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Autore: Shora    25/06/2014    2 recensioni
Questa ff si rifà ai nostri eroi dopo la fine dei primi tre anni all'accademia dei MRR, con un fianale altrenativo, infatti i disastri torneranno più forti che mai e una nuova figura arriverà all'accademia. Nuovi amori, emozioni e avventure aspettano i nostri eroi. Spero vi piaccia buona lettura.
Genere: Avventura, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Niente rimpianti:

Amy provò a muovere un braccio. Il dolore le strappò il fiato dai polmoni. Tutto quello che sentiva non era altro che dolore e un’assurda fame d’aria che non veniva soddisfatta. Aveva capito quello che stava accadendo e non aveva paura. Stava morendo ma non poteva farci nulla, il filo del suo destino si era rotto, aveva finito la sua corsa nel tempo, tempo durato solo quindici, miseri, anni. Sorrise come per far vedere alla morte che non aveva paura del suo abbraccio. Questa, però, stava arrivando lentamente facendole crudelmente vedere quante cose, una ragazza brillante come lei, avrebbe sicuramente fatto. Scacciò quei pensieri. Aveva fatto abbastanza, la sua permanenza in questo mondo era finita. Aveva completato il suo scopo altrimenti non si sarebbe trovata in questa situazione. Adesso che ci rifletteva, però, tutto il suo mondo le era letteralmente crollato addosso, in questo momento doveva essere disperata. Eppure, lei, era felice, si era sacrificata per una buona causa, lo sapeva perfettamente, aveva detto a Mike quello che provava e aveva rivisto Eveline. Le sarebbe piaciuto parlare un po’ con lei come nei vecchi tempi. Non aveva rimpianti. Stava morendo da ragazza felice. Amy non seppe quanto tempo passò prima che chiudesse gli occhi, se trascorsero secondi, minuti o ore, ma quando lo fece si sentì sollevata e non oppose resistenza appena sentì la morte sollevare la sua anima, sorrise semplicemente di felicità. Una piccola lacrima le si formò all’angolo dell’occhio destro.
“Tranquillo Mike, veglierò sempre su di te e tua sorella…” questo fu il suo ultimo pensiero.


-Amyyy!- gridò Mike, in lacrime, per l’ennesima volta. Eveline era dietro di lui, guardava le macerie della villa incapace di parlare. Era accaduto tutto troppo velocemente e l’unica cosa che riusciva a fare era piangere.
-Non e possibile! Amy non può essere morta!- il ragazzo fece per lanciarsi verso quella che era stata casa sua ma sua sorella lo prese prontamente per un polso, lui si voltò. Si guardarono negli occhi per qualche secondo poi, lei, lo abbracciò. Insieme caddero in ginocchio nel giardino spoglio, piangendo l’uno sulla spalla dell’altra, sostenendosi gli animi a vicenda. Per non crollare definitivamente. Il mutamento che il loro spirito stava avendo in questo momento li avrebbe segnati a vita. I due gemelli diversi, come la faccia differente di una stessa medaglia, si erano ritrovati e avevano dato luogo ad una catena di eventi che si era fermata con la distruzione di una villa e due cuori, uniti da un unico legame, sanguinanti. Eveline alzò il volto dalla spalla del fratello e fissò il cumolo di macerie sentendo un nuovo nodo alla gola formarsi. Si sciolse delicatamente dall’abbraccio e fissò il viso di suo fratello con gli occhi ancora colmi di lacrime. Vide quelli del ragazzo. Anche quelle bellissime sfere verdi avevano ancora molto dolore da versare ma si stavano trattenendo. Gli sorrise.
-Appena te la senti possiamo andare.- disse. Il ragazzo si guardò alle spalle e vide la villa distrutta. Distolse subito lo sguardo per evitare di scoppiare nuovamente in lacrime.
-Andiamo.- dichiarò con un’insolita fermezza alla sorella. Ma quella affermazione era più che altro una promessa a sé stesso: non avrebbe mai più messo piedi in quel luogo. Si alzò e tese la mano alla ragazza. Lei la afferrò. Mike aprì il portale che li avrebbe condotti via da lì. Lasciò che Eveline vi entrasse per prima e si voltò indietro per l’ultima volta.
“Addio Amy. Grazie di tutto.” Una lacrima scivolò dall’occhio sinistro del ragazzo che poi oltrepassò il varco.

I due fratelli si trovarono nel cortile dell’accademia. Il portale si chiuse alle loro spalle e un soffice materasso bianco accolse le loro scarpe. I gemelli, tenendosi per mano, si lasciarono cadere sulla neve. Eveline sentì il gelo toccarle la pelle e i suoi vestiti bagnarsi. Lasciò correre. Era stravolta e voleva solo dormire, lasciarsi andare in un pianto di felicità per essere ancora viva dopo aver visto la morte volarle accanto per poi scomparire come un fantasma, voleva piangere perché era ancora vicina a Mike, perché era piena di gratitudine verso la sorte nonostante le avesse causato molto dolore. Sentì la presa del ragazzo intensificarsi e ricambiò capendo cosa il ragazzo stesse pensando. Ormai erano collegati, una mente in due corpi. Chiuse gli occhi e si lasciò avvolgere dal silenzio.
“Un attimo, perché tutta questa calma?” pensò Eveline sedendosi di scatto. Quel posto non era solito per essere pieno di vita e chiacchere?
“Cosa sarà successo…?” pensò preoccupata la ragazza. Si alzò e traballante si avviò verso la porta, suo fratello la seguì. Entrarono nell’edificio. Nessuna voce li accolse, solo la desolazione del corridoio davanti a loro che si scuriva sempre di più poiché la notte era già alle porte. Cominciarono a girare per la struttura, per Mike era un labirinto tutto uguale. Raggiunsero la mensa e si sedettero ad uno dei tanti tavoli presenti nella stanza.
-È normale che questo posto sia così… vuoto?- chiese il ragazzo confuso e con la voce ancora impastata dal pianto. La mora scosse la testa.
-Normalmente è un posto allegro.-
“Dove sono finiti tutti?- si chiese mentre poggiava il capo sul tavolo. Suo fratello la imitò. Chiusero gli occhi e si lasciarono trasportare dal sonno nel mondo dei sogni dove, la loro felicità, esisteva secondo i loro desideri.


Un rumore di cocci rotti svegliò Eveline, Mike continuò a dormire. La giovane aprì gli occhi e vide un piatto per terra ai piedi di una ragazza. Notò che si teneva le mani davanti alla bocca per non urlare, poi le spostò.
-E-Eveline?- chiese.
-Ciao Rin.- sorrise la mora.


Erano passati due mesi dall’avventura di Eveline e Mike. La notizia del suo ritornò fu un vero e proprio evento. Tutti erano stati molto in pensiero per lei, temendo il peggio e si erano messi subito sulle sue tracce, anche se con poco risultato. Suo padre le aveva rivelato la verità senza che lei si scandalizzasse troppo, oramai era già stata informata. Suo fratello non si integrò subito con i nuovi compagni ma non per causa loro. Il rifiuto era da parte sua. Eveline, però, riusciva a capire. Aveva perso la madre e la sua migliore amica, voleva solo un po’ di tempo per sé, passando le sue giornate in camera steso sul letto a fare miliardi di volte il punto della situazione e fu proprio in quei momenti di riflessione che prese una decisione. E così arrivò la mattina del 27 Febbraio. Quel giorno Eveline si svegliò piuttosto tardi, senza Hazard a creare danni c’era meno lavoro per tutti. Si vestì e mentre stava per dirigersi verso la mensa scorse un foglio sulla sua scrivania o meglio, una lettera per lei da parte di Mike. Ma quando gliel’aveva consegnata? Cominciò a leggerla:
Cara sorellina,
So che quello che sto per dirti ti sembrerà un gesto azzardato ma ti assicuro che ci ho pensato a lungo. Ho deciso di partire e fare un lungo viaggio. Starò via per molto, forse anni, non lo so con certezza. La mia nave parte questa mattina ma ti prego non venire al porto, ho preferito scriverti una lettera come saluto perché vederti mi avrebbe fatto desistere e tu mi avresti sicuramente impedito di partire… conoscendomi.* Mi mancherai un sacco e spero tu potrai capire la mia scelta. Mi auguro di sì. A nessuno, penso, faccia piacere partire sapendo che qualcuno a lui caro non è d’accordo. Detto questo a presto mi adorata sorellina,
con affetto,
Mike.

Una lacrima cadde sul foglio e la leggera calligrafia di Mike sbavò.
“Come hai osato!?” pensò Eveline.
“Come hai pensato di partire senza avvisarmi!?” La mora uscì correndo dalla stanza ma invece di andare in mensa si lanciò verso l’uscita dell’accademia.
-Eveline dove stai andando?- chiese Taiyoh vedendola correre via.
-Non ho tempo, scusa!- gridò lei.
-Ok. Vuoi che chiami tuo fratello per la colazione?- chiese ancora mentre la ragazza si fiondava fuori dall’edificio.
-Non c’è bisogno, grazie!- rispose quella. Prese la strada per il porto e cominciò a correre in quella direzione più veloce che poteva.
“Mike sei un vero stupido!” pensò la mora con le lacrime agli occhi.

Mike, affacciato al parapetto del ponte della nave, osservava tutte le persone salutare i propri cari. Per lui non c’era nessuno ma andava bene così. Erano un po’ in ritardo con la partenza ma non aveva importanza. Assaporò la brezza marina e indirizzò un pensiero a sua sorella. In quel momento la vide. Spalancò gli occhi.
“Sto sognando di certo!” si disse il ragazzo, si strofinò gli occhi. Lei c’era ancora e stava scendendo le scale che portavano alla passerella dove le persone salutavano i familiari. La vide farsi largo tra la folla. La nave fischiò e salpò. Il giovane vide sua sorella alzare lo sguardo verso di lui. I loro occhi si incontrarono. Con un ultimo sforzo la ragazza si trovò in prima fila.
-Mike!- gridò piangendo. Lui le sorrise e cominciò a sventolare una mano salutandola.
-Mike!- urlò di nuovo lei.
“Scusa Eveline ma ho ricevuto la chance di poter ricominciare a vivere. Non la sprecherò.” La giovane parve percepire i suoi pensieri, abbassò il braccio che tendeva verso la nave che si allontanava sempre di più. Un’ultima lacrima cadde sulla ringhiera di ferro. Sorrise. Agitò una mano in segno di saluto, aveva capito. Non poteva fermarlo.
“Rialzati Mike e continua per la tua strada. I nostri destini si incontreranno di nuovo.”
 
Spazio dell’autrice:
*Mike si riferisce a sé stesso in quanto sono gemelli e spesso hanno gli stessi comportamenti.
Cari, allora come va? Eccomi con il penultimo capitolo di questa storia… non avrei mai pensato di dirlo O.O, hahaha! Mi spiace che presto dovremo lasciarci ma oramai la storia ha raggiunto il suo epilogo. Non mi dilungo più tanto poiché i veri saluti li farò nel prossimo capitolo, a presto miei cari!
Vostra,
Shora
  
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