Isole sperdute, acqua, sole e mare...
dorati campi in cui buttarsi e naufragare,
al muover del vento che crea onde dorate in esse io mi perdo e col pensiero vago...
Verdi sono i campi della mia patria, terra natia da cui provego.
Dolce era l'acqua che sgorgava dall'umida terra,
e azzurro era il cielo in cui mi perdevo.
E in quest'ambiente incontaminato da
tra i vecchi ruderi di una civiltà ormai estinta ed antica io giocavo
e all'ombra di un albero ora mai centenario mi assopivo...
Sogni di miti e leggende, degli antichi dei... le loro storie sognavo...
Ora di incanto mi sveglio...
ora mia dolce terra natia non sei più quella della mia fanciullezza...
o Landis, mia cara patria io che sono un tuo figlio ti lascio da profugo ma porterò in me il tuo ricordo,
dei tuoi immensi pascoli e campi io mi ricorderò, della voce della foresta io mi ricorderò...
Eri e sarai sempre la mia casa... la mi sola isola in cui riposare...