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Autore: dianadreamer    25/06/2014    2 recensioni
Bisogna sempre seguire i propri sogni, Penelope ci credeva e desiderava realizzare il suo nato con la morte di Michael Jackson, ma prima doveva cambiare, partire da se stessa per rivoluzionare la sua vita, Lui lo diceva sempre...
Take a look at yourself, and then make a change (cit. man in the mirror)
Piccolo omaggio al Re del pop.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Michael Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Look for your way

Salve a tutti! Questa è la prima storia che pubblico su un sito. Non è nulla di eccezionale ma volevo che la mia prima storia fosse dedicata a una persona che occupa un posto speciale nel mio cuore  e per questo ho deciso di pubblicarla il 25 giugno in onore di Michael Jackson. L’idea per questa short mi è venuta guardando il video di “Hollywood Tonight” che mi ha ispirato molto. Sono certa di avere ancora molto lavoro da fare per migliorare e i vostri commenti saranno ben accetti, quindi spero in alcune recensioni, sia positive che negative. Detto questo vi auguro buona lettura!
 


Il suono dei clacson dei taxi in partenza riempiva la strada e le luci calde dei lampioni, unito a quello delle abitazioni e dei negozi tradivano l’ora tarda. Sembrava giorno per tutta quella luce nonostante fossero già le 8 di sera. Mi era bastato uno sguardo alla strada affollata per farmi cadere alcune lacrime di gioia. Avevo sempre desiderato andare in America fin da piccola e Hollywood era la mia prima tappa. Dopo tanto lavoro e risparmi ero finalmente riuscita e pagare quel viaggio. Rimasi ancora qualche istante incantata prima di recuperare la mia valigia dal bus che mi aveva portata dall’aeroporto Fort Lauderdale in città e dirigermi verso uno dei taxi in sosta alla fermata.
L’hotel era piuttosto distante dalla stazione degli autobus, così, dopo aver sistemato il bagaglio e aver dato l’indirizzo dell’albergo al tassista, infilai gli auricolari e feci partire la musica. Le dolci note di “man in the mirror” mi riempirono le orecchie facendomi spontaneamente sorridere e mentre meditavo sulle parole della canzone, i miei occhi vagavano lungo le strade luminose e colorate. Michael aveva ragione, se volevo fare del mondo un posto migliore dovevo prima guardare me stessa e fare un cambiamento. È per questo che ero andata in America, volevo partire da me stessa per cambiare la mia vita e raggiungere i miei obbiettivi.
Immersa in queste riflessioni non mi accorsi neanche dell’arrivo a destinazione. Pagai in fretta la corsa e, recuperata la valigia, mi diressi alla reception per ritirare la mia camera. L’albergo appariva molto più lussuoso di quanto dimostravano le sue 3 stelle: l’ampio ingresso costeggiato da piante decorative dava su un semplice ma piacevole giardino. La hall non era certo da meno con le sue grandi vetrate e i graziosi quadri che la adornavano.
«Salve! Posso aiutarla?» Un signore, probabilmente vedendomi disorientata, attirò la mia attenzione dalla reception.
«Buonasera, ho prenotato una camera per 4 notti a nome Black.» Spiegai semplicemente al receptionist.
«Lei è la signorina Penelope Black?» Domandò consultando alcune prenotazioni.
«Sì sono io.» Dissi distrattamente osservando la monumentale “Hollywood sign” ben visibile da una vetrata proprio dietro il bancone.
«Questa è la chiave della sua stanza, la numero 212. La colazione verrà servita dalle 7 alle 10. Per qualsiasi problema non esiti a chiedere assistenza, le auguro un buon soggiorno signorina.» Avevo già preso la mia valigia e la chiave elettronica quando l’uomo mi diede gli ultimi chiarimenti.
Raggiunsi impaziente la mia camera al 3° piano, felice come non mai.
Il giorno dopo mi alzai presto, forse anche troppo dato che erano solo le 6 eppure ero talmente ansiosa che non riuscii ad  aspettare l’apertura delle cucine, così, con i biglietti fatti il giorno prima, presi il bus impaziente di arrivare alla mia prima destinazione, la “walk of fame”.
Avevo sempre desiderato poter assistere ad un concerto di Michael Jackson da piccola e magari, con una buona dose di fortuna, anche conoscerlo ma quel 25 giugno rovinò tutti i miei ingenui sogni di bambina. Odiavo profondamente quel giorno in cui Michael se ne andò, lasciando milioni di persone a piangere la sua scomparsa con un’uscita di scena definitiva che non meritava. Nonostante non l’avessi mai incontrato sentivo di conoscerlo e per questo volevo regalargli un ultimo saluto, dopo tutto era solo grazie a lui se avevo deciso di stravolgere la mia vita e intraprendere una nuova strada.
Scesi all’incrocio tra la Grower Street e l’Hollywood Boulevard percorrendola per circa 3 isolati, fermandomi solo per comprare una rosa. La via non era troppo affollata. Negozi, teatri e basse abitazioni costeggiavano l’intera strada, cartelloni pubblicitari e insegne colorate abbellivano palazzi e vetrine mentre le immancabili palme erano poste a distanza regolare sui marciapiedi. Le stelle che portavano i nomi delle varie celebrità spiccavano dalla pavimentazione scura di terrazzo e i nomi in bronzo brillavano sotto la luce del sole.
Dopo circa 15 minuti arrivai di fronte al Chinese Theatre e proprio lì, di fronte al maestoso teatro, la sua stella sembrava brillare più delle altre. Le lettere luccicanti che riportavano il suo nome erano parzialmente coperte da fiori e foto di fan che, come me, avevano voluto salutare il loro idolo. La stella era diventata una specie di meta di pellegrinaggio per tutti i fan del Re del pop che vi avevano trovato un luogo dove piangere, dire addio o ricordare non solo un grande cantante e ballerino, ma anche un uomo che aveva fatto della pace, dell’amore e della salvezza del prossimo la sua missione.
Mi piegai sulla piastra commemorativa osservando ancora le lettere bronzate in rilievo. Quanto avevo desiderato vedere la sua stella, poterla toccare sapendo che anche lui un tempo era stato lì. Alcune lacrime iniziarono a cadere, forse di dolore, forse di felicità, non lo sapevo. Alcune persone si erano fermate vicino a me, probabilmente fan anche loro e sorrisi pensando che, in fondo, dopo tutte le maldicenze dette sul conto di Michael, non tutti gli avevano voltato le spalle. Ancora piangendo posai la delicata rosa bianca sulla stella, pura, innocente ed umile come lui. Mi alzai piano e con un leggero sorriso e gli occhi bagnati dall’emozione mi allontanai lentamente salutando silenziosamente Michael, ormai solo una stella che da quel momento mi avrebbe sempre protetto.
 
 

If you wanna make the world a better place
Take a look at yourself, and then make a change
Se vuoi rendere il mondo un posto migliore
Dai un’occhiata a te stesso, e fai un cambiamento
(man in the mirror)



 
NOTE:
La scelta della rosa bianca non è casuale: nel linguaggio dei fiori la rosa bianca indica innocenza, purezza e umiltà, tutti aggettivi che mi sembrano più che adatti a Michael e quindi ho pensato fosse il fiore migliore.
Qui sotto allegherò anche i link di “Hollywood tonight” e della canzone di Nicole Tuzii dedicata a Michael (una canzone davvero bellissima e commovente a parer mio).
Detto questo spero che la storia vi sia piaciuta e cercherò di postare al più presto una nuova storia!
 

▶ Nicole Tuzii - Ciao Amico Peter Pan - Tributo Michael Jackson - Video Ufficiale - YouTube

 Michael Jackson - Hollywood Tonight - YouTube

 
  
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