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Autore: UndyingDunkleosteus    04/07/2014    6 recensioni
salve, io sono Misa_Misa_666
e vi voglio parlare di una cosa che mi è successa qualche anno fa che mi ha sconvolto la vita permanentemente
spero vi possa far capire come una vita possa essere sconvolta e gettata nel panico della morte che si ha visto in faccia, ma dalla quale ci si è salvati
buona lettura
Misa_Misa_666
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Lucy Anderson
Salve!
Io sono Misa, ma Misa è un soprannome che uso con tutti perché ho paura che LEI ritorni
Il suo ricordo è lì, fisso come un chiodo nella mia testa
Il bosco
La nebbia
Le bambole voodoo
I biglietti
Tutto.
La sua storia comincia prima di me, ma di questo ve ne parlerò poi, ora vi racconterò perché ho paura che lei ritorni
 

 
Era una notte di agosto, e io ero in montagna con la mia famiglia
Una notte mi svegliai all’una di mattina senza più riuscire ad addormentarmi
Sentii il bisogno di uscire e di starmene un po’ da sola, e guarda caso il boschetto vicino alla mia casa in montagna faceva proprio per me, nessuno mi avrebbe scoperta…
Tranne lei.
Mi alzai dal letto, indossai dei vestiti a caso, presi la torcia elettrica e uscii in giardino
Mi addentrai nel bosco, e una nebbia fitta si sparse per tutto l’ambiente, una coltre bianca e fumora, che occultava i numerosi alberi e sfumando la luce della mia pila; sentivo dei rumori di passi dappertutto, e mi continuavo a guardare intorno, finchè non trovai un’albero con un biglietto attaccato, era tutto strappato, spiegazzato e sporco; lo raccolsi e ne lessi il contenuto, sul biglietto era scritto così:
“fai cento passi dritta,venti passi a destra e altri cento dirtta, poi troverai altre indicazioni su un biglietto simile a questo
L.A.”
Obbedii, e dopo aver seguito le indicazioni mi trovai di fronte ad un laghetto che non avevo mai visto prima d’ ora, la pozza di acqua stagnante rifletteva la nebbia, illuminata dalla luna, e le canne che spuntavano fuori dal fumo sembravano le dita scheletriche di un mostro pronto ad afferrarmi; su un altro albero trovai un altro biglietto, con scritta una specie di poesia:
“Dieci poveri negretti
se ne andarono a mangiar:
uno fece indigestione
solo nove ne restar.
Nove poveri negretti
fino a notte alta vegliar:
uno cadde addormentato,
otto soli ne restar.
Otto poveri negretti
se ne vanno a passeggiar:
uno, ahimè, è rimasto indietro,
solo sette ne restar.
Sette poveri negretti
legna andarono a spaccar:
un di lor s'infranse a mezzo,
e sei soli ne restar.
I sei poveri negretti
giocan con un alvear:
da una vespa uno fu punto,
solo cinque ne restar.
Cinque poveri negretti
un giudizio han da sbrigar:
un lo ferma il tribunale,
quattro soli ne restar.
Quattro poveri negretti
salpan verso l'alto mar:
uno un granchio se lo prende,
e tre soli ne restar.
I tre poveri negretti
allo zoo vollero andar:
uno l'orso ne abbrancò,
e due soli ne restar.
I due poveri negretti
stanno al sole per un po':
un si fuse come cera
e uno solo ne restò.
Solo, il povero negretto
in un bosco se ne andò:
ad un pino si impiccò,
e nessuno ne restò.”
<<  è la poesia dei dieci piccoli negretti di Agatha Christie! Non è un’indicazione!>> esclamai frustrata, ma una voce alle mie spalle mi bloccò col cuore in gola, e un puzzo di carne putrefatta prese il controllo del mio olfatto, facendomi venire la nausea
<< e tu sei una di quelli, cara mia>> la sua voce era fredda, malefica e sottile, mi fece raggelare il sangue, poi continuò, coprendomi gli occhi; la sua mano era viscida e quasi squamosa, il suo contatto sul mio viso mi fece accapponare la pelle, poi, con la sua voce satanica, aggiunse una cosa sola
<<  I’m not a simple vanilla>>
E non sentii più nulla

Mi risvegliai all’ospedale con il braccio fasciato
Mia mamma mi si avvicinò e mi abbracciò
<< finalmente ti sei svegliata, pensavo di non poterti parlare mai più>> e una lacrima cadde sulla mia camicia da notte
<< ma cosa è successo?>>
Il dottore, per semplice risposta sollevò le bende che mi coprivano il braccio destro…
Per poco non svenni dall’orrore
Nell’incavo del mio gomito… c’era… un buco!
Il mio braccio era stato trapassato da parte a parte, danneggiando i nervi e recidendo pezzi di muscolo vari
Avevo perso la sensibilità del braccio destro, ma almeno ero viva
Una settimana dopo mi arrivò una busta anonima, e vi trovai due fogli, uno aveva scritto sopra “questa sono io, Lucy Anderson”
Il secondo foglio era un suo ritratto,
da quel momento uso il soprannome Misa per non farmi prendere da lei, dalla pazza assassina che mi ha rovinato per sempre la vita
il suo nome è …
Lucy Anderson
 



spazio dell'autrice
salve a tutti, eccomi qui
volevo pubblicare questa storia perchè non riuscivo più a tenerla per me, è una cosa che mi ha sconvolta, spero che qualcuno possa lasciare un'impronta e mi lasci una recensione
Baci
Misa_Misa_666
   
 
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