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Autore: Gnana    27/06/2014    1 recensioni
Alexander era spaccone, impulsivo, un demone ammaliatore, un vagabondo. E' diventato un uomo vigile, posato, consapevole di sé stesso. Ma nessun evento, nessun insegnamento ha potuto cambiare la sua natura. A causa di un trauma terribile, diventa un abile e spietato assassino. Anche ora che si trova in un carcere di massima sicurezza, specializzato nella cura dei criminali come lui, dove trascorrerà il resto dei suoi giorni, lui non si pente delle sue azioni.
Vede il carcere come un punto di arrivo, un check point, un posto dove ristorarsi perché é molto meglio di qualsiasi sistemazione abbia trovato in tutta la sua vita. L'unica cosa che lo infastidisce é Bill, un criminologo, apparentemente ossessionato da lui e dai suoi omicidi che non perde tempo per riportare a galla ricordi ormai assopiti e dettagli insignificanti, ma Alexander non ha idea delle innumerevoli cose che nasconde.
La sua routine e la sua tranquillità verranno stravolte dal suo compagno di cella, Harry, un uomo umile ma sicuro di sé, che ha avuto tutto e poi niente dalla vita. Harry ha un piano ben preciso, un idea estremamente coraggiosa che Alexander non riesce a digerire ma che alla fine accetta solo per poterlo seguire.
Genere: Azione, Drammatico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Voci ovattate; tutto sussulta. Mi sento sospeso… Debole, ma stranamente confortato da questa specie di illusione. E’ umido e tiepido; è comodo. Ma tutto sta cambiando e mutando, come se fosse vivo. E non sono piu’ al sicuro. Questa sensazione mi assale e mi dispera e improvvisamente ho terrore di quello che potrebbe succedere. E’ questa la realtà; è questo quello che mi aspetta veramente. D’un tratto si apre uno squarcio e tutto si svuota. Si sta sciogliendo, sgretolando, sta svanendo. E’ arrivata la fine, lo sento. Sono avvolto da una luce abbagliante che non ha provenienza, sembra eterna. E sento tanto freddo che fa male. Solo adesso mi accorgo del dolore che ho al petto. Mi comprime; è insopportabile. E allora piango lacrime di disperazione, di amara consapevolezza. Non posso piu’ raggiungere lo stato precedente. E mi illudo di fuggire dalla prigionia con le urla, sperando che qualcuno mi salvi. Ma nessuna delle mani che mi tocca mi dà la sicurezza che tanto agogno, né le voci che sento mi fanno sentire al caldo. Il nulla mi accoglieva, ma se esso svanisce, al suo posto cosa c’é?

 

“Ecco. Questo è quello che ho provato.”

Disse con voce pacata, consegnando il foglio.
Dopo aver letto con attenzione quello che c’era scritto, il criminologo lo guardò negli occhi con aria severa.

“E’ come me lo ero immaginato e come lo può immaginare chiunque. Ti rendi conto di cosa significa, no?”

“Certo: come al solito non mi crederà nessuno. Te l’avevo detto che era inutile.”
”Il mio intento non era quello di convincere gli altri, ma di convincere te. Scrivendolo su carta ti sarai reso conto, spero, che non puoi prenderci in giro.”

Il criminologo rimase con il fiato sospeso, in attesa della reazione, sperando di non essere incappato in una falla nel profilo psicologico di Alexander. Ma quello che ottenne fu:
“Mi complimento con te.”

“Tu che fai i complimenti a me?”

“Si, lo so, è strano. Per questo sto preoccupandomi della mia salute mentale.” Sorrise, ironico.

Si trovava lì da anni, sotto controllo, in una specie di clinica per pazzi criminali. Mentre riceveva le sue cure e affrontava le terapie, scontava la pena che il giudice gli aveva dato: Ergastolo. Lo stesso giudice lo aveva affidato a quella faccia con la bocca sottile che Alexander odiava tanto, solo perché le loro strade in passato si erano incrociate. E quella bocca meschina, da quel giorno, si fiondava nella stanza delle visite con periodicità e puntualità disarmanti.

Si sentiva continuamente sotto esame, braccato da ogni punto di vista, trattato come un pazzo.

Lo era.

Era quello il prezzo che doveva pagare per la serie di omicidi che aveva commesso nel corso della sua vita. Ma nonostante questo, si sentiva importante: era il piu’ odiato, ma anche il piu’ temuto dell’ istituto. La sua fama usciva addirittura da quei confini, la sua storia e il suo nome erano conosciuti in tutto il mondo.

Era l’unico umano sulla Terra a ricordare la propria nascita.

   
 
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