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Autore: Lena G    30/06/2014    4 recensioni
Greta sollevò le sopracciglia: -Mi stai dicendo che sei famoso?-
-Diciamo che a un po’ di persone piace il mio modo di lavorare-
La ragazza annuì, ma non fece in tempo a rispondere: -Capo capo. Comprare rosa. Rosa bela pe signora. Dueuro-
-No grazie sono allergica-
-Sucura?-
-Sì- poi si girò verso l’attore bisbigliando: -In realtà no, ma preferisco allontanarli così-
Tom s’intromise: -Certo che la prendo-
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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cioCiao a tutte! Questa è la prima ff che scrivo avente come protagonista Tom Hiddleston. Ho deciso di scrivere questo mini racconto dopo aver passato una notte intera a Milano, in piazza Duomo, a scappare dai venditori ambulanti che volevano a tutti i costi riempirmi di rose e di fotografie. Nei piccoli momenti di pausa mi è nata la domanda: “Se Tom stesse parlando con qualcuno, comprerebbe un fiore o no?”, guardando il suo modo di fare così galante la risposta non poteva non essere affermativa.
Spero vi piaccia, l’ho buttata giù di getto, ci saranno errori su errori e ovviamente non rende in maniera perfetta quello che avevo in mente ma nel complesso ne sono soddisfatta. Lasciate una piccola recensione per farmi sapere cosa ne pensate! Dopotutto, ogni volta che un lettore non lascia una recensione un coniglietto bianco piange. Fatelo per i coniglietti!!
Un bacione
Lena G

Do nice guys finish last?

Era una calda sera d’estate a Milano, Greta era stanca di rimanere seduta sui gradini del Duomo ad aspettare che sua sorella finisse di flirtare con due poliziotti che stavano bevendo il caffè. Se ne stava lì seduta a fumare lanciando occhiate furiose a quel piccolo trio in lontananza.
Era successo tutto così in fretta, l’attimo prima stava ridendo e scherzando con Marta, poi all’improvviso aveva notato la chioma bionda della sorella correre verso un punto imprecisato della piazza e fermarsi a parlare con due perfetti sconosciuti in divisa.
“Classico” aveva pensato. La voglia di raggiungere Marta per non rimanere da sola a lungo l’aveva tentata per un secondo. Si passò la mano tra i capelli corvini e buttò per terra il mozzicone non preoccupandosi di spegnerlo. Se ne sarebbe occupato qualche passante inconsapevole.
Ciò che rimaneva della sigaretta era diventato all’improvviso il fulcro dei suoi interessi. In quel momento si isolò e iniziò a fantasticare come sarebbe stato “il fortunato” che le avrebbe calpestato il mozzicone.
-Non dovresti fumare. Fa male, lo sa?-
-Ne sono assolutamente più che cosciente, grazie. Lo faccio per noia- Greta alzò lo sguardo e vide un uomo in piedi di fronte a lei, alto, con i capelli rossicci, occhi chiari, vestito elegantemente che la guardava accorato: -Per noia? Ma una ragazza come lei può annoiarsi?-
-Oh, può eccome. Soprattutto se sta a guardare la sorella mentre flirta con gli sconosciuti- e indicò con lo sguardo Marta che continuava a parlare e a toccarsi i capelli.
L’uomo misterioso cercò di focalizzare con lo sguardo la persona di cui stesse parlando Greta che continuò accendendosi un’altra sigaretta: -Quella bionda-
Quello annuì poi tornò a guardarla: -Un’altra sigaretta? Ti stai annoiando anche a parlare con me?-
-No no!- Greta disse prontamente: -Questa è perché ne avevo voglia!- e gli sorrise.
-Quindi non ti spiace se mi sono fermato a parlare con te-
-Perché dovrebbe? In realtà non capisco come mai, d’altronde non sono come mia sorella, anzi-
-Mi sono fermato a parlare con te perché mi sembri molto simile ad un personaggio che ho interpretato-
-Ovvero un caso umano?-
La risata che seguì a quella domanda sembrò un coro di angeli alle orecchie di Greta.
-No, un principe, invidioso del fratello, che sbaglia in maniera grave mentre tenta di provare il suo valore-
-Che roba. Quindi sembro invidiosa?-
-Non lo sei?-
-Non lo nego ma non lo confermo neanche-
Finalmente l’uomo fece qualche passo verso Greta: -E’ possibile sedersi vicino a lei?-
-Assolutamente sì, messere-
-Perdona la mia maleducazione, piacere, Tom-
-Greta-
Rimasero entrambi in silenzio per qualche attimo poi Tom disse: -Come mai qui? Cioè, è un’ora insolita per passeggiare di notte-
-Potrei chiederti la stessa cosa, Tom-
Lui si passò una mano tra i capelli: -Beh, diciamo che io approfitto di queste ore per poter andare in giro tranquillo, senza fan urlanti-
Greta sollevò le sopracciglia: -Mi stai dicendo che sei famoso?-
-Diciamo che a un po’ di persone piace il mio modo di lavorare-
La ragazza annuì, ma non fece in tempo a rispondere: -Capo capo. Comprare rosa. Rosa bela pe signora. Dueuro-
-No grazie sono allergica-
-Sucura?-
-Sì- poi si girò verso l’attore bisbigliando: -In realtà no, ma preferisco allontanarli così-
Tom s’intromise: -Certo che la prendo-
-Cosa?-
-Bravo capo. Bela rosa pe bela signora. Dueuro-
-Forza- le indicò il mazzo di rose che il venditore ambulante le stava porgendo: -Scegli una rosa. Quella che vuoi-
Greta strabuzzò gli occhi: -Ma stai scherzando? Non c’è bisogno di comprarmi una rosa-
-Una rosa per una ragazza delicata come un fiore. Insisto-
-Va bene- disse rassegnata mentre tuttavia un leggero sorriso le stava iniziando a spuntare sulle labbra: -Non prenderò la rosa rossa perché non abbiamo un rapporto di passione e/o di amore. La gialla… no, basta invidia per un po’. Allora dovrò incentrarmi su una rosa bianca: purezza- Studiò la rosa appena ricevuta in maniera molto dettagliata con lo sguardo.
-Quanto rimani qui a Milano?- chiese Tom a bruciapelo, destandola dai suoi pensieri.
-Tre giorni-
-Ah sì? Anche io! Potremmo vederci domani!-
-Oh, io domani speravo di andare a vedere Il Mercante di Venezia. Sai, stasera ero un po’ giù perché non sono potuta andare a vederlo e mi sono ritrovata da sola, con mia sorella che sta ancora parlando con quei due militari-
Tom la guardò con uno sguardo divertito, le sorrise: -Il Mercante di Venezia? Shakespeare? Io amo il Bardo. Ti va di andarci?-
-Io vivo delle sue opere. Lo adoro-
Proprio in quel momento Greta sentì la voce di sua sorella Marta che la chiamava per tornare in albergo.
-Io devo andare Tom. Mi ha fatto piacere parlare con te. Ci vediamo domani… dove e quando?-
-Alle 17 qui-
Greta sorrise. Tom fermò di nuovo il venditore ambulante di rose: -Scusi, ne prendo un’altra-
La ragazza guardò Tom interrogativa mentre lo vide prendere una rosa rossa: -Ecco a te. A domani allora- e si allontanò lasciando Greta persa nel meraviglioso profumo dei due fiori che aveva in mano.

 

FINE

   
 
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