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Autore: Lady Windermere    04/07/2014    4 recensioni
Visto di sfuggita Gabriel sarebbe potuto sembrare un ragazzo qualunque. Ma ad un esame più attento non sarebbero sfuggiti lo scintillio innaturale degli occhi e la gamba destra che si muoveva leggermente a scatti, un difetto sul quale suo padre aveva lavorato inutilmente per anni.
-Hai finito di mangiarmi con gli occhi?- le domandò lui beffardo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quattordicesima classificata al “Contest dei Clichè” indetto da Exoticue.
 Scommettiamo...?
 
 
-Scommettiamo?-
Le parole di Gabriel risuonavano ancora nelle sue orecchie.
-Se vinci, sarò al tuo servizio per un mese…altrimenti dovrai uscire con me, mia cara.-
Solo Dio sapeva perché aveva accettato…
-Signorina Lexintong!- sbraitò il professor Finnix –Spero non sia venuta a Storia della Galassia solo per scaldare la sedia…-
Katie sbuffò –No, prof…- rispose, mettendo fine alla discussione.
Jane si sporse dal banco –Credo lo abbiano sentito fino alla Galassia della Luna da quanto era arrabbiato…sai, non lo ammetterebbe mai, ma tu sei una delle sue preferite.-
Katie scrollò le spalle.
-Uscire? Con te?- il suo tono non avrebbe potuto essere più sbalordito.
-Per un appuntamento…- aveva continuato lui, mellifluo.
Katie si maledisse in tutte le lingue della Federazione Galattica. Perché diavolo aveva accettato quella stupida scommessa?
Ma in fondo, perché era così scontenta? Gabriel era un bel ragazzo…occhi verdi, capelli neri…un’altra ragazza non ci avrebbe pensato due volte.
C’era solo un piccolo problema: Gabriel non era umano.
 Era a tutti gli effetti il suo androide domestico. Suo padre l’aveva costruito dopo che, a causa dell’esplosione della navetta che stava pilotando, aveva perso l’uso delle gambe e non poteva più lavorare come un tempo.
A Katie aveva sempre fatto una certa impressione: sapere che sotto quella finta pelle si celassero chissà quali complicati meccanismi l’aveva sempre tenuta a distanza da lui.
Almeno fino alla settimana prima.
-Quei due non resisteranno nemmeno una settimana- aveva detto, guardando suo padre uscire con la sua nuova fidanzata che, per inciso, non si era guadagnata né la simpatia né l’affetto di Katie.
-E perché?- aveva chiesto lui.
-Appartengono a due mondi diversi! Lei è una cittadina della Galassia di Marte, sai come sono quelli…non rimarranno mai insieme…-
-Scommettiamo?-
Katie si portò le mani alle tempie, cercando di togliersi le sue parole dalla mente.
Era passata una settimana e la ragazza aveva dovuto ammettere la propria sconfitta: quei due era più appiccicati della carta moschicida.
-KATHERINE LEXINTONG!- urlò il professore, questa volta decisamente infuriato –Le ho appena fatto una domanda! Veda di ritornare tra noi, altrimenti le faccio avere un biglietto di sola andata per un buco nero!-
-Mi dispiace, prof…- ed era effettivamente dispiaciuta –Oggi non so proprio dove ho la testa.-
-Ce ne siamo accorti, Lexintong- commentò Vera, sarcastica.
Vera LeCruz era la seconda persona che Katie odiava di piu’ dopo la fidanzata di suo padre.
Era alta, bionda, bella e aveva lo straordinario potere di essere più velenosa di una tarantola.
Lei, la migliore della classe, richiamata all’attenzione da quella stupida civetta.
Katie chiuse i pugni e cercò di trattenersi dal desiderio di prenderla a schiaffi.
Dio, se solo non avesse accettato quella stupidissima scommessa!
 
-È tanto che aspetti?- le chiese lui quel pomeriggio.
-No…- rispose Katie, nonostante stesse aspettando da ben venti minuti.
-Allora- iniziò Gabriel, prendendola per mano –Questo è un appuntamento, quindi non voglio vedere musi lunghi…-
Katie si sforzò di sorridere.
Il ragazzo ne fu compiaciuto -Ecco, così va meglio. Vuoi sapere dove ti porto? Al lunapark! Sei contenta?-
Perfetto. Ci mancava anche questo. Ora tutti mi vedranno insieme a…
I suoi pensieri vennero interrotti da un gentile strattone da parte del ragazzo che in quel momento la stava letteralmente trascinando verso le giostre.
Certo, doveva riconoscere che suo padre aveva fatto proprio un bel lavoro.
Visto di sfuggita Gabriel sarebbe potuto sembrare un ragazzo qualunque. Ma ad un esame più attento non sarebbero sfuggiti lo scintillio innaturale degli occhi e la gamba destra che si muoveva leggermente a scatti, un difetto sul quale suo padre aveva lavorato inutilmente per anni.
-Hai finito di mangiarmi con gli occhi?- le domandò lui beffardo.
Katie arrossì. Non aveva mai pensato a Gabriel in quel modo, anche perché le leggi della Federazione proibivano fermamente i matrimoni misti. Con un androide ci si poteva tutt’al più divertire, ma nulla di serio poteva nascere dalla frequentazione di un umano con un robot.
Questo era il parere della Federazione.
Il parere di Katie…beh Katie non aveva un parere su quell’argomento. Non fino a quel momento.
Gabriel le si avvicinò e la prese per la vita -Sei stranamente silenziosa oggi…Uno scellino stellare per i tuoi pensieri.-
La ragazza si umettò le labbra, sentendo il suo respiro caldo sul collo –Scusami, non sono per nulla di compagnia.-
Ma un androide poteva respirare?
-Fa nulla- replicò gentilmente Gabriel –Volevo solo dirti che siamo arrivati.-
Katie alzò lo sguardo verso le giostre. Quando era piccola sua madre la portava sempre al lunapark.
-Vieni, andiamo sulla ruota panoramica!-
Quando finalmente riuscirono a salire, lo spettacolo valse la lunga attesa.
Da quell’altezza si poteva vedere tutta la Galassia della Terra. Katie appoggiò la mano sul vetro, tentando di toccare le stelle sopra di lei.
La mano di Gabriel si posò sulla sua, facendola sobbalzare. Come poteva il tocco di un androide essere così caldo…così morbido…così umano?
Katie alzò la testa verso di lui, le sue labbra a pochi centimetri dal suo viso, Gabriel chinò la testa e…
-Lexintong! Anche tu qui, vedo.-
-Vera…- salutò Katie riscuotendosi e allontanandosi dal ragazzo.
Gli occhi di Vera scandagliarono da cima a fondo Gabriel, per poi posarsi su di lei, stupefatti.
Katie sorrise tra sé e sé. Forse non era poi così male uscire con un androide, dopotutto.
-E questo sarebbe…?- chiese inarcando le sopracciglia.
-Sono il suo…- cominciò Gabriel.
-…il mio ragazzo…- lo prevenne Katie, guadagnandosi un’occhiata stupita da parte del giovane androide –per cui levati dai piedi, Vera, non sei gradita.-
-Tommy!- strillò lei, dopo essersi ripresa dallo shock.
Un ragazzo tutto muscoli uscì dalla massa di persone che affollavano la navetta.
Oddio, la vedo male… gemette Katie nella sua testa.
-Che c’è tesoro?-
Gabriel  lo fissò dritto negli occhi –C’è che la tua ragazza si comporta peggio di un mustrock!-
-Come dici, scusa?- ribattè l’altro.
La rissa era inevitabile; e l’androide non aveva molte chance, essendo molto meno massiccio dell’altro energumeno.
Per tutta risposta Gabriel gli assestò un poderoso destro sul viso, spaccandogli il naso.
Katie era attonita. Decisamente non era poi così male uscire con un androide!
Tommy si alzò, portandosi la mano al naso sanguinante –Scusa, fratello, avevi ragione tu…Vera andiamo via- tagliò corto, mettendo un braccio sulle spalle della ragazza e conducendola via a forza.
-Come sospettavo…un codardo- commentò Gabriel.
Katie lo fissò a lungo, poi si sporse per baciarlo.
Preso alla sprovvista Gabriel indietreggiò fino alla parete dell’oblò. Era incredibile, pensò Katie, come potesse sembrare perfettamente umano.
Quando, suo malgrado, si staccò da lui, Katie esibì un sorriso smagliante.
-A cosa stai pensando?-
-Sto pensando che forse ho fatto bene ad accettare quella scommessa- rispose lei, prima di baciarlo nuovamente.

Note dell'autrice: un mustrock è un alieno incredibilmente stupido... :)

  
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