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Autore: Shari Deschain    28/06/2014    3 recensioni
[Simon/Kieren - Post 2x06]
La verità è che Simon ha lentamente iniziato ad innamorarsi della famiglia Walker nello stesso modo in cui ha iniziato ad innamorarsi di Kieren: senza una giustificazione valida e contro qualsiasi ipotesi di buonsenso.
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Warnings: Post S2, Fluff.
N/A: Scritta per LDF'S The Pirates, prompt “ Simon/Kieren, serate a casa Walker”. Grazie a @alsoknownaslou per il betaggio <3






Idillio





A logica uno potrebbe essere portato a pensare che, in generale, prendersi un proiettile al posto del proprio ragazzo dovrebbe perlomeno garantire un certo livello di fiducia da parte dei genitori del suddetto, se non altro per aver concretamente provato di non essere un serial killer interessato ad adescare ragazzini per poi ucciderli, farli a pezzi e conservarli in frigo per lo spuntino pomeridiano (un tentativo di ironia caduto nel vuoto: non il primo e certamente non l'ultimo, soprattutto intorno alla tavola dei Walker).

Ma Simon scopre ben presto che a casa di Kieren la logica non è sempre il piatto principale, e si rassegna quindi a passare almeno un paio di serate alla settimana con la sua famiglia, di solito a cena, a far finta di mangiare e ad ignorare le occhiatacce di Jem, che magari non lo odia più solo per una questione di principio, ma che di sicuro non è disposta a concedergli la grazia della sua fiducia solo sulla base di cinque minuti di eroismo che ai suoi occhi, in fin dei conti, non gli sono costati molto di più che un buco nella giacca e quattro punti di sutura.

A credito dei Walker c'è da dire che non c'è quasi mai di che annoiarsi quando sono tutti insieme, dato che Steve ha davvero abbracciato la nuova filosofia di esprimere i suoi sentimenti su qualunque questione portata alla sua attenzione (e Kieren gli ha fatto capire che, dopo anni e anni di tentativi in questa direzione, il resto della famiglia ha iniziato quasi subito a rimpiangere la sua antica costipazione sentimentale), e sia Jem che Kieren hanno quella squisita predisposizione al battibecco che riesce a trasformare una discussione sul tipo di sanitari esistenti in Francia in una serie di minacce più e meno mortali che comprendono o meno l'uso di suddetti sanitari (Sue e Steve avevano dato un po' troppa confidenza alla bottiglia di vino quella sera, e Jem, dal canto suo, sembrava aver avuto una giornataccia a scuola a causa di un paio di compagne con il vizio dell'insinuazione facile. Per Kieren, Simon non aveva trovato giustificazioni).

La verità è che Simon ha lentamente iniziato ad innamorarsi della famiglia Walker nello stesso modo in cui ha iniziato ad innamorarsi di Kieren: senza una giustificazione valida e contro qualsiasi ipotesi di buonsenso. Con loro si sente a casa. Si diverte.

«E quanti anni hai detto di avere di preciso, Simon?», chiede Sue tutto d'un tratto, distogliendolo brutalmente dalle sue riflessioni.

Be', si diverte il più delle volte, almeno.

«Uh─», risponde, tentando di non compromettersi troppo. «Intende dire che età avevo quando sono morto o─»

«Perché Kieren ha appena diciotto anni, sai», continua la signora Walker, imperterrita. «Non sono sicura che sia già pronto per una relazione sessualmente matur─»

«Mamma!», gridano insieme Kieren e Jem.

«Ho ventitré anni, non diciotto!», protesta il primo. «E comunque non puoi metterti a discutere della maturità delle mie relazioni sessuali con il mio ragazzo, non sono affari tuoi!»

“Il mio ragazzo” suona benissimo detto da Kieren, nota Simon. “Se potesse, arrossirebbe fino a diventare viola. Non mi dispiacerebbe vederlo”, pensa poi con un mezzo sorriso. Anche lui arrossirebbe, potendo. Non potendo, si limita semplicemente a mettere su l'espressione più impassibile che gli riesca di fare considerato l'argomento di discussione.

«Ehm, scusate, ma... che schifo?», strilla Jem allo stesso tempo. «Sto mangiando e vorrei evitare di pensare a mio fratello che fa sesso, grazie mille.»

«Non sono sicuro che i tre anni passati dalla tua resurrezione siano da contare», riflette intanto Steve. «Tecnicamente il tuo corpo non è invecchiato, e in quanto a maturazione personale non credo che ce ne sia stata molta nel tuo stato pre-trattamento.»

«Ventitré!», ringhia Kieren, ora rivolto a suo padre.

«Venti», propone Steve. «Volendo aggiungere anche il periodo trascorso all'istituto», dice, con l'aria di chi ti sta facendo un grande favore.

«Che a mio parere sono comunque ancora pochi per una relazione─»

«Mamma, se dici ancora “sessuale” vomito nella ciotola dei piselli», minaccia Jem.

«I giovani prendono tutto così poco sul serio oggigiorno!», prosegue Sue, ignorando entrambi i suoi figli per lanciarsi in una filippica zeppa di esempi su come, quando e quale dei figli dei loro vicini abbiano trovato modo di imbarazzare sé stessi e le proprie famiglie.

Per tutta risposta Jem riprende a mangiare sbattendo il più rumorosamente possibile le posate contro il piatto e masticando a bocca aperta in faccia alla madre, mentre Kieren e Steve continuano a contrattare sugli anni da contare o meno. Simon adotta immediatamente la sua più recente strategia difensiva: osservare e tacere augurandosi di non venire coinvolto.

«E tu, Simon, come ti regoli con gli anni?»

La sua strategia va decisamente migliorata. Possibilmente aggiungendo un filtro di invisibilità o qualcosa del genere.

«Uhm─», risponde ancora. «In realtà non è che ci abbia mai pensato molto.»

«Smettila di tormentarlo, papà!», interviene Kieren in sua difesa.

«Non lo sto tormentando, è una domanda legittima, ha anche lui lo stesso problema o no?»

«Non è un problema!»

«Tecnicamente parlando─»

«Sei tu che complichi le cose, si contano gli anni e basta, non è vero, Simon?»

Kieren lo fissa negli occhi con uno sguardo di sfida che Simon gli ha visto in parecchie altre occasioni, tutte risoltesi in modo quantomeno controverso. Ora lo sguardo di tutta la famiglia è puntato su di lui, Jem ha perfino smesso di masticare come ruminante pur di ascoltarlo. Sì, la sua strategia attuale è decisamente fallimentare.

«Uhm─», borbotta per l'ennesima volta.

La scelta che gli si pone davanti è ardua e molto complessa: dichiararsi d'accordo con i genitori di Kieren vorrebbe dire scatenare il risentimento di quest'ultimo e, di conseguenza, dover passare il resto della serata a tentare di ingraziarselo di nuovo, ma al contempo vorrebbe anche dire meritarsi la simpatia dei suoi genitori e magari abbastanza fiducia da convincerli che invitarlo a cena tre volte a settimana “per conoscerlo meglio” in fondo non è poi così necessario; viceversa, dichiararsi d'accordo con Kieren vorrebbe dire guadagnarsi una più che piacevole continuazione di serata con il suo ragazzo, e allo stesso tempo contrariare i suoi genitori potrebbe portare a terribili ritorsioni quali, ad esempio, l'invito ad unirsi alle gite domenicali con tutto il resto della famiglia Walker, nonni e bisnonni inclusi. Che prospettiva terrificante.

È in situazioni come questa che rimpiangi amaramente di non poterti più ubriacare.

«Allora?», lo esorta Kieren, alzando un sopracciglio per manifestare il disappunto per il non tempestivo appoggio alla propria tesi.

Simon guarda prima lui, poi Steve, ed infine Sue, ignorando di proposito il ghigno di maligno divertimento che aleggia sul volto di Jem. Dopo un istante o due di riflessione, decide che la codardia è l'unica soluzione al dilemma.

«Ora che ci penso bene, credo di avere quasi trent'anni», annuncia, evitando quindi l'ultima domanda di Kieren e rispondendo invece alla prima di Sue, ovvero quella che ha dato inizio a tutta questa assurda e per nulla confortevole discussione.

Dieci secondi di benedetto silenzio accolgono la sua affermazione, poi, prima che Steve possa di nuovo passare all'attacco chiedendogli con quale dei due metodi li ha calcolati, Sue ha già spostato l'argomento sul fatto che tra trenta e diciotto anni c'è una differenza di età abissale, costringendo Kieren ad insistere sui suoi ventitré anni, argomento che però non impressiona la signora Walker dato che a suo dire, anche se fosse, sette anni sono sempre una differenza di età abissale. A quel punto Jem si sente punta sul vivo a causa della sua relazione con Gary, e la discussione diventa improvvisamente due volte più accanita di prima, con fratello e sorella che invocano il dovere dei genitori di doversi fare gli affaracci loro, e i genitori a ribattere che farsi gli affaracci dei loro figli è esattamente il loro mestiere (tra parentesi non pagato e senza ferie), senza contare che, insomma, si sa che a Roarton la gente chiacchiera, e pure tanto.

Di buono c'è che nessuno richiede più il suo parere sulla questione, e Simon può quindi tornare ad osservarli con tranquillità, senza rischiare di dover scegliere uno schieramento per poi temere la vendetta dell'altro. Inoltre se la questione dei trent'anni finisse per ritorcesi contro di lui, avrebbe comunque il modo di ritrattarla. Piccoli privilegi da malato di PDS.

Ed è interessante starli a guardare anche perché la sua famiglia non è mai stata così, nemmeno nei suoi momenti migliori, quando il mondo era un posto più semplice — e sua madre era ancora viva e suo padre lo amava ancora — e dunque, in definitiva, volendoci pensare sul serio... sì, durante quelle serate a casa Walker, Simon si diverte davvero.



   
 
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