Back in action
KillerQueen86
Serie:
Defender of the Earth
Personaggi:
Rose Tyler, Mickey Smith, Jackie Tyler,
Pete Tyler, Jack Simmons
Rating:
Verde (può variare.)
Avvertimenti: Da collocare dopo
2X13 "Doomsday".
Note: Rose è nel mondo
di Pete, con sua madre e Mickey. Deve decidere cosa fare della sua vita adesso,
ma non è facile con il pensiero del Dottore sempre nella sua mente.
Buona
Lettura
Disclaimer: Doctor Who e tutti
i suoi personaggi non sono di mia proprietà (purtroppo), tutti i diritti sono dei
legittimi proprietari, il mio è solo un divertimento.
Beta: Paolettazza e
Feyilin
Capitolo 1
Torchwood
Dundee Scozia
6 mesi prima
Katie camminava davanti al gruppo di tre che si era
portata dietro. Erano mesi che stavano lavorando su quel terreno ed erano mesi
che gli strumenti, ogni volta arrivata a quel punto, sembravano impazzire senza
un apparente motivo. Nessuno riusciva a spiegarsi come fosse possibile, così il
Torchwood Uno, impegnato in chissà cosa, aveva convocato lei del Torchwood tre.
Secondo una leggenda fu proprio in Scozia che l’istituto
presso cui lavorava da due anni fu fondato nel lontano 1879. Forse qualsiasi
cosa stesse facendo impazzire gli strumenti di rivelazione era legato in
qualche modo a quegli avvenimenti. Sarebbe stato una cosa grandiosa,
soprattutto per lei che aveva passato anni e anni a studiare quei primi
rapporti di quell’incidente.
Il suo entusiasmo si smorzò quando davanti a lei si trovò
un muro, la strada era sbarrata, qualsiasi cosa ci fosse la sotto, non poteva arrivarci
facilmente.
“Cosa c’è sopra di noi?” chiese al soldato dietro di lei.
“Credo un parcheggio” rispose il ragazzo alzando lo
sguardo come per vedere se avesse ragione.
“Qualunque cosa provochi quegli sbalzi, è dietro questa
parete” disse la donna toccando delicatamente la roccia, accorgendosi che era
calda.
“Dottoressa Williams, dovremmo informare la base e
tornare dopo, magari con un supporto ottico” disse il soldato con calma.
“Non sono mai stata una che aspetta, voglio sapere cosa
c’è qui” la sua curiosità sembrava divorarla. Sapeva che non avrebbe dovuto
aspettare ancora molto per scoprire il segreto di quel posto e molto
probabilmente la sua vita sarebbe cambiata.
Londra
Oggi
Guardava torva il palazzo che aveva davanti, era lì ferma
da almeno dieci minuti e non era riuscita a trovare il coraggio di entrarci. Avrebbe
dovuto sbrigarsi o tra poco si sarebbe trovata circondata dai giornalisti.
Erano due settimane che era bloccata in quel maledetto
mondo e da una settimana tutti la conoscevano come la figlia di Pete Tyler,
l’erede della Vitex. I giornalisti
scalpitavano per una sua foto in atteggiamenti non adatti, in pratica cercavano
lo scandalo che però difficilmente riuscivano a trovare dato che Rose non
usciva quasi mai di casa e, quando succedeva, era con sua madre o con Mickey
che molti consideravano il suo fidanzato.
Sbuffò abbassando lo sguardo, era per lui che si trovava
davanti a quel palazzo, la sera prima era riuscito a estorcerle la promessa di
andarlo a trovare al lavoro lasciando a casa i suoi pregiudizi.
Sopirò un’ultima
volta e si decise a varcare la porta d’ingresso. L’atrio era molto semplice,
c’era un via vai di gente, alcuni in completo, altri con un camice bianco. Storse
il naso nel vederne qualcuno con una divisa nera e un’arma. Alla sinistra una
reception con una donna sulla quarantina, dotata di auricolare, che stava
digitando qualcosa a un computer. Ancora sulla sinistra un lungo corridoio
all’inizio del quale c’era una targhetta dorata con la scritta rossa “Sale
conferenze 1-6” e in fondo alla hall, sempre a sinistra, c’erano tre ascensori.
In fondo, davanti a lei, invece una vetrata con una porta che dava a un piccolo
giardino interno, al centro del giardino una fontana moderna con delle scritte
sopra, mentre l’acqua scorreva sulle lettere.
Non sapeva come comportarsi, doveva chiamare Mickey o
rivolgersi alla donna alla reception? Decise per la seconda opzione, si
avvicinò piano alla donna impegnata a scrivere.
“S ... salve” salutò timidamente, sentendosi una vera
stupida.
“Buongiorno, come posso ….” Iniziò a dire ma si fermò non
appena alzò lo sguardo per guardarla.
“Oh signorina Tyler, che piacere" la salutò
sorridendo, Rose si sentì tremendamente a disagio. Odiava essere riconosciuta,
odiava che tutti sapessero chi fosse.
“Purtroppo il Signor Tyler non è qui, aveva un
appuntamento, perché in caso potrei chiamarlo e avvertirlo” disse tutto in un
fiato la donna.
“No, grazie, avrei un appuntamento con Mickey Smith” le
rispose mantenendo un tono cordiale.
“Oh, intende Rickey Smith il responsabile degli
armamenti” continuò la donna e Rose si maledisse mentalmente, doveva ricordarsi
che qua Mickey era in realtà Rickey.
“Sì, mi sarò confusa con i nomi” disse cercando di
sembrare naturale.
“Lo trova nel suo studio, piano 22 reparto 3C” spiegò
consegnadole una targhetta con la scritta Visitor.
“La prego indossi la targhetta, è per una questione di
sicurezza” le raccomandò.
"Le auguro una buona giornata" disse con un
sorriso cordiale.
Rose le rispose e mise la targhetta attorno al collo
mentre si avvicinava ad uno degli ascensori.
Con lei sull’ascensore salirono almeno altre cinque
persone, tre con il camice bianco e due in completi scuri, tutti e cinque
concentrati nei loro affari. Rose guardava nervosamente i numeri che
s’illuminavano con una lentezza che la infastidiva. Prima che lei riuscisse a
scendere, tutti gli altri la lasciarono e ne entrarono altri dai vari reparti.
Sentiva i loro occhi su di lei e i sussurri che scatenavano la sua vista, contò
mentalmente per calmarsi e non rispondere a tono a quei sguardi. Mickey le
aveva raccomandato di non dare in escandescenza in pubblico o i giornali
avrebbero fatto festa.
Finalmente l’ascensore si fermò al suo piano e, appena le
porte si aprirono, Rose fu accolta dal sorriso amichevole di Mickey.
“Ehi, ecco la mia biondina preferita” disse allargando le
braccia, la ragazza uscì dall’ascensore sorridendogli e abbracciandolo.
“Allora sei riuscita a sconfiggere i tuoi pregiudizi”
scherzò lui sciogliendosi dall’abbraccio.
“Ho fatto una promessa ieri sera, eccomi qui per
mantenerla” continuò lei dando un’occhiata in giro per la prima volta.
L’ascensore dava su una porta a vetri, il simbolo e la scritta del Torchwood in
bianco risaltava sulla porta, accanto alla porta una targa in ottone:
Torchwood
3C
Direttore
Responsabili agli armamenti:
Rickey
Smith.
Il posto era bello, grande e spazioso, alle pareti
c’erano scaffali pieni di armi di ogni genere, terresti e non, davanti dei
banconi dove venivano catalogati in un archivio digitale, in fondo c’era una
porta a due ante di legno scuro con una targa in ottone:
Mickey
Smith
Direttore
Responsabile
“Signore” una ragazza si avvicinò a loro, aveva una
cartellina in mano.
“Dimmi Claire” fece Mickey sorridendole.
“Il signor Simmons le ha inviato questo” disse
gentilmente porgendogli la cartellina.
“Grazie mille. Porteresti due tazze di tè nel mio ufficio?”
chiese gentilmente mentre con delicatezza spingeva Rose verso la porta che
c’era davanti a loro.
“Adesso sei una persona importante” scherzò Rose una
volta che il ragazzo chiuse la porta alle sue spalle.
“Non prendermi in giro, potrei farti buttare fuori di qui
in un baleno” scherzò buttando sulla scrivania la cartellina che gli avevano
consegnato prima.
“Sì, signore” scherzò ancora mettendosi seduta sulla
poltrona davanti alla scrivania. L’ufficio di Mickey era abbastanza spazioso e
molto luminoso, dato le due enormi vetrate alle spalle della scrivania che, tra
l’altro, era piena di documenti e altro, messi alla rinfusa, che tradivano il
suo disordine quasi compulsivo.
"Allora che te ne pare?” chiese allargando le
braccia e mettendosi dietro la scrivania.
“Ci sono troppe armi in giro” ripose con calma
riferendosi ai tizi armati che aveva visto nella hall.
“Sono solo per sicurezza, solo i soldati li portano”
spiegò il ragazzo.
Rose inarcò il sopracciglio guardando la fondina che era
posata su una catasta di documenti davanti a loro.
“Beh, che c’è, ogni tanto servono anche a me” si giustificò
mettendo in un cassetto la fondina e chiudendo a chiave.
"Allora com’è andata la mattinata?” chiese cambiando
discorso.
“Noiosa. Mamma si è messa a pulire casa con Milly e io
avevo bisogno di uscire un po’” spiegò lei guardandosi ancora attorno.
“Quando inizi le lezioni?” chiese ancora lui.
“Domani, fino ad allora non ho altro da fare” disse
sbuffando annoiata e infastidita di non poter fare altro. Mickey stava per
rispondere, ma Clarie entrò con un vassoio e due tazze di tè, si avvicinò al
tavolino alla destra della scrivania e appoggiò lì il tutto.
"Scusi signore, ma la sua presenza è richiesta nel
settore H” disse con calma.
“Arrivo subito” disse il ragazzo, guardò Rose con aria di
scuse.
“Vai pure, io me la caverò” disse la biondina
sorridendogli.
“Scusami Rose, mettiti comoda e prenditi il tè, io arrivo
subito, non credo che ci vorrà molto” disse alzandosi e uscendo di fretta.
Rose si alzò e
diede ancora un’occhiata in giro per lo studio, alle pareti qualche foto di
Mickey con sua nonna, o Pete, o Jack, o con altri che lei non conosceva. Si
guardò attorno, sul tavolino c’era il tè ma non le andava, soprattutto da sola,
poi i suoi occhi caddero su una cartellina della scrivania. Si avvicinò e,
attenta a non fare cadere gli altri documenti, la prese tra le mani, una
scritta rossa risaltava sul giallognolo che aveva: “S-H Codec 21 dott.ssa
Williams Top Secret”. Ora avrebbe dovuto posarla, per rispetto verso Mickey e
il lavoro che svolgeva; si morse il labbro e guardò verso la porta.
La sua curiosità ebbe la meglio, si mise seduta alla
scrivania e lesse i documenti con calma, all’interno una serie di foto e
documenti di archiviazione. Più leggeva, più rimaneva sorpresa, non poteva
essere, le sembrava uno scherzo del destino, quei documenti e i rapporti di un
certo G. Williams parlavano tutti della stessa cosa e lei sapeva di cosa, ma
ancora meglio sapeva come aiutarli, perché si stavano cacciando in un guaio più
grosso di loro.
Fine
Capitolo I