Serie TV > Queer as Folk
Ricorda la storia  |      
Autore: Valentina66    08/07/2014    3 recensioni
Una normalissima banale mattinata condivisa:
Brian che deve andare a lavoro, Justin che non deve fare un cazzo di niente.
Brian che vuole scopare, Justin che vuole dormire.
Brian che non crede nell’amore mentre Justin sa che un giorno riuscirà a fargli cambiare idea.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian Kinney, Justin Taylor
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

Ti chiamo.


Ragazzuoli/e questo è un missing moment, una delle tante normalissime mattinate che hanno condiviso questi due, che si colloca però dopo la storia di Justin con Ethan e dopo il patto nell’ufficio di Brian.  E’ insolito vedere scene come quelle che ho descritto: Traspare tutta la dipendenza di Brian da Justin (che addirittura fa tardi in ufficio per averlo, wow, queste si che sono prove di amore!) Il nostro Brian però non è un idiota: sa bene che cosa prova per il suo raggio di sole, ma il suo comportamento è inevitabile: è bloccato da un irrazionale paura paralizzante per i legami e per le responsabilità nel campo affettivo, e fa di tutto per far credere a Justin che la sua felicità non dipende da lui, lui d’altronde è Brian Kinney, niente scuse, rimpianti o giustificazioni, è libero di fare quello che vuole e non dipende da nessuno. In realtà è consapevole che un giorno Justin finirà per crederci sul serio e si stancherà un'altra volta, ma lui è pronto ad accettarne le conseguenze. Dopo i tre asterischi la storia cambia punto di vista: appare un Justin che si è rassegnato solo all’apparenza, che in realtà spera ancora di sentire uscire dalla sua bocca quelle due sospirate paroline.
 

 

 
Raggio di sole dorme, ma sono quasi le 8 e la mia imponente erezione mi impedisce di precipitarmi in ufficio dove un alveare di piccole e incapaci api operaie sta aspettando impazientemente direttive dall’ape regina, ovvero da Brian Kinney, ovvero me. Devo svegliarlo non c’è altra soluzione, penso posando lo sguardo sul monticello di lenzuola aggrovigliate sul mio letto dal quale spunta un’ angelica testolina bionda, già pregustando i vari modi con cui quella testolina potrebbe risolvere il mio grosso e duro problema. Faccio il giro del letto e scosto piano le lenzuola: ieri sera l’ho visto alzarsi di soppiatto e dirigersi verso le bozze del nuovo Furore e sono abbastanza sicuro di averlo sentito ritornare a letto verso le tre della notte. Conoscendolo a seconda del modo in cui lo sveglierò attraverserà tre fasi: prima farà il bambino capriccioso, poi l’adolescente pigro e irritato, e successivamente l’artistoide lunatico e incazzato. Ma è Justin, e so come prenderlo. Basta un po’ di dolcezza, e farà tutto quello che vorrò.
Con tutta la mia famosa delicatezza gli apro piano il pugno della mano, stretto attorno al lenzuolo. Le sua espressione cambia impercettibilmente, e borbotta qualcosa di incomprensibile. Che bambino. Gli appoggio la mano sul mio cazzo e premo un pochino, sentendomi subito meglio. Risalgo pazientemente il suo braccio con un dito dalla mano fino alla sua spalla e seguendo il percorso, arrivo fino al collo. Guardo l’orologio: le 8:05, cazzo. Tento il tutto per tutto: mi stendo accanto a lui e accarezzandogli la schiena, gli do un bel bacio a stampo di quelli che so gli piacciono tanto.
─ Ehy bella addormentata, dopo il bacio del bel principe ti dovresti svegliare – Cazzo, arriverei a dire di tutto per un pompino fatto da Justin. D’altronde la mattina riesco a dirgli le schifezze più sdolcinate e diabetiche della storia senza sentirmi un perfetto cretino. Tanto so per certo che in questi momenti potrei anche chiedergli di sposarmi e rimarrebbe comunque intontito nel dormiveglia.
─ Brian, fermo, lasciami leccare la marmellata. ─  risponde con la voce impastata dal sonno. A volte mi viene il dubbio che si fumi qualche canna cinque minuti prima che io mi svegli..che idiota: dorme nel letto del Dio del sesso e pensa alla marmellata.
─ Che cosa staresti facendo tu!? ─ chiedo sconcertato, spostandogli il ciuffo dagli occhi e pettinandogli i capelli all’indietro con le dita. Non deve aver gradito molto però perché, come un gattino che si sdegna se viene accarezzato contropelo, mi spinge via la mano e si volta dall’altra parte. Okay, raggio di sole, te la sei voluta: fanculo la gentilezza. Avvicino la bocca al suo orecchio e ci soffio dentro all’improvviso. Justin sobbalza di colpo, spalancando gli occhi. Fa per colpirmi ma gli blocco prontamente la mano sopra la testa.
─ Brian dannazione, era marmellata alla fragola, sai quanto mi piace la marmellata alla fragola. – urla guardandomi serio negli occhi convinto che quello che mi sta dicendo abbia un senso. So che non gioverà alla mia causa, ma non posso fare a meno di ridere. Appena Justin percepisce il velato sarcasmo nella mia risata, offeso, si ributta teatralmente sotto le lenzuola, rannicchiandosi in posizione fetale. Le 8:10, ma non mi do per vinto: rifaccio il giro del letto e mi ci butto sopra completamente vestito. Infilo la  mano sotto le lenzuola, in cerca della sua erezione mattutina.. ─ Mmm, fammi controllare..marmellata di fragole eh? E da dove la staresti leccando dal cazzo di James Dean? – lo sfotto, accarezzando la sua virilità da sopra i boxer. So che sta trattenendo i gemiti, lo capisco dal modo in cui si morde le labbra, ma inaspettatamente invece di rilassarsi e abbandonarsi alle mie avances, all’improvviso mi morde il braccio. Lo tiro via di scatto.
─ Brutto stronzetto ingrato che non sei altro..─
─Chi prende in giro i miei sogni non merita di toccarmi ─ mi interrompe, rigirandosi per darmi le spalle.
Guardo l’orologio rassegnato: le 8 13 minuti e 58 secondi. Poso lo sguardo su Justin, e di colpo so come ottenere quello che voglio. Fa tanto il duro, ma purtroppo per lui so qual è il suo punto debole. E si, so anche che a forza di usare mosse sleali prima o poi ne pagherò le conseguenze, una mattina mi sveglierò e non troverò il mio raggio di sole sotto un groviglio di lenzuola. Ma sopravvivrò, così come sopravvivrà Sunshine  quando capirà definitivamente che questo non è il posto per lui. A volte quando lo guardo mi sento in colpa, mi sento lo stronzo più egoista della terra, mi sembra di essere un bastardo che lo tiene legato a se per godere della sua luce riflessa impedendogli di spiccare il volo sul serio, di brillare. Di essere felice. Quando guardo i suoi occhi innamorati, ripenso a come ci abbia già provato una volta a scappare via, a com’era determinato e risoluto a chiudere con me, con il passato. Povero Justin, non è andato abbastanza lontano ed è ricaduto nel vortice Kinney, ma la prossima volta sarà più furbo purtroppo. So bene qual è l’unico modo per impedire tutto ciò.. se solo mi decidessi a dirgli..
─ Ti amo Justin. –
***

─ Ti amo Justin ─  lo fissai sconcertato mentre trangugiava (sensualmente) mezzo litro di succo di arancia direttamente dal cartoccio, sicuro di aver sentito male o di essermelo sognato.. non sarebbe la prima volta.   ─ Che c’è, hai visto una vagina per caso? ─ chiede, raccogliendo con la lingua una gocciolina di succo sfuggita alla sua implacabile bocca. Irresistibile sia quando beve il succo, sia quando mi bacia, sia quando fa scherzi come questi. ─ Hai capito allora? Ti chiamo dopo! ─
Fisso intontito i muscoli della sua schiena, mentre rimette il contenitore in frigo, si passa le mani tra i capelli e controlla di avere il portafoglio nella tasca posteriore dei pantaloni. Mentre guardo Brian percorrere come un tornado tutto il loft alla ricerca delle chiavi della Corvette, mi rendo conto di essere seduto sul letto nella stessa posizione in trance da troppo tempo e che se lui ne capisse il motivo mi deriderebbe senza pietà o scapperebbe a gambe levate. Cazzo però, è evidente che sto diventando pazzo, dovrò parlarne con uno bravo.
─ Justin tutto bene ? ─ La mano fredda di Brian sul mio collo mi riscuote dai miei pensieri. Cerco di sorridere e annuire ma ho paura che il risultato sia solo una smorfia malriuscita, così aggiungo ─ Si tranquillo, è solo che.. ─ abbasso gli occhi, in cerca di una scusa.
─ Solo che ?? ─ insiste alzandomi il mento con le dita e guardandomi negli occhi, serio.
─ No niente, è una cazzata.. prima mi sembrava di aver capito..un altra cosa. ─  ammetto, ingoiando il groppo che mi si è improvvisamente formato alla gola.
─ Ah si? e cosa? ─  chiede abbassandosi per allacciarsi le scarpe. Non faccio in tempo a chiedermi perché ho come l’impressione che si stia divertendo un mondo, che la sua espressione innocentemente curiosa si trasforma impercettibilmente in un sorrisetto consapevole. Brutto figlio di.. 
─ Ahia!!─ esclama, appena le sue stupide chiavi, che dimentica sempre sopra il comodino, lo colpiscono in testa. ─ Ma che cazzo..─ si volta di scatto, ma appena capisce dalla mia espressione indignata di essere stato sgamato, scoppia in una sonora risata.
─ Ma vai a fare in culo, sei uno stronzo!
─ E’ quello che sto cercando di fare da tutta la mattina, solo che qualcuno era troppo impegnato a fare  cosa?!.. ah, giusto, a leccare la marmellata ─ conclude a stento la frase mentre cerca di riprendere fiato, inutilmente. ─ Cristo Justin, avresti dovuto vedere la tua faccia! ─
Approfittando della sua improvvisa crisi di ilarità gli tiro un cuscino con tutta la forza che ho, ma nonostante sia di spalle riesce ad afferrarlo girandosi all’ultimo momento. Lo guardo torvo sperando in un suo soffocamento istantaneo, ma purtroppo non posso fare a meno di ridere quando imita la mia espressione esageratamente traumatizzata. D’altronde gliel’ho promesso: una volta ci sarei rimasto di merda, probabilmente avrei a fatica trattenuto le lacrime. Ma stavolta è il nostro nuovo inizio, il nostro accordo di lavoro: lo devo accettare così com’è. Uno stronzo, appunto.
Così vengo contagiato dalla sua risata da ragazzino, fino a quando non avvicina pericolosamente il suo naso al mio e mi sussurra sulla bocca ─ Non fingere di non averci sperato, raggio di sole. ─ mentre i suoi occhi verdi fissano i miei con un’intensità tale che temo riesca a leggermi dentro la risposta.
─ Ero solo preoccupato che una stupida lesbica si fosse impossessata del tuo corpo. ─ rispondo, cercando di far sembrare normale la mia voce.
─ Risposta sbagliata.─ ribatte, baciandomi la gola ─ la risposta corretta era: oh si Brian, non smetterò ma di aspettare che tu sia pronto per dirmelo, sai, sono una romantica checca isterica sono fatta così.. ─ Conclude, scimmiottando malamente la mia voce, mentre le sue mani si fanno strada prepotentemente sotto la maglietta del mio pigiama, che viene velocemente scaraventata sul parquet.
Sospiro rassegnato alla sua testardaggine.. e eccitato, visto che i suoi baci scendendo sul mio petto si stanno facendo sempre più languidi e roventi.
─ Ascoltami bene Brian ─ ansimo, cercando di rimanere lucido mentre una sua mano si insinua lentamente dentro i miei boxer, e la sua lingua disegna vortici e spirali bagnati sul mio ventre.
─ Si ? ─ alza la testa beffardo, avvolgendo la mano intorno al mio cazzo teso e leccandosi le labbra.
─ Io parlo, tu continui ─ lo vedo sorridere nel sentire la mia voce arrochita dal desiderio, mentre gli accarezzo il collo per invitarlo a continuare. ─ Stavo dicendo..l’umanità intera.. sa che.. ─ cerco di mordermi le labbra per evitare di gemere vergognosamente: non voglio dargli anche questa soddisfazione.
─ Stai perdendo il filo del discorso, raggio di sole. Perché non rimandiamo quest’interessantissima conversazione a dopo? ─ dice con voce strozzata, alludendo sadicamente ai nostri bacini uniti e ai nostri membri pulsanti che si scontrano a ogni movimento.
Onestamente non so di preciso in quale punto del discorso abbia totalmente perso la testa e mi sia ritrovato di colpo senza mutande aggrappato ai suoi fianchi, ma in un momento di lucidità racimolo la forza di volontà necessaria per ribaltare di colpo le posizioni e per bloccare le mani di Brian sopra la sua testa, che colto alla sprovvista, protesta contrariato.
─ Stavo dicendo che l’umanità intera sa che Brian Kinney non crede nell’amore.. ─ sussurro tutto d’un fiato  sulla sua bocca, mentre cerco di tenerlo fermo, con poco successo.
─ ma nelle scopate. ─  termina la sua famosa citazione, liberandosi dalla mia presa e salendomi sopra.
─ Esatto ma.. aahhhh ─ gemo quando la sua lingua affonda improvvisamente nel mio ombelico. Mentre ansimo cercando di riprendere fiato, guardo il suo sorriso maliziosamente strafottente e i suoi occhi penetranti che mi fissano in attesa che continui, e in quel preciso secondo mi innamoro per la milionesima volta di nuovo. E’ bello da fare male, dannazione.
Ingoio a vuoto quando lo vedo scendere nuovamente verso la mia pancia così lentamente, che deve bloccarmi i fianchi verso il materasso per frenare la mia impazienza. Sento impercettibilmente la punta della sua lingua sfiorare la mia erezione e stringo i denti e i pugni delle mani, cercando di non venire.
Dopo un paio di eterni e atroci secondi la sua lingua si fa più decisa, ma quando la mia mano si stringe istintivamente intorno ai suoi capelli, si allontana bruscamente.
─ Justin, no. ─ mi rimprovera ─ Justin! ─
Disorientato, mi costringo ad aprire gli occhi, giusto in tempo per vedere i denti di Brian strappare la bustina del preservativo. Sorrido sornione, mentre lo afferro per la cravatta tirandolo nuovamente sopra di me.
─ Svelto sto per venire ─ mugolo al suo orecchio.
Iniziamo a muoverci insieme, con disperazione, guardandoci negli occhi e stringendoci forte la mano, finchè non raggiungiamo l’orgasmo nello stesso momento. Non so a cosa pensa, magari a quanto ritardo ha accumulato a lavoro, magari a quant’è bello stare dentro di me, così come io sto pensando a quant’è bello tenerlo dentro. Mentre ancora uniti riprendiamo fiato, tra un ansimo e l’altro sussurra velocemente, hai un odore sconvolgente, sei bellissimo, geme, boccheggia, so che mi ama, insomma.
L’ultima cosa che sento prima di riaddormentarmi è la sua mano che mi pulisce delicatamente la pancia con un fazzoletto.
 Quando mi risveglio, rotolo verso di lui, ma il letto è vuoto e freddo. Mi tiro su a sedere chiedendomi se è stato l’ennesimo sogno, ma sorrido quando scorgo incastrato nell’elastico dei miei boxer, che sono magicamente tornati al loro posto a quanto sembra, un bigliettino con su scritto

“Ti chiamo.”

 
L’angolo della pseudo scrittrice!!
 
Okay, okay, lo so. Per questo vi faccio i miei più sentiti complimenti per essere arrivati in fondo. So che mi è venuto fuori un Brian molto più “preso” di quanto lo fosse in quel punto della serie però boh.. era quello che volevo disperatamente che accadesse. E siccome il finale della serie non è stato esattamente idilliaco perdonatemi questo schifo di one shot ma io HO BISOGNO DI TAAAAAANTO AMMMMORE PER ‘STI DUE. So che vi ha fatto salire il diabete e ora andrete a vomitare melassa, ma se vi va lasciatemi comunque il vostro parere. Adios, e evviva i Britin!!<3
 
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Queer as Folk / Vai alla pagina dell'autore: Valentina66