Fanfic su artisti musicali > Ash Stymest
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Autore: redpassion_    09/07/2014    1 recensioni
"Cosa accadrebbe se d’un tratto una ragazza con la passione per la fotografia si ritrovasse a lavorare come tirocinante di un famoso fotografo? Per sua sfortuna (o fortuna?) due modelli intralceranno la sua strada: li vedremo litigare e quasi combattere come due prodi cavalieri per la nostra cara tirocinante. Lei, concentrata sul suo lavoro, non darà loro molte attenzioni, ma quando finalmente aprirà gli occhi si ritroverà a farsi molte domande.
La nostra cara protagonista riuscirà mai a capire cos’è l’amore? Meglio tardi che mai."
Lei: Jacqueline Sullivan, per gli amici Jackie, è una ragazza goffa, con la passione per la fotografia e, nonostante pensi il contrario, bella, tremendamente bella.
Loro: Ash Stymest e Jake Cooper, sono due modelli che si ritroveranno a provare attrazione verso Jackie, ma non potrebbero essere più diversi tra di loro. Ash è un tipo scalmanato, sempre ridente e sempre pronto a fare festini, mentre Jake è più tranquillo e propenso alle serate solitarie, con una birra e una sigaretta in mano.
Jackie chi sceglierà tra i due?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                       Models
 

Il giorno tanto atteso era arrivato e tutti stavamo aspettando i modelli che sarebbero arrivati a breve: questo servizio fotografico sarebbe durato due settimane e si sarebbe ambientato, ogni giorno, in un posto diverso. Il primo giorno aveva come location lo studio stesso, perciò, quella mattina erano tutti indaffarati cercando di rendersi e rendere tutto presentabile.
Alle dieci tutto era pronto, le uniche persone che ancora mancavano erano i modelli: su cinque che dovevano arrivare, ce ne ritrovammo davanti solo uno. Si presentò a noi un po’ in imbarazzo per il comportamento dei colleghi e sembrava non sapesse cosa fare o guardare. Perciò, sorridendo un po’ a disagio si presentò: << Salve, io sono Simon, spero possiate scusare i miei colleghi per il loro ritardo. >> Era un ragazzo davvero carino: i capelli ricci gli incorniciavano il viso e gli occhi nocciola divinamente, dandogli un’aria sbarazzina.
Così, aspettando l’arrivo dei suoi colleghi, io e la mia ufficiale ‘nuova amica’ Mary, decidemmo di fare conversazione con lui.
 Io e lei ci incontrammo giusto il giorno precedente, durante la pausa pranzo: lei stava tornando dal bagno, io dal il tavolo del buffet con in mano una deliziosa ciambella e fu proprio quando stavo per addentarla che ci scontrammo e cademmo a terra. La mia amata ciambella si era spiaccicata sulla sua maglietta e fu davvero strano sentire la mia e la sua risata una volta realizzata la strana situazione: alzateci, ancora ridendo, ci presentammo e per farmi scusare le diedi una maglia che, non so come, trovai in borsa. Parlammo ininterrottamente per tutto il tempo e, quando la pausa pranzo finì, decidemmo di scambiarci i numeri di telefono. Nonostante il nostro piccolo scontro/incontro, mi sentivo strana: non mi era mai capitato di legare così presto con una persona. Soprattutto con una ragazza come Mary, molto diversa da me, non solo esteticamente - con quegli occhioni azzurri messi in risalto dai capelli rossi faceva capitolare ai propri piedi molti ragazzi- ma anche caratterialmente: rispetto a me che sono stata sempre tranquilla, soprattutto quando rispondevo sorridendo educatamente a tutte le persone con cui parlavo, lei era scalmanata, non si vergognava di farsi scappare parolacce o smorfie mentre parlava con qualcuno. Eravamo e ancora adesso siamo diverse, ma unite più che mai da una cosa: la nostra amicizia.
 << Hai ragione è proprio così! >> fui catapultata al presente sentendo la risata di Mary e di Simon, che stavano chiacchierando tranquillamente. Nonostante la sua timidezza iniziale sembrava un ragazzo dolce e per la mia amica, che alla fine della conversazione era emozionata, anche molto simpatico, gentile e bello. Detto a parole sue: “il principe azzurro!”.
Solamente alle dodici e trenta, dopo ben due ore di panico e attesa, si fecero vedere due modelle, e ciò non fece altro che abbassare di più la mia autostima. Dalla porta entrarono due ragazze altissime, con gambe lunghe e affusolate: una mora, con i capelli a caschetto e gli occhi da cerbiatta vivaci e vispi, l’altra bionda con delle bellissime labbra carnose e gli occhi color ghiaccio. La prima si avvicinò al fotografo sorridendo, facendo così illuminare la stanza, e accecando me. << Oh, carissimo Gavin! Scusa il ritardo ma siamo appena tornate da una vacanza alle Barbados! >> disse la mora sbattendo i suoi occhioni cercando di dissimulare, cosa che mi apparve abbastanza patetica ma che, per il fotografo, non fu così perché, con gli occhi a cuoricino, le rispose con un “Non preoccupatevi tesori miei!”.
Dopo minuti che mi parvero ore, il fotografo decise di far preparare i modelli presenti e di iniziare con le loro foto individuali: tutti iniziarono a mobilitarsi e così l’ansia si rifece sentire tra tutti i dipendenti, portando solamente il caos. Gente che correva di qua, persone con vestiti e scarpe in mano di là, gente che urlava permessi di qualsiasi genere, insomma, sembrava fosse scoppiata l’apocalisse. Ero così sbalordita che girandomi verso Mary, vidi riflessa la stessa espressione che dovevo avere io in quel momento: la bocca leggermente spalancata e un leggero cipiglio che le faceva arricciare il naso.
Vedendoci spaesate, il fotografo ci chiamò:<< Ragazze, venite qui che ho bisogno di una mano! >> sentendolo gridare io e Mary ci guardammo sconcertate perché pensavamo che ci avrebbe sicuramente fatto fare dei lavori inutili. Arrivate dinnanzi a lui ci indicò due borsoni e gridando ci disse che compito dovevamo svolgere: << Ho bisogno che mi sistemiate l’attrezzatura e vi voglio scattanti! >> e detto questo afferrò il caffè che un nostro collega gli stava porgendo e si dileguò.
Mary, ancora scioccata per tutto il casino, aprì la prima borsa e cercò di ironizzare per alleggerire la tensione:<< Non so se piangere per il compito che Watson ci ha assegnato o per il fatto che “le ultime arrivate” mi accechino solo sbattendo le ciglia! >>. Mi lasciai scappare una risatina e, davvero divertita, le chiesi: << A proposito, come si chiamano quelle due? >>
<< Beh, vedi, devi sapere che quelle due Tour Eiffel in miniatura sono Brittani Kline e Candice Swanepoel e lo so che hanno due nomi improponibili ma il nostro caro Watson le idolatra come se fossero due divin- >> Mary venne interrotta dal rumore delle porte dell’ascensore e il successivo silenzio tombale che aleggiò per lo studio.
<< Ma cosa succede? >> chiesi, grattandomi la nuca e guardandomi intorno, vedendo tutti a bocca aperta. Decisi di guardare verso l’ascensore e notai due ragazzi: uno leggermente più alto rispetto all’altro, ma entrambi di una bellezza particolare.
Fu così che, con la bocca leggermente spalancata, capì che tutti i modelli ormai erano arrivati in studio.



Angolo autrice
Ecco qui il secondo capitolo! Spero che adesso possiate leggerlo tutti. Nel prossimo metterò anche le foto dei personaggi!
Spero possiate darmi una critica costruttiva in modo che questa storia possa diventare decente(?).
Ma soprattutto grazie mille a tutti, a chi ha recensito, a chi ha messo il mio piccolo disastro nelle seguite e a chi ha semplicemente letto. Vi adoro.
Grazie ancora.



redpassion_
   
 
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