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Autore: _Giuls17_    03/07/2014    4 recensioni
[Sequel di Fear the empty of insanity] Maka trova la risposta a tutte le sue domande dentro un libro con degli strani geroglifici, trova la risposta per combattere la follia che si è annidata dentro di lei, ma per farlo dovrà raggiungere i posti più sperduti del mondo, per trovare l'unico oggetto che le garantirà la libertà.
Capitolo 3: “Maka, Maka… Non hai ancora visto niente.”
E con l’eco di quelle parole nella testa vide il suo mondo diventare improvvisamene buio.
Capitolo 4: “Ammettilo, lui ti piace perché ti ricorda i tempi cui non dovevi dare spiegazioni a nessuno, quei tempi in cui eri libera.”
In realtà non lo sono mai stata, io ho sempre amato Soul.
Capitolo 5:[...] Glielo stava urlando il suo cuore ogni volta che lo sguardo di Zack si soffermava troppo su di lei, su i suoi occhi, sulla sua bocca.
Capitolo 6:[...] e quel semplice contatto le provocò un brivido lungo la schiena.
Capitolo 7: -Penso che in un’altra vita ti avrei amato e avrei lottato per te, ma tocca a tuo marito farlo, oggi.-
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Death the Kid, Maka Albarn, Soul Eater Evans, Un po' tutti | Coppie: Soul/Maka
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fear the empty of insanity'
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Sono decisamente in ritardo ma credetemi passare gli ultimi giorni prima
di un esame, è davvero stancante, e nonostante i capitoli pronti non 
ho avuto le forze per aggiornare.
Lunedi finisce tutto quindi posterò l'ultimo capitolo o lunedì stesso o 
al massimo il martedi mattina, grazie come sempre del vostro 
tempo e delle vostre attenzioni :D

 
L’isola Bouvet – Oceano Atlantico
 
 
Maka era rimasta in silenzio per quasi tutto il viaggio, dopo il loro bacio erano partiti subito verso la loro ultima tappa, ma questo non le aveva permesso di rilassarsi.
Dovette ammettere a se stessa, che nonostante il breve contatto, le labbra di Zack sulle sue erano state quasi una sorpresa, piacevole e dolce.
Ma nonostante sentisse di aver tradito Soul, di aver commesso qualcosa d’irreparabile non riusciva ad odiare Zack, quel bacio sbagliato le aveva fatto capire quanto i sentimenti per suo marito fossero veri e sinceri e che il loro amore sarebbe resistito a tutto, anche a quello.
La cosa che l’aveva lasciata leggermente preoccupata erano state le parole di Zack prima del bacio, poiché il ragazzo aveva citato che lui sarebbe stato solo un ricordo per lei.
 
Deve morire?
“Maka, questo io non lo so.”
Non voglio che muoia.
“Forse devi lasciarlo andare.”
 
-Siamo quasi arrivati.-
-Stiamo ancora volando sul mare.- le fece notare lei, guardando da fuori l’elicottero.
-Lo so, adesso ci lanciamo.-
-Che?!- chiese alzando il tono di voce.
-Certo, non ci sono aeroporti, o piste di atterraggio! Maka è un’isola deserta.-
-Ma è pericoloso.-
-Ma tanto tu non puoi morire.- le disse, passandole uno di quei giubbotti da cui poi usciva il paracadute.
-Io non lo faccio.-
Lo passò nuovamente al diretto interessato e strinse le braccia al petto, distogliendo lo sguardo.
-Come vuoi.-
Il ragazzo indossò l’attrezzatura in silenzio e senza che lei se ne accorgesse fece passare delle imbracature anche attorno alla sua vita, dopo vi agganciò un gancio che proveniva dalla sua.
-Andiamo con uno solo.- sentenziò, stringendole il braccio e trascinandola verso il bordo.
-Zack ti giuro che mi metto a urlare.-
-Meglio, scarichi la tensione.-
Maka non fece in tempo a rispondere o aggiungere qualche altra parola che venne trascinata fuori dall’elicottero, ma nonostante la caduta le braccia forti di Zack la strinsero, così saldamente, che non ebbe paura.
Anzi sorrise e urlò per il divertimento, non aveva mai provato un’esperienza così bella in tutta la sua vita.
 
 
  -Adesso?- Maka si tolse l’imbracatura ed osservò la distesa di terra sopra la quale erano atterrati.
Era totalmente vuota, fatta solo di terra, qualche parte più verde, ma in pratica non vi trovò altro, solo il mare a circondarli.
 
È un’isola, non dovrei sorprendermi.
 
-Vieni.-
 
Zack avanzò senza guardarla per quella distesa di terra arida, abbandonata da Dio e dall’uomo, un pezzo di terra quasi inesistente, tranne che per lui.
Molte volte aveva sentito la storia di quell’isola prima di diventare guardiano, ma erano state molte di più le volte che aveva rifiuto la verità.
Le leggende narravano che, all’epoca degli dei, quell’isola fosse per loro il fulcro del loro culto, l’origine della loro forza, ma quando gli Dei vennero sostituiti da un unico Dio, il culto andò perso così come quell’isola.
Dimenticata da tutti, compreso da Shinigami ma non da loro, non dai guardiani.
-E’ un posto molto antico.-
-Lo sento.- sussurrò una voce dietro di lei.
-Stai bene?- si voltò per guardarla e vide Maka leggermente più bianca e tesa, le mani chiuse a pugno, strette vicino ai fianchi.
-Il Demone, vuole prendere il sopravvento.-
-Devi resistere, tutto finirà a momenti.-
Avanzarono di qualche altro passo, per trovarsi poi a metà, al centro esatto dell’isola dai confini incerti, percepì le onde del mare infrangersi sugli scogli, e in lontananza degli uccelli, quello era il posto dove tutto sarebbe finito, poiché tutto  era iniziato lì.
 
-Zack.-
-Prendi il pugnale.-
La ragazza obbedì sentendo le forze farsi sempre più fiacche, sentendo che il Demone non avrebbe permesso a lei di andare oltre, di farsi uccidere.
-Che faccio?- strinse il pugnale nelle mani, fino a farsi male.
Non lo avrebbe lasciato andare per nessun motivo al mondo, era l’unico suo modo per poter guarire.
-Devi pugnalarti.- le disse, senza guardarla negli occhi; non trovando il coraggio di farlo, guardò il pugnale e si rese conto che le stava chiedendo troppo. Troppo anche per una guerriera come lei.
-Al cuore?-
-Là risiede il Demone, solo in quel punto il pugnale potrà risucchiare la sua energia e liberarti.-
-Farà male?-
Solo allora Zack alzò lo sguardo e non poté fare a meno di accennare a un sorriso, sincero e naturale, le scostò una ciocca di capelli dagli occhi e le strinse la spalla.
-Maka, sei forte non farti venire dubbi. Io starò qua con te, devi farlo se è quello che vuoi.-
-Lo voglio.- asciugò gli angoli degli occhi per togliere le lacrime.
-Fallo.-
Lei annuì e guardò il pugnale, ma come un lampo a ciel sereno una voce infranse la quieta dell’isola.
 
-FERMA!-
Si voltò di scatto e trovò Soul, con il suo gruppo dietro di lei.
 
***
 
Erano riusciti a scendere allo scalo successivo senza perdere altro tempo, Soul era riuscito a capire dal tono di voce dell’amico che quella sarebbe stata la sua ultima tappa, l’ultimo luogo dove tutto sarebbe successo.
Così grazie alle conoscenze di Shinigami avevano affittato uno di quegli aerei più piccoli, ma che andavano veloci e si erano messi in marcia per raggiungere l’Isola Bouvet.
Non aveva mai sentito quel nome e da un lato fu meglio così, meno sapeva del luogo cui Maka era diretta meglio sarebbe stato anche se il suo cuore aveva preso a battere a un ritmo costante, anche se leggermente frettoloso.
Doveva vederla, salvarla e riportarla a casa, così quando si era lanciato da quell’aereo con i suoi amici non si aspettava di vedere quella scena.
 
Adesso che vedeva Maka dopo settimane, trovò delle profonde differenze in lei.
Era leggermente più magra e indossava dei pantaloni di tuta stretti e neri con degli anfibi, quasi non la riconobbe senza la sua gonna e invece della camicia, da lei preferita, indossava una maglietta leggermente larga, e le lasciava scoperto un pezzo di spalla. Gli occhi, che per molto tempo erano stati inespressivi li vide pieni di vita e ardenti, e quasi gli prosciugarono le forze.
Quella era la Maka di cui si era innamorato, combattente e forte, pericolosa e coraggiosa e la stava rivedendo per la prima volta dopo mesi, per la prima volta dopo un tempo che gli parve immenso ma poi la sua attenzione venne catturata dal ragazzo.
Zack.
Osservò anche lui e non negò a se stesso la verità, era un bel ragazzo, quello che non passa inosservato e che con la sua semplicità poteva colpire il cuore delle ragazze, vide come il guardiano lanciava delle occhiate a Maka, le mani leggermente tremanti e il respiro misurato, poi fece un passo avanti per mettersi davanti a lei.
Davanti alla sua Maka, a sua moglie e questo semplice gesto gli fece andare in corto circuito il cervello, annullandolo del tutto.
 
-So perché siete qua.- disse pacatamente, -Ma sappiate che non potete fermarla.-
-Maka, cerca di capire non puoi farlo veramente!- le urlò Tsubaki, poiché come lui anche lei aveva sentito la parte inerente al pugnalarsi il cuore.
-Ragazzi grazie, ma devo.- disse semplicemente, senza distogliere gli occhi dal pugnale, e solo allora Soul notò la carnagione pallida, gli occhi verdi circondati da occhiaie pesanti e il tremolio delle mani, Maka non stava bene.
-L’avete sentita.-
-Tu lasciala stare!- scattò Black Star, -Nessuno ti da il diritto di parlare per lei, lo può fare solo Soul!-
-Chi? Il ragazzo che è rimasto in silenzio?-
Solo allora Soul si rese conto che non era ancora riuscito a dire niente, stringeva i pugni forte, per riacquistare la lucidità ma era certo che fosse tutto inutile.
-Maka.- inspirò a fondo, -Butta il pugnale e torniamo a casa, possiamo trovare un altro modo.-
-Un altro modo, Soul?- urlò con tutta se stessa, -Questo è l’unico modo!-
-Per me non devi farlo, mi stai bene così come sei.-
-Cioè come? Fingendo di stare bene? Fingendo che quel Demone non faccia parte di me? Illudendoti di avere una moglie normale? NO!
Non posso più sopportare tutto questo, non posso più perdere il controllo, non posso permetterlo o il Demone non mi lascerà più andare, devo scacciarlo!
O lui si prenderà tutto, preferisco morire invece di lasciarlo vincere!-
 
-Non dici sul serio.- sussurrò incredulo, indietreggiando un po’.
-Zack, ti prego.- disse rivolgendo uno sguardo supplichevole a quel ragazzo che la stava guardando come se lei fosse il suo mondo, come se fosse il suo sole e la sua luna, il giorno e la notte. Come se fosse il suo tutto.
-Sì.- disse allontanandosi da lei, e brandendo una sciabola, dal nulla, -Ci penso io.-
Lei fece due passi indietro e diede le spalle a tutti, riprendendo il pugnale tra le mani e chiudendo gli occhi.
-No!- urlò nuovamente Soul, lanciandosi verso Maka per impedirle di farlo e senza che se ne rendesse conto il suo braccio trasformato in falce venne fermato da Zack, che si era interposto tra loro.
-Non posso farti avvicinare, non ancora.- disse calmo.
Solo così Soul capì cosa intendesse dire quando Kid gli aveva detto che lui era un guardiano, l’atteggiamento pacato e il viso rilassato nascondevano in realtà un grande combattente, anche per lui.
-Ci penso io, ancora non hai avuto il piacere di scontrarti contro un DIO!-
Black Star colpì subito dopo di lui, ma venne respinto da un semplice movimento della sciabola, come se avesse il potere di muovere l’aria attorno a loro.
-Io sono un guardiano, in me c’è davvero molta forza e non vi sarà possibile percepire la mia anima, lasciate che Maka faccia quello che deve fare.-
-Tu la vuoi morta, eppure non si direbbe da come la guardi.- si lasciò sfuggire Soul.
-No, non la voglio morta ma voi non avete capito cosa significa per lei questo.-
-La morte.-
Il ragazzo scosse la testa e si rese conto che avrebbe dovuto combattere.
-Sarebbe stato tutto più semplice se vi foste impegnati di più a capirla, a capire il motivo per cui lo deve fare.
Fatevi avanti allora.-
Soul e Black star non se lo fecero ripetere due volte e si scagliarono contro il nemico.
 
***
 
Maka stava cercando di non voltarsi e interrompere quello che le tre persone alle sue spalle stavano facendo, non avrebbe voluto che combattessero per lei, non avrebbe voluto chiedere a Zack di tenere suo marito e i suoi migliori amici lontani da lei, ma sapeva anche che loro non avrebbero capito, che non avevano ancora capito niente.
Inspirò ancora e guardò il pugnale, doveva farlo, doveva liberarsi di quel peso per sempre.
 
“Non sei pronta, Maka.”
 
Guardò davanti a lei, perdendosi nel cielo che si mischiava col mare e capì che il Demone era con lei, non più in una dimensione a parte, quasi separata dalla realtà ma che adesso viveva con lei la sua stessa dimensione, aveva aumentato il suo potere su di lei.
 
“Tu hai bisogno di questa forza, cosa saresti senza?”
“La ragazza di prima, quella che poteva morire.”
“Ti importa così poco della tua vita?”
“Mi importa così tanto che odio non essere vulnerabile, odio sapere che sei tu a tenere le redini della mia vita, tu a decide per me.”
“Maka, non lo fare.”
 
Stavolta però aveva deciso di non ascoltarlo, stavolta aveva deciso lei della sua vita, non Soul, Kid o suo padre, lei e basta.
Guardò ancora il pugnale e stavolta sorrise, si sarebbe liberata di tutto.
 
“Addio.”
 
Un colpo secco, le bastò un semplice colpo per sentire la carne spaccarsi per far passare il pugnale.
Sentì il cuore scontrarsi con quella lama dura e vecchia di secoli, non provò dolore, non provò niente, solo un profondo senso di libertà e di spensieratezza. Vide la sua maglietta macchiarsi di sangue, ma non le importava, sarebbe stata libera finalmente, e per sempre.
 
***
 
-No.- Soul credette fino all’ultimo che sua moglie non lo avrebbe fatto, credette che tornasse in se e che buttasse in mare quel ridicolo pugnale, ma invece non lo aveva fatto.
Così quando lui aveva distolto lo guardo solo per un attimo, capì che era ormai troppo tardi, poiché quando tornò a osservarla era caduta sulle ginocchia e una macchia di sangue stava bagnando la terra sotto di lei.
Corse, corse più veloce di sempre per buttarsi accanto a lei e sorreggerle la testa.
-Maka.- sussurrò asciugandosi le lacrime che avevano iniziato a scorrere lente, ma notò che lei non stava piangendo, gli stava sorridendo.
-Ciao.- disse sfiorandogli la guancia.
-Perché?- le urlò, forse troppo forte.
-Non vedi? Adesso starà bene.- disse Zack, inginocchiandosi accanto a lei, e posandole una mano sul viso,
 -Sei stata brava.-
 
Maka tossì leggermente e poi voltò lo sguardo verso lui.
-Ho trovato il coraggio.-
-Non era poi così difficile, era dentro di te.- rispose, sarcasticamente, -Adesso però…-
Zack guardò il pugnale ancora conficcato nel petto di lei e lo sfiorò delicatamente.
-Maka adesso è il momento di lasciarsi alle spalle il passato, adesso puoi ricominciare, puoi prendere in mano la tua vita e decidere tu, solo tu, della tua vita.-
-Stai andando… Via?- chiese, leggermente affaticata.
-Sì, mi hai permesso di vivere quella vita che mi era stata preclusa da sempre, mi hai dato una chance. Nessuno lo aveva mai fatto, con me. E ti devo ringraziare.
Soul prenditi cura di tua moglie, è una ragazza speciale e merita tutto l’amore del mondo.-
Afferrò con decisione l’impugnatura e strinse forte per poi estrarlo, dal suo petto. La ragazza sussultò e Soul si rese conto che il suo sangue non era più nero.
-Penso che in un’altra vita ti avrei amato e avrei lottato per te, ma tocca a tuo marito farlo, oggi.-
-Zack.- sussurrò, coprendosi la mano con la bocca prima di sputare sangue.
-Sei una grande guerriera ma vali molto di più come persona, non ti scorderò.-
-Grazie.-
Soul guardò il ragazzo che aveva appena detto di amare sua moglie ma improvvisamente gli apparve più sfocato, come se stesse perdendo consistenza e con una folata di vento lo vide sparire del tutto, lasciando come unica traccia della sua presenza il profumo di lavanda.
 
***
 
Soul strinse ancora più forte la mano di Maka tra le sue, riuscì a percepire il suo battito cardiaco, un po’ debole, ma il cuore non aveva smesso di battere, e la pelle stava tornando al suo solito colorito.
La strinse ancora di più ma poi la lasciò andare, per osservare gli occhi chiusi di lei e il corpo rilassato sul lettino della Shibusen, erano rientrati da qualche ora, Kid aveva mandato un elicottero a prenderli quasi subito e dopo un piccolo intervento di Stein al cuore di Maka, l’avevano lasciata riposare.
Ma adesso Soul non riusciva neanche a guardarla, distolse lo sguardo.
 
Per quanto io sia felice di vederti qua, al sicuro, a casa, mi sono reso conto che tu non hai avuto fiducia in me nascondendomi la tua missione per un mese, nascondendo i luoghi e i pericoli che avresti dovuto affrontare, nascondendomi Zack.
Lui ti ama, e… Credo di capire cosa lo abbia spinto ad amare una come te, è stato lo stesso che ha spinto me ad amarti: il tuo animo così puro, sempre alla ricerca della giustizia, la tua buona fede verso il mondo, ti sei fidata di un libro vecchio come la terra ma cosa ha comportato, questa tua fiducia smisurata?
“Che tu adesso non ti fidi di lei.”
Hai ragione, non riesco a guardarti, non riesco a provare niente se non un forte dolore al petto, dove sta il cuore, perché tu mi hai fatto tutto questo.
 
Si alzò dalla sedia, avvicinandosi verso la porta.
 
-Non so se io e te potremo mai tornare a essere felici,  Maka, non so se potrei perdonarti le bugie sulla missione, su Zack e il pugnale. Non so se riuscirò a guardarti negli occhi, ma per quel che vale: sono felice che tu sia tornata a casa.-
Si chiuse la porta alle spalle ma non fece caso alle lacrime che stavano attraversando il viso della giovane ragazza, e il singhiozzo che ne seguì.
 
   
 
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