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Autore: Seductress_of_Death    08/07/2014    1 recensioni
"Io ho BISOGNO DI TE. Sei una parte di me, io ti adoro. Non te ne andare."
"Appunto, mi adori, ma io ti amo."
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Oh, mi ascolti?" Una voce irritata mi porta alla realtà.

"Eh?" rispondo con aria assente.

"Ti sto parlando da minimo un quarto d'ora!" la solita esagerata. "Devi mettere in ordine la tua camera!"

"Mh, ok, ora vado"

Salgo le scale di malavoglia, entro in camera mia, che non è poi così male come afferma mia madre, e inizio da rifare il letto. Guardo il mio cuscino, e, come ormai mi capita fin troppo spesso, inizia a mancarmi il fiato, il respiro si fa affannoso, l'aria pesante, le gambe deboli e gli occhi umidi. I ricordi mi assalgono. Quei messaggi da libro con quella ragazza da sogno, la voglia di poter essere l'una accanto all'altra, i miei messaggi dolci, i "Ti amo"... Sì, tutta un'illusione. Ero solo io quella che stava male, quella gelosa, quella che amava. Devo però ammettere che quella stronza mi ha lasciato un vuoto che riesco a malapena a celare sotto una falsa risata.

Non riesco proprio a capire come abbia potuto colpirmi così tanto una ragazza del genere. È la classica ragazza che beve e fuma, che i sabati sera fa di tutto e di più, egoista ed egocentrica, con la sola differenza che lei è bisex, soffre di attacchi di panico, un po' apatica ed un po' depressa. Forse è stato questo istinto di protezione che provavo nei suoi confronti a farmene innamorare...

Cerco di riscuotermi dai miei ricordi e torno a far quello che mi è stato detto. Raccolgo i vestiti da terra e li metto a lavare, rimetto le biro nel portamatite, passo sugli scaffali e...

Dannazione.

I CD degli Evanescence. È praticamente il motivo per cui ci siamo conosciute. Mi ha scritto su Ask dicendo che Amy Lee è ovunque mio profilo, perché postavo molte sue foto, e lì mi ha subito ispirato simpatia, anche se poi ho scoperto che non è una grande fan. Forse era solo un pretesto per conoscermi...

Non riesco ancora a capire perché mi abbia usata così tanto. Oramai mi trascino da una parte all'altra come uno zombie. Non riesco a sopportare tutto questo: questa mancanza di logica e spiegazioni, questa sensazione di essere stata usata, tutte le bugie che mi ha detto non mi fanno dormire la notte, mi fanno solo pensare. D'altronde sono fatta così.

Mi risveglia dai miei pensieri la voce di mia madre:

"Io esco! Torno tardi! Ciao!"

Sono a casa da sola. Mi arriva un messaggio su un gruppo di Whatsapp: è un suo messaggio mentre fa la "dolce" con un suo amico, dicendo parole che una volta diceva a me, che io vorrei sentirmi dire ancora. Parole che probabilmente ha detto a tutti. Non ce la faccio. Crollo. Piango. Piango senza un limite, senza aver la percezione del tempo. Dopo quelle che mi sembrano ore, o forse minuti, un lampo di follia mi attraversa gli occhi. Quasi senza controllo, tiro fuori quello specchietto doppio da un porta libri, lo apro e dentro c'è la mia lametta, con il sangue rappreso, che avevo giurato di non tirare più fuori, la stringo, la appoggio sullo scrittoio accanto al mio polso e inizio a scrivere. Mi piace scrivere.

"Alla mia famiglia. Cari parenti, questa è la lettera in cui vi spiego tutto. Io non ce la faccio più a tenere tutto dentro, ed è ora che voi sappiate. Io non sono quella ragazza allegra a cui piace la musica Gothic e" le magliette con i teschi", come dite voi, non sono quella ragazza che ha i suoi momenti ma che è allegra e volenterosa, che ha la vita dentro. Io sono vuota, non ho più nulla. Sono una delusione, per voi e per tutti. Non riesco in nulla, sono mediocre, anche se mi sforzo. Ci provo, e accumulo tante delusioni. Sapete, ho tanti problemi che ho tenuto nascosti a voi. Non ci credete? Chiedete alla mia ex che ex non è. La troverete sul telefono. Sì, una ragazza. Un'altra delusione per voi. Non potrete parlare di ragazzi vostra unica figlia femmina, anzi, non ci parlerete più. Io vi voglio bene, non è colpa vostra. Mi dispiace, ma non ce la faccio più. Con affetto. La vostra piccola donna."

Scrivo a Sara, quella famosa ragazza:

"Ehi, io me ne sto per andare, sto per liberarmi di tutto. Ti amo, sarai sempre nel mio cuore, addio. Buona fortuna."

So che capirà che intendo. Abbiamo parlato tante volte della nostra voglia di morire. Stringo la lametta e vado verso il bagno, piangendo. Apro l'acqua della vasca. Bollente. Aspetto che si riempia, e mi arriva un messaggio da Sara

"Vale, cazzo stai dicendo? Non te ne andare. Tu non te ne vai. Io ho BISOGNO DI TE. Sei una parte di me, io ti adoro. Rimani."

"Appunto amore, mi adori, ma io ti amo. Cerca di non avermi sulla coscienza, tu hai fatto ciò che era giusto fare. Posso sentire la tua voce per un'ultima volta?"

"Ti chiamo."

Mi arriva la telefonata. Rispondo.

"Mi vuoi spiegare che cazzo stai blaterando?" mi chiede

"Hai una bellissima voce, la amo, ti amo." ho la voce rotta.

"Anche io ti amo."

"Amore, non dirmi cagate quando sto per scappare da tutto quanto, quando sto scappando da quello che hai lasciato."

La sento singhiozzare. "Io ti ho amata. Semplicemente non riuscivo a reggere la distanza."

"Taci e non dire cazzate. Tu non mi hai amata. Ma lasciamo stare. Ascoltami, mi dispiace di essere così debole, non riesco ad andare avanti senza di te, ma non preoccuparti, hai fatto la cosa giusta, sia per me che per te. Amore, addio, ti amo. La vasca è piena. Dillo tu a Francesco."

La sento gridare il mio nome per intero mentre le riattacco in faccia. Le lacrime aumentano. Metto una canzone a tema: "Tourquinet, Evanescence".

I've tried to kill the pain, but only brought more, so more.

Ho provato tante volte a sopprimere in me stessa il dolore, nella speranza che con il tempo sparisse, ma l'ho solo accumulato e compresso, finché non scoppiavo addosso a quelle poche persone che mi stavano vicino, portando altro dolore. È una catena, non sono riuscita a spezzarla. Sono debole. Nonostante quello che diceva la gente a cui raccontavo di me, io sono sempre stata debole. E questo ne è la prova.

Incido il mio braccio con un taglio verticale, calcando sempre più. Vedo il sangue uscire, ma non basta. Ne incido un altro, un altro ancora, premendo più che posso, fino a formare la parola "Lies". Credo di aver beccato una vena. Entro nella vasca durante i versi

Am I too lost to be saved, am I too lost?

Sento gridare dentro di me un "No, hai ancora la possibilità di ritrovare la tua strada", e capisco che io posso essere ancora salvata. Cerco di fare un laccio emostatico per fermare l'emorragia, My God, My tourniquet, return to me salvation, ma non sapendo come fare, mi rassegno: capisco che è troppo tardi, sento le forze abbandonarmi. So che ormai non posso fare nulla. Piango, stringendomi il braccio e passandomi in faccia i tagli e leccando il sangue che scorre. Entro nell'acqua ancora bollente, che subito si colora di rosso. Sorrido, sento i problemi andarsene, capisco che in realtà era quello che ho sempre voluto: essere libera. Mi vengono in mente dei versi di Like You:

And though I may have lost my way, all paths lead straight to you.

Tutte le strade portano da te, mio dolore, siamo uniti da un legame indissolubile, ancora con me ci sei solo tu. Non posso stare lontana da te, tu sei mio e io sono tua. Sento i messaggi che mi arrivano da Sara, che prima erano la mia ragione di vita, ma ora non voglio leggerli, mi sto godendo la mia liberazione, e so che anche se volessi, sono troppo debole per farlo: le palpebre iniziano a farsi pesanti, perdo la sensibilità alle mie estremità, il soffitto si fa a chiazze.

Tourniquet, my suicide, return to me salvation

"L'ennesimo suicidio di una ragazza che non si sentiva abbastanza per nessuno, che non era abbastanza per nessuno, che non era nessuno" penso "Addio, è stata una merda conoscervi."

  
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