Your love is a Lie …

“Pierre, Pierre non andare! Ti prego resta qui.”
Quel giorno quelle parole mi sembrarono solo una tentazione e mi crearono un dolore che durò per parecchio tempo.
Ora, a distanza di anni, mi rendo conto che le sue erano solo parole egoiste e provocatorie.
Mi allontanai da lei appena scoprii che mi aveva mentito, usato e tradito.
Andai da lei, a casa sua, e le dissi tutto ciò che pensavo , ciò che provavo.
 Vederla piangere in quel momento dopo il mio scatto di rabbia, però, mi creò una fitta lancinante allo stomaco e dovetti andarmene per non soffrire di più.
 
“Come hai potuto farmi una cosa del genere?” Le dissi appena arrivato sulla soglia del suo appartamento.
Mi guardò, all’inizio stupita, poi abbassò lo sguardo come se avesse capito di cosa si trattasse.
“Cosa intendi?” Disse con voce bassa.
I suoi occhi stavano diventando lucidi.
“Hai … il coraggio di chiedermelo?” Alzai ancora di più la voce.
Lei chiuse gli occhi, come se avesse sentito un rumore violento, così abbassai il timbro.
“Dimmi solo perché.” La mia voce si incrinò. “Avevamo detto: fiducia prima di tutto.”
Lei tenne lo sguardo basso, fisso sulle sue mani che torturò continuamente.
“Ti ho vista … è da mesi che cerco di non pensarci.
Continuavo a smorzare le mie domande , la mia gelosia, poi qualche giorno fa, ho avuto la certezza dei miei dubbi.
Ero andato a prendere delle cose sotto casa tua, quando per caso ti ho vista uscire dal tuo palazzo con un ragazzo moro, ti ha dolcemente messo un braccio sulla spalla e vi siete dati un bacio.”
Restai lì, fermo a guardarla, ad osservare il suo cambio di espressione al termine delle mie parole.
“Mi … mi dispiace, non volevo farti soffrire!” Riuscì a dire tra un singhiozzo e l’altro.
“Ti dispiace? Pensa a me … quanto dispiace!”
“Ti scongiuro rimani, io ti amo!”
Dopo aver sentito quelle parole, dopo quella frase, decisi di andarmene.
Era troppo per me, per il mio orgoglio, per il mio cuore infranto.
Lei mi prese una spalla per cercare di fermarmi prima che me ne andassi. “Pierre, Pierre non andare! Ti prego resta qui.”
La guardai per l’ultima volta, gli occhi pieni di lacrime e tremante il volto.
In quel momento mi accorsi che anch’io, mio malgrado, stavo piangendo.
Mi liberai dalla sua flebile presa, scostandomi da lei e corsi giù per le scale uscendo da quel posto che per anni mi causò battiti cardiaci e la più limpida felicità.
Mi fiondai in macchina e con la manica della camicia mi asciugai le lacrime che mi macchiarono il collo della canotta.
Guidai senza una meta, ripensando alla scena appena vissuta e agli innumerevoli ricordi che mi frullavano in testa.
Adesso, ripensandoci gli amori e le amicizie finite sono come una malattia.
A volte questa malattia viene alleviata, resa meno “forte” con un altro amore e con altri ricordi che con il tempo la rendono più debole.
E’ un po’ come quelle foto ricordo che ti fanno venire nostalgia ma che metti in una scatola per non pensarci, ma alla fine quelle foto ti ricapiteranno sempre in mano e un’insieme di emozioni ti percorreranno per tutto il corpo senza che dia loro il permesso di farlo.
 
Angolo autrice: Ciao a tutti, voglio precisare che questa one-shot mi è venuta in mente scoprendo una rottura di una persona a me cara.
Questa breve storia le dedico a tutti coloro che sono stati mollati e che si meriterebbero molto di meglio!
Ringrazio coloro che leggeranno questa storia e che magari la recensiranno pure, o che la metteranno tra le preferite/seguite/ricordate.
EleRigoletto.