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Autore: Rin_Chan64    02/07/2014    3 recensioni
{[Prima in Fandom][Tratto da una storia vera][Prima persona][Serie Len's PoV][Accenni RinxLen]}
"Ad occupare il tavolo in modo fisso c’ero solo io, Len, che ero rimasto solo perché Rin, Gumi e la festeggiata erano andate in bagno dopo aver finito “quella strana cosa italiana” che solo io riesco ad apprezzare e chiamarla pizza; poi non erano più tornate, o almeno non tutte insieme. Io ero stato paziente e sono riuscito ad arrivare al caffè senza essermi fatto venire una crisi isterica davanti alle chiacchierate delle ragazze. Stavo girando il caffè. Anzi, il cucchiaio era fermo. Insomma, a dire il vero stavo fissando il caffè."
Genere: Comico, Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gumi, Len Kagamine, Miku Hatsune, Rin Kagamine
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Len's PoV'
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ATTENZIONE!
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Crypton Future Media e Internet Co.; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Dedico questa storia alla mia amica del cuore Al!
Questa Fanfiction è tratta da una storia vera accaduta a me, anche se solo in parte. (Ah, l'ispirazione arriva proprio dappertutto!)
Questa storia fa parte della serie "Len's PoV".
Qui, il narratore è Len, ed io cerco di immedesimarmi il più possibile.
So che il Fandom dei Vocaloid è praticamente composto tutto da Headcanon; quindi, ovviamente, questa storia non potrà esattamente andare d'accordo con tutti.
Ad un certo punto, la storia diventa un po' ambigua. Rin attira in bagno Len per farlo spaventare, e poi fare una foto alla sua faccia. Sembra stano, ma credo che non si capisca tanto bene.
C'è un piccolissimo riferimento di RinxLen, ma è solo un'affermazione piccola. Per il resto, niente di particolare.
In ogni caso, spero che vi piaccia! Recensite in molti! ^^
 
Ora, non mi piacciono più i compleanni.

Eravamo in sei al ristorante. Due in un tavolo e quattro in un altro. Io ero tra i quattro, purtroppo. Avrei preferito essere con i genitori della festeggiata piuttosto che con lei e le sue amiche, ma forse stare con la coppietta sarebbe stato decisamente molto più imbarazzante.
Però, ad occupare il tavolo in modo fisso c’ero solo io, Len, che ero rimasto solo perché Rin, Gumi e la festeggiata erano andate in bagno dopo aver finito “quella strana cosa italiana” che solo io riesco ad apprezzare e chiamarla pizza; poi non erano più tornate, o almeno non tutte insieme. Io ero stato paziente e sono riuscito ad arrivare al caffè senza essermi fatto venire una crisi isterica davanti alle chiacchierate delle ragazze.
In quel momento stavo girando il caffè. In verità lo zucchero si era già sciolto da un pezzo, ma volevo prender tempo perché era ancora caldo.
Allora sentii diversi “rumoracci” da dietro, e non mi girai anche se me ne ero già accorto da un pezzo. Allora, come mi ero aspettato, due mani mi tapparono gli occhi e sentii una voce nasale e troppo infantile per non essere camuffata.
-Ciao, sono Ryuto!
-Rin, smettila. Non riesci a fare la sua voce.
-Oh, non è giusto, hai barato!
In cosa avrei dovuto barare? Ma non potevo continuare a rispondere, sarebbe stato troppo poco da me e poi volevo concentrarmi sul caffè.
-Hey, Len… Perché non vieni in bagno con noi? Forse stai un po’ troppo da solo…
-No, Non ne ho voglia…
Sì, senza contare che quello era il bagno delle femmine, non avevo ancora finito di mangiare e odio andare in bagno con altre persone. Non l’ho detto soltanto perché altrimenti lei mi avrebbe risposto che sono un emarginato e che non mi vivo appieno la vita. La conosco troppo bene.
-Uff, sei così noioso… Non ti vuoi mai divertire con noi! Sono offesa, Len. Me ne vado.
Dicevo, la conosco, e lo ripeto perché so che lei non si era offesa veramente.
Rin si voltò verso il bagno e si incamminò lentamente, lanciandomi di tanto in tanto delle occhiate. Stava aspettando che io cedessi ed andassi in bagno.
Cominciai a guardarla solo quando si era già allontanata un bel po’ ed aveva quasi girato l’angolo per il bagno. Allora, mi voltai verso il caffè sospirando ed appoggiai la testa sulla mano, poi presi il cucchiaio e lo alzai. Rimasi così per poco tempo, prima che i miei pensieri venissero interrotti da qualcun'altro.
-Len! Len!
“Oh, no… Arriva un’altra scocciatrice.” Avevo pensato, e subito dopo avevo visto Gumi appoggiata al tavolo e con il fiatone.
-Hey, Len!- inizia a dire –Comincia l’operazione “Nascondi il cellulare di Miku”!
-Eh? Cosa?
-Aiutami! Dove lo potrei nascondere…
In verità, Gumi aveva quasi avuto l’intuizione del secolo dopo avermi chiesto aiuto. Non c’era neanche bisogno di scocciarmi.
La ragazza aveva già tolto di tasca il mega iPhone nero della festeggiata, abbellito da una modestissima cover di se stessa. Gumi, quindi, lo appoggiò in un tavolo vicino nascondendolo sotto un fazzoletto.
La ragazza, allora, chiamò la bionda per cominciare la messinscena. Dopo un po’, arrivò anche Miku con una faccia mista a scandalizzata, spaventata e esasperata.
Allora, il terzetto della Falsapreoccupata, della Amicarompiscatole e della Poveravittima cominciò a cercare “disperatamente” il cellulare.
Allora, Miku ebbe l’illuminazione.
-Len! Me l’hai preso tu, eh?
-Eh? Cosa?
-Len! Alzati!
Con uno strattone, Miku mi sollevò dalla sedia e cominciò a controllarmi da tutte le parti, e per poco non arrivava a sotto la maglietta se io non mi fossi ribellato e seduto.
-Ahuum… Miku… IL tuo cellulare è sotto il fazzoletto del  tavolo vicino.
-Ah… Len! Sei cattivo!- avevano cominciato la criminale e la complice –Non è valido!
Miku, allora,  prese il suo costosissimo cellulare dall’altro tavolo, e intanto e sue amiche erano già corse via verso il bagno, e Miku le aveva seguite ridendo.
Le ragazze, a volte non le capisco. Trovano  divertente  anche il fatto che le tue amiche ti abbiano quasi fatto venire un infarto.
Con un sospiro, mi girai verso il tavolo.
Stavo girando il caffè. Anzi, il cucchiaio era fermo. Insomma, a dire il vero stavo fissando il caffè.
Quindi, sentii di nuovo una vocina flebile flebile ed un po’ impacciata, anzi, direi imbarazzata.
-L… Len… L… Lo sai che ti amo tanto, non è vero?
-Che-c’è?- replicavo già io, tentando di troncare il discorso e di venire al dunque. Quando faceva così, voleva dire che aveva una richiesta da farmi o una cosa simile.
-S… Sai… In bagno abbiamo fatto… Un po’ di casino, non so se mi spiego…
-Uff, ok, e sentiamo qual è questo “casino”…
-Ok…
Quindi, Rin ha cominciato a correre. La seguii dopo un pochetto, affrettando un il passo semplicemente per non perdere troppo terreno. Avevo un po’ paura di cosa quelle ragazze avessero potuto fare, soprattutto Rin.
La strada non era lunga. Svoltato l’angolo, eravamo arrivati ad un lungo corridoio, e  la prima porta a sinistra era il bagno delle femmine. Rin aprì la porta e mi fece cenno di entrare.
-C… Cosa? Io non ci entro nel bagno  delle femmine!
Quindi, Rin mi diede uno spintone costringendomi ad entrare, poi mi venne dietro e chiuse la porta.
Io ero rimasto fermo ed impassibile, quando Gumi e Rin mi si piantarono davanti con dei sorrisetti da innocentine.
-Mmmh? Io non vedo niente…
Le due si scambiarono uno sguardo di intesa accompagnato da un sorrisetto divertito, quindi Rin mi andò dietro e le due cominciarono a ridacchiare.
Rin mi spinse verso le porte dei tre bagni, mentre io mi trattenevo.
-R... Ragazze... V... Va bene il bagno con i lavandini, m... Ma io lì dentro non ci vado!
Gumi, da brava complice, socchiuse le porta del bagno. Rin si fermò di colpo, con mio leggerissimo sollievo.
Una vocina mi arrivò da dietro. Un sussurro improvviso:-Sei pronto per la tua...
-Ferma! Non ne voglio sapere di questa storia!...
Le due, in tutta risposta, si misero a ridacchiare. Lo dovevo intuire. Sono stato sciocco: era tutta una scusa per attirarmi in bagno!
-Len, sai una cosa?- cominciò a dirmi Gumi con uno strano sorrisetto.
- C... Che c'è?- io, personalmente, ero davvero per niente interessato, ma avevo comunque paura. In realtà, non mi aspettavo niente di particolare, avevo soltanto un bel po' di paura. Anche dalla suspance che Gumi dava nel suo discorso, che continuò con un: "Lì dentro..." ed a quel punto stavo già pensando che Miku stava bevendo il mio stesso caffè da quanto doveva aspettare. Quindi, mi venne in mente Miku. Non la vedevo da nessuna parte. La stavo cominciando a cercare con lo sguardo, quindi figuriamoci quanto avrei potuto essere disperato. Lei poteva essere lo squillo di campanella che mi salvava, o molto più probabilmente...
E Gumi continuò:-... C'è Miku!
... La mia rovina.
La cosa più logica, o forse più stupida che mi venisse in mente di fare era urlare un:-COOOOSA?- e divincolarmi mormorando e talvolta urlando sillabe a casaccio. Sembravo proprio uno stupido, ora che ci ripenso.
Quindi, Gumi tirò qualcosa di bianco e rosso fuori dalla tasca e lo tenne in mano rivolta verso di me. Rin, pronta, cominciò a trascinarmi di più verso il bagno. Non ne potevo più.
Poi, fu solo un attimo. Uno scatto di serratura, dei passi, un tonfo, uno scatto, un sospiro, un urlo, poi persi l'equilibrio, un altro grosso tonfo.
Miku era uscita fuori dal bagno vicino, e Gumi dallo spavento lasciò cadere il suo cellulare bianco, che scattò una foto a vuoto. Miku urlò alla vista della scena. Quindi, Rin se ne andò via dall'imbarazzo e mi lasciò cadere. Io, preso alla sprovvista, non feci niente per fermarmi.

**********

Non avevo niente da fare, così accesi il mio netbook portatile bianco e controllai il mio poco usato profilo Facebook.

Len Kagamine.
Cinque notifiche.

"Mmmmh... Strano." pensai, controllando le notifiche. Rifiutai la richiesta di amicizia di una certa "TiamotroppoLenny-chan" e passai al resto.
Una delle notifiche era da Gumi, postata sulla sua bacheca.
Si intitolava "I ricordi del compleanno dell'amicona più bella che c'è! ♥♥♥". Era una serie di foto composta da stupidissimi "selfie", o come si chiamano, di Rin, Miku e Gumi ed infine una foto sfocata dei miei piedi, o comunque di quelli di Rin. Oh, no. L'aveva pubblicata.
  
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