Storie originali > Commedia
Segui la storia  |      
Autore: Julia of Elaja    07/07/2014    6 recensioni
Flora, a ventuno anni, riesce finalmente ad accedere al corso di laurea che da anni sognava: Medicina e Chirurgia.
Proprio come suo padre, vorrebbe poi in futuro diventare Pediatra di base e poter dedicare tutta se stessa al rendersi utile per i suoi piccoli pazienti.
Imprevisti, sogni, frustazioni, ansie e paure di una giovane ragazza che, tra libri e tirocinii, riuscirà a vivere la sua vita di medico (e non solo) a 360°.
Credete davvero che gli studenti di medicina siano degli apatici asociali, chiusi in casa sette giorni su sette, con gli occhi fissi sui libri e tazze enormi di caffé sempre a disposizione?
Flora forse riuscirà a convincervi del contrario!
Buona lettura!
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

 
DISCLAIMER:
I personaggi ed i luoghi presenti in questa storia appartengono a me, Julia of Elaja, e ne detengo tutti i diritti.
Ogni riferimento a fatti o persone reali è puramente casuale.




Image and video hosting by TinyPic







 
" La vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente tra il dolore e la noia,

passando per l'intervallo fugace, e per di più illusorio, del piacere e della gioia."



... diciamolo, Schopenhauer non aveva capito poi granché della vita.
O, almeno, questa frase stona proprio con la mia esistenza: io direi piuttosto che la vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente tra le chiamate di mamma che mi chiede se ho mangiato e se ho studiato e quelle alla segreteria studenti (che per un motivo o per un altro combina sempre qualche guaio), passando per l'intervallo fugace di un quarto d'ora tra una lezione e l'altra, alquanto illusorio dato che poco dopo ci si richiude nuovamente in aula.
Ecco, credo che questa sia la frase cardine della mia vita in questo momento.
Oh, tanto per chiarire: il mio nome è Flora Rinaldi e sono una studentessa universitaria.
Studio medicina, ci tengo a precisarlo; non perché voglia l'ammirazione della gente che mi debba additare per strada sussurrando "Oh, quella ragazza studia medicina; deve essere un genio!" o ancora "Quella lì un giorno avrà parecchia grana".
Andiamo, gente, a me non interessa nulla di queste cose! Io studio medicina e ne sono fiera perché è la facoltà che sento mia.
Ho abbandonato il mio vecchio corso di laurea senza tanti complimenti, nonostante mi mancassero solo otto esami alla laurea e avessi anche la media del ventisette; quando l'Università Cattolica del Sacro Cuore mi chiamò per annunciarmi l'ammissione al corso di laurea in medicina e chirurgia, con le lacrime agli occhi mi precipitai in segreteria per effettuare il trasferimento; ce l'avevo fatta, finalmente! 
Quel maledetto test di ingresso mi aveva sbarrato la strada per tre anni; ma la quarta volta era stata quella giusta... e da quel famoso 23 Ottobre mi ritrovai a Roma, nella capitale, la città che da sempre amavo... e per giunta potevo studiare ciò che avevo sempre sognato!
Ero entusiasta di quel che mi stava accadendo; certo. c'erano sempre alcune giornate da cancellare; come quel giorno in cui la segreteria aveva perso tutti i miei documenti per la convalida di esami dal vecchio corso di laurea.
Non starò qui a dirvi quante parolacce urlai quella mattina, fatto sta che, per mia grande fortuna, nel giro di un mese tutto fu sistemato e finalmente partivo con sei esami già fatti e segnati!
Era il due novembre, quando arrivai a Roma, dopo un allucinante viaggio di circa sei ore; per una brillante idea dei miei genitori, dovevo alloggiare in un collegio, dove peraltro già si trovava una mia amica. Il pensiero di avere lei lì, che già conoscevo da anni e con cui avevo un ottimo rapporto, mi fece ingoiare l'amaro boccone di questa soluzione. 
Ma, purtroppo, tutti i più tristi presagi che mi erano passati per la mente si avverarono uno per uno.
A cominciare dalla simpaticissima compagna di stanza.
Mi bastò un solo sguardo per capire che quella ragazza mi avrebbe dato del filo da torcere.
La prima conferma? Be', il fatto che la lampada sul mio comodino non era la stessa che avevo notato qualche giorno addietro, quando avevo visitato la struttura e le gentilissime suore mi avevano mostrato la camera. Ebbene, la mia lampada rosa giaceva sul comodino della ragazza, mentre sul mio c'era quella che in precedenza era sul suo comodino.
Naturalmente, non aveva scambiato le lampade per predilizione del colore rosa; la lampada rossa che ora mi ero trovata non funzionava. 
Ovviamente.
Sospirando, quella sera feci appello a tutta la mia pazienza; mi aspettavano mesi infernali, ma ancora non ne sapevo nulla.
Se oggi ci ripenso mi vien da ridere; avrei dovuto da subito lanciarle dietro il primo volume del trattato di anatomia, così i miei problemi si sarebbero risolti... be', forse no, ma in compenso oggi non starei qui a mangiarmi le mani per non averlo fatto.
Oh, ci sono così tante cose che vorrei spiegarvi... ma direi che per il momento sarà meglio andare con ordine.
Comincerò a raccontarvi di me, della mia vita fino ad oggi.
Poi parleremo anche della simpatica coinquilina e dell'inferno del collegio.
Per adesso, però, credo che la cosa migliore sia parlarvi di me.
Giusto per darvi un'idea di chi sono io!

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Commedia / Vai alla pagina dell'autore: Julia of Elaja