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Autore: Anbu Scream    03/07/2014    1 recensioni
"Come mai nessuno pensa di poter fuggire da questo incubo?" È la domanda che affligge ormai da tempo il ragazzo dagli occhi rossi, ormai da una vita vittima di esperimenti di ogni genere, volti a creare il soldato perfetto...
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lonerin aveva raccolto la ragazzina dal pavimento, le aveva coperto il corpo e il volto con il proprio giaccone militare e si era messo a correre per i corridoi della struttura con lei in braccio. Non si era lasciato nemmeno il tempo di guardarla, tanto che non aveva capito se i suoi capelli fossero neri o biondi.
La sua era una corsa frenetica e di crescente intensità alimentata dal senso di colpa. Cosa aveva fatto? Aveva ucciso. Degli uomini, gente con un cervello, un modo di pensare e probabilmente anche una famiglia. Perchè l'aveva fatto? La risposta non era abbastanza esaustiva: per un ideale, un ideale a lui nemmeno tanto chiaro, quale quello della vita umana. Che razza di paradosso aveva creato.
Cosa doveva fare? Calmarsi. Frenò bruscamente e si mise a guardare lo spazio circostante: porte, porte e ancora porte, ognuna delle quali riportava una targa diversa. Avvistò uno sgabuzzino in lontananza e, trovandolo molto poco appariscente e quindi un buon nascondiglio, decise di raggiungerlo di corsa. Con il gomito aprì la porta ed entrò, richiudendola poi con il piede. L'interno era buio, stretto e ingombro di scaffali di metallo zeppi di materiale per le pulizie. Si accucciò dietro al più lontano ripiano e per la prima volta guardò veramente la ragazzina: era una bambina molto piccola, di circa undici anni, portava addosso una divisa arancione da carcerato e, cosa che l'uomo trovò assai strana, aveva sia la pelle che i capelli bianchissimi. Come aveva fatto a non accorgersene? Forse per via dell'adrenalina, forse per la paura.
Dopo un po' la bambina aprì gli occhi interrompendo il flusso dei pensieri di Lonerin. Erano occhi bellissimi, grandi e viola. Erano veramente strani per quella figura gracile, a prescindere dal colore: si trattava di occhi saggi, di chi ha vissuto centinaia di anni e che hanno visto migliaia di persone. Assai inadatti per una bambina.
La stessa cosa poteva dire la bambina degli occhi dell'uomo per niente in sintonia con il resto della figura. Lonerin possedeva un volto dai lineamenti molto duri, le labbra sottili facevano capolino da una corta barbetta ispida, due spalle larghe e possenti di chi era in grado di eseguire qualsiasi tipo di lavoro pesante erano coperte dal tessuto chiaro della camicia della divisa da soldato semplice. Eppure aveva due occhi di un colore verde smeraldo screziato di quello che pareva oro, lucidi come quelli di un bambino perennemente meravigliato.
-Come ti chiami?- fu la domanda che uscì di getto dalle labbra dell'uomo, seppur cosciente del fatto che la risposta sarebbe stata nient'altro che una serie di numeri.
-Niji- fu invece la risposta della ragazza - ho sempre detestato i numeri. Avanti, dimmi ora cosa vorresti fare. Perché mi hai "liberata"?- disse la bambina alzandosi in piedi seppur un po' barcollante. Con un volto serio, incrociò le braccia sul petto e guardò dall'alto in basso il volto incredulo del suo interlocutore con l'aria di chi sapeva già la risposta.
Che tipetta... pensò l'uomo credevo potesse essere spaventata, e invece...
-Allora?- richiese la ragazzina.
-C-come perché? Non sei contenta che...-
-Non hai risposto alla domanda- lo interruppe la bambina.
-Stavo dicendo- la fulminò l'uomo alzandosi da terra e indossando di nuovo il giaccone -non sei contenta di uscire da qui?-
-Certo che no!- fu la risposta smorza entusiasmo di Niji - ma, siccome sono una donna molto positiva, farò buon viso a cattivo gioco- così dicendo, si incamminò verso la porta dello sgabuzzino sulle sue gambe ancora un po' malferme e sbirciò il corridoio.
-La pausa pranzo non dev'essere ancora terminata. Si potrebbe tentare una corsetta?-
-Dubito che farsi una bella passeggiata in un corridoio quasi sempre pullulante di guardie possa essere una buona idea... e poi... dove potremmo dirigerci?-
-Non saprei... potremmo buttarci giù da una finestra come fece tempo fa il fratellone, prendere un pulmino, un... un qualcosa! Qualsiasi cosa!- rispose la ragazzina richiudendo la porta e tornando vicino all'uomo, intento a riempire il proprio cranio di domande come conosce veramente il fuggitivo? Oppure perché lo ha chiamato "Fratellone"?
-"Il fratellone" ha avuto solo fortuna, fidati. Il mare qui sotto è disseminato di scogli. Dubito che possa essere rimasto i vita per molto. Deve aver preso una bella botta... iniziamo con il curiosare qui in torno. Ci verrà pure un'idea...- detto questo, i due iniziarono a guardare gli oggetti sugli scaffali, leggere qua e là alcune righe di fogli sparsi, spostare i flaconi di detersivo in cerca di qualche cosa di utile, fino a quando...
-Vieni un po' qui... uh...coso-
-Lonerin, mi chiamo Lonerin-
-Per me rimani Coso. Guarda, ho trovato un ordine di smantellamento dei rifiuti. Pare vengano gettati in mare in grandi contenitori... si potrebbe fare un pensierino. Qui c'è scritto "gli scarti verranno raccolti nel settore ventitré, quarta piattaforma". Ora ci rimane solo da trovare il settore ventitré e la quarta piattaforma e siamo a cavallo!-
In effetti i rifiuti potrebbero attutire l'impatto... riflettè l'uomo ... probabilmente l'unica cosa che potrebbe farsi veramente male sarebbe il mio orgoglio.
-Io ho trovato la piantina di tutti i piani- disse, allontanandosi di un poco e sfilando un plico di fogli stropicciati da sotto un flacone di sgrassatore.
-Bene... ora sappiamo DOVE. Il problema rimane comunque il COME-
-Io un idea ce l'avrei... - disse l'uomo, voltando il capo verso un vecchio carrettino che di solito utilizzano gli addetti della pulizia.

Mi sembra superfluo spiegare di come i due, uno travestito da bidello e l'altra (mantenendo un broncio costante) nascosta nel carrettino a leggere la piantina e sommersa di cartacce, abbiano attraversato indisturbatamente l'intero edificio, anche quando iniziò a suonare l'assordante sirena che annunciava la scoperta del "regalino" lasciato da Lonerin e i soldati, spintonandolo, correvano in cerca del colpevole.
Prima di arrivare a destinazione, la testa di Niji fece capolino dalle cartacce.
-Senti Coso, ti dispiace se prima facciamo un salto dove tengono i documenti dei vari esperimenti? Vorrei trovare il mio e quello del fratellone...-
-Per me va bene- sussurrò Lonerin, spingendo la ragazza di nuovo sotto le cartacce -ma tu rimani al tuo posto. Qual'è il tuo codice?-
Dopo un attimo di silenzio, la ragazza rispose sottovoce -632. Conosci anche quello del fratellone?-
-E come faccio a non conoscerlo- borbottò fra se e se l'uomo ricordando tutte le volte che il suo gruppo era stato mobilitato per la cattura di quel ragazzo... e tutte le volte si trattava di uno stramaledetto falso allarme.
Giunto a destinazione, Lonerin si abbassò la visiera del cappellino da bidello, bussò alla porta con la targhetta "Documenti" ed aspettò che un qualche funzionario andasse ad aprirgli.
-Cosa vuoi?- Gli chiese un uomo basso e tarchiato dall'aspetto vagamente porcino.
-Sono qui per le pulizie- boffonchiò Lonerin abbassando ulteriormente la testa e mostrando il panno per la polvere che teneva in mano.
-Era ora!- grugnì l'uomo storcendo il naso e facendolo entrare -avanti, entra e datti una mossa. Non ho tempo da sprecare- disse volgendosi subito verso una scrivania ingombra di documenti ancora da compilare e cartacce sporche poggiata sul lato sinistro della stanza grigia, subito dopo si sedette, tolse il salvaschermo dal computer e continuò la sua partita a carte.
Lonerin fermò il carretto appena davanti ad alcuni alti mobili di ferro composti solo da cassetti contrassegnati con piccole targhette, alcuni addirittura straripanti. Fece uscire silenziosamente la ragazzina dal suo nascondiglio, prese uno spray per la polvere, si posizionò lontano dal trabicolo e si mise a pulire in maniera abbastanza rumorosa. In contemporanea Niji, facendo il meno rumore possibile, cercava i dossier che le interessavano. Una volta trovati, Lonerin aveva quasi finito di pulire e riordinare. Lei, cercando di rientrare da sola nel suo nascondiglio, scivolò cadendoci dentro e facendo un gran baccano. Per fortuna Lonerin fu svelto a coprire il rumore con un sonoro starnuto. Il "padrone dell'ufficio" sembrò non gradire.
-COS'HAI FATTO!? ESCI SUBITO DI QUI MAIALE!! MI RIEMPI L'UFFICIO DI GERMI!!- urlò l'uomo, spintonando l'ex soldato e il suo carretto fuori e, successivamente, sbattendogli sonoramente la porta in faccia.
-Ooooh, non fare quella faccia bimbo bello! Non sei affatto un maialino- continuava a canzonarlo sottovoce Niji da dentro il carretto.
-Dove si va ora?- chiese Lonerin al carrettino senza dar peso alle canzonature, il quale, resosi conto che questo tipo di prese in giro non facevano effetto, gli indicò la strada da intraprendere per arrivare ai container.
  
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