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Autore: vablu    06/07/2014    1 recensioni
Cosa sarebbe successo se i cento fossero riusciti a vincere la battaglia contro i terrestri?
Ecco quello che sarebbe successo al gruppo e i suoi leader Bellamy e Clarke.
La mia breve storia è inspirata principalmente alla serie televisiva, ma in piccola parte o meglio "dettaglio" al libro. (è una Bellarke).
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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La battaglia era finita. Ce l’avevano fatta, erano sopravvissuti anche a questo. Clarke camminava per il campo, confuso e distrutto, per controllare i suoi compagni. I cento erano esausti e percossi, ma nessuno di loro gravemente ferito. Eppure anche se questa notizia poteva rallegrarla le sue speranze morivano sul nascere, perché ben venti compagni avevano perso. Nel campo si respirava aria di tristezza, rabbia e vendetta. Sapeva di doverne parlare con Bellamy. Il suo pensiero correva a Finn, come stava? Per il suo senso di dovere non era ancora andata da lui, ma la sua preoccupazione sì. Ora che aveva controllato tutti, iniziò a camminare verso la tenda di lui. 
Finn sentiva echeggiare nella sua testa, eppure le cose andarono così. 
Tirò giù la cerniera della tenda e una volta entrata lo vide, sdraiato sui gomiti, con espressione sorpresa.
"Tu…penso che abbia sbagliato tenda" disse lui osservandola per avere spiegazioni. Clarke rimase zitta.
Si sedette vicino a lui ignorando la sua espressione guardinga e prese il suo viso con una mano per controllare quei due tagli superficiali che aveva. Ancora una volta si chiese perché fosse lì ed anche se il suo comportamento diceva più delle parole, desiderava in cuor suo una conferma.
Ormai da tempo per Bellamy l’ultima cosa che vedeva prima di addormentarsi era il viso di lei, ma lei?    
Cosa vedeva Clarke? 
"Clarke hai sbagliato tenda" replicò il moro, il suo pensiero ad alta voce.
La sua affermazione suonò ad entrambi come una domanda, ma in fin dei conti lo era.
"Devi pulirti le ferite" dichiarò, dopo averlo controllato. Bellamy bloccò la sua mano nella sua e la guardò profondamente.
Lei lo ignorò di nuovo e questo lo fece impazzire dentro "Le ferite Bellamy" replicò lei.

Bellamy si sdraiò chiudendo gli occhi e lei ricomparì vicino a lui con una ciotola d’acqua e un fazzoletto.
Delicatamente iniziò a pulirgli lo sporco dal viso e sentiva i suoi occhi addosso. Non la lasciavano respirare, ma non poteva pretendere altra reazione da parte di Bellamy se non questa. I suoi occhi addosso a lei. 
Nell’aria c’era come elettricità, esattamente la stessa di quando si baciarono quella volta nella foresta. Per un momento nella sua mente tornò Finn, ma senza neanche rendersene conto lo cacciò tornando allo sguardo di Bellamy.

"Octavia sta bene?" disse lei all’improvviso.
"Sì, sta bene. Tu?" chiese quasi imbarazzato. Lei lo guardò sorpresa e con un sorriso gli rispose.
"Bellamy, i ragazzi parlano di vendetta".
"Non ci sarà nessuna vendetta" disse con tono serio. "Bene" disse Clarke. 
Un respiro di sollievo gli scappò a quelle parole, non era pronta per un'altra prova, per altro dolore. Per altri morti.

Finalmente ricomparve il viso di Bellamy alla sua vista e un sorriso timido le balenò sulle labbra, lui se ne accorse e un movimento impercettibile lo percosse. Senza accorgersi si era avvicinata ai fianchi di lui e il tocco la fece ritrarre. E in quel momento i loro occhi si scontrarono. Ma non come prima. In modo diverso, più profondo e più coinvolgente. Bellamy poteva sentire il suo corpo contro i suoi fianchi. Doveva chiederlo.
"Finn come sta?" chiese Bellamy, per paura di non sapersi più fermare se avesse indugiato un momento di più.
Clarke non lo sapeva, perché era entrata nella sua tenda invece che in quella di lui. 
Questo voleva dire qualcosa, ma ammetterlo costava molto. Notò che non sapeva come rispondere.

"Oh che diavolo principessa! Vuoi rispondere invece di ignorarmi?!" sbraitò Bellamy senza pazienza.
"Sono entrata nella tua tenda!" urlò Clarke prima di baciarlo. 
I due cominciarono a baciarsi con desiderio, le loro mani scivolavano sul corpo dell’altro e i loro vestiti, invece, gettati via a terra.

"Sei sicura?".
E intanto la notte lì avvolse.
"Sì", rispose lei tirandolo a se.

 



La mattina dopo Clarke si svegliò prima a causa di un raggio di sole, proveniente da un fessura della tenda, si guardò intorno e ricordò tutto quanto. Lentamente si girò verso Bellamy, che a pancia in giù, dormiva con la testa voltata altrove. Sorrise. Con la punta delle dita fece scivolare il lenzuolo, lasciando la sua schiena scoperta e iniziò a passare le sue unghie su e giù sulla sua pelle muscolosa.
"Che diavolo stai facendo?" borbotto Bellamy assonato sentendosi percorrere da un brivido.
Lei sorrise come una bambina colta a fare qualcosa che non doveva fare. "Niente…". Poi, arrivata sul fondo della schiena gli diede un pizzicotto. "Ehi!".
Si girò di colpo prendendole la mano. "No, principessa no" gli ripeté sorridente vedendola ridere. 
Clarke cercò di liberarsi ma finì solo col trovarsi schiacciata sotto di lui.

Entrambi, ora, si guardavano contenti. "Almeno lasciami libere le mani" disse Clarke.
"Okey" disse Bellamy lasciando la presa. Ancora sopra di lei sentiva il suo seno schiacciato contro il suo petto e il calore dei loro corpi.
Lei allungo una mano per spostargli una mora ciocca di capelli dalla fronte, e al quel tocco ai due splendette un spontaneo sorriso.

"Vorrei restare così per sempre" ammise Clarke passando un dito sulle labbra di Bellamy.
"A farlo tutte le diavolo di volte che vogliamo" ribatté lui scherzando.
"Sei disgustoso!" rise lei.
"Perché? Sei tu che hai detto di voler restare così per sempre. Significa che possiamo farlo quando diavolo vogliamo. Mi piace l’idea principessa!" disse lui sogghignando. "Peccato che non possiamo. Viviamo nella realtà e abbiamo delle responsabilità" disse lei rovinando quel tenero momento.
Bellamy sconfortato scivolò al suo fianco. Lei sorridente per la sua reazione così infantile, si appoggiò sul fianco e iniziò ad accarezzare la sua pancia. Lui scosso da quelle delicate carezze, si voltò a guardarla. Clarke notò che la stava osservando e ora gli piaceva essere osservata da lui. Tutte quelle discussioni così animate sono cambiate o meglio da esse qualcosa è nato. Era legata a Bellamy da qualcosa di più dell’attrazione fisica. Si ricordò del loro bacio, di come sia stato improvviso e inaspettato. Quella vocina dentro la sua testa che le diceva di smettere, ma il profumo della sua pelle era così opprimente che si lasciò baciare da lui e ricambio con altrettanta passione. Capì che era legata a quei due occhi scuri dal sentimento. Un sentimento che provava anche per Finn. Ma il suo inconscio e forse anche la sua consapevolezza capirono che ciò che provava per quel moro ribelle, superava l’amore provato per Finn. Abbondonò questi pensieri con la realtà che dovevano affrontare. "Bellamy?"

"Si?" disse lui, con occhi chiusi.
"Ci servono nuove regole" disse Clarke in un sussurro. Anche lei era invasa dalla calma di quel momento.
Bellamy bloccò la mano di lei che passava sulla sua pelle e si posizionò sul fianco per poterla guardare meglio.
"Giusto. Regola numero uno, tu sei mia".
"Cosa?" urlò sorpresa Clarke. Bellamy non si scosse, anzi.
"A nessuno è permesso di toccarti".
"Bellamy" controbatté Clarke incredula di quel comportamento.
"Tu sei mia" ripeté lui spingendola a se.
"Togli la mano" disse indicando la mano sulla vita di lei.
"Che?".
"A nessuno è permesso di toccarti, ricordi? Togli la mano dalla mia vita". 
I suoi occhi caddero sulla sua mano e tornarono agli occhi di lei "No" la spinse sopra di sé.

Clarke cercò di allontanarsi e urlò "Togli la mano, oppure io…", ma Bellamy la fermò nelle sue braccia.
"Oppure hai tre scelte. La prima ti bacio, seconda mi baci, terza ci baciamo". 
Quel ghigno sulle labbra mandò in aria Clarke "Nessuna!" urlò. Bellamy sorrise vittorioso "Eh prima sia". La baciò.

Alla fine si allontanarono, ancora con gli occhi chiusi, fronte contro fronte con i respiri irregolari qualcuno entrò nella tenda. Era Finn.  

  
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