cioCiao
a tutte! Questa è la prima ff che scrivo avente come protagonista Tom Hiddleston. Ho deciso di scrivere questo mini racconto dopo
aver passato una notte intera a Milano, in piazza Duomo, a scappare dai
venditori ambulanti che volevano a tutti i costi riempirmi di rose e di
fotografie. Nei piccoli momenti di pausa mi è nata la domanda: “Se Tom stesse
parlando con qualcuno, comprerebbe un fiore o no?”, guardando il suo modo di
fare così galante la risposta non poteva non essere affermativa.
Spero vi piaccia, l’ho buttata giù di getto, ci saranno errori su errori e
ovviamente non rende in maniera perfetta quello che avevo in mente ma nel
complesso ne sono soddisfatta. Lasciate una piccola recensione per farmi sapere
cosa ne pensate! Dopotutto, ogni volta che un lettore non lascia una recensione
un coniglietto bianco piange. Fatelo per i coniglietti!!
Un bacione
Lena G
Do nice guys
finish last?
Era una calda sera d’estate a Milano, Greta era stanca di
rimanere seduta sui gradini del Duomo ad aspettare che sua sorella finisse di
flirtare con due poliziotti che stavano bevendo il caffè. Se ne stava lì seduta
a fumare lanciando occhiate furiose a quel piccolo trio in lontananza.
Era successo tutto così in fretta, l’attimo prima stava ridendo e scherzando
con Marta, poi all’improvviso aveva notato la chioma bionda della sorella
correre verso un punto imprecisato della piazza e fermarsi a parlare con due
perfetti sconosciuti in divisa.
“Classico” aveva pensato. La voglia di raggiungere Marta per non rimanere da sola
a lungo l’aveva tentata per un secondo. Si passò la mano tra i capelli corvini
e buttò per terra il mozzicone non preoccupandosi di spegnerlo. Se ne sarebbe
occupato qualche passante inconsapevole.
Ciò che rimaneva della sigaretta era diventato all’improvviso il fulcro dei
suoi interessi. In quel momento si isolò e iniziò a fantasticare come sarebbe
stato “il fortunato” che le avrebbe calpestato il mozzicone.
-Non dovresti fumare. Fa male, lo sa?-
-Ne sono assolutamente più che cosciente, grazie. Lo faccio per noia- Greta
alzò lo sguardo e vide un uomo in piedi di fronte a lei, alto, con i capelli
rossicci, occhi chiari, vestito elegantemente che la guardava accorato: -Per noia?
Ma una ragazza come lei può annoiarsi?-
-Oh, può eccome. Soprattutto se sta a guardare la sorella mentre flirta con gli
sconosciuti- e indicò con lo sguardo Marta che continuava a parlare e a
toccarsi i capelli.
L’uomo misterioso cercò di focalizzare con lo sguardo la persona di cui stesse
parlando Greta che continuò accendendosi un’altra sigaretta: -Quella bionda-
Quello annuì poi tornò a guardarla: -Un’altra sigaretta? Ti stai annoiando
anche a parlare con me?-
-No no!- Greta disse prontamente: -Questa è perché ne avevo voglia!- e gli
sorrise.
-Quindi non ti spiace se mi sono fermato a parlare con te-
-Perché dovrebbe? In realtà non capisco come mai, d’altronde non sono come mia
sorella, anzi-
-Mi sono fermato a parlare con te perché mi sembri molto simile ad un
personaggio che ho interpretato-
-Ovvero un caso umano?-
La risata che seguì a quella domanda sembrò un coro di angeli alle orecchie di
Greta.
-No, un principe, invidioso del fratello, che sbaglia in maniera grave mentre
tenta di provare il suo valore-
-Che roba. Quindi sembro invidiosa?-
-Non lo sei?-
-Non lo nego ma non lo confermo neanche-
Finalmente l’uomo fece qualche passo verso Greta: -E’ possibile sedersi vicino
a lei?-
-Assolutamente sì, messere-
-Perdona la mia maleducazione, piacere, Tom-
-Greta-
Rimasero entrambi in silenzio per qualche attimo poi Tom disse: -Come mai qui?
Cioè, è un’ora insolita per passeggiare di notte-
-Potrei chiederti la stessa cosa, Tom-
Lui si passò una mano tra i capelli: -Beh, diciamo che io approfitto di queste
ore per poter andare in giro tranquillo, senza fan urlanti-
Greta sollevò le sopracciglia: -Mi stai dicendo che sei famoso?-
-Diciamo che a un po’ di persone piace il mio modo di lavorare-
La ragazza annuì, ma non fece in tempo a rispondere: -Capo capo.
Comprare rosa. Rosa bela pe signora. Dueuro-
-No grazie sono allergica-
-Sucura?-
-Sì- poi si girò verso l’attore bisbigliando: -In realtà no, ma preferisco
allontanarli così-
Tom s’intromise: -Certo che la prendo-
-Cosa?-
-Bravo capo. Bela rosa pe bela signora. Dueuro-
-Forza- le indicò il mazzo di rose che il venditore ambulante le stava
porgendo: -Scegli una rosa. Quella che vuoi-
Greta strabuzzò gli occhi: -Ma stai scherzando? Non c’è bisogno di comprarmi
una rosa-
-Una rosa per una ragazza delicata come un fiore. Insisto-
-Va bene- disse rassegnata mentre tuttavia un leggero sorriso le stava
iniziando a spuntare sulle labbra: -Non prenderò la rosa rossa perché non
abbiamo un rapporto di passione e/o di amore. La gialla… no, basta invidia per
un po’. Allora dovrò incentrarmi su una rosa bianca: purezza- Studiò la rosa
appena ricevuta in maniera molto dettagliata con lo sguardo.
-Quanto rimani qui a Milano?- chiese Tom a bruciapelo, destandola dai suoi
pensieri.
-Tre giorni-
-Ah sì? Anche io! Potremmo vederci domani!-
-Oh, io domani speravo di andare a vedere Il Mercante di Venezia. Sai, stasera
ero un po’ giù perché non sono potuta andare a vederlo e mi sono ritrovata da
sola, con mia sorella che sta ancora parlando con quei due militari-
Tom la guardò con uno sguardo divertito, le sorrise: -Il Mercante di Venezia?
Shakespeare? Io amo il Bardo. Ti va di andarci?-
-Io vivo delle sue opere. Lo adoro-
Proprio in quel momento Greta sentì la voce di sua sorella Marta che la
chiamava per tornare in albergo.
-Io devo andare Tom. Mi ha fatto piacere parlare con te. Ci vediamo domani…
dove e quando?-
-Alle 17 qui-
Greta sorrise. Tom fermò di nuovo il venditore ambulante di rose: -Scusi, ne
prendo un’altra-
La ragazza guardò Tom interrogativa mentre lo vide prendere una rosa rossa:
-Ecco a te. A domani allora- e si allontanò lasciando Greta persa nel
meraviglioso profumo dei due fiori che aveva in mano.
FINE