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Autore: Dreamer2021    08/07/2014    1 recensioni
«Ora devo andare, mi devo preparare per andare in studio!!...»
Damon la guardò e disse:
«Per quanto tu sia terribilmente sexy con la giacca e minigonna, ti preferisco con questa sottoveste...»
Elena non ebbe neanche il tempo di opporsi che lui la afferrò, la tirò sdraiandola affianco a se. La guardò dritta negli occhi e le disse « Che ne dici di dare a Jer un bel nipotino?»
Lei lo guardò ed alzò il suo sopracciglio...
La storia è cronologicamente ambientata alla fine della IV stagione. L'unica cura è stata presa da Katherine e Bonnie è morta per salvare Jeremy, che è vivo a tutti gli effetti. Elena ha scelto Damon come compagno per la vita e Stefan è stato rinchiuso nella cassaforte da Silas, suo doppleganger.
La trama inizia con un salto temporale, Elena e Damon sono andati a vivere insieme lontano da Mystic Falls, Stefan è stato liberato e Bonnie è salva. Gli altri conducono una vita normale nella piccola cittadina. Qui inizia la storia: Damon ed Elena ritornano a casa, ma la situazione in cui si troveranno è ben lontana da quello che pensavano. Infatti improvvisamente la tranquillità viene interrotta da un arrivo inaspettato...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena, Katherine/Stefan
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 2

Tutto sembrava tranquillo nella piccola stanza di casa Gilbert quando un pianto di un neonato ruppe il silenzio.

Una voce che proveniva dalla cucina disse.

“Vado io amore, tu finisci pure la colazione”.

Nella stanzetta verde entrò Bonnie, quasi correndo, dirigendosi nella direzione della culla, prese in braccio il piccolo bimbo e iniziò a cullarlo.
Pochi istanti dopo entrò Jeremy con in mano una fetta biscottata con la marmellata. Quando vide Bonnie cullare il piccolo, finì la fetta, mise le sue mani sui fianchi e la baciò sul collo, poi esclamò:

“Come sta il piccolo Rick?”

“E' triste, perché anche stamattina è a casa da solo...” disse ironicamente facendo una faccia triste. Jer si sentì un po in colpa e rispose:

“lo sai che io starei qui per sempre con te..” disse guardando Bonnie “ ... e con te, mio piccolo urlatore! Ma non posso mancare a scuola, sono l'insegnate di storia e devo dare il buon sempio!”

Bonnie rispose:

“Lo so, è che ti vorrei sempre a casa...Jer, sei un un bravo insegnante e un padre perfetto. Ti amo!”

“Ti amo anche io Bonnie, a dopo.”.

Appena le diede un bacio Bonnie girò il piccolo Rick verso Jeremy, prese la sua piccola manina e lo fece salutare dicendo:

“Ciao papà!”

Jeremy si girò, gli mando un bacio e si allontanò dalla stanza.

Poche ore dopo si era stabilita la pace nella casa e Bonnie stava preparando il pranzo quando suonarono al campanello. Alla porta era Caroline che appena immediatamente le saltò addosso urlando “Ciao Bonnie!!”

“Shhh... si è appena addormentato Rick, ti prego non svegliarlo!” Disse Bonnie sottovoce.

“Oh cavolo scusa...posso vederlo? Ti giuro che non lo sveglio”.

Bonnie annuì e l'accompagnò volentieri nella stanzina. Quando Caroline guardò dentro al lettino esclamò a bassa voce:

“Bonnie è stupendo, è cresciuto tantissimo dall'ultima volta che lo avevo visto...ma guarda che bei capelli che hai...
Sii...sei proprio bellissimo amore della zia!!” disse mentre gli accarezzava la testina. Bonnie la guardava e nel mentre pensava: Caroline Forbes che parla con dei bambini, chi l'avrebbe mai detto!

Vederla mentre chiacchera con Rick la rendeva felice.

Poi Care riprese: “ Davvero, è il più bel bimbo che ho mai visto!”. Care si allontanò dalla culla e si avvicinò alla porta e Bonnie la seguì in soggiorno.

 

Era quasi l'una e Damon scese dalla macchina parcheggiata vicino ad un marciapiedi di un parco. Aprì il baule per prendere due sacchetti della spesa di carta marroni e chiuse l'auto.

Istintivamente si guardò intorno, come se stesse cercando qualcuno, e poi si incamminò su un sentiero ghiaioso che portava verso il parco.

Nel parco non c'era quasi nessuno, tranne alcuni bambini che dondolavano sull'altalena non curandosi dell'ora ormai tarda. In lontananza, in uno spiazzo, si sentivano delle voci e delle urla. Questi rumori incuriosirono Damon che si girò e capì che erano dei ragazzi che si stavano allenando e decide di allontanarsi, non avrebbe certo mangiato vicino a tali urla!

Così si diresse verso un albero con affianco una panchina, si sedette ed aspettò l'arrivo di Elena.

Lei lavorava in città e faceva la psicologa, ascoltava i problemi di tutti e li aiutava a risolverli. Appena arrivata in città aveva aperto un piccolo studio, così da poter fare quello che riusciva meglio: aiutare gli altri. Damon era molto fiero di lei, era il lavoro giusto per lei e le piaceva. Nei casi più importanti o che riteneva particolarmente speciali, si faceva aiutare dai suoi poteri di persuasione.

Mentre Damon era intento a guardare il pranzo, Elena si stava avvicinando alla panchina percorrendo il vialetto. Una volta arrivata esclamò:

“Ciao, come và?”

Damon rispose:

“Bene, ho portato il pranzo!”. Allungò un sacchetto ad Elena, dove all'interno di essa c'era una sacca di sangue con una cannuccia. Il sacchetto era scuro e dall'esterno così da non poter vedere il contenuto. Sapevano che era pericoloso, qualcuno avrebbe potuto scoprirli, ma erano attenti e poi non volevano rinunciare alle giornate autunnali.

Dopo essersi sistemati Elena disse:

“ Oggi è proprio una bella giornata, se non fosse per Char”

Damon la guardò e disse: “ Chi è questa Char?”

Elena spiegò: “ E' una mia nuova paziente ed ha una storia tristissima, è stata lasciata dal suo uomo e lei è disperata.”

Damon sorpreso affermò: “ E dove è il problema?”

Lei disse: “No nessuno, ma lei mi ha chiesto di fare due settimane di sedute e io volevo tornare a Mystic Fall la prossima settimana. E' il compleanno di Rick e non voglio perdermelo.”

“Hai ragione, sai cosa ti dico, trova una scusa, soggiogala, legala da qualche parte, se tu hai voglia di tornare a casa nessuno può fermarti!”

“Legarla?”

“Ok, ok, mi sono fatto troppo prendere la mano, allora datti per malata!..così va meglio?”

Elena sorrise ed esclamò:

“Damon ti ho già detto che sei fantastico?”

“Non proprio..” E la strinse a se in un bacio poi Elena continuò in tono ironico: “ Certo che tu sai come risolvere le cose vero?”.

Lui la guardò e sorridente disse: “ Nessuno meglio di Damon Salvatore sa come uscire vincitore da qualsiasi situazione”.

Lei sorrise e lo baciò ancora. Un bacio appassionato e pieno d'amore. Nonostante siano passati sette anni, per loro era come il primo bacio, il primo scambio di sguardi, i primi battiti del cuore e i primi brividi.

Elena sapeva che gli avrebbe fatto piacere anche a lui tornare a tornare a Mystic Falls, gli mancava la sua casa, il suo mondo e sapeva che la cosa che gli mancava di più era là: Stefan. Erano passati sette anni da quando quando tutto era accaduto ma sapeva che lui ci stava ancora male.

“Damon mi dispiace ma devo andare” disse Elena.

“Ok, allora buon lavoro, io torno a casa”.

Si salutarono con un bacio ed Elena si allontanò.

Damon raccolse quello che aveva portato e si diresse verso l'auto. Una volta arrivato alla macchina sistemò i sacchetti del pranzo e ripensò al suo ritorno a Mystic Falls.

Ripensò a sette anni prima, alla sera della sua partenza. Stefan non era neanche venuto a salutarlo, lo poteva capire, gli aveva rubato la ragazza, ma non aveva mai capito perchè per tutta l'estate non avesse mai cercato né lui né Elena.

A dicembre capì.

Verso l'inizio delle festività natalizie, di ormai sette anni fa, arrivò un messaggio da un numero sconosciuto con scritto 'Troviamoci al solito bar di New York Damon ' .

Inizialmente Damon non capiva chi fosse il mittente e neanche a quale bar si riferisse. Con il passare dei giorni iniziò a capire che il bar a cui si riferiva era quello dove andava sempre con Lexi, ma ancora non aveva capito chi fosse il mittente.

Così al giorno e l'ora prestabilita Damon si presentò al bar e trovò Stefan seduto su uno sgabello del bancone con in mano un bicchiere.

Appena lo vide Damon si sentì il cuore velocizzarsi, era felice. Da tutta l'estate aspettava questo momento ed ora poteva scusarsi di tutto. Così si sedette affianco a lui e lo guardò. Stefan disse:

“Ciao Damon, da quanto tempo che non ci vediamo”

“Hai ragione, come stai?”

“Ah, ti interessa?”

Damon rimase in silenzio. Non si aspettava un tale risentimento da parte sua. Sapeva che lo aveva ferito e per questo gli aveva lasciato i suoi spazi, ma tantissime volte aveva pensato di chiamarlo, mandargli un messaggio, ma ogni volta non gli sembrava mai il momento giusto. Quindi si limitò a rimanere in silenzio fissando il bancone. Stefan riprese:

“Diciamo che ora sto bene”. Si fermò per un secondo, ingoiò tutto quello che era rimasto nel bicchiere e proseguì:

“Damon lo sai che sono rimasto chiuso nella cassaforte dove avevamo rinchiuso Silas per tutta l'estate?”

Damon si girò di scatto per guardarlo, non poteva credere a quello che sentiva. Con gli occhi sgranati continuò a guardare Stefan fisso, rimanendo senza parole.

Stefan continuò:

“Dopo che ho lasciato casa nostra, sono arrivato al lago ed una volta là invece di buttare Silas nel lago bhe...lui ha lanciato me.

Non chiedermi perchè non fosse pietrificato perchè non ne ho la minima idea, so che l'incantesimo di Bonnie aveva funzionato, ma poi non so come si è liberato. Posso però dirti che ho sofferto tutta l'estate mentre tu giocavi a fare l'innamorato a New York.”

Damon non aveva neanche minimamente pensato che Stefan fosse stato chiuso nella cassaforte da Silas. Mentre lo guardava non poteva fare a meno di pensare al fatto di averlo lasciato solo per tutta l'estate. Aveva un peso addosso che nessuno sarebbe stato capace di togliere in quei secondi di silenzio.

Stefan si fermò per un istante poi riprese:

“Damon dove eri?...Perchè non mi hai mai scritto? Non ti sei mai insospettito del fatto che non ti avessi chiamato per tutta l'estate?”.

La voce di Stefan si faceva sempre più dura a triste e Damon sentiva che tutte le sue parole erano piene di dolore e rassegnazione. Non lo aveva cercato, era colpa sua e lo sapeva, ma ora non poteva cambiare le cose, poteva solo dire quello che gli diceva il cuore:

“Scusa fratello, non ne avevo la minima idea, se lo avessi saputo avrei setacciato anche tutto il Pacifico per trovarti, ma non ho scuse. Io pensavo che ti fossi allontanato per avere i tuoi spazi, mai e poi mai avrei pensato una cosa così!”

Damon riprese a guardare il bancone.

Stefan allora disse: “ Sai chi mi ha liberato? Klaus. Lui è l'unico che mi ha cercato dopo che era venuto a sapere della scelta di Elena e non trovandomi non ha smesso la ricerca. Penso che abbia incontrato Silas che si fingeva me, ma non so come Klaus ha capito che non ero io e, anche se c'è voluta tutta l'estate, almeno lui mi ha liberato.

...Ah se ti stai chiedendo di Silas, non preoccuparti, io e Klaus l'abbiamo ucciso, ora non potrà più danneggiare nessuno!”

Stefan si fermò un attimo a meditare poi continuò:

“Sai Damon non sono arrabbiato per Elena, all'inizio lo ero, ma ora non più. Mi hai deluso quando ti sei arreso di cercarmi, nonostante io non l'abbia mai fatto con te, tu hai deciso di eliminarmi dalla tua vita per non sentirti in colpa di quello che avevi fatto.”

Damon interruppe Stefan:

“Ti sbagli, non sai quante volte ho pensato di chiamarti, per chiederti come stavi o anche solo per sapere dove eri, non ho mai voluto eliminarti dalla mia vita, quando ti ho visto qui...”.

Bruscamente Stefan lo interruppe e disse:

“ Bhe Damon allora ti elimino io dalla mia. Ritorno a Mystic Falls, non ti disturbare troppo a chiamarmi, né ora né mai ...Addio Damon!” Si alzò ed uscì da bar. Damon rimase fermo a guardarlo uscire immobile, senza muovere un dito, senza riuscire a muovere un muscolo.

 

Improvvisamente qualcuno bussò al finestrino e Damon tornò al presente. Era il ragazzo delle bibite che voleva offrirgliene una. Damon fece cenno di no con la testa, mise in moto la macchina e si diresse verso casa. Sapeva che primo o poi sarebbe tornato a Mystic Falls, e da un lato gli faceva piacere, ma non era sicuro che Stefan lo avrebbe mai perdonato.

 

Caroline e Bonnie si avviarono verso il salotto e iniziarono a parlare:

“ Allora Care, come stai?”

“Bene, non mi lamento,Matt con me è fantastico, da quando Ty è partito ho avuto pochissime sue notizie, e lui fa in modo che io non ci pensi, o comunque riesce a distrarmi, è un ragazzo d'oro! Inoltre mi sta aiutando a trovare un lavoro, lui riesce a comunicare alla gente in un modo che io non capisco, lui ci parla e loro vedono che è buono, invece quando parlo io mi guardano e pensano che sia una stronza! ”

Si misero a ridere poi Care riprese “ E tu Bonnie come stai? Le tue fitte?”

Bonnie si guardò le mani che gesticolavano nervosamente, come se stesse nascondendo qualcosa.

“Bonnie dimmi quello che si nascondendo, ti posso aiutare”

Così Bonnie rassegnata gli disse: “ Ok, ma non devi dire nulla, se lo sapesse Jeremy...”

Care gli prese le mani e disse: “ Non preoccuparti non saprà nulla da me, te lo prometto.”

Così Bonnie cominciò: “ Allora sette anni fa, ti ricordi che ero partita con mia mamma per l'estate, bhe era una bugia...”

Caroline spalancò gli occhi e disse:

“ E dove sei andata?”

“Care non è una cosa semplice...ti ricordi che ho riportato Jeremy in vita...” Care annuì, “Solo che per fare questa cosa, sono morta io!”

“Cosa hai fatto?” Disse tempestivamente Care.

“Sono morta Care e ho fatto raccontare a Jeremy questa scusa perchè non volevo che vi preoccupaste per me, non sapevo come risolvere questa cosa così ho improvvisato e ho chiesto aiuto a Silas”

“Tu cosa hai fatto?”

“Lui era l'unica persona che mi poteva aiutare, ma dopo che gli ho spiegato cosa mi era successo, mi rise in faccia e non volle aiutarmi. Alcune settimane dopo, si fece vivo lui, senza che io chiedessi nulla e mi propose un accordo: lui voleva morire, per potersi ricongiungere con la sua amata, non ho ben capito, e io sarei vissuta al suo posto, un po come ho fatto io per Jer.”

“Ma ti rendi conto di aver fatto un patto con il Diavolo vero?”

“Si ma non avevo scelta. Ma non è tutto qui...”

“Che altro ci potrebbe essere Bonnie?”

“Questo era quello che avevamo pianificato, ma prima che l'incantesimo fosse compiuto completamente arrivarono Stefan e Klaus che uccisero Silas”

“Klaus e Stefan? Quindi questo cosa comporta?”

“L'incantesimo non si è completato del tutto, io sono tornata umana, ma il vero problema è che non so per quanto tempo!”

“ E... 'finito' questo tempo? Cosa succede?”

“Ritorno fantasma!”

Caroline rimase senza parole, non sapeva cosa dire:

“Ma si può prevedere quando succederà? Cosa possiamo fare?”

Bonnie guardò il pavimento ed alzò le spalle, ormai rassegnata alla situazione: “ Nulla, aspettare!”

Care ancora più stupita chiede:

“Ma non puoi aspettare così, come puoi pensare di lasciare da un giorno all'altro la tua famiglia, Jeremy, Rick, i tuoi amici...tutto!”

“Caroline, non posso farci nulla ormai, mi sono rassegnata e quando succederà succederà...è la vita.”

“No, non è la vita Bonnie tu dovresti avere una vita lunga e felice e non dovresti pensare che tra un giorno o tra dieci anni potresti morire.”

“Basta Caroline, parlare non cambierà le cose, ormai ho deciso.”

Bonnie si alzò ed andò a prendere in braccio Rick che si stava svegliando.

Caroline rimase sola nella stanza a ripensare alle parole che le aveva appena detto Bonnie e ancora non credeva alle sue orecchie.

Aveva sempre sospettato che Bonnie avesse un segreto, ma non immaginava che per anni aveva tenuto nascosta una cosa così grossa. Nessuna persona poteva sopportare un tale peso da sola.

Se Bonnie non voleva più lottare per la sua vita lo avrebbe fatto lei, per Jeremy, per Rick e per la sua migliore amica.

   
 
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