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Autore: babastrell    03/07/2014    2 recensioni
[Wolf Girl & Black Prince]
(Volume 4 - Capitolo 14)
«Credi che voglia veramente farmi guidare solo dai miei istinti?».
A questa frase di Sata, Kamiya ha una reazione molto particolare...
[Sata/Kamiya, vi ho avvisato]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ehilà! Buonsalve, sono ElyTheHedgehog e vi porto questa storiella che si è praticamente scritta da sola mentre leggevo il volume 4.
Di base dico questo: ADORO Kamiya e ODIO Sata, quindi è stato strano
scrivere questa cosa e ho una paura del diavolo di essere andata un po' OOC...
La fic si ambienta nell'ultimo capitolo del volume 4 edizione italiana (capitolo 14 per intenderci). Tutto è cominciato con il Gioco del Re, quando Kamiya ha detto a Sata "mi piaci" guardandolo dritto negli occhi...
Anche se sapevo che era un gioco, il mio cervellino bacato ha cominciato a lavorare febbrilmente e così, quando Sata è uscito e Kamiya l'ha seguito, non ho saputo resistere! (/^o^)/

I dialoghi all'inizio li ho presi dal manga, poi sono partita in quarta. Sono orgogliosa di presentarvela perchè in questo periodo non riesco a mettere in fila cinque parole (infatti sono bloccata con la mia long fic), quindi per me è un gran bel traguardo!
Spero vi piaccia! *è nervosa perchè è la prima volta che scrive in una sezione diversa da "Sukisho!"*



INSTINCT

«Scusate. Anch'io esco dal gioco. Continuate voi...».

Seguito dalle lamentele dei compagni di stanza e soprattutto delle ragazze, Kamiya si alzò e seguì Sata nel giardino.

Lo trovò appoggiato al recinto, che gli dava la schiena.

Si lasciò sfuggire una risatina. «Sei proprio scemo» disse. «Se volevi deprimerti, tanto valeva farlo subito!».

Sata lo guardò di sottecchi, scocciato, e ricevette in cambio un sorriso sornione.

Il silenzio tra loro era pesante, come pure la distanza fisica e metaforica che li divideva. Con un sospiro, Kamiya decise di accorciare almeno quella fisica, così si avvicinò e si abbandonò con la schiena contro la rete, il braccio a pochi centimetri da quello del ragazzo. Cercava di incrociare il suo sguardo, ma lui guardava dall'altra parte e non gli permetteva di vederlo in faccia.

«Credi che voglia veramente farmi guidare solo dai miei istinti?» chiese Sata all'improvviso, rompendo il silenzio teso.

«C-cosa?» balbettò lui, sentendosi improvvisamente insicuro.

Quella domanda lasciò il ragazzo interdetto, per la prima volta senza parole. Non capiva il senso di una domanda del genere, poiché non vedeva nulla di male nel suo stile di vita senza responsabilità o impegni, mirato solo al puro e semplice divertimento personale. Perché proprio Sata, che era abbastanza bello da poter avere tutte le ragazze che desiderava, si era impegnato con una sola? Per di più, la ragazza in questione era carina, senza dubbio, ma anche piuttosto anonima e ingenua. Quindi cosa poteva aver attratto tanto il ragazzo? Kamiya poteva fare solo delle ipotesi, visto che quando gliel'aveva chiesto, non aveva ottenuto risposta.

Sata continuò a guardare altrove, zitto.

L'atmosfera si era fatta ancora più sgradevole e pesante. Kamiya si guardò attorno in cerca di qualcosa, qualsiasi cosa, che potesse venire in suo aiuto...

Non vide nulla.

Sentiva una strana sensazione al petto, come se stesse affogando e faticasse a respirare, e per un attimo desiderò rientrare nel dormitorio e fare come se non fosse successo niente, dimenticare quella conversazione e riprendere la sua vita senza ulteriori problemi, ma qualcosa lo tratteneva contro quel maledetto recinto, a fissare la nuca del ragazzo accanto a lui.

“Si sbaglia!” pensò, sentendo una morsa stringergli la gola. “Non esiste uomo che non ami seguire gli impulsi della natura! L'istinto è parte di noi! Come fa ad essere così distaccato?”.

Allungò una mano e gli sfiorò il braccio con la punta delle dita, annullando con un passo la già minima distanza tra loro, senza però toccarlo.

A lui andava bene così, era così che funzionava, senza pensieri o preoccupazioni, era abituato a prendersi ciò che gli piaceva e a disinteressarsi delle conseguenze.

E in quel preciso momento gli piaceva Sata. Lo aveva deciso durante il Gioco del Re: quando si era accostato al suo viso perfetto e aveva sussurrato quel “mi piaci” con il tono sensuale che usava per sedurre le ragazze che si portava a letto, per una frazione di secondo gli era parso che quelle due parole fossero quasi vere.

Ma non era amore. Lui non era fatto per innamorarsi, voleva solo passare qualche momento piacevole e poi dimenticarsi tutto.

In fondo, non intendeva certo rubarlo alla sua tenera fidanzatina...

“E comunque è stata proprio Erika a dirmi che per entrare in contatto con lui dovevo usare la forza...”.

Sata sembrava non essersi accorto dell'improvvisa vicinanza, così Kamiya si fece più audace e, come se fosse la cosa più naturale del mondo, posò una mano sul fianco del ragazzo e baciò dolcemente il suo collo, nel punto dove la maglietta bianca lasciava scoperta la pelle.

L'altro si voltò di scatto con un ringhio, che venne però soffocato da Kamiya stesso, il quale, prontamente, premette le sue labbra sulla bocca semiaperta di Sata.

Colto alla sprovvista, il ragazzo ci mise qualche secondo a reagire, dimenandosi e cercando di colpirlo con un pugno, ma Kamiya fu più lesto e gli immobilizzò il braccio tra il proprio corpo e la rete, mentre afferrava l'altro e lo teneva bloccato con la mano.

Kamiya sapeva che, appena l'avesse liberato, sarebbe stato con ogni probabilità ucciso, ma non gli importava più di tanto; concentrarsi sul momento e viverlo a pieno era il bello del lasciarsi condurre dai propri impulsi, al resto avrebbe pensato in seguito.

Strinse il braccio libero attorno alla vita di Sata, infilando la mano sotto la maglia e accarezzando la pelle liscia e fredda della schiena, e lo tirò verso di sé, baciandolo con ancora più trasporto.

L'incantesimo si spezzò all'improvviso, quando Sata strinse i denti, mordendo la lingua di Kamiya con tutte le sue forze, e lo allontanò con uno spintone. Il ragazzo barcollò cercando di tenersi in piedi, mentre un rivolo di sangue colava all'angolo della bocca, ma un violento pugno in piena faccia lo mandò a terra.

Kamiya sbatté la nuca e per un secondo tutto divenne nero. Mentre cercava di mettersi a sedere, vide l'immagine offuscata di Sata che si allontanava.

Si massaggiò la guancia che il ragazzo aveva colpito, sentiva la testa pulsare e aveva in bocca il sapore amaro del sangue e del rifiuto.

Un sorriso astuto si allargò sul suo viso. “Questa me la farà pagare cara...”.

Forse Sata non era tipo da abbandonarsi agli istinti, ma sicuramente Kamiya avrebbe trovato comunque il modo di divertirsi un po'...



Finita! Ammetto che, nell'idea originale, i due avrebbero dovuto spingersi molto oltre... *w*
Tuttavia, ho pensato che Sata non fosse proprio il tipo da lasciarsi fare certe cose da un ragazzo, quindi ho preso un'altra direzione.
Vi prego di recensire, anche negativamente se lo credete necessario, e ci vedremo alla prossima storia!
  
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