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Autore: Rin_Chan64    05/07/2014    2 recensioni
{[Suicidio][Descrizione non dettagliata di suicidio]}
Fiducia:
"Madotsuki pensò che l’amica fosse confusa o sotto shock per la recente rottura con il fidanzato, quindi tentò di farla ragionare. Non c’era verso, però, Poniko rimaneva ferma sul suo obbiettivo. Piangeva e piangeva, quasi da diventare fastidiosa, e l’amica riprovava a farla ragionare ancora."
Insicurezza:
"L'altra rispondeva sempre e puntualmente, ma stavolta si sentirono solo gli strombazzamenti delle auto. Quindi, Madotsuki ci pensò bene.
-Ma certo!- rise ad un tratto, cosa completamente fuori dal suo carattere, -Gli hikikomori non devono mettere piede fuori di casa! E non devono andare neppure in balcone... Di certo ne sa più di me!"
Pazzia:
"L'interesse di Madotsuki sfociò in una rabbia tremenda. La ragazza si sfogava lanciando insulti a destra e a manca e dando grossi pugni, calci e testate al muro. Ma non riusciva ad arrabbiarsi seriemente. Avrebbe voluto, ma la sua ira era falsa e si strasformava in un penoso pianto.
Le sue parole furono soffocate dai singhiozzi. Come succede quando una persona ride tantissimo, o dalla felicità non sa esprimersi, solo che lei stava piangendo."
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Madotsuki
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE!
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Kikiyama; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
POTREBBE essere un po' OOC per Madotsuki tra i primi capitoli. So che teoricamente niente è canon, ma tutti hanno la stessa idea su di lei ed io ho avuto bisogno di cambiarla un po', all'inizio.
Buona lettura e recensite numerosi!
(Approvata da Luigi, che è stato approvato da Russia)

La vita di una Hikikomori
---Fiducia.---

Madotsuki scese le scale con lo zaino in spalla. Quando arrivò in strada, se la prese davvero comoda. Era sempre in anticipo. Si svegliava molto presto, e questo lo aveva deciso da sola. Beh, non viveva con nessuno dopotutto. Si era scelta una piccola casa vicina all’università che frequentava e stava pagando l’affitto. Ogni giorno andava alla scuola d-
Una macchina passò davanti, strombettando per avvisare alla ragazza di stare attenta quando cammina. Passando, la macchina alzò un vento forte; che fece agitare le trecce e la gonna di Madotsuki e fece spostare i fogli di carta e la spazzatura nella strada vicina. La ragazza si voltò e seguì la macchina nel suo cammino, per poi restare ferma a guardare il vuoto e passare nelle strisce pedonali.
Madotsuki era davvero una persona con la testa tra le nuvole, e pensava a cose sovrannaturali ed impossibili quanto sconvolgenti e disgustose, per le quali i suoi compagni la prendevano in  giro. Ma lei continuava la sua vita, non le poteva importare di meno. Lei si sceglieva bene con chi stare, i suoi amici, i suoi affetti, e soprattutto chi evitare. Un’amica speciale che si era scelta era Poniko, che frequentava la sua stessa classe. Era una di quelle persone diffidenti, ma molto chiacchierone, anche lei adorava i pensieri sovrannaturali e le idee macabre di Madotsuki; anche se era esclusa meno dal gruppo per la sua personalità solare e la sua voglia di stare insieme alle altre persone. Talvolta non si curava tanto di Madotsuki, anche se hanno creduto le une sulle altre, o almeno questo era come Madotsuki pensava. Forse Poniko non stava tanto con lei perché aveva una vita sociale più aperta e non aveva tutto il tempo per una povera ragazza sempre sola, utilizzando la scusa che doveva andare al corso di t-
Madotsuki sbattè la gamba sul pendaglietto dello zaino di Poniko, che penzolò per un po’ sotto la panchina su cui era appoggiato lo zaino. Lì vicino, coricata, Poniko stava piangendo silenziosamente con lo sguardo perso nel vuoto. Era tutta rannicchiata, e dalla sua figura usciva soltanto una mano. Madotsuki si inginocchiò vicino alla panchina e chiamò l’amica. La ragazza interpellata strabuzzò gli occhi e si sedette di scatto come se fosse appena risvegliata da un incubo. Sembrava sconvolta. Appena ci fu spazio, Madotsuki si sedette vicino all’amica ed aprì le labbra per parlare. Poniko la interruppe subito e le disse con una voce disperata ma incerta: -Madotsuki… Io… Sono stanca di questa vita… Voglio… Essere un’hikikomori!
Madotsuki pensò che l’amica fosse confusa o sotto shock per la recente rottura con il fidanzato, quindi tentò di farla ragionare. Non c’era verso, però, Poniko rimaneva ferma sul suo obbiettivo. Piangeva e piangeva, quasi da diventare fastidiosa, e l’amica riprovava a farla ragionare ancora. A quel punto la bionda cominciò ad urlare e sbraitare, si agitava da una parte all’altra e cercava di farsi mollare il braccio afferrato da Madotsuki poco tempo prima.
La ragazza, forse in un momento di pazzia, di fretta, di compassione e di solidarietà; decise di dire a chiare lettere: -Allora farò la stessa cosa anch’io!
La scolara dalla coda di cavallo, con le mani in volto, si girò sbalordita verso la persona con le treccie brune alla sua destra, abbozzò un sorriso ed abbracciò l’amica ringraziandola, quasi urlando. Madotsuki fece in modo che la mollasse e si stesse zitta; anche se non funzionava. Ad un certo punto, però, lasciò il suo corpo senza muscoli funzionanti e con tutto il peso sull’amica, che la riappoggiò, approfittando del momento, sullo schienale della panchina. Con lo sguardo in alto, cominciò a farfugliare all’infinito parole come: -MipiaceilrosaadorolanevemipiacestareconleamichepiùcarevogliovivereinunatendainmezzoalghiaccioBASTABASTABASTAmipiacecorrereneiprati…
Madotsuki si allontanò lentamente, andando nella strada verso la scuola. Poi, però, si ricordò delle sue parole e si avviò verso il negozio per comprare il necessario per non uscire di casa per tanto tempo.
  
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