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Autore: Louvers    04/07/2014    0 recensioni
Non so se ad altri di voi sia già capitato, o se si tratta di una mia stranezza, ma questa storia nasce da un sogno. Una mattina mi sono svegliata, ed avevo ben definito, nella mia mente, quello che poi è diventato il primo capito, "Allarme bomba". Nella mia testa la storia vorrebbe essere avvincente e incalzante, in pieno stile Flashpoint, spero di essere riuscita a trasmettere a voi, parte di queste sensazioni. Buona lettura, L.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Toronto 2014 
Un mese, questo continuava a ripetere nella sua testa, era la sola cosa alla quale riusciva a pensare. Sono a Toronto da un mese e ancora non sono riuscita a mandare quel video e fare quel colloquio. Le prime settimane erano passate in fretta, il tempo era dalla sua parte, le forniva una scusa per non sostenere l'esame. Devo trovare un'appartamento, non posso vivere alle spalle dei miei zii, non ora che sono adulta, e sto per intraprendere una vita mia. E aveva trovato la casa. Un bilocale in centro, un bagno, una cucina e la sua camera, scatoloni ovunque e un letto una piazza e mezzo che era la sua zattera. Computer, libri, manuali, questionari, tutto arenato su quella piazza e mezzo. Devo prendere conoscenza con la zona, non posso servire la legge, se non riesco neanche a muovermi in questa città. Questa era solo l'ultima di infinite scuse che aveva creato ella sua testa, la verita è che aveva paura. Erano passati quattro anni da quando Grek Parker l'aveva riempita d'orgoglio "sei in gamba, hai un talento naturale" quattro anni da quando le aveva consigliato di frequentare l'accademia a Toronto. Lei invece era tornata a casa, in Italia. I suoi genitori erano stati intransigenti, non era riuscita  a convincerli in nessun modo,  troppo piccola, troppo lontano. Quelle parole le erano state ripetute fino alla nausea. In realta avevano ragione, ora era esattamente dove voleva essere, ma non riusciva a fare quelle che avrebbe sempre voluto fare. Aveva finito l'Accademia in Italia, ed ora voleva entrare nell'intervento strategico.
Era una tranquilla domenica pomeriggio, girava e pensava e si trovò davanti una chiesa. Erano le sei, e le campane suonavano per richiamare i fedeli. Entrò. Quell'edificio era rassicurante, le ricodava sua madre e le tradizioni italiane che aveva insistito per inculcarle. In realtà questo bilinguismo, questa doppia nazionalità non di rado le creava problemi, la faceva sentire fuori luogo, ma non oggi. La chiesa era immensa, due navate laterali, piccole e buie, e due grandi navate centrali. La funzione era appena iniziata, si sedette su una panca nella navata laterale, in seconda fila. Sua madre faceva sempre cosi, navata laterale ma una fila molto vicina all'altare. Voleva essere vicina, ma passare inosservata, lei era brava a capire le persone. La funzione iniziò mestamente, e Laura si fece cullare e rassicurare dalla litania. Le candele si muovono al suono delle voci dell'assemblea, rosse, una fiamma ondeggiante. Sono tre, dovrebbero essere tre, ne vedo solo due, ma sono diverse. Che luce strana, non è calda. C'erano tre candele dietro il parroco, ne vedeva solo due, una era coperta alla sua visuale, ma di quelle due che vedeva, una era diversa. Candele rosse da funzione, ma il lampeggìo di una delle due sembrava quello di un timer, di un orologio, di una bomba. Stropicciò gli occhi, la stanchezza e la voglia di essere utile, la consapevolezza di non avere fatto nulla di buono in un mese,  le stavano giocando un brutto scherzo, sicuramente. Li riaprì, la luce era sempre li, il lampeggìo era diverso da quelle delle normali candele, come se dietro la fiamma ci fosse qualche cosa. Le sembrava una bomba, ma poteva mai essere? 
Cazzo Laura, ragiona, sua madre le ripeteva sempre che sotto pressione diventata scurrile. Sei addestrata anche per questo. Ragiona. "911 chi parla" - "c'è una bomba nella chiesa di St Thomas in centro, mandate qualcuno" . Questa era fatta, ora doveva fare allontanare il prete senza destare sospetti. Si avvicinò ad un sagrestano, aveva un cestino per le offerte in mano, lo riconobbe per questo. "Senta, mi ascolti, sono un poliziotto. Capisco che è confuso, e che non mi crede, ma vede quella luce che lampeggia dietro l'altare? E' una bomba, bisogna allontanare il sacerdote" Il panico si insinuò nell'anziano signore. Era stata brava, aveva parlato con voce calma e tranquilla, come da manuale, il signore doveva fidarsi, crederle ed aiutarla. 
Il sagrestano fece quello che lei gli aveva chiesto, avvisò il prete. Si allontanò "tranquillo" dall'altare verso il fondo della chiesa, era consapevole di avere un ruolo da compiere, guidare i fedeli. In pochi minuti, guidati dal prete si sistemarono tutti a terra davanti all'ingresso principale, senza sapere bene il motivo, ma avendo fede. L'ingresso era stato chiuso, nessuno doveva uscire, chi aveva messo la bomba poteva essere ancora li, e sicuramente non doveva essere allarmato. La chiesa era molto grande, tra l'altare principale e la bomba c'erano circa 25 metri e l'ordigno sembrava piccolo per poter fare danni da quella distanza, lo stesso soffito era troppo alto per cedere, magari un attacco terroristico, vogliono colpire un simbolo, l'altare, non le persone. Laura si era mossa in fretta, aveva controllato il resto della chiesa, per cercare altri ordigni, ma non sembrava ci fosse altro. Aveva fatto quello che poteva, la polizia sarebbe arrivata di li a poco. Rimaneva solo da controllare piu da vicino la bomba, a distanza di sicurezza, ma piu da vicino.

"Maledizione, la porta è chiusa dall'interno! Proviamo dal retro" un allarme bomba in una chiesa, dannati terroristi. Ed Lane era arrivato con la sua squadra sul posto. La porta della sagrestia  fu facile da sfondare, un colpo di pistola e la serratura era  già saltata. Ed era il Team Leader, un punto di riferimento per tutta la sua squadra, un uomo concreto, un poliziotto efficiente. Quando entrò però, non era preparato a quello che vide. Un gruppo di un centinaio di persone ordinatamente seduti in fondo alla chiesa, in ginocchio, pregavano. Ad un paio di metri  dall'altare una ragazza. Era assorta in qualcosa, e da principio Ed non capì su cosa fosse concentrata la sua attenzione, poi vide la bomba. "Sam, Jules, andate a parlare con i testimoni e con il prete, cercate di capire cosa è successo. Spike, sai cosa fare" ordinò, indicando la direzione della bomba a Spike. "A TERRA O SPARO" urlò con il fucile puntato, avanzando. 


L'urlo colse Laura alla sprovvista, si buttò a terra, come da comando, e venne ammanettata. Riconobbe le uniforme, aveva fantasticato tante volte sul primo incontro con la quadra tattica, non avrebbe mai pensato che sarebbe stato in quel modo. Una volta a terra, riuscì a stento a guardare in faccia il poliziotto, cercava di girare il volto per poter parlare e raccontare cosa fosse successo,  "Ho visto la bomba, ho chiamato il 911... " . Domande e ancora domande, non sarebbe stato facile convincere il poliziotto che non era stata lei a mettere la bomba, era convinto della colpevolezza. "Soggetto in contenimento" informò i compagni via radio.


Il sergente Parker e Wordy erano rimasti fuori per controllare il perimetro circostante la chiesa, come da protocollo. Una volta sentito l'annuncio di Ed alla radio, entrarono dentro. Il soggetto era a terra, era una ragazza, capelli ricci, piccola di corporatura, cercava di parlare, girando la testa verso l'alto, rivolta al suo interlocutore. Più si avvicinava, più quella capigliatura sembrava familiare, c'era qualche cosa di conosciuto in quella ragazza. "Ed, togliele le manette, conosco questa ragazza"


Laura si alzò in piedi, e porse i polsi per farsi togliere le manette, nel frattempo spiegava nuovamente cosa fosse successo, e come avesse affrontato la situazione. Il tizio pelato accanto al sergente era restio a crederle, e non si spiegava come il sergente conoscesse quella ragazza. "Capo, qui i testimoni confermano la versione della ragazza. Il prete è a conoscenza della bomba, ed ha contribuito a tenere i fedeli sotto controllo, ha detto loro di seguirlo in fondo alla chiesa e di mettersi in ginocchio" Era la voce di Jules alla radio. "Spike, la bomba può fare danno a quella distanza?" chiese il sergente. "No capo, ha una potenza limitata, è un ordigno fatto in casa, instabile, ma non letale a queste distanza" . "Laura, non so cosa ci faccia tu qui, come tu ti sia trovata in questa situazione e ci dovrai molte spiegazioni, non pensare di cavartela in questo modo. Sono anni che non ti vedo, ringrazia il cielo che ti ho riconosciuto, altrimenti saresti stata trattata esattamente come qualunque altro soggetto! Dovevi aspettare la polizia, e non agire, non sei un poliziotto, cosa pensavi di fare!" Greg era furioso, esattamente come quando parlava con lei anni fa, la rimproverava sempre per il suo spirito di iniziativa. Questa volta però c'era qualche cosa di diverso, era vero quello che aveva detto, non sapeva cosa pensare, non riconosceva del tutto la persona che aveva davanti. "La bomba non aveva timer, ho pensato che il soggetto con il detonarore, potesse essere dentro. Se avessi fatto uscire la folla non lo avremmo piu trovato" dopo uno sguardo arcigno del suo mentore si corresse, "non lo avreste piu trovato. Sapevo che la bomba non poteva fare danni a quella distanza, e non ha una potenza sufficiente da fare crollare la struttura" . "Capo, la ragazza ha ragione, la bomba non è cosi potente, e va azionata con un detonatore" Spike alla radio aveva sentito tutto, e si percepiva un certo fremito nella voce. Voleva conoscere questa tizia riconosciuta dal sergente, ed esperta di ordigni. "Sam, Jules, controllate tutto il contenuto delle borse dei presenti. Ed, Wordy, andate a guardare fuori, e cercate qualcuno che possa voler azionare questa bomba, dubito che sia tra i presenti, a lei penso io" disse indicando Laura. Spyke era riuscito facilmente a disinnescare la bomba. Nel frattempo Ed e Wordy avevano preso in custodia il soggetto con il detonatore, un uomo islamico che si era accovacciato dietro un cespuglio nel parco vicono la chiesa, con un cane. Voleva colpire il prete al momento della comunione, aveva un messaggio da mandare. Si era tenuto a distanza, cronometrando la durata della messa, per premere il pulsante al momento giusto.


Quella sera, seduti ad un tavolo in un pub, Laura stava raccontando la sua storia al sergente. L'accademia in Italia, il sogno dell'unità speciale. "Lo sai che non ti posso aiutare, dovrai fare una selezione come tutti gli altri. Manda il tuo curriculum e preparati alle prove. L'ultima volta che ti ho visto eri una ragazzina, tremendamente portata per il negoziato, ma una ragazzina. Ora non devo più valutarti come studentessa, ma come poliziotto. Facci vedere quello che hai imparato Laura Thomas"
   
 
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