Libri > Dieci piccoli indiani
Segui la storia  |       
Autore: saitou catcher    03/07/2014    3 recensioni
Tutti gli ospiti di Nigger Island hanno ucciso qualcuno, questo lo sappiamo. Ma quali saranno stati i pensieri delle loro vittime? Quali i sogni stroncati dalla loro morte, per la quale i loro assassini non sono stati puniti?
Un viaggio nelle menti delle vittime dei Dieci Piccoli Indiani.
Finché non ne rimarrà nessuno.
Genere: Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

But the tigers

come at night

with their voices

soft as thunder

As they tear

your hope apart

As they turn

your dreams

to shame

 

Correva, e i rami le frustavano le guance, le labbra, e il sangue le scorreva sul viso in rivoli sottili,andando a mescolarsi alle lacrime. Correva, e sentiva il cuore scoppiarle nel petto, in battiti sordi, violenti, che le riecheggiavano fin nelle orecchie. Correva con tutte le sue forze e con tutta la sua velocità, ma sapeva che non sarebbe mai, mai riuscita a sfuggire alle parole di Emily Brent e alla tremenda verità che esse contenevano.

Beatrice Taylor si fermò, ansante, e si guardò intorno, cercando di scorgere qualcosa attraverso il velo di lacrime che le annebbiava la vista. Sotto di lei, il fiume scorreva in un mormorio monotono e continuo, la vista dell'acqua luccicante impedita dalle folte canne che si allungavano in prossimità della riva. Attorno a lei, la natura le si chiudeva attorno in un anello di alberi e cespugli di un verde crudele, rilucente contro il cielo grigio di quella fredda giornata d'inverno. Non un soffio di vento agitava le foglie.

Aveva corso così tanto da allontanarsi dalla città, aveva corso fino a quando non aveva visto le case del piccolo paesino di Hamilton svanire al di la' dell'orizzonte, e adesso era stanca, mortalmente stanca. Avanzò di qualche passo e si lasciò cadere sull'erba, stringendosi convulsamente la testa tra le mani. Per alcuni istanti rimase lì, immobile, la fronte premuta contro le ginocchia e il respiro che nel petto si faceva più doloroso. Tutte le lacrime che fino ad allora aveva trattenuto, tutto il dolore che aveva soffocato nella sorda ansia di fuggire, esplosero improvvisamente dentro di lei, sotto formi di singhiozzi violenti, acuti, che le laceravano il petto e le stridevano in gola.

Era lontana, adesso, lontana da Hamilton, lontana da tutto... ma non dalle parole crudeli e violenti di Emily Brent, che continuavano a rieccheggiarle nelle orecchie con la terribile potenza di una condanna.

Ti sei venduta come una sgualdrina al primo uomo che ti è capitato, e hai lasciato che lui facesse di te quello che voleva! Lo sai come si definiscono le ragazze che rimangono incinte a diciasette anni, Beatrice? Lo sai?

In piedi di fronte a lei, inafferrabile e irraggiungibile nella sua corazza di virtù, Emily Caroline Brent la osservava, e Beatrice non avrebbe mai potuto dimenticare il disprezzo nel suo sguardo, la smorfia di disgusto in cui le sue labbra sottili si erano deformate, ne' avrebbe mai potuto cancellare quelle parole che l'avevano fatta sentire umiliata, degradata, e sporca, più sporca di qualsiasi cosa avrebbe mai potuto immaginare. Improvvisamente tutto quello che le era successo le era apparso in una luce diversa, una luce violenta e impietosa che rendeva tutta la sua stupenda storia d'amore una vicenda squallida e sporca. Ogni singola sillaba pronunciata dalle labbra sdegnose della sua vecchia padrona era affondata in lei con la crudeltà di un coltello, scavando, rovistando, insozzando i suoi sogni e le sue fantasie. E in quel momento, rannicchiata ai piedi di Emily Brent come un cucciolo ferito, Beatrice Taylor aveva pianto, mentre le sue viscere si contorcevano per la vergogna.

Voleva bene alla signorina Brent. Sarebbe stato difficile spiegarne il perché, visto che la sua padrona era la donna più taciturna e dispotica che avesse mai conosciuto, ma Beatrice le aveva voluto bene, più di quanto avrebbe mai potuto giustificare. E forse, per un certo periodo, anche la signorina Brent gliene aveva voluto. Beatrice non riusciva a ricordare che si fosse mai espressa in un gesto d'affetto nei suoi confronti, ma era convinta che fosse così. Era contenta di lei, e lo diceva spesso. Al giorno d'oggi, diceva, era difficile trovare ragazze di buone maniere, che sapessero adattarsi alle esigenze del loro lavoro senza lamentarsi. Era difficile trovare ragazze serie, ragazze oneste, ma Beatrice era una di loro, e la signorina Brent era molto contenta di questo. Beatrice ricordava ancora le parole che un giorno le aveva rivolto, in piedi sulla veranda della sua casa, il naso delicato arricciato in una smorfia di disgusto.

Le ragazze della tua età sono creature sfacciate, insolenti, senza nessun rispetto per il mondo circostante. Non diventare mai come una di quelle creature perdute, Beatrice. Certo non approverei.

La signorina Brent non approverebbe. Capitava, a volte, che Beatrice si sorprendesse a pensarlo. L'aveva pensato, per un breve, fugace istante, quando le labbra di Ludwig avevano aperto le sue e Beatrice si era lasciata andare tra le sue braccia, incurante del mondo circostante, incurante della morale e di ciò che era giusto, perché l'uomo che la stava baciando era Ludwig, e Ludwig la amava.

Rivide, in quell'istante, il lampo di derisione e pietà che era passato negli occhi della signorina Brent, e la risata secca che era sgorgata dalle labbra di quella donna che non rideva mai.

Ti ama, dici? Lo pensi davvero? Povera illusa. Sei davvero così sciocca da credere che lui ti sposerà, sobbarcandosi il frutto di un legame peccaminoso?

Beatrice aveva avuto appena la voce per rispondere, gli occhi bassi e le mani che le si torcevano furiosamente in grembo.

Lui... lui non ha intenzioni disoneste, signorina Brent. Dovete credermi. Lui vuole sposarmi.Io so che lo farà.

Oltre che una creatura immorale, tu sei anche una sciocca. Quell'uomo non ti vorrà mai, e sinceramente non posso biasimarlo. Chi mai vorrebbe al suo fianco una ragazza immorale, una ragazza priva di principi e di facili costumi, una ragazza che porta nel suo grembo il figlio della colpa? Perché è questo che sarà quel bambino.

Lui... le mani di Beatrice si erano raccolte sul suo grembo, in quel gesto che ormai le era divenuto abituale. Lui non ha colpe, signorina Brent!

La sua prima colpa sarà quella di essere nato. Lui sarà il frutto della tua leggerezza, il marchio eterno della tua rovina e della tua condanna. E ogni giorno che passerà, sarà sempre più consapevole della sua condizione, e la sua vita sarà una vita di sventura. È questo che vuoi, Beatrice? Sei contenta per tuo figlio?

Signorina Brent... io...

Taci. Emily Brent l'aveva interrotta con uno sguardo carico di disgusto che l'aveva fatta contorcere di vergogna fin nelle viscere. Non ho intenzione di ospitarti sotto questo tetto un minuto di più. Nessuno potrà mai dire che io abbia concesso attenuanti all'immoralità.

Cosa...? Beatricea aveva alzato di scatto la testa, mentre un orribile presentimento si faceva strada in lei. Mi state... cacciando?

Cos'altro posso fare?

NO! Ed era stato allora che Beatrice Taylor si era gettata ai piedi della sua vecchia padrona, senza più ne' dignità ne' orgoglio, il corpo scosso da singhiozzi violenti. Vi prego, vi prego, signorina Brent, non fatelo! I miei genitori mi hanno cacciato... io... non ho un altro posto dove andare...

Sono contenta che l'abbiano fatto. Significa che, almeno in loro, c'è una qualche traccia di onestà e di principi morali.

Vi scongiuro... farò qualunque cosa...

Smettila con questi piagnistei.

Signorina Brent, vi prego!

PREGARE?! Emily Brent si era erte in tutta la sua altezza, terribile nella sua aura di virtù, gli occhi che mandavano lampi. PREGARE?! Tu preghi ME, ragazza senza vergogna? Va' a pregare Dio, creatura perduta! È lui che può concederti il perdono, se mai è possibile per una come te!

Ed era stato allora che Beatrice Taylor era fuggita via, rincorsa da quelle parole che non le lasciavano scampo, che le risuonavano nelle orecchie in un martellare ossessivo. Ed era giunta lì, vicino al fiume, incapace di correre ancora.

Rimase lì, a lungo, a malapena cosciente dello scorrere del tempo. Lentamente, le sue lacrime cessarono di scorrere, ma il dolore rimase in fondo al suo ventre, sordo e pulsante, lì dove anche il suo bambino cresceva e si sviluppava. Le braccia di Beatrice s'incrociarono sul suo ventre, in un impulso di disperata tenerezza, di desiderio di protezione. Ma come avrebbe potuto proteggere il suo bambino, ora?

La vita che da quel momento l'attendeva si srotolò davanti a lei in una serie di immagini colorate di vergogna, di disapprovazione, di solitudine. Perché Ludwig non sarebbe mai venuto, ora Beatrice lo sapeva. La signorina Brent aveva sempre avuto ragione.

Cosa farò, ora? Dove andrò? Non c'era più niente per lei. Non ora che il suo peccato, il suo sogno, il suo disperato desiderio di amare la segnavano come un marchio indelebile. Il suo mondo era finito nelle notte in cui si era concessa a Ludwig.

E improvvisamente, in ultimo, disperato istante di lucidità, Beatrice comprese. Che Emily Brent aveva sempre avuto ragione e che lei non meritava di vivere. Rise, ricordando la ragazzina sciocca ed ingenua che era stata, e più rideva, più la disperazione si faceva strada in lei, strappandole brandelli di lucidità mentale. Aveva gettato la vita traquilla-e rispettabile- chea aveva in nome di uno sciocco sogno chiamato amore.

Beatrice Taylor aprì gli occhi, ormai senza più lacrime, e il suo sguardo fu attirato dal luccicare del fiume. Come se fosse stato un segno del destino, comprese improvvisamente quello che doveva fare.

Le cattive ragazze come te fanno tutte la stessa fine.

Si mise in piedi, lentamente, come in trance, ed avanzò tra le canne che nascondevano il fiume, scostandole con movimenti a malapena accennati. Si fermò sulla riva, lo sguardo perso nel vorticare ininterrotto delle correnti.

L'acqua del fiume era profonda, e scura, così scura che sembrava non avere mai fine. Beatrice la toccò e sentì che era fredda. Vide il suo viso stravolto e distrutto ondeggiare e scorrere via tra i mulinell.

Per quelle come te il perdono non è possibile.

Come un automa, si tolse le scarpe, il grembiule, si sciolse i capelli, quei bei capelli neri che un tempo erano stati il suo vanto.Le sue mani scesero a posarsi sul ventre.

Mi dispiace tanto, amore mio. Ma è l'unico modo per salvarti.

Avanzò di un passo e sfiorò con la punta delle dita l'acqua gelida.

La signorina Brent non approverebbe.

Il pensiero risuonò improvviso nella sua testa e la bloccò, per un istante appena. Beatrice esitò, lo sguardo perso nel vuoto.

Poi si lasciò cadere.

L'acqua scura si chiuse su di lei, e Beatrice Taylor sprofondò, portando con sé i sogni infranti di una vita distrutta.

 

I had a dream

my life would be

So different from

this hell I'm living

so different now

from what it seemed

Now life has killed

the dream

I dreamed

 

Ed eccomi di nuovo qua!

Noto che nessuno mi ha recensito. Che la peste vi colga...

Comunque.

Proprio ieri, io e i membri del mio gruppo scout abbiamo messo in scena “Dieci Piccoli Indiani”. Tutti mi hanno detto che sono bravissima ad interpretare la parte della cattiva, e che nel momento in cui confessavo di aver indotto al suicidio Beatrice Taylor facevo paura. Questo spettacolo mi ha fatto odiare Emily Brent ancora di più, perché mi ha costretto ad indossare un'orrida gonna a fiori che mi dava almeno cento anni di più.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto. La canzone s'intitola “I Dreamed A Dream”, vi lascio il link: http://youtu.be/dny7QqAXfts

Vi prego, recensite!

Un bacio a tutti,

Saitou

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Dieci piccoli indiani / Vai alla pagina dell'autore: saitou catcher