sì, decisamente, quello era il suo ultimo desiderio. 
 
Comunque, grazie al cielo, o meglio, a Black Star -secondo il quale, non c'era molta differenza nel ringraziare lui o Dio- il pugno di Maka fu fermato prima di arrivare al suo bellissimo viso ed invece del pianto angustiato di Hiro, a bordo campo, si alzarono le sonore risate del Principino - per gli amici, che comunque sono pochi, Kid- e del nanetto esaltato -per chi lo sopporta, Black Star- davanti alle rose e alla canzoncina del CuorScino. Maka sarebbe voluta morire seduta stante.
 
"Abbiamo interrotto qualcosa, Maka?" disse, piegandosi in due dalle risate, il nanetto "Il nostro ragazzo sta diventando grande" continuò dando una pacca sulle spalle a Maka.
 
"Non malinterpretate, scemi" mormorò la ragazza, prendendo quella roba dalle mani tremanti di Hiro e cacciandolo con un solo sguardo. Il biondo non si fece ripetere alcun segno per essere cacciato. Un altro giorno, un altro pezzo di dignità del povero Hiro andato; ah, se solo Hogwarts esistesse davvero!
 
Kid, mentre Maka fulminava con lo sguardo prima Hiro, poi Black Star, prese tra i petali di rose un bigliettino, lasciato ovviamente lì per l'amica. Lo lesse senza troppe cerimonie e, quando vide tra gli spalti Kim correre per raggiungere Maka e dirle quanto fosse fortunata ad avere accanto a lei una persona così dolce ed attenta -non senza una punta di amarezza, dovette ammettere il ragazzo, notando, dall'altra parte, il sorriso forzato di Maka-, aspettò soltanto che la risata ancora accesa di Black Star si spegnesse per chiedere spiegazioni alla bionda, iniziando da quello "Saccente rompipalle♡" scritto a chiare lettere su quel bigliettino. 
 
"Chi te li manda?" chiese, seguendo Maka che correva verso l'ala sud della scuola.
 
"No, aspetta! 'Sta roba non te l'ha regalata Hiro?" fu l'ultima frase di Black Star sul campo da calcio.
 
Il problema di Maka era essenzialmente uno. O meglio, i problemi di Maka erano tanti, ma forse avevano tutti un denominatore comune. 
 
Sì, perché se lei era finita proprio in quella scuola, se lei aveva quello stupido carattere, se lei non aveva seno -e cavolaccio, questo fa male all'autostima di una povera ragazza-, se lei odiava con tutta se stessa gli uomini, ma non era riuscita a fare amicizia con nessuna ragazza, solo con Black Star e Kid -che di femminile avevano ben poco; beh, se si mette da parte la loro strana mania per le telenovelas-, era tutta colpa di quel porco di suo padre e della sua condotta libertina. 
 
Ergo, se lei era in quella schifosissima posizione del cazzo, era tutta colpa di suo padre. O delle patatine fritte, il colpevole cambiava di giorno in giorno. Ma non era questo il punto.
 
La bionda buttò trai corridoi della scuola il mazzo di rose, che fu prontamente raccolto da Kid, con rabbia, pensando a quanto fosse umiliante per lei, tutta quella stupidissima ed odiosissima situazione.
 
"No, aspetta! 'Sta roba non te l'ha regalata Hiro?" ripeté per l'ennesima volta Black Star, in uno stato di irritante shock.
 
Maka, ancora nella sua divisa di calcio sudata e puzzolente, fermandosi di colpo, prese i fiori dalle mani di Kid e li buttò nel bidone della spazzatura, sperando di non ritrovarsi anche lì Hiro che glieli ritirava dietro, ricordandole che li avrebbe dovuti portare a casa, ché erano stati donati con tanto amore. Tanto amore un cazzo. La stupidità di Hiro lo faceva buttare nei cassonetti, o nei bidoni, da chiunque -anche dai più piccoli- e, se prima Maka aveva un sentimento di pietà verso quel ragazzo preso di mira da tutti, in quel momento, non solo lo avrebbe lasciato marcire tra la spazzatura, ma lo avrebbe addirittura mandato nell'inceneritore. Lui e quell'altro deficiente. 
 
"Ma allora chi ti manda questa roba?" continuava a chiedere Black Star, ignorato dagli altri due.
 
"No, dai, questo non buttarlo" mormorò Kid prendendo il CuorScino tra le mani, che ovviamente iniziò a cantare I Love You, rimbombando per tutto il corridoio vuoto. "È così tenero e simmetrico. Chiunque te lo mandi, sicuramente ci ha messo un sacco a decidersi a prenderlo e..."
 
"Non mi prendere in giro, Kid" borbottò la ragazza, strappando dalle mani del moro il cuscino e buttando anche quello, cercando di non irritarsi al lamento dell'amico, che, teatralmente, aveva allungato le mani verso il regalo e piagnucolato "Era simmetrico. Assassina" 
 
"Insomma, si può sapere chi ti manda i fiori?" gridò il ragazzo dai capelli blu, in un attacco di pura isteria "È uno stalker? Ti sta dando fastidio? Chi devo picchiare?" 
 
Maka sospirò, aprendo il suo armadietto -esatto, Maka Albarn aveva l'armadietto accanto al bidone della spazzatura, problemi? E comunque, miei cari, l'odore del bidone era mille volte meglio dell'odore di Black Star durante una partita di calcio, quindi, sì, Maka era più che abituata alla puzza, e chissà se questo è un vanto-. 
 
E, come nei più classici film e telefilm ambientati nel liceo americano più classico -toh! Maka frequentava proprio uno dei licei più normali del mondo, nel Nevada, grazie a suo padre-, dove lo sfigato viene preso in giro dai suoi più che classici bulletti, l'armadietto di Maka Albarn era pieno di carta igenica puzzolente - poiché di bassa qualità-; e, da quell'armadietto, prima pieno di vecchie foto dello Strano Trio - Kid, Black Star e Maka-, di sua madre, citazioni di libri e dei suoi adorati libri, scolastici e non, adesso vuoto di tutto, tranne che di carta igenica -seriamente, perché puzzava così tanto?- il classico bigliettino cadde per terra sotto lo sguardo dei tre ragazzi.
 
Vedi se con questa riesci a riempire il reggiseno, senzatette♡
 
Alzando lo sguardo, la bionda s'incontrò con le espressioni serie dei suoi due migliori amici. Black Star era pronto ad andare alle mani, contro chiunque avesse fatto una cosa del genere alla ragazza. Kid le mostrò il bigliettino trovato tra le rose, con una faccia troppo seria, per sperare di fargli dimenticare l'accaduto. 
 
"Ci devi raccontare qualcosa, Maka?"
 
Lei avrebbe voluto semplicemente scomparire dalla faccia della terra. "Forse ci è sfuggita un po' la mano" mormorò grattandosi la testa, con un sorriso imbarazzato.
 
 
★☆★☆
 
 
I problemi hanno tutti un'origine. Ora, Maka non voleva tornare a dire che il suo problema, ovviamente, derivava dal padre e certamente non poteva iniziare a raccontare da quando, da piccola, aveva visto per la prima volta Spirit baciare un'altra donna che non era sua madre e del fatto che quella donna non era la prima con cui il padre tradiva Kami, né sarebbe stata l'ultima. Quindi, dopo aver appurato che il Problema Originale era suo padre, Maka si chiese quale fosse l'inizio di quella così imbarazzante situazione. 
 
E l'inizio coincideva col suo primo giorno di scuola superiori. 
 
Era andato tutto moderatamente bene fino alla terza ora di lezione. Maka era riuscita a non parlare con nessuno, non far conoscenza con nessuno e seguire dal primo giorno le lezioni dei suoi professori, con degli appunti presi così bene che la bionda si era dovuta congratulare con se stessa per le capacità di organizzazione, sintesi ed ascolto. Di amici aveva già Kid e Black Star -anche se di un anno più grandi di lei-, se avesse inziato a parlare con qualcuno, aveva paura di affezionarsi ad un altro maschio e allora sì che il suo piano per distruggere il genere maschile sarebbe andato a puttane. Sarebbe stata solo un'ipocrita, a quel punto. 
 
La terza ora del suo primo giorno di scuola, Maka aveva la lezione che più la incuriosiva, ossia Letteratura. 
 
La bionda amava i libri più di quanto amasse il suo gatto, o meglio, la sua gatta Blair, che le faceva compagnia i giorni di pioggia. E questo è tutto dire. Se le avessero chiesto di salvare una sola cosa o persona, dalla sua casa in fiamme, avrebbe lasciato schiattare Spirit - che rientrava nella categoria cose- e avrebbe salvato la sua copia di La fattoria degli animali, di Orwell.
 
Le avevano detto che il corso di letteratura della Shibusen era un po'... particolare. Maka pensava fosse particolare per il tipo di percorso formativo. Magari iniziavano a studiare la letteratura, non da Gilgamesh, o da Omero, ma da autori moderni che riprendevano le letterature antiche, dando luogo così ad un percorso testuale che... insomma, Maka si era fatta un sacco di viaggi con la sua testolina, che, secondo la mente della bionda, corrispondevano perfettamente a sogni erotici. Sorvoliamo. 
 
Il corso di letteratura si rivelò particolare a causa della professoressa, che era particolare. Una matta. Una trentenne zitella che, per quel che aveva visto Maka, doveva rimanere zitella, per il bene della specie! Piagnucolava sui versi di tutti i poeti che parlavano d'amore, ripeteva le cose miliardi di volte, senza mai cambiare una sola virgola alla frase, ed era isterica; isterica da far paura. 
 
Comunque, non fu lei a rovinarle la giornata. Grazie a suo padre ed a Black Star, Maka era abituata a seguire discorsi deliranti trovandone un senso. 
 
A rovinarle la giornata fu Soul Evans detto Eater. L'essere più odioso, arrogante e maleducato che Maka avesse mai incontrato. Anche lui seguiva il corso di Letteratura, purtroppo, e si guadagnò l'odio eterno di Maka Albarn solo perché girandosi verso di lei, con fare da fighetto da due soldi, aveva provato a prenderle un foglietto -senza permesso- dal suo quaderno e, colto sul fatto, aveva dato sfogo a tutto il suo saperci fare con le donne, facendole l'occhiolino con aria da conquistatore.
 
Certo, un'altra ragazza, anche se non attratta da lui, avrebbe sbuffato e gli avrebbe lasciato quel foglietto -che gli serviva per lanciare palline di carta al povero Ox dall'altra parte dell'aula- ma Maka Albarn non era una ragazza normale. Rivedendo nei gesti di Soul il comportamento da casanova del padre, strappò il foglio dalle mani del ragazzo e gli ringhiò contro, facendo troppo rumore, secondo l'insegnante. 
 
"Questa lezione è troppo noiosa per te, Albarn?" chiese sorpresa la professoressa Mjolnir, tirandole un pezzetto di gesso che finì esattamente in mezzo alla fronte della ragazza. 
 
"Mi scusi" mormorò Maka, stringendo i pugni, mentre Soul in labiale le chiedeva Sei tutta matta?, ridendo sotto i baffi. 
 
Quello fu un brutto inizio con la professoressa Mjolnir, o almeno così pensava Maka, che sentiva gli occhi della donna puntati su di lei, tutti i santissimi giorni.
 
Soul, dal canto suo, era divertito ed incuriosito da Maka, che seguì al termine della lezione verso il suo armadietto. "Sei strana" aveva riso, guardando la ragazza infilare i suoi libri nell'armadietto, che odorava di mistero secondo l'albino. Un antico mistero. 
 
Maka respirò profondamente. Non farti nemici il primo giorno di scuola, Maka. Non farti nemici il primo giorno di scuola.
 
Bastava, da quel giorno in poi, cercare di stare alla larga da Soul il più possibile. Almeno per non odiarlo più di quanto già facesse.
 
★☆★☆
 
 
"Questo lo sapevamo già" disse Kid, con aria di sufficienza.
 
"È Evans a mandarti il cuscino a cuore?" gridò Black Star, mettendosi le mani sulla testa. 
 
Kid si congelò, pensando che il nanetto era riuscito ad arrivare alla conclusione più ovvia prima di lui. Il che era imperdonabile. "C-come?" 
 
"Beh, sì"
 
"Com'è potuto succedere? Voi non vi.... Tu sei la... cavolo" 
 
"Se mi lasciaste finire" sbuffò Maka "Questa roba puzza più di te, Black" continuò prendendo con sole due dita la divisa che portava addosso. 
 
"Ti ricatta?"chiese Black Star avvicinandosi all'amica "Sbatti due volte le ciglia se è così" 
 
"Smettila di dire cazzate. È successo tutto per un pacchetto di patatine. È stato tutto... un caso. Davvero"
 
 
☆★☆★
 
 
Era stato veramente tutto un caso. E neanche il fatto che c'entrassero le patatine fritte era una bugia.
 
Maka, quel giorno di metà semestre, stava leggendo un libro durante la sua ora libera, nel giardino della scuola. Si era data, in quegli ultimi tempi, alla lettura di un romanzo rosa, anche se non era esattamente il suo genere. Il fatto era che una sua compagna del corso di Biologia, Jacqueline, le aveva chiesto di andare al cinema insieme, visto che la sua migliore amica Kim, ultimamente, era sempre attenta ai soldi e non faceva che risparmiare e lavorare part-time. Le aveva detto che voleva andare a vedere Colpa delle stelle, che era stato tratto da un libro. "A te piacciono i libri, no? Forse è meglio se prima leggi il libro." Jacqueline era una ragazza dolce e piuttosto intelligente, la prima ragazza con cui Maka voleva fare amicizia per davvero. Certo, il fatto che fosse stata invitata al cinema solo perché Kim non poteva, un po' feriva il suo orgoglio, ma sarebbe stata zitta. Prima o poi doveva iniziare la sua guerra contro gli uomini, per ucciderli tutti, tranne Kid e Black, ovviamente, ed aveva bisogno di alcune alleate.
 
Quindi, visto che Kid era malato e non poteva stare con lei nella loro ora libera e che Black Star era nel corso di Matematica, a distruggere l'aula, più che ad ascoltare la lezione, Maka si era presa la libertà di nascondersi nell'enorme giardino della Shibusen a leggere e morire di freddo.
 
Mentre la bionda sfogliava il libro, bevendo ogni singola parola -era il suo primo romanzo rosa e tra l'entusiasmo per essere stata invitata al cinema e quello di una novità letteraria, per lei, stava praticamente divorando il libro-, arrivò da lei Ox, col fiatone e gesticolando. Disse una serie di cose senza senso, finché Maka non riuscì a capire che, in mezzo al delirio dell'occhialuto c'era la parola patatine fritte.
 
"Ox" lo fermò la ragazza "respira"
 
Ox ispirò rumorosamente. "Devi tenerlo lontano" buttò l'aria fuori, tutta insieme.
 
"Chi?"
 
"Soul. Se c'è lui... io non ho speranze con lui in giro"
 
Maka sorrise dolcemente "Kim?" chiese senza aspettare risposta. 
 
Era da novembre che Ox le aveva detto che aveva un debole per la ragazza dai capelli rosa. In realtà, non sapeva perché l'occhialuto avesse anche solo pensato di dirle una cosa così intima durante il corso di Fisica Teorica che entrambi seguivano; ma le aveva raccontato che il carattere duro e dolce di Kim, con la sua pragmaticità, lo avevano conquistato dalla prima volta che l'aveva visto nel corridoio della scuola. Però, ricordava a malincuore lui, però a lei piacciono i soldi e di persone ricche nella loro scuola ce n'erano; non era Maka una delle migliori amiche del Principino? Ox non aveva niente contro Kid, al contrario di molti ragazzi della scuola, aveva assicurato. Lo preoccupava Soul Evans, ecco, perché aveva notato il ragazzo osservare Kim più volte, con quel suo sguardo rapito e ammirato. Se Soul avesse detto a Kim che gli piaceva, Kim avrebbe scelto lui mille volte e Ox, con la sua famiglia di farmacisti e ragionieri, sarebbe scomparso dal radar della ragazza. 
 
Ox si morse il labbro. "Per favore" le chiese dandogli un pacchetto di patatine che aveva preso dal suo zaino.
 
"Che ci devo fare con queste?"
 
"Ho preso le tue preferite, le mangi sempre a ricreazione e ho pensato che... magari così ti convinco. Se non per le patatine, fallo perché siamo amici!" 
 
Maka trasalì alle parole di Ox. La cosa bella era che anche senza le patatine, avrebbe fatto di tutto per tenere lontano Soul da quella neocoppietta che si stava formando. Aveva sempre pensato che Ox fosse l'altra metà di Kim, chissà per quale motivo. Non voleva che fosse rifiutato, si era affezionata un po' a quell'occhialuto e... "Lo faccio per le patatine, capito?" 
 
Ox sorrise. "Grazie" forse, dalla felicità, l'avrebbe anche abbracciata, ma si era limitato a saltellare in maniera poco virile sul suo posto e poi a salutarla con la mano, correndo trai cespugli del giardino scolastico. 
 
Maka sospirò chiudendo il libro sulle sue ginocchia. Non sarebbe andata avanti a leggere quel giorno, anche perché la richiesta di Ox avrebbe trasformato la sua giornata in una giornata da romanzo rosa moderno, più o meno. La bionda si alzò dalla sua postazione, aprendo il pacchetto di patatine ed infilando il libro nella sua borsa. 
 
Alzandosi in punta di piedi riuscì a vedere le due punte dei capelli di Ox e sentirlo parlare a bassa voce. Sorrise di nuovo. 
 
Speriamo vada tutto bene, si riscoprì a pensare. 
 
Mentre s'infilava in bocca le patatine alla paprica, sentì dietro di sé dei passi trascinati e non si sorprese troppo nel trovare gli occhi rossi di Soul davanti a lei. 
 
S'infilò un'altra patatina in bocca, guardandolo mentre nel viso di lui si dipingeva un'espressione scocciata.
 
"... capisci quello che ti voglio dire?" sentì Maka da dietro il cespuglio.
 
"E quindi ti metteresti a lavorare?" rise Kim.
 
Sentendo la voce della ragazza-tirchia, Soul si mosse verso il cespuglio, ma venne bloccato da Maka, che lo prese per il polso e scosse la testa. 
 
"Se vuoi, sì" 
 
"E i capelli? Te li taglieresti?" continuò a ridere la ragazza.
 
Soul, confuso dal gesto di Maka, scosse la mano, cercando di liberarsi dalla stretta della ragazza, che comunque era più forte di quello che sembrava. "Mi lasci?"gridò
 
"Chi era?"chiese Kim d'immediato.
 
"Beh, non so. I capelli sono un marchio di fabbrica. Una cosa tutta mia, capisci?" grazie a questa buona giocata di Ox, Kim ricominciò a ridere e dimenticò la voce sentita prima. 
 
"Dovresti seriamente tagliarli" rise divertita.
 
"Scusa eh, ma dovrei andare a parlare con..."iniziò Soul, liberandosi dalla stretta di Maka, che, decisa a non lasciarlo andare da Kim, si avvicinò abbastanza da farlo tacere con un bacio sulle labbra violento e minaccioso. L'albino aveva gli occhi apertissimi e shockato non riusciva a spiccicare parola. Rimasero in quella posizione per troppo tempo, dovette ammettere Maka, ma voleva essere sicura che Kim e Ox finissero la loro conversazione, perché così l'occhialuto potesse finalmente capire i sentimenti della tirchia. Quante volte dovevano avere avuto quella conversazione e quanto volte erano stati interrotti sul più bello? Povero Ox. Le faceva pena. In più, l'avevano pagata, in un certo senso. Quindi sacrificare il suo primo bacio non era così male, in fondo. Tutti sopravvalutano il primo bacio, cavolo.
 
"Allora, per te, li taglierò" sospirò Ox.
 
Kim rise. "Scemo. Mi piaci così." 
 
In quel momento, Maka avrebbe potuto giurare di aver sentito le spalle di Soul curvarsi ed un ringhio fermo in gola. 
 
Maka stava giusto per allontanarsi dal ragazzo e Soul aveva aperto bocca per chiedere "Paprica?" ma proprio in quel momento, come il Bianconiglio, spuntò trai cespugli Wes Evans, fratello maggiore di Soul, dell'ultimo anno."Cazzo" mormorò il ragazzo, ancora troppo vicino alla bocca della bionda.
 
"Quindi, è lei che porterai al ballo?" chiese stupito il ragazzo, oggetto dei sogni romantici -diciamo pure erotici- della maggior parte delle ragazze normali del liceo -già detto che Maka non era normale?- "Bella scelta, fratellino"
 
 
☆★☆★
 
 
"Tu hai dato il tuo primo bacio a Soul Evans?" gridò irritato Black Star "Bugiarda"
 
Maka sospirò "Credici, idiota" 
 
"Adesso ci racconterà che sa volare su una scopa. Maddai."
 
"Scemo. Se dovessi volare, volerei su una falce, no?"
 
Kid trovò la frase di Maka più che ragionevole ed annuì. "Insomma, poi che è successo?" 
 
"Non è vero. Tu non puoi essere quella che... no" gridò delirando Black Star
 
"Posso andare avanti sì o no?" chiese irritata Maka
 
"Su, su" incitò Kid
 
"Da quel giorno mi sono ritrovata il maggiore degli Evans sempre dietro e quindi pure Soul. Una rottura di palle"
 
"Ma se noi tre stiamo sempre appicicati!" protestò Black Star
 
"Soul frequenta molti dei miei corsi e, a quanto pare, molte delle sue ore libere coincidono con le mie. Al contrario di voi, purtroppo. Noi mangiamo solo insieme"
 
"Ci hai rimpiazzati! "
 
"Ci hai spezzato il cuore" piagnucolò Kid.
 
"Dicevo" li ignorò di nuovo Maka "dopo quel fatto..."
 
☆★☆★
 
 
Dopo quel fatto, Maka voleva semplicemente dimenticare l'accaduto e continuare con la sua solita vita, fatta dallo Strano Trio, compiti in classe e calcio. Cercava, quindi d'ignorare i sorrisi di Wes Evans ed i segni d'approvazione del ragazzo dell'ultimo anno. 
 
A causa della condotta di Wes, iniziarono a girare voci sul fatto che la piccola Maka Albarn fosse riuscita a far innamorare di sé l'irraggiungibile Evans, che al contrario del fratellino sembrava essere molto riservato nelle sue relazioni. 
 
Inutili furono le dichiarazioni dei due sul fatto che neanche si parlavano, o di Kid e Black Star che, goffamente, anche se in perfetta buona fede, dicevano in giro che nessuno si sarebbe mai messo insieme a Maka, essendo una rompiscatole e insopportabile so-tutto-io.
 
I pettegolezzi partirono ed in pochi mesi, secondo le male lingue, Maka era in dolce attesa di un Evans. 
 
La bionda cercava semplicemente di ignorare chiunque dicesse qualcosa sull'argomento, ben sapendo che il suo problema non era Wes, bensì Soul Evans. O almeno così pensava.
 
"Come vi siete conosciuti? Quando vi siete innamorati? Primo bacio? O siete gia arrivati a...?" Wes sembrò pensarci qualche secondo, poi rise imbarazzato " Ah, è vero, scusate. Vi siete appena messi insieme..." 
 
"Senti tu" iniziò Maka sospirando e prendendo i libri dal'armadietto "c'è stato un equivoco. Io e Soul..." 
 
A quel punto, un Soul trafelato, che doveva aver cercato il fratello per tutta la scuola, trai corridoi vuoti, correndo, si fermò accanto alla bionda, passò un suo braccio sulle spalle e la attirò verso sé. Maka non riuscì a capire neanche cosa stesse succedendo. Sentì solo le parole di Soul "Siamo profondamente innamorati. Ma non dirlo in giro, vogliamo mantenere la nostra relazione lontana dai pettegolezzi"
 
"Davvero?" chiese Wes con gli occhi luccicanti "Ma questo è fantastico! Quando madre vi vedrà al ricevimento! Oh, finalmente avrai... però mi dovete raccontare tutto!"
 
"Ma cosa...?"
 
"Potrai prenderti Maka da parte un giorno e sono sicuro che lei potrà raccontarti tutto quanto" 
 
"Ma tu mica scappi stasera eh!" esultò Wes, salutando i due ragazzi con la mano. Maka lo guardò allontanarsi. Sembrava ballare mentre camminava. Seriamente, perché tutte le ragazze sembravano essere innamorate di lui?
 
"Machecazz...?" iniziò Maka
 
"Entrambi ci dobbiamo spiegazioni. Ma non qui." tagliò corto Soul e, presa dal polso, la trascinò verso i giardinetti. 
 
Maka ricordava bene quel giorno. Era stata la prima volta che aveva saltato una lezione. 
 
Venne fuori, comunque, che, giorni prima, Kim avrebbe avuto non solo la confessione di Ox -che era andata bene, grazie a Maka- ma anche quella di Soul. A Soul, Kim piaceva davvero, forse perché era una dura, forse perché era una ragazza diversa dalle altre. Il problema era sorto quando, stupidamente, aveva detto al fratello che, proprio quel giorno, nel giardino della scuola, avrebbe svelato chi era la ragazza che gli piaceva e che avrebbe portato al ricevimento che avrebbero dato i genitori qualche settimana dopo. Wes, a causa del suo animo romantico, lo aveva seguito e... beh, erano successe cose inaspettate. Prima il fidanzamento di Ox e Kim -quindi se Soul avesse parlato, sarebbe stato rifiutato, incredibile ma vero-, poi il bacio di Maka -la ragazza dovette dire che l'aveva baciato solo per distrarlo da Ox e Kim-. E Wes li aveva visti insieme, ed aveva malinterpretato, e Soul si sarebbe sentito troppo umiliato a dire al fratello -che aveva già avvisato la madre di Maka, parlando di un futuro matrimonio, della loro relazione- che sarebbe stato rifiutato e che il bacio con la bionda era solo un diversivo.
 
"Fatti tuoi" aveva detto Maka. 
 
"Già" mormorò Soul, passandosi una mano trai capelli. 
 
Maka si morse il labbro nervosamente. Se ne sarebbe pentita, già lo sapeva. "Sarebbe solo per una notte, vero?" Soul stava per aprire la bocca per rispondere, ma già dal suo viso Maka sapeva che la risposta era no. "Non rispondere. Ti paro il culo, ma solo perché sono un Dio buono"
 
"Davvero?" s'illuminò lui "Certo, per falsa fidanzata avrei preferito una con le tette... magari più alta... forse un po' più femminile?"
 
"Hai detto qualcosa?"
 
"Niente"
 
E da quel momento, fu tutto un delirio.
 
 
 
☆★☆★
 
 
"Lo dicevo io che nessuno si può fidanzare per davvero con il nostro maschiaccio" esultò Black Star passando un suo braccio sulle piccole spalle di Maka "Il problema è che sei troppo buona" rise il nanetto. "Ti sentivi in colpa, vero?" 
 
"Sta zitto" lo spinse via irritata la bionda. 
 
"Questo non ci spiega questa situazione" riprese Kid indicando l'armadietto della bionda. 
 
"Beh, sì, ecco, continuando... ho bisogno di amiche femmine..." sospirò la ragazza, battendo la mano sulla fronte. "Allora, riprendendo la storia: ho dovuto seguire dei corsi accelerati di valzer, più o meno, e Wes è stato dolcissimo con me e Soul..."
 
 
☆★☆★
 
...anche se Maka e Soul non sapevano mettere in scena un amore simile a quello di Ox e Kim. I due ragazzi avevano passato ore ed ore, separatamente, ad osservare quei due e la conclusione di Maka fu che la loro coppia risultava una coppia dolce perché Ox era più che comprensivo e permissivo con Kim -solo con Kim, è da precisare-. In pratica, la coppia era dolce perché uno dei componenti della coppia era dolce.
 
Maka, come Soul, era più che sicura che lei -il terzino della squadra di calcio del liceo, che aveva fatto a botte con uno più grande solo perché le aveva tolto la palla e che preferiva mille volte starsene a casa a guardare la tv e mangiare biscotti che andare a fare shopping- non sarebbe mai stata la controparte dolce di Soul - che voleva dare l'aria del duro e da poco si era dato al fumo, anche se Maka era sicurissima che non inspirasse quando fumava e presto avrebbe smesso di sprecare i suoi soldi-. 
 
Nonostante questo, Wes sembrava diventare matto quando i due stavano insieme e continuava a ripetere quanto fossero una bella coppia, quanto amore ed attrazione loro suggerissero e... e quanto fossero dolci.
 
Maka si chiedeva quanto le parole di Wes fossero sbagliate e dettate probabilmente dall'emozione di vedere suo fratello con una ragazza. Soul e Maka non erano neanche amici, figuriamoci amanti, complici e tutte le cavolate che le venivano in mente. 
 
Soul adorava darle fastidio. Le diceva che era scordinata mentre la teneva per i fianchi e ballavano il valzer -o almeno ci provavano-, le ricordava quanto il suo seno fosse piccolo con un sorriso sulle labbra da vero bastardo -e abbiamo già detto quanto non avere le tette faccia male ad una povera adolescente-, la chiamava topo da biblioteca ogni volta che lei ed il maggiore degli Evans parlavano di libri e la prendeva sempre in giro per modi rozzi che aveva nonostante fosse femmina. All'inizio Maka sorrideva nervosamente e cercava di lasciar correre quell'istinto omicida che si andava impadronendo di lei, poi, dopo più o meno tre minuti, la prima volta in casa Evans, aveva preso uno dei suoi libri nella borsa -forse Guerra e Pace, ma non ne era molto sicura- e lo colpì con quanta forza aveva in corpo. Quando Soul indietreggiò, lamentandosi per il dolore, Maka si preoccupò che il libro non avesse subito danni nell'impatto con quella testa dura e carezzò la copertina di questo, rinfilandolo nella borsa.
 
"Ti preoccupi più del libro che di me!" si lamentò Soul, carezzandosi la testa, e Maka era pronta a rispondere che era sicuramente così, quando la risata di Wes ricordò loro che anche il fratello maggiore di Soul stava prendendo il the intorno a quel tavolo. 
 
A quel punto, anche Soul scoppiò a ridere, e, abitudine che rimase per tutte le volte che i due battibeccavano davanti a Wes, trascinò la sedia della ragazza verso di sé ed abbracciò Maka, lasciandole un bacio leggero sulla fronte. 
 
Chissà perché, quest'azione sembrava molto naturale anche a lei.
 
Sotto questo punto di vista, Maka e Soul non fingevano di essere fidanzati. Erano per tutto il tempo Maka e Soul.
 
"Sono contento che la ragazza di Soul sia tu" le aveva detto un giorno Wes "Perché insieme ridete per davvero, senza finzioni. Ho sempre desiderato per il mio stupido fratellino una persona intelligente e buona"
 
Maka aveva ingoiato saliva e sorriso nervosamente "Già" 
 
 
★☆★☆
 
"Non spiega la situazione" ripeté irritato Kid
 
"Anche tu hai dovuto imparare a ballare il valzer?" rise Black Star
 
"Perché adesso Soul ti riempie di carta igenica l'armadietto?" chiese Kid, reprimendo la seconda domanda che voleva fare con tutto il suo cuore da quando aveva saputo del fidanzamento falso. "Cos'hai combinato Maka?" 
 
"Niente!"si affrettò a dire la ragazza "Solo che..."
 
☆★☆★
 
Pochi giorni prima del ricevimento degli Evans, Maka era nervosissima.
 
Il primo motivo era che non ricordava perfettamente i passi del valzer, il secondo motivo erano le parole di Wes, il terzo motivo era... era una stupidaggine. Non ne aveva mai parlato con nessuno, perché, beh, i suoi due migliori amici erano degli idioti patentati uomini, che certe cose non le potevano capire. Maka era preoccupata che il suo abito, oltre che troppo umile per un ricevimento a casa degli Evans, non la valorizzasse al meglio, ecco. Il suo fisico da ragazzina era difficile da coprire bene e aveva paura di sfigurare ed allo stesso tempo far sfigurare Soul.
 
In quel mese, Maka e Soul erano riusciti a diventare qualcosa di molto simile a due amici; tra loro riuscivano a parlare e ridere, a litigare e darsi fastidio. Se nei primi tempi era molto semplice fingere a scuola che uno o l'altra non esistessero, piano piano, fingere indifferenza tra loro sembrava diventare una missione impossibile, soprattutto nell'ora di letteratura, dove la professoressa Mjolnir costringeva a recitare sonetti d'amore in tutte le lingue a tutti i maschi della classe, facendoli dedicare alle loro compagne di banco. Indovinate: con chi era accoppiata Maka? Esatto, con Soul. Il problema non era tanto il sonetto recitato da Soul, quanto il suo tono di burla, le sue interpretazioni personali del sonetto, che lo portavano a cambiare i termini per adattarli alla sua compagna, ed i gesti con cui accompagnava le parole, che facevano sì che entrambi i ragazzi scoppiassero in una sonora risata, piegandosi in due, uno sorretto dalle spalle dell'altra.
 
Quando ridevano, comunque, e quando, per forza dell'abitudine, i due si avvicinavano tra loro quasi inappropriatamente agli occhi dei loro compagni di corso, Maka riusciva a sentire su di lei gli occhi infuriati della professoressa Mjolnir che sussurrava qualcosa come "Che fai Albarn? Due uomini per una donna, Albarn? Non si fa così, Albarn. Mica puoi averli tutti tu, Albarn. Si deve condividere Albarn" e probabilmente anche alcune maledizioni dirette alla bionda. Soul rideva a crepapelle vedendo la Prof. Zitella andare su tutte le furie al pensiero che una delle sue alunne potesse frequentare due ragazzi -i pettegolezzi su Maka e Wes non sembravano voler scomparire, anzi, si fomentavano ad ogni sorriso di Wes e sbuffo di Maka- e che quei due fossero anche fratelli. Due fratelli ricchi. La bionda sospirava tutte le volte che ricordava questo possibile odio da parte della professoressa Mjolnir, pensando che probabilmente le avrebbe abbassato il voto del corso. Anche se, a Maka, non sembrava di comportarsi con Soul in maniera diversa da come si comportava con Kid o Black Star e, con loro due, mai nessuno aveva mai detto qualcosa su una possibile relazione amorosa. 
 
"La vergine Marie condanna il peccato perché non lo può ottenere" la rassicurava Soul, con una punta di malizia. Era un modo di consolarla, un modo non molto efficace, ma pur sempre un modo.
 
Maka aveva imparato a conoscere il lato più nascosto di Soul e le era piaciuto un sacco. Aveva sentito l'albino più vicino, più reale e più comprensibile, mentre le raccontava della sua infanzia, dei suoi genitori, di Wes, a cui voleva un sacco bene e che che di rimando gli voleva un sacco bene, ma che era anche era il fratello con cui non poteva competere, a cui sarebbe sempre stato secondo. Lei gli raccontò di suo padre ed anche lui sembrò riuscire a capirla di più. 
 
Sembrava non essere cambiato nulla nel loro rapporto, che comunque piaceva ad entrambi così com'era, con litigi e prese in giro. 
 
Pochi giorni dal ricevimento, Maka ricevette un messaggio sul cellulare:"Vieni nel giardino di scuola", era Soul.
 
Non ci volle molto per trovarlo, anche se era accovacciato dietro un cespuglio. Giocherellava con una scatolina tra le mani e, non appena vide Maka le fece segno di sedersi accanto a lui, per non dare nell'occhio.
 
Le diede la scatolina, senza troppe cerimonie, mordendosi le labbra "È per il ricevimento" spiegò, mentre lei guardava quel braccialetto semplice color argento "Ti ho vista un po' nervosa a scuola e ho pensato di tranquillizzarti in qualche modo."
 
"È carinissimo" disse lei.
 
"Bhe, sì, non quanto me" sorrise lui "Sarai fantastica al ballo" disse alzandosi da per terra e camminando lentamente verso la sua aula.
 
La notte del ricevimento, fu più una notte di fuga che altro. Soul, non appena Maka era arrivata a casa sua, l'aveva portata, sotto ordine di Wes, a farle conoscere i suoi genitori, ma, essendo per lui quei due gli esseri più rompiscatole, noiosi e stranamente curiosi riguardo la sua finta ragazza sulla faccia della terra, aveva cercato di fare in modo che la chiacchierata tra i tre fosse piuttosto veloce. Il primo valzer, aveva insistito sempre Wes - si comportava come un bambino, voleva vedere i frutti del suo lavoro roteare leggiadramente sulla pista da ballo- era d'obbligo, e quindi, Maka e Soul si erano ritrovati in mezzo alla sala da ballo, stretti l'uno all'altra, cercando in tutti i modi di essere all'altezza delle aspettative del violinista. Maka era troppo concentrata a non dimenticare i passi e non pestare i piedi a Soul, per sentire, quando passavano accanto a Wes, le battute a sfondo sessuale del maggiore degli Evans, che, dette in quei pochi secondi, facevano arrossire Soul dall'imbarazzo. 
 
Finito il primo valzer -senza nessun ferito, si complimentò da sola Maka-, la bionda aveva avvistato una chioma azzurra ed una mora muoversi verso gli Evans e aveva chiesto velocemente a Soul di uscire in terrazzo. "Kid e Black Star? "Aveva chiesto curioso il ragazzo, mentre lei lo trascinava dal polso. "Non hai detto loro niente?" aveva chiesto sorpreso Soul.
 
"Sarebbe stato troppo imbarazzante" fu la sola risposta di lei.
 
Nel piccolo terrazzo, dimenticato da tutti gli invitati, i due ragazzi si sedettero come si erano seduti pochi giorni prima nel giardino della scuola. Soul riusciva a sentire il gomito di Maka premere sulle sue costole, anche se di spazio ce n'era per potersi sedere lontani. Non gli sembrò strana la vicinanza tra loro, comunque, anzi, era perfettamente normale, secondo lui, e dovette fermare l'impulso di posare la sua testa su quella di Maka, o sulla sua spalla. 
 
"Soul" lo chiamò Maka, dopo qualche minuto di silenzio "grazie per il braccialetto"
 
"E di che?" rise lui " Sicuramemte sta meglio a te che a me"
 
"Volevo ringraziarti, però e quindi ho chiesto a Wes una mano perché io sono ignorante in materia e... va beh, lo vedrai quando torni in camera tua"
 
"Sa molto di spogliarello questo tuo ringraziamento."sorrise Soul "Hai detto che c'entrava Wes?"
 
"Sta zitto" borbottò Maka "È un cd, scemo. Così possiamo anche lasciarci quest'esperienza alle spalle"
 
"Non canterei vittoria così presto. Wes ti adora. Come faccia ancora non lo so. Una tipa senzatette e testarda come te. E pure maschiaccio e violenta..." Soul rise di gusto, sentendo che la ragazza si muoveva con fare minaccioso. Non poteva aver portato con sé un libro tanto grande, considerò il ragazzo, ma era sicuramente meglio prevenire che curare. Afferrò, quindi, Maka dalla vita, trascinandola più vicina a lui, come aveva fatto la prima volta che avevano litigato davanti a Wes, solo che, invece di cercare la fronte, come aveva fatto quella volta, cercò le labbra di lei, lasciandole un bacio leggero e delicato. 
 
Né lui né Maka dissero niente sulla faccenda. Era stato così naturale da poter dire che era stata la forza dell'abitudine a guidarli. Poi, quando la bionda notò che vicino alle tende della portafinestra c'era Wes, munito di macchinetta fotografica e con un sorriso ebete in volto, sorrise e si accomodò sul petto di Soul. 
 
"Che tipo tuo fratello" rise Maka.
 
"E ancora non ha bevuto un bicchiere di punch. Poi ne riparliamo." concluse sarcastico Soul.
 
 
★☆★☆
 
"A te lui piace! "Kid non riusciva più a contenersi, doveva gridarlo e chiederglielo il prima possibile, anche se, si rese immediatamente conto, con quel tono, sembrava più un'accusa che vittoria della sua fantastica e simmetrica logica.
 
Black Star, incurante delle ultime parti del discorso -aveva smesso di asoltare Maka da quando lei aveva detto che il fidanzamento con Soul era solo una farsa per rendere felice Wes e salvare l'orgoglio del minore degli Evans-, aveva ripreso il CuorScino dal bidone della spazzatura e, facendogli una lieve pressione, lo faceva cantare in continuazione. 
 
"Ma certo che no!" sbottò la ragazza "Forse? Non lo so" aggiunse la ragazza, confusa portandosi una mano sulla fronte. "Siamo solo amici"
 
"Cos'è successo dopo? Cos'hai combinato Maka Albarn?"
 
"Niente. Dopo il ricevimento Wes non voleva che io scomparissi da casa Evans e continuava ad invitarmi. Tra me e Soul le cose non sono cambiate. Davvero... beh, almeno finché..."
 
 
☆★☆★
 
 
Doveva essere buffissima Maka con il suo pigiama-anti-stupro, gli occhi semiaperti e le sue pantofole a coniglietto bianco, mentre apriva la porta di casa sua. O almeno così disse Soul, che comunque non era combinato meglio di lei, coperto da miriadi di palloncini colorati ed una scatola di biscottini. 
 
"Che ci fai tu qua?" fu la domanda confusa di Maka appena lo vide. 
 
"Un finto fidanzato deve fare quel che un finto fidanzato deve fare." mormorò il ragazzo porgendole i biscotti ed entrando in casa senza neanche chiedere il permesso. "La Zitella si chiede perché ultimamente sono senza compagna per recitare sonetti o roba del genere, e me li fa recitare a lei. Capisci in che posizione mi metti?" si lamentò, buttandosi sul divano davanti alla televisione, accanto al piumone che Maka aveva buttato per terra per potergli aprire la porta. Con un gesto della mano l'aveva invitata a sedersi accanto a lui, con uno sguardo quasi dolce, se solo Soul avesse avuto qualcosa di dolce, a detta di Maka. 
 
La ragazza ricercò il calore del piumone, col quale era coperta poco prima. Sembrava muoversi a tentoni e, se avesse avuto un po' più di lucidità, un po'di forza in più di quella che aveva in quel momento, avrebbe maledetto con tutto il suo corpo Black Star, le nottate tra ragazzi e quelle stupide scommesse-perdi-onore, colpevoli, sin da quando aveva sette anni, di tutti i malanni presi inutilmente e di tutti i pomeriggi sprecati, facendo passeggiate con suo padre. Si coprì col piumone e fu automaticamente attirata verso l'albino dalle braccia di lui. Non si lamentò, comunque, né si ritrasse, semplicemente poggiò la sua testa sul petto di Soul, chiudendo gli occhi, e sentendo in lontananza le voci di un uomo e di una donna -provenienti dalla televisione, che Soul aveva acceso col telecomando- , che discutevano sulla pochezza delle nuove generazioni, di quanto poco potevano sentire amore, nei loro piccoli, ingenui, cuori.
 
Non si rese neanche conto di quando cadde in un sonno profondo e sognò un Black Star pecora, che, belando, saltava verso un castello circondato da lava, dove un Soul drago custodiva gelosamente un tesoro ed un Kid consigliere cercava in tutti i modi di riarredare il palazzo, dove Soul si trovava, in maniera assolutamente simmetrica, facendogli spostare da questa parte o da quell'altra la coda, o le ali. Guardandosi intorno, vide tutti quelli che conosceva saltellare intorno al palazzo -Ox e Kim erano seduti in mezzo ad un labirinto, Jacqueline cantava con un'arpa in un sala insieme ad Harvard, e Patty Thompson rincorreva Black la pecora per i giardini- e lei? Dov'era lei? Lei era il tesoro che Soul custodiva. Strano, si sarebbe vista meglio come strega cattiva, fu l'unico pensiero coerente che, nel sogno, riuscì a formulare. 
 
La febbre di Maka era dovuta a quella stupida nottata tra ragazzi che, da quando erano piccoli, i componenti dello Strano Trio organizzavano e che andava sempre a finire con qualcuno addormentato sul divano con un gran mal di testa e, forse, anche un tatuaggio in più sul proprio corpo, come era capitato al ragazzo dai capelli azzurri -una farfallina tatuata sulla caviglia, per dimostrare che, anche con qualcosa di così poco virile, il nanetto ninja continuava ad essere un fantastico dio, che Kid e Maka dovevano onorare e rispettare, a detta sua-.
 
Quella sera, mentre giocavano ad Assassin's Creed i tre ebbero la stupenda idea di parlare contemporaneamente di tempo, coraggio e resistenza. Tempo, perché stava piovendo a dirotto. Coraggio, perché si sarebbero sfidati in qualcosa di pazzo. Resistenza, perché tutti e tre si sarebbero tolti la maglietta, sarebbero saliti sul tetto della vecchia casa di Black Star e sarebbero rimasti sotto la pioggia, finché non sarebbero più riusciti a sopportare il freddo.
 
I tre ragazzi, in piedi orgogliosamente sul tetto, erano rimasti uniti per almeno due ore, urlando contro la pioggia di dare del suo meglio, ché loro non sarebbero mai scappati via, dentro casa e verso l'asciutta umiliazione. Il primo a mollare fu Kid, che stava per avere una crisi di nervi, per paura che i suoi vestiti -i suoi fantastici e simmetrici pantaloni- si rovinassrro, o si rimpicciolissero. Maka e Black Star rimasero uno davanti all'altra per un'altra ora, prendendosi in testa anche la grandine, pur di non darla vinta all'altro. Mollò Maka, presa da un attacco di sonno e mentre cercava di non morire per il freddo. Black Star, col moccio al naso, aveva iniziato a ridere come un matto, trai tuoni ed i fulmini del temporale: aveva vinto.
 
Il giorno dopo, tutti e tre erano a letto, con la febbre e dolori per tutto il corpo. Inutile dire che Black Star anche nel suo delirio, continuava a cantare le sue gesta eroiche, sotto la pioggia, la grandine ed i fulmini.
 
Maka, dal canto suo, non ci capiva niente, sapeva solo che aveva caldo e freddo e che le sue gambe non riuscivano a sorreggerla. La portò a casa sua Sid, che la posò sul suo lettino ordinato, mentre lei gli chiedeva di non dire niente alla madre, che, in quel momento, stava in Thailandia, sulla sua malattia. Sid sorrise, lasciandola addormentata.
 
Nessuno del Trio andò a scuola né il giorno dopo, né due giorni dopo, né tutta la settimana dopo, avendo ancora troppi moccioli nel naso e catarro in gola. Maka, sempre stata restia a prendere sciroppi e pillole, stava guarendo più lentamente degli altri due e passava le sue giornate dormendo coperta dal suo enorme piumone e svegliandosi ogni tante ore. 
 
Soul era andato a trovarla, preoccupato. Non era qualcosa che il ragazzo avrebbe detto ad alta voce -anche perché non sapeva bene con chi parlarne-, ma più che della salute fisica della ragazza, si preoccupava che la bionda non andasse a scuola per colpa della sua autostima lesa, o qualcosa del genere. 
 
Era qualcosa che aveva notato poco prima della malattia della bionda: bigliettini lasciati nel suo armadietto che sembravano piccole dichiarazioni d'amore. Quando aveva chiesto chi fosse a scriverle, Maka aveva sbuffato e buttato il biglietto, dicendo che erano dei deficienti che le davano fastidio da quando aveva undici anni. Soul ci credette poco, ma si rese conto che i bigliettini mettevano a disagio la bionda, abbastanza da farla ridere nervosamente e farle cambiare argomento in meno di cinque secondi. Per tutta la settimana, i bigliettini furono consegnati, letti ed anche buttati nella spazzatura; ma anche se quei bigliettini sarebbero stati bruciati, insieme ad alcuni libri di Hiro, Soul aveva notato che quel che c'era scritto sopra bruciava ancora sulla pelle della bionda, che, il venerdì della nottata tra ragazzi, continuava a mordersi le labbra. In realtà Maka a tutto pensava tranne che a quei biglietti, che consegnavano ogni mattina: Ox era riuscito -come si era permesso?- ad ottenere un punto in più nell'ultimo compito di Fisica Applicata, cosa che aveva irritato la ragazza e non poco.
 
Il gesto di premura da parte di Soul, comunque, non era stato l'unico in quel periodo, anzi. Più passava il tempo e meno i due ragazzi sembravano distanti, più li si vedeva correre insieme per il campetto da calcio, litigare trai corridoi e ridere nei giardini. Era oro che colava per i pettegolezzi della scuola, che, arrivarono alla stessa conclusione -sbagliata- della professoressa Mjolnir, ossia che Maka avesse a che fare sia con Wes che con Soul Evans e molti immaginavano la situazione in cui era potuta nascere la storia d'amore di una coppia o dell'altra, tifando per un fratello o per l'altro. Probabilmente scrivevano anche sui tre e le loro storie...chissà. 
 
"Siamo solo amici" ripeteva Maka ad Ox, sempre nell'ora di Fisica, mentre l'occhialuto scriveva calcoli semplici su un foglio stropicciato e scarabocchiato. 
 
"Lo dici come se fossi delusa" la prendeva in giro l'altro, aggiungendo con un semplice sorriso "Certe cose, due amici non le fanno"
 
Erano quelle parole le ultime che Maka riuscì a comprendere nei suoi sogni-ricordi, mentre si sedeva sul divano, con gli occhi assonnati e Soul seduto accanto, la guancia posata sulla mano destra, mentre con la sinistra l'abbracciava. Il ragazzo non disse niente sui capelli di Maka, il fatto che russasse -anche se non avrebbe perso occasione per prenderla in giro, in seguito-, o che il suo gomito aveva, per la maggior parte del tempo, fatto pressione sulla sua pancia, facendogli male. 
 
"Quei palloncini?" chiese assonnata la ragazza, guardando verso la finestra ed accorgendosi che il sole doveva essere tramontato ore prima. 
 
"Wes era preoccupato per te, continuava a dire che dovevo venirti a trovare, da bravo fidanzato" mentì per metà Soul, guardando la ragazza, ancora appoggiata alla sua spalla "e mi ha detto che non potevo venire a mani vuote. Ho preso i biscotti, ma secondo Mister Perfavorenonsaicometrattareledonne era troppo poco, quindi mi ha mandato con quei cosi dietro. Neanche fossi un venditore di palloncini."
 
Maka strofinò il naso contro il braccio di Soul "Davvero non sai come si trattano le donne" mormorò "Non a caso è stato Wes a mandarmi i palloncini. E scommetto tutto quello che vuoi che i biscotti erano una sua idea."
 
Soul sbuffò, posando la testa su quella della ragazza. "Io so trattare le donne meglio di chiunque altro, cara. Puoi chiederlo a tutte quante" forse aveva detto qualche parola di troppo. L'albino si mosse indietro, proteggendosi la testa con le mani. L'unico movimento da parte di Maka, però, fu solo la caduta dei suoi capelli sulle gambe del ragazzo. Soul la ritirò su, facendola poggiare perfettamente su di lui. Era strano per lui occuparsi così di Maka. Non gli sembrava qualcosa di naturale.
 
"Dici?"
 
"Te lo dimostro?"
 
"Io saprei fare di meglio, in ogni caso"
 
"Dimostramelo, Maka" le aveva sussurrato all'orecchio il ragazzo. La bionda non poté rispondere, però. Sentì gli occhi chiudersi, si accomodò al meglio sul ragazzo e si addormentò, senza che Soul potesse aggiungere niente.
 
Pochi giorni dopo, Maka era tornata a scuola, felicissima di poter, finalmente, tornare a studiare e giocare a calcio. Sprizzava allegria da tutti i pori, mentre saltellava verso il suo armadietto per prendere i libri di Geografia Europea; se solo quelli lì non si fossero fermati davanti a lei, con la chitarra in mano ed una radio portatile! Il Glee Club era di fronte a lei, cantando Rather Be a così alta voce che, sicuramente, anche sua madre li poteva sentire, dall'Asia. Maka voleva morire. Alla fine dell'esecuzione, gli stupidi cantanti-ballerini-iosonofeliceecanto le gridarono in coro "Con tanto amore dal tuo ragazzo". Non dissero il nome di proposito, anche perché la bionda aveva uno sguardo assassino e minacciava di uccidere il mittente. 
 
La ragazza già vedeva gli studenti della Shibusen spettegolare su quale dei due fratelli aveva mandato una così sfacciata dichiarazione d'amore e d'impegno. 
 
Appena, poi, Maka era andata ai giardinetti, durante la sua ora libera, suo padre, Spirit, era andato ad abbracciarla e dirle che le voleva bene e tutto il resto, mostrandole una lettera che aveva trovato, firmata da lei -come poteva suo padre credere che quella fosse la sua firma?-, che diceva quanto le fosse mancato, quanto avrebbe voluto vivere con lui e passare più pomeriggi insieme. Quella era, ovviamente, la grafia di Soul. Stupido odioso Soul. 
 
"Sarò il tuo ragazzo, ma sono il tuo finto ragazzo. Devo romperti le scatole" era stata la scusa del ragazzo. 
 
"Per colpa tua mi sono dovuta sorbire mio padre per un'ora!"
 
Soul fece spallucce. Maka ringhiò. 
 
A quel gioco ci si poteva giocare in due.
 
Il primo passo fu comprare un peluche gigante, più grande di lei, con sopra scritto TI AMORSO e farglielo consegnare durante la sua ora di Educazione Fisica. Poi, mentre tutti erano distratti dall'enorme orso in palestra, prendere i vestiti di Soul ed immergerli nel fango vicino ai campetti -che poi non si sa quanta di quella melassa marrone è fango e quanta è cacca di cane, ma questo poco importava a Maka-. Quel giorno Soul l'avrebbe presa a calci nel sedere, quando l'era andata a cercare in tuta nel bagno delle ragazze e lei, con lo stesso sorriso strafottente di lui, aveva fatto spallucce "Sarò la tua ragazza, ma sono la tua finta ragazza"
 
E così via fino al giorno degli allenamenti di calcio. 
 
 
☆★☆★ 
 
 
Black Star mise il broncio, offeso, mentre la ragazza cercava nel suo borsone il cambio per potersene andare via. "Ci hai tenuto fuori da tutto"
 
"Non è vero" mormorò la bionda "Voi non eravate mai nei paraggi quando succedevano queste cose... ed eravate troppo occupati. Tu con la Natsukasa e tu con Elizabeth, sarebbe stato stupido parlarci di un mio amico mica..." 
 
"Lui ti piace. " sospirò Kid 
 
"Invece no! Siamo solo amici!"
 
"Anche secondo me ti piace" sorrise Black Star, dandole il CuorScino "E tu piaci a lui." 
 
"È per questo che non ci ha detto niente. Sei così poco virile in questi momenti..."
 
"Maka ha un ragazzo! Maka ha un ragazzo!"
 
"Vorrei ricordarvi che non è veramente il mio ragazzo"
 
"Ma vorresti lo fosse" 
 
"Io..."
 
"Dovresti parlargli. E poi presentarcelo. Non lascerò che chiunque esca con la piccola maschiaccio"
 
Maka sorrise debolmente "Anche con un ragazzo, sarei il maschiaccio?"
 
"Rimarrai sempre il nostro maschiaccio rompipalle" l'abbracciò Kid. 
 
"Continui a puzzare, comunque, Maka" rise Black Star, aggiungendosi all'abbraccio dei suoi due migliori amici. 
 
★☆★☆
 
 
Maka è strana, questo fu il primo pensiero di Soul. Strana forte. Stava superando addirittura suo fratello in stranezza, che, a proposito, era scomparso dietro le tende della stanza; chissà dov'era andato. 
 
Il primo sintomo di stranezza, a detta di Soul, era che aveva deciso di non appoggiarsi a lui, come facevano tutte le volte che guardavano un film insieme, sia al cinema che a casa sua, come in quel momento. Si era seduta, poco distante da lui, e si era arrotolata su se stessa, guardando Harry Potter e il Calice di Fuoco, nascondendo il suo viso tra le ginocchia. Wes aveva chiesto se avevano litigato, di nuovo. Soul non aveva saputo rispondere. Quella mattina avevano parlato tranquillamente e, dimenticando l'episodio dei regalini sul campo da calcio, Soul non aveva né detto, né fatto, qualcosa di sbagliato, o almeno così pensava. 
 
Maka comunque non parlava, persa nei suoi pensieri. Poi, ogni tanto, rideva. 
 
"Harry Potter è stata la prima serie che ho finito tutto d'un fiato. Dico di libri. Mi sono sempre piaciuti" disse ad un certo punto Maka "È divertente vedere che all'inizio Ron e Hermione si detestassero e poi finiscano insieme. Il primo commento di Ron su di lei è: Questa è tutta matta"
 
Soul si sistemò sul divano, incronciando le gambe "Io ho pensato la stessa cosa di te, la prima volta." rise. 
 
"Io ho pensato fossi scemo" disse lei, avvicinandosi a lui e appoggiandosi sul suo petto, come era loro abitudine. 
 
Soul rise di nuovo, sollevato. Maka alzò la testa, guardando il mento di lui. Come si fa la prima mossa? In fondo, lei era stata la prima a baciarlo, non doveva essere così difficile... "Tutto bene?" chiese il ragazzo. 
 
"Sì, pensavo"
 
"A...?"
 
PensaveloceMakatrovaunasoluzioneoraomaipiùnonfarelacodarda. La ragazza aveva l'adrenalina a mille, mentre sollevò il mento fino ad arrivare occhi negli occhi con lui e lasciargli un bacio veloce, seguito da "A questo". Soul aggrottò le sopracciglia, continuando a guardare negli occhi la ragazza. Sembrava confuso. 
 
Certo, la prima impressione di Soul scemo non era cambiata poi così tanto in quei mesi; Maka alzò gli occhi al cielo e si riavvicinò al ragazzo, questa volta con più calma, assaporando il momento, posando le sue labbra su quelle di Soul. Il ragazzo rispose immediatamente, prendendo la ragazza dalla vita e facendola sedere su di lui. Stava iniziando a sentire caldo, con il corpo di Maka che gli premeva addosso. Sentiva di doversi fermare prima di perdere il controllo -Wes era sempre nei paraggi e una cameriera stava guardandoli dalla finestra da almeno cinque minuti. Certe cose non si fanno in pubblico, per quanto quello fosse un sogno proibito del ragazzo- e per questo chiese " Per questo oggi eri così strana?" ridendo. 
 
"Ti sembra stupido?"
 
"Il tuo Tiamorso era stupido."
 
"Tu mi hai mandato quelli del Glee! Quelli del Glee! Harvard mi ha preso in giro fino a ieri!"
 
"È che sei carinissima mentre sei imbarazzata" rise lui guardando la ragazza arrossire a pochi centimetri dal suo naso "Appunto"
 
Maka infilò il suo viso tra le scapole di Soul, cercando di nascondersi il più possibile. Sentiva già i commenti del giorno dopo a scuola e le risate che Black Star si sarebbe fatto. Sentiva lo sguardo di fuoco della Mjolnir e suo padre tenere d'occhio Soul. Sarebbe stato tremendo. "Vuol dire che adesso tutte le volte che faccio goal, dovrò indicarti e dedicartelo?"
 
Soul rise "Vuol dire che tutte le volte che compongo una melodia al piano, penserò a te." 
 
"Vuol dire che sono la tua Hermione"
 
"Ed io il tuo Ron"
 
Maka sorrise sulla pelle del ragazzo. Alzò la testa e lo baciò dolcemente. 
 
"Beccati!" gridò Wes correndo dalla porta d'ingresso. Aveva ancora quella macchinetta fotografica in mano, la stessa che aveva la notte del ricevimento. "Guardatevi! Quanto siete carini!"saltellò sul posto il ragazzo. "Questa la metto sull'album!"
 
"Quale album?" gridò Soul verso il fratello, che, sorridendo soddisfatto, correva per il corridoio dell'enorme casa "WES!"
 
Maka rise "Che tipo tuo fratello" 
 
"Ho paura di sapere cosa sta combinando"
 
"I Luv U"
 
Soul rise "Scema, anch'io Ti amORSO"
 
 
  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Soul Eater / Vai alla pagina dell'autore: Mikirise