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Autore: Diana924    04/07/2014    0 recensioni
1605: mentre in Inghilterra esplode la reazione anti - cattolica in conseguenza del complotto delle polveri a Balloch tutto sembra procedere come sempre.
Almeno finchè la notizia non arriva anche lì, e quattro persone si trovano a scegliere tra la propria vita o la loro religione
[ seguito di Chronciles of Balloch: Sawney Bean e Chronciles e Chronciles of Balloch: Nicodemus McDermot, è consigliabile aver letto entrambe ]
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Brittany/Santana, Finn/Rachel, Sebastian/Thad
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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Brittany non aveva fatto altro che piangere quella sera tanto che Blaine non aveva il cuore di rimanere anche la notte, si era limitato ad informarla di persona e poi se n’era andato sebbene Kurt avesse tentato di trattenerlo.
Kurt d’altronde era ben cosciente di quello che sarebbe accaduto nonostante i dinieghi di Blaine secondo cui sarebbe andato tutto bene, niente stava andando bene, avrebbero dovuto convertirsi, dovevano convertirsi aveva urlato Blaine prima di scoppiare a piangere sulla sua spalla e lui lo confortato senza dire una parola, in siffatte circostanze le parole erano inutili e Blaine aveva bisogno della sua presenza, non delle sue parole.
Di Brittany per fortuna si era occupata Rachel che le aveva sussurrato alcune canzoni nella sua lingua natia che l’avevano calmata, fino ad allora si disse nel vedere lord Tubbington ricercare la compagnia della bionda.
Brittany Pierce maritata Hummel si sentiva come se stessero per staccarle una parte fondamentale di sé stessa, la più importante, la più grande, quella senza la quale lei non sarebbe riuscita a sopravvivere nemmeno un istante. Quello che Blaine, il giudice Anderson, aveva riferito loro era orribile, avrebbe tanto voluto parlare con Santana ma le era stato vietato anche quello, sono la sua migliore amica aveva risposto, sospettava che Blaine, il giudice Anderson, sapesse ma non ne era sicura. So che non sei solo quello, ma non è possibile, l’ultima visita è riservata ai coniugi e Sam è con Santana, mi chiedo se Thad si servirà di questo privilegio aveva replicato il giudice Anderson prima che lei si allontanasse in lacrime intenzionata a non voler sapere altro.
Kurt l’aveva consolato ma non voleva lui, lei desiderava Santana, la sua Santana, anelava i suoi abbracci, i suoi baci, la sua semplice presenza. Prima di quello aveva chiesto a Blaine se l’esecuzione sarebbe stata pubblica e l’altro aveva risposto di no, solitamente lo era ma non quel giorno. Non potrò nemmeno dirle addio aveva replicato mentre cercava di non piangere. È meglio che la ricordi com’era, sono così provati dalla giustizia ordinaria aveva risposto Blaine e lei aveva compreso, meglio ricordare la Santana allegra e piena di vita in compagnia della quale faceva lunghe passeggiate fino al fiume che una donna sofferente e spaventata.

 

Non aveva dormito, aveva passato la notte a rigirarsi nel letto cercando una scappatoia, un cavillo, qualsiasi cosa che gli permettesse di salvarli e allo stesso tempo di non apparire sospetto di fronte agli occhi di Karofsky e dei suoi soldati. Aveva letto ogni suo libro, e quelli degli altri, non si era nemmeno accorto che Marley gli aveva portato una tisana per aiutarlo a dormire ma per Blaine Anderson addormentarsi quella sera era stato un tormento.
La colazione era stata servita in silenzio, Beth che di solito trovava sempre qualche facezia per farlo divertire quella mattina era rimasta in silenzio mentre Puck e Jake tenevano gli occhi bassi, e si era ritrovato a chiedersi dove avesse incontrato Quinn Harwood, ormai era sicuro di averla già incontrata ma non ricordava dove.
Si era diretto da solo verso il tribunale, almeno era riuscito ad ottenere che l’esecuzione non sarebbe stata pubblica, era una piccola vittoria o una concessione, non lo sapeva nemmeno in quel momento.
Arrivato in tribunale per fortuna aveva incontrato Thad il quale aveva un’espressione mille volte peggiore della sua e non ci voleva molto ad individuare cosa stesse pensando si disse mentre entravano insieme, Jake e Puck li avevano preceduti; l’altro non l’aveva nemmeno guardato, si era limitato a lanciargli uno sguardo e basta.
Doveva farlo si disse prima di stringere la mano a Puck che gli sembrava stranamente melanconico, se ci fosse stata una qualsiasi possibilità lo avrebbe saputo ma per quanto si fosse affannato non aveva trovato nulla.
Santana Lopez in Evans sapeva che sarebbe stato inutile insistere e non aveva nemmeno la consolazione di andarsene in pace: la pena era lo squartamento e prima di quello l’impiccagione, Sebastian aveva protestato sostenendo che essendo nobile aveva diritto al ceppo ma Blaine era stato costretto a respingere la sua richiesta, a lei poco importava come se ne sarebbe andata, almeno non le avevano ancora tagliato i capelli si disse, una gentilezza di poco conto ma che le faceva piacere. Le dispiaceva solo di non poter rivedere Brittany un’ultima volta per dirle addio ma forse era meglio, Brittany non sarebbe stata in grado di capire perché non aveva accettato di abiurare, era troppo candida e buona per capire tutto quello e per un secondo sperò che Kurt si sarebbe preso cura di lei come doveva.
In quanto a lei … beh, avrebbe sofferto, sapeva bene cosa sarebbe avvenuto perché lei e Marley avevano assistito a così tante esecuzioni ad Edimburgo, ai cattolici veniva riservato un trattamento diverso ma aveva saputo che al legge era stata resa uguale a quella inglese.
Sebastian Smythe sapeva bene perché aveva fatto quella richiesta, e sapeva anche che essere di madre nobile era irrilevante, ma era un modo come un altro per guadagnare tempo, aveva solo bisogno di tempo e quei due giorni in più gli sarebbero serviti, a sentire Marley che era passata due giorni tutto si sarebbe svolto secondo i piani, ovviamente la castana gli doveva un favore perché non era stato nei suoi piani il farsi torturare, se solo fosse andato tutto come aveva previsto e Hunter non si fosse immischiato allora … inutile recriminare, non quando il suo piano era così vicino al compimento.
Noah Puckermann si stava ancora chiedendo perché Blaine non aveva trovato nessuna scappatoia, un giudice come lui era perfettamente in grado di farlo eppure Blaine aveva passato al notte a cercare una soluzione, almeno così gli aveva riferito quella mattina. Aveva cercato di parlare con Quinn ma era stato inutile, la bionda non l’aveva degnato di uno sguardo tranne quando Blaine aveva letto la sentenza, solo allora gli aveva lanciato uno sguardo carico di rimpianto, speranze deluse e a modo suo anche d’amore, Quinn Fabray era stata il suo primo amore e anche se Quinn Harwood se ne dimenticava troppo spesso per i suoi gusti che talvolta pensasse a lui gli era evidente.
Jake aveva già preso le forbici per tagliare i capelli di Quinn e di Santana, lei e gli altri erano impassibili e la cosa lo rassicurò, aveva sempre preferito quella dignità a chi si abbandonava a pianti e lacrime. << Faccio io >> disse a Jake indicandogli le forbici, sarebbe stato il suo saluto a Quinn si disse mentre le si avvicinava e lei sembrò capirlo, poi sentì il rumore di una porta che si apriva di scatto.

 

Quinn Fabray non aveva fatto nient’altro che pregare e aspettare.
Come soddisfazione poteva affermare che aveva potuto fare tutte quelle domande su Beth, su i suoi primi anni, tutte le piccole esperienze che lei aveva perso e che rimpiangeva, una vita con Thad, o con Puck ma soprattutto con Beth e che lei sapesse di essere sua figlia era quello che più aveva sognato e ora lo avrebbe perso ma lo aveva accettato, con rabbia ma lo aveva accettato.
Avrebbe voluto che l’esecuzione fosse pubblica ma era comunque grata che sua figlia non l’avrebbe vista prima impiccata e poi squartata e sperò che Puck non le raccontassero mai la verità.
Thad non ne sarà felice pensò mentre scambiava uno sguardo veloce con suo marito mentre vedeva Jake passare a Puck le forbici, come poteva suo marito essere felice quando in un girono solo perdeva la moglie e l’amante, e con la paura che l’amante non lo amasse più?
Sentiva già le forbici su i suoi capelli quando la porta si aprì e le parve di cogliere un lampo di trionfo negli occhi di Sebastian Smythe mentre due figure familiari che pure pensava non avrebbe mai più rivisto entravano dalla porta, avrebbe riconosciuto quel ciuffo biondo a leghe di distanza anche ora che stava per morire.
Quasi per caso sentì le braccia di Sam che al stringevano a sé, oltre a quella che le sembrò la visione di Santana che d’istinto abbracciava e baciava sulla bocca Sebastian Smythe e Hunter Clarington, in altre circostanze lo avrebbe trovato indecente ma non lì, non in quel momento, non mentre sentiva una specie di brusio che non riusciva a ben identificare.
Thad Harwood quella notte non aveva chiuso occhi, aveva passato metà della notte in lacrime e quell’altra metà a pregare, talvolta entrambe le cose. Si era assopito solamente prima dell’alba e solamente perché era troppo debole per non cedere alle lusinghe di Morfeo. Li avrebbe persi entrambi, avrebbe perso Quinn e Sebastian e sebbene sapesse che erano colpevoli di eresia e tradimento oltre a complotto contro il re e lo stato non riusciva a trovarli colpevoli, sapeva che lo erano ma non ci riusciva, la sua mente semplicemente si rifiutava di assimilare quella notizia. Gli era sembrato di scorgere Marley Rose alla finestra che scrutava l’orizzonte in preda all’angoscia ma poteva essere stata un’illusione causata dalla mancanza di sonno o dallo sconvolgimento degli umori
Quel giorno aveva cercato di nascondere le lacrime ma non appena lo aveva visto, e soprattutto quando aveva visto quanto fosse vicino ad Hunter Clarington si era sentito dilaniare, come se qualcuno stesse lentamente divorando il suo cuore. Quel drammaturgo inglese[1] poteva anche sostenere che la gelosia fosse un mostro dagli occhi verdi ma per lui era più simile ad una morsa, era ignobile che provasse quel sentimento dopo quello che era accaduto e che sarebbe accaduto eppure lui era geloso. A differenza degli altri Hunter Clarington era realmente colpevole di complotto, aveva ammesso davanti a tutti di far parte del complotto per far saltare il Parlamento e per tutto il tempo lo aveva osservato con aria di superiorità come se per qualche motivo lui gli fosse superiore.
Aveva appena letto la sentenza e stava aspettando, che accada in fretta si era detto, se deve accadere che almeno accada in fretta si era detto, quando sentì la porta spalancarsi, stava già per protestare indignato contro quell’intrusione che faceva guadagnare solo pochi, inutili e dispendiosi minuti quando riconobbe i due soldati che si erano appoggiati al muro e stavano riprendendo fiato, con al coda dell’occhio vide Sebastian sbuffare e per un attimo fu concorde con lui: era solo una perdita di tempo inutile, era inutile posticipare così crudelmente la data dell’esecuzione.
<< Cosa ci fate qui? >> chiese mentre Blaine lo guardava stupefatto e speranzoso, almeno lui sperava ancora, lui aveva perso al speranza nel momento in cui aveva dovuto scrivere la sentenza, sentirla pronunciare aveva solo inferto il colpo di grazia al suo cuore.
Sentì non molto bene parole come “ grazia “, “ perdono del re “, “ esilio “” firma “ e poi vide un documento che gli fu messo sotto gli occhi e sentì che se non avesse detto qualcosa probabilmente avrebbe pianto per la felicità, era come nel teatro greco che aveva studiato durante la sua fanciullezza, il deux ex machina allora esisteva realmente si disse sovrappensiero.
Quasi non vide il bacio che si scambiarono Santana Lopez in Evans e Sebastian prima che la mora dopo qualche secondo raggiungesse suo marito e sorse il sorriso colmo di felicità che Quinn rivolse a Puck ma vide distintamente il sorriso di trionfo di Sebastian, come se per lui quella fosse l’unica soluzione degna di quella tragedia che nulla aveva da invidiare ai classici.

 

 

Note su un colpo di scena non poi così di scena

Ebbene si, siamo quasi alla fine, ammettete che vi ho fatto prendere un bello spavento, ma se rileggete tutta la storia noterete dei piccoli indizi su questo finale.
Ho fatto le mie ricerche, i congiurati vennero impiccati e poi squartati, come voleva la legge, in pubblico, mentre i sostenitori che confessarono implicazioni di varia natura venenro giustiziati in privato, o come gli altri o se nobili semplicemente decapitati.
In quanto al deux ex machina, o dei ex machinae dovre dire, avete capito già chi sono, vero?
[1] Thad si riferisce ovviamente a Shakespeare, l'Otello è del 1603 quindi è probabile che a due anni dalla prima almeno le frasi più improtanti fossero note

   
 
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