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Autore: scriverepervivere    10/07/2014    6 recensioni
Ci sono Ross e Laura: stessa classe.
Lui è meravigliosamente imbranato, senza modelli da incarnare, senza maschere.
Lei è diversa, una sognatrice.
Il loro cuore è poco addestrato, bravissimo a sbagliare.
E cosi Laura casca tra le braccia di Louis, e Ross si lascia sedurre da Emily.
Una partita a ping-pong sentimentale.
E un amore solo.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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 Capitolo 2
 

 



Sono le tre del pomeriggio.
Mia mamma passeggia con Camilla in braccio.
Io la chiamo Milla, lei mi chiama Lalla.
E mi sembra ieri che fosse nata, le voglio un gran bene, ma certe volte mi viene da pensare che era inutile avere una sorella.
Non bastavo io?
Non ero abbastanza? Non ero come mi volevano loro?
Certe volte mi vengono questi pensieri … ho paura di aver deluso mamma e papà, cosi per riprovare. Ancora.
Caccio via subito questo pensiero, mi sembra assurdo, da una parte. Da un’altra più che giusto.
A lei basta dire "Mam-ma" per riscuotersi un "Brava!" e far sorridere tutti. Basta battere le mani, canticchiare un motivetto col cucchiaio da caffè come microfono. 
Per me è tutto un non-dovere: non devo fare tardi, non devo drogarmi, non devo andre sul motorino di Giulia, non devo fumare,non devo uscire senza permesso.
E mi fa difficile pensare che una manciata di anni fa ero anch'io cosi, che era facile, che bastava battere le mani ... 
Ma il tempo corre veloce, non ti avvisa, non ti dice che ti sta per raggiungerti e sorpassarti. 

Milla si tiene aggrappata alle spalle di mamma.
Io ho appena finito di tradurre la versione.
La rileggo cercando di trovare un senso compiuto: in fondo sono queste, parole ammucchiate, che fanno a cazzotti tra di loro.
Non si può fare meglio di cosi’.

Esco dalla mia camera, percorro il corridoio, e vado in bagno.
Mi faccio una doccia lampo.
Esco con l’accappatoio fucsia appiccicato alla mia pelle bagnata.
Mi guardo allo specchio e decido di mettermi più trucco del solito.
Tiro fuori il phon, asciugo alla svelta quell’ammasso di capelli, e ora si che intravedo le punte caramello che danno di me, un altro aspetto.
A Ross piacciono tanto.
Ritiro subito il pensiero, Ross? Ross, che c’entra adesso?
Tiro fuori il ferro e arriccio i capelli. Poi i trucchi, metto la matita, ma poca sennò sembro un vampiro, e dubito che a Louis piacciono i vampiri. Metto un ombretto color terra, e il rimmel.
Spargo un po’ di fard sulle mie guance ed esco.
Ora devo scegliere che mettere.
Jeans, una maglietta rossa senza maniche e delle scarpe da ginnastica, si, perché i tacchi non li sopporto.
 

Alle quattro in punto si sente il clacson, dev’essere lui.
“Laura un certo Louis ti cerca, dove vai?” urla mamma dal corridoio.
“Arrivo mamma!” salgo le scale e arrivo al piano di sopra.
“Allora?” aspetta una risposta.
“Devo uscire con questo ragazzo, viene nella mia scuola, va in III B”
E mi rendo conto che non so niente di lui.
“Mhmh” brontola.
“Torno presto, non faccio cazzate, tranquilla”
“Divertiti” dice, e mi lascia un bacio sulla guancia.
Chiudo la porta, Louis è li con i suoi occhiali da sole a specchio, jeans e camicia bianca.
Ha preso in prestito la macchina di suo padre.
 Ce ne andiamo in via del Corso.
La macchina la lasciamo sul Lungotevere, perché non abbiamo il permesso per entrare in centro.
Lui spulcia le vetrine e faccio finta di guardarle anch’io … Gli piace quella maglietta e deve assolutamente entrare a provarla, e poi quel pantalone e quel berretto …
“Sei vanitoso come una donna!”
“E tu sei seria come un uomo!”
Passiamo il pomeriggio a pungerci.

Poi ci fermiamo alla Fontana di Trevi.
“Aspetta un attimo!” dico.
“Vuoi buttare una monetina?” mi chiede Louis.
Già, perché se ti volti di spalle e butti una monetina, il tuo desiderio si avvera, dicono. C’è anche un altro rito: le coppie che bevono alla fontanella sul lato sinistro resteranno fedeli.
Leggende …
“Non credo a certe cose, ho solo sete”
Mi avvicino piano alla fontana, stando bene attenta a non scivolare (ci manca solo questo e stiamo apposto).
Torno da lui con le labbra bagnate.
Louis mi guarda. “Ho sete anch’io” si avvicina e mi bacia.
E prima resto li, immobile, in quel bacio, poi mi libero e mi rimetto a camminare.
“Che c’è?”
Non lo so.
Dentro di me c’è stata una riunione, e qualcuno ha deciso di dovermi staccare da lui. Non so chi è stato: se il cuore, la mente, il corpo o l’anima.
“Mi vuoi dire che c’è?” urla.
E io non sopporto chi urla!
“Non ha senso quel bacio!” dico.
"Come non ha senso?! Mi piaci, ti bacio" urla.
Fa tutto facile Louis: mi piaci, ti bacio.
Logico no?! E INVECE NO!
Non è logico, perché io non riesco a mettermi nei panni di tutti, nei panni del vecchio in autobus, nei panni di mia madre, nei panni della ragazza di Louis.
“Sai ho pensato, che se fossi la tua ragazza, adesso, non sarei al massimo della felicità, sapendo che ti baci con un’altra, che poi sarei io …”
“Ma tu non sei la mia ragazza”
Stavolta sono io a non capirlo.
“Tu sei una che fa tutto difficile” mi dice Louis.
Me lo dice anche mamma.
Me lo dice anche Giulia.
OK! Sono una che fa tutto difficile!

Torniamo alla macchina, zitti, lui apre la portiera sua, e io la mia.
“Io odio quelli come te” borbotto.
Louis guida attento, e si ferma al rosso.
Vicino a noi c’è un ragazzo su uno scooter, si aggiusta la polo azzurra tutto soddisfatto, e si ripromette che tra poco la raggiungerà.
Scatta il verde e lui schizza via: ha fretta di incontrarla, mentre Louis guida calmo.
“So come funzionano certe cose, Laura: oggi mi odi, domani avrai già cambiato idea”
“Non ci contare troppo”
“Ascolta: quella che sta a scuola non conta niente, è una storia che si trascina da qualche mese, praticamente finita. Lei sa che oggi uscivamo insieme”
E mi sento un po’ in colpa di aver dubitato.
“Non lo so, dovrei conoscerti meglio … prima di frequentarci”
Sono una che fa tutto difficile.
 

“Be’, com’è andata col tipo?” chiede Giulia al telefono.
“Mhmhm”
“Che vuol dire mhmhmm …? Sei diventata una mucca?”
E poi le spiego che il pomeriggio non è andato un granché.
Louis è uno che prende subito l’iniziativa.
“Bene, cosi ti ci vuole! Uno che non ti lascia pensare, ti marca e basta”
Le dico che il mio tempo me lo sono preso, per conoscerci meglio.
“Perché l’hai fatto? Basta Laura! Rischiatela! Possibile che non salti se non hai il materasso sotto?”
“E se poi cado sul marmo?”
“Se cadi sul marmo ti fai un po’ male e amen”
E poi cominciano le domande che io detesto.
“Con quanti ragazzi sei stata?” chiede.
“Zero” faccio una smorfia.
“Allora, Laura, non pensi che è l’ora di rischiare?”
Allora abbasso la cornetta, e mi chiedo se sono mai andata a scuola senza una versione fatta, senza aver studiato per l’interrogazione.
La risposta è no. Non per bravura, ma per paura.
E me lo chiedo anch’io.
Laura, non è il momento di rischiare?
 
 
E non so dove sto andando, ma
 so che sarà un lungo periodo di tempo.
E io me ne andrò al mattino, quando
entrerà la luce del sole bianca e amara  come il vino.
Voglio sentire il battito del tuo cuore,
stanotte.
Prima che il sole sanguinante prenda vita.
Voglio fare il meglio di quello che è rimasto e tenerlo stretto.
E ascolta il battito del mio cuore
Un’ultima volta.
Prima della luce del giorno.

-  Ellie G. 
 

AUTRICE:
Wei!
Eccomi con un nuovo capitolo.
Stiamo entrando piano nel vivo della storia.
Laura inizia ad avere l'idea di rischiare, ci riuscirà? 

Grazie a tutti quelli che hanno recensito il primo capitolo, questo è un po' orripilante.
Ringrazio in anticipo chi metterà la mia storia tra le seguite/preferite/ricordate, ma non credo visto che ancora vi dovete fare l'idea di questa storia.
Be' è tutto. 

Al prossimo capitolo (speriamo)
RECENSITEE!

Mary :) 
 
   
 
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