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Autore: ShawnSpenstar    28/06/2014    1 recensioni
[Saguaro]
One shot, ambientata idealmente appena dopo la fine dell'albo N°5, sui dubbi del giovane Jude Towanka di fronte ad una scelta che potrebbe cambiare la sua vita per sempre.
Specifico che non si tratta di una song-fic, il titolo si ispira alla canzone di Ligabue per il semplice fatto che era particolarmente attinente e che adoro il Liga
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sempre sulla mia strada
 
Una folata di vento improvvisa sollevò una nuvola di polvere rossa. L'aria era particolarmente fredda, come sempre nelle notti dell'Arizona, ma a Jude Towanka non dava affatto fastidio, nonostante la sua vita non poggiasse su solide certezze almeno di una cosa era sicuro come della roccia su cui era seduto in quel momento.
 
Lui ci era nato in quella riserva.
 
Alzò gli occhi e osservò il cielo limpido sopra Buen Retiro, il ranch in cui viveva, conscio che avrebbe passato l'ennesima notte insonne degli ultimi tempi.
 
Forse fu per la stanchezza ma improvvisamente si ritrovò a pensare ai primi anni della sua vita.
 
Voltandosi indietro avrebbe sicuramente potuto  dire di averne fatta di strada da quando era il ragazzo senza passato e senza genitori che a sedici anni era scappato dall'istituto, quello che, se gliel'avessero chiesto, non avrebbe davvero saputo dire chi fosse, un navajo? Un bilagaana*? Forse nessuna delle due cose, ne a quale clan appartenesse… sempre che appartenesse a qualcosa.
 
Nel frattempo era cambiato il tetto sotto il quale viveva. Dagli ambienti freddi e distaccati dell'istituto, dove gli altri orfani lo temevano per via di quella sua pelle rossiccia, era passato ad una casa molto più piccola e modesta, dove però riusciva sempre a trovare un letto e, nonostante la popolazione del ranch fosse piuttosto modesta, la compagnia di altre persone.
 
Un posto degno di essere chiamato casa.
 
Ogni notte, nel silenzio della sua camera, il ventiduenne indiano ringraziava Manito, o chi per lui, per aver fatto incrociare la sua strada con quella di Howi; se il vecchio hataalii** non l'avesse adottato probabilmente sarebbe finito come i molti altri, bianchi, neri o rossi che fossero, che avevano deciso di scappare dall'orfanatrofio, ridotti ad elemosinare qualcosa agli angoli della strada o peggio a invischiarsi negli ambienti criminali.
 
Alla fine era stato salvato, si era salvato, eppure gli mancava qualcosa… qualcosa che gli mancava da sempre.
 
"Jude vieni dentro" disse il piccolo Miguel "è tardi"
 
"Si potrebbe dire lo stesso per te, tua zia lo sa che sei qui di fuori?" replicò il ragazzo
 
Le guance del bambino si colorarono di un rosso così intenso, tanto che lui si ritrovò a ringraziare il buio della notte che impediva al navajo di vederlo. Sfortunatamente Jude era più intuitivo di quanto i recenti avvenimenti potessero far pensare.
 
"Non ti conviene imbrogliare Hermila, lo sai che diventa nervosa e si preoccupa in fretta quando si tratta di te" gli disse "e poi se ci vede qui di fuori finirà per dare la colpa a me e in quel caso nessuno, nemmeno Thorn o Kai, potrebbe salvarmi da una delle sue lamentele"
 
Entrambi risero a lungo e di gusto; con quei noti musoni di Howi, Hermila, Kai e Thorn, l'aria del Buen Retiro non aveva mai potuto godere di molte risate.
 
Spentasi poi l'ilarità iniziale, nella notte tornò a regnare il silenzio. Entrambi si distesero occupando quasi tutta la lunghezza della roccia su cui erano seduti; si trovarono ancora una volta a fissare il cielo stellato… chissà quante leggende o tradizioni avrebbe potuto raccontare un certo hataalii di comune conoscenza se solo fosse stato li con loro in quel momento.
 
"Ti ha detto Howi di cercarmi?" domandò ad un certo punto il ventiduenne rompendo il silenzio
 
"Me l'ha detto il buon senso di cercarti!"
 
"Ah… beh, con me è un po' che non si fa sentire" ammise Towanka
 
Il piccolo messicano sorrise intuendo ciò a cui si riferiva; gliene aveva parlato Thorn, pensare che Jude contava sulla sua discrezione, non appena tornato dalla missione e il ragazzino l'aveva raccontato a tutti.
 
Fortuna che, data la ben nota loquacità dei suoi abitanti, le voci che giravano al Buen Retiro rimanevano al Buen Retiro. Se così non fosse stato, il bivio a cui il ragazzo si trovava sarebbe divenuto, per "cause di forza maggiore", una singola lunga strada e, probabilmente, lui avrebbe finito per diventare lo zimbello della riserva in meno di mezza giornata.
 
"Ti rendi conto di aver compiuto un miracolo?" fece il navajo sorridente "sei riuscito nell'impresa di far parlare Saguaro***, saresti stato molto utile ai musi gialli comunisti giù nel 'nam****"
 
"Lui lo sa che fai battute su ciò che ha passato nella giungla?"
 
"No e, se voglio rimanere vivo, non lo deve sapere" rispose "prometti di mantenere almeno questo segreto?"
 
"Lo prometto"
 
I due si strinsero la mano a suggello del patto; data la passione del piccolo Aguilar per le antiche tradizioni navajo per qualche secondo Jude temette di dover stipulare un patto di sangue ma, per sua fortuna, quella notte il bambino sembrava abbastanza incline all'accontentarsi.
 
Stipulato l'accordo il piccolo diede un ultima occhiata al cielo e poi si alzò per incamminarsi verso casa; Jude rimase invece per qualche secondo ancora disteso, poi senza saperne realmente il perché si tirò su e chiamò a gran voce il bambino, come in quel momento in tutto Buen Retiro se ci fossero solo loro.
 
"Ehi, Miguel!!" gridò
 
"Non urlare!" ribatte il messicano "cosa c'è?"
 
"Ho… ho bisogno di qualcuno con cui parlare; si tratta… di una cosa importante"
 
Il piccolo si voltò e tornò verso la pietra; aveva capito benissimo di che cosa voleva parlargli, del resto tutto si poteva dire di Miguel Aguilar ma non che non fosse un bambino sveglio.
 
"Sfogati pure Jude"

"Immagino che Howi ti abbia già raccontato la mia storia…" iniziò dando un occhiata al bambino che annuiva "… allora devi sapere che da quando Howi mi ha adottato e portato a vivere qui al ranch mi sento come se la mia vita non avesse senso"
 
"Perché?"
 
"Perché prima non pensavo nemmeno che avrei mai avuto una vita; Io non avevo un passato ma Howi ha voluto comunque darmi un presente ed ora io sento di non stare ripagando la sua bontà; io sento di dover fare di questa occasione il mio futuro ma…
 
"Ma?"
 
"Ma c'è un sogno, che ogni notte mi si ripresenta, in cui cammino lungo una via nel deserto e ad un certo punto mi trovo di fronte ad una biforcazione; da un lato c'è un falco mentre dall'altro c'è un coyote e io ogni volta non riesco a fare altro che rimanere immobile fino a che la terra sotto i miei piedi comincia a sgretolarsi e io sprofondo in un abisso infinito"
 
Il bambino rimase ad ascoltare in silenzio il racconto chiedendosi cosa avrebbe potuto fare o dire; quella di Jude era senza dubbio una visione, come quelle che sono narrate nelle antiche leggende navajo, e quindi sarebbe stato più giusto che fosse Howi a dargli una risposta, però Jude aveva chiesto di lui.
 
"Penso che tu abbia avuto una visione" disse il piccolo
 
"Lo penso anch'io e credo anche di capirne il significato ma non mi dice qual è la strada giusta"
 
"La strada giusta?"
 
"Si. Chi devo seguire? Il falco, cioè Saguaro, o il coyote, il suo fratello di sangue Nastas? Qual è la strada giusta che mi permetterà di ripagare Howi?"
 
Lo sguardo di Miguel improvvisamente si illuminò di una nuova consapevolezza, non pensava che i dubbi del Towanka fossero così profondi. Si vergognò a pensare a quanto aveva riso quando Saguaro gli aveva raccontato di come avesse cercato di entrare a far parte di un'organizzazione indiana antigovernativa quando, neanche ventiquattr'ore prima, aveva lasciato sulla scrivania del capitano Walken la domanda per diventare agente della polizia tribale.
 
Non aveva capito niente di lui; quella scelta per lui era molto più che un banale "da che parte stai?", era una scelta tra il suo io bianco e il suo io indiano, tra la civiltà e gli idealismi e, più di ogni altra cosa, tra i suoi due miti: Thorn "Saguaro" Kitcheyan e Nastas Begay.
 
-E nonostante tutto non ha mai pensato a cosa ritenesse giusto lui ma solo a cosa ritenesse giusto Howi- pensò alla fine -non posso lavarmene le mani, lui è praticamente un mio fratello-
 
"Jude…"
 
"Si fratellino?"
 
Il bambino fece un profondo respiro per tranquillizzarsi e avere il tempo di riordinare i pensieri, sapeva cosa doveva dire ma doveva anche dirla nel modo giusto.
 
"Non devi… pensare a ciò che ritiene giusto Howi" disse stupendosi lui stesso di quelle parole
 
"Miguel?!" fece sorpreso l'altro "mi stai dicendo che non dovrei considerare l'opinione dell'uomo che praticamente mi ha fatto da padre?! Non pensavo che proprio tu…"
 
"No, scusa mi sono espresso male" si corresse lui "quello che volevo dire è che, secondo me, non esistono a priori una strada giusta e una sbagliata, ne per te, ne per Howi, ne per nessuno"
 
Jude lo ascoltò con attenzione cercando di comprendere quello che gli stava dicendo.
 
"Tu non vuoi che il terreno ti si sgretoli sotto i piedi come nel sogno giusto?" domandò ricevendo un cenno di approvazione "allora presto o tardi farai una scelta e quella scelta, qualunque essa sia, sarà quella giusta"
 
"Come puoi esserne tanto certo?"
 
"Perché Howi mi ha detto che l'unica scelta veramente giusta è quella che facciamo in totale libertà, senza condizionamenti, volontari o involontari che siano, da parte di nessuno. Qualunque sarà la via che deciderai di percorrere, se l'avrai scelta tu, sarà quella giusta"
 
Quelle parole ebbero il potere di rischiarare la mente di Jude.
 
"Grazie mille hermano" disse "ora però va in casa, io ti raggiungo tra poco"
 
Il ragazzo senza passato si sdraiò un'ultima volta sulla rocca e diede un'occhiata finale al cielo stellato. Gli scesero dagli occhi lacrime di gioia immaginando cosa avrebbe potuto riservargli il futuro, era la prima volta da quando era nato che si sentiva cosi vivo; le paure lo avevano ormai abbandonato e la sua mente era tranquilla e sgombra come la coperta di stelle sopra di lui.
 
-Grazie davvero; Miguel, Howi , grazie di tutto- si disse mentalmente -Per merito vostro finalmente potrò raggiungere il futuro… e lo farò camminando sempre sulla mia strada-
 
* la parola significa bianco (o uomo bianco, non ricordo benissimo) in lingua navajo
** parola navajo per indicare un uomo della medicina
*** soprannome di Thorn, deriva dal nome di un cactus del deserto della Sonora in Arizona
**** il 'nam è ovviamente il Vietnam e la frase è solo un mio tentativo di riprodurre i toni e il modo di parlare della serie.
 
 
 
SPAZIO DELL'AUTORE
 
Gentili lettori e lettrici, ben ritrovati.
 
Vorrei sin da subito ringraziare di cuore tutti quelli che hanno fatto o/e faranno lo sforzo di leggere questa one shot.
 
La storia, a cui tengo molto, è su "Saguaro", della Sergio Bonelli Editore, un fumetto che adoro per la trama, i personaggi, l'ambientazione storica molto realistica e interessante, gli studi sulla cultura navajo che stanno dietro ad essa e ultimo, ma non ultimo, l'essere un opera del grande Bruno Enna, autore di quel capolavoro targato Disney Italia noto come "Frammenti d'autunno", il numero 22 di PKNA.
Nel caso, molto improbabile, in cui ci fossero utenti di EFP che sono abituali lettori del fumetto mi vorrei scusare per eventuali imprecisioni rispetto trama ufficiale ma purtroppo ho iniziato a leggere il fumetto solo dal numero 5, e tra l'altro poi mi sono perso i tre numeri successivi, quindi alcune notizie mi mancano.
 
Come avrete potuto leggere la storia tratta, in modo del tutto personale, del dilemma personale di uno dei protagonisti del fumetto, Jude Towanka, che è il mio personaggio preferito, che si trova dover scegliere tra quelle che sono le sue due possibili vite.
Spero vivamente di essere riuscito a scrivere qualcosa che renda giustizia ad una serie che sinceramente ritengo la migliore nuova pubblicazione di S.B.E. degli ultimi dieci anni.
 
Grazie per l'attenzione e alla prossima.
 
P.S. Le informazioni agli asterischi 1, 2 e 3 sono prese dalla pagina della serie sul sito della Sergio Bonelli Editore (2 e 3) e dalla serie stessa (1).
  
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